Recensioni per
Il primo trovatore
di Ramiza
Questo capitolo è... meraviglioso! |
Ciao!^^ |
Letta tutta d'un fiato... bellissima. L'ultimo capitolo poi è meraviglioso: un linguaggio più ricco dei precedenti - mi è parso - e un processo di crescita costante dei personaggi che fa arrivare alla fine con un nodo alla gola. Mi piace tutto: dall'ambientazione ai personaggi. Sapere poi che lo sfondo storico è reale, sapere che dietro c'è l'attenzione per i dettagli che solo l'amante di questi personaggi oscuri (perdona l'ignoranza, ma io manco l'avevo sentito nominare) può trovare e far risaltare è da brivido. Un ottimo lavoro! |
Possiedi verosomiglianza storica, cara, cioè: pian pianino, senza forzature, mostri una personalità fuori dalla norme convenzionali del tempo senza però cadere nel rischio in cui si può cadere spesso nelle storie storiche: e cioè attualizzare troppo finendo a dipingere un personaggio troppo moderno per i canoni d'allora. Il conte è perfettamente inquadrato nel contesto, le sue scelte, benchè non conformi all'epoca, rispecchiano la stessa epoca. E' lodevole che tu ti accosti così alla vera storia biografica, dipingendo quella romanzata come in effetti avrebbe potuto essere. Ora non so, perchè Guglielmo non lo conosco, però penso nessuno potrebbe accusarti di sfalsare completamente la storia... |
|
Episodio affascinante che rende benissimo la complessitá di Guglielmo e i suoi tormenti interiori. Non poter essere quel che si desidera è una frustrazione ma non poter essere quel che si sa di essere è una tortura. E questo potrebbe davvero spiegare la sua continua guerra contro il mondo e la società cui appartiene. E anche la sua implacabile avversione verso la chiesa e la nobiltá che di quel mondo erano i capisaldi. |
Ecco un altro squarcio della personalità del conte di Poitiers, ribelle prigioniero dei conformismi del suo tempo, anarchico irreggimentato negli schemi classisti di una società ingessata che poteva combattere solo con le armi dell'arguzia, della poesia, della sua geniale creatività. |
Ah son capitata qui e ho letto questi due capitoli che hai scritto. Innanzi tutto carina l'idea di tirar fuori come personaggio uno dei trovatori di cui penso parlasse pure Dante, se era il primo e poi famoso... scuserai l'ignoranza, il ginnasio sfuma nella mia memoria, ricordo solo in linea generale la cultura dei trovatori provenzali, la differenza tra lingua d'oil e occitano, il dolce stil novo... ah che reminescenze! Quindi questo mi ha piacevolmente colpito, poi la narrazione è scorrevole e fluida, mi sembra scrivi bene con la giusta dose d'ironia che sicuramente era caratteristica del tuo protagonista (e inoltre ha quell'alone di malinconia che adoro in un personaggio) Mi è piaciuto anche questo gioco d'incastri tra realtà e finzione, diciamo che può essere un po' rischioso dal punto della veridicità storica, ma in fondo non c'è bisogno di esser troppo rigidi, mica si tratta di un saggio storico-biografico. Fin'ora non sei suonata inverosimile e questo è l'importante. |
(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) |
Bellissimo e intenso anche questo capitolo. La personalitá esuberante del nobiluomo s'incrina nella sua umanità. Niente di strano che uno nella sua posizione possa desiderare una vita semplice e libera. Perché il suo comportamento pare proprio un tentativo di ribellione alle catene che il suo ruolo impone. Sposa una donna bellissima della quale non gli interessa nulla, deve sottostare a rituali che trova vuoti e risibili e le sue uniche armi sono la sua arguzia e il suo fascino. |
Non so quanto plausibile dal punto di vista storico, il racconto è perfettamente verosimile sul piano letterario e psicologico. Le descrizioni sono veramente vivide, anche se aleggia su tutto un velo di tristezza. Affascinante il personaggio di Guglielmo, ben tratteggiato anche Tristan. |