Capitolo di leggerezza e teen drama, che però ha come guest-star due grandi donne: Nora e Robin.
Due personaggi secondari, certo, ma che sono state o saranno parte fondamentale del percorso che porterà i due cuginetti tenebrosi mezzi-Von Honhemein a diventare "bambini veri" , più o meno capaci di integrarsi nella loro società, una come madre adottiva di Tom, l'altra come mentore e paladina di Soren. E però prima di essere al servizio della storia e dei percorsi dei personaggi principali sono prima di tutto e innanzitutto personaggi tridimensionali, seppur secondari, pulsanti di vita e dettagli e caratterizzazione esattamente come i personaggi principali.
Nora ha il suo passato, i suoi principi, i suoi fantasmi, che s'intrecciano con quelli di Harry o di Soren, e questo è un bene per la trama, ma potrebbero da soli costituire una storyline interessante e autosuffiente, se la storia fosse un'originale narrata dal suo punto di vista- e questo è un punto a favore della caratterizzazione del personaggio.
È anche questo- so che lo ripeto in ogni capitolo a proposito di diecimila cose diverse, ma credimi, è davvero così- che rende la tua storia così speciale, ben scritta e coinvolgente: il fatto che anche i personaggi secondari, TUTTI i personaggi secondari, abbiano un loro background, una loro caratterizzazione precisa fatta anche di piccoli tic, traumi, vite al di fuori di quello che vedono o conoscono i protagonisti, modi di fare e di vedere il mondo.
Rende il tuo universo vivo, differente, e noi lettori curiosi sempre di più su tutto e tutti.
Di Robin non sappiamo molto oltre alla sua vita al di fuori del ruolo di mamma di Tom, ma le scenette e le conversazioni che ha col figlio ci svelano abbastanza di lei da poterci fare indovinare non solo che tipo di madre ma anche che tipo di donna sia, e quali siano i suoi sentimenti e pensieri che non dice ad alta voce davanti al figlio.
Mi sono accorta che la madre di Tom è uno strano ma perfetto mix tra le due madri di Queer As Folk, Jennifer Taylor e Debbie mamma di Michael: schietta, affettuosa e paladina dei diritti di tutti come la prima, elegante, appassionata di arte/poesia e di classe come la prima, con quella vaga aria di gentilezza raffinata che le aleggia intorno e gli accenni di un passato da hippie o da ribelle durante la gioventù che è finito in un matrimonio e in una famigliola molto borghese, ma che non è stato del tutto dimenticato. Per quanto si possa amare Debbie di Queer as Folk, a Tom sarebbe venuta una sincope con una madre 100% così, lui è un borghesuccio snob. Robin è abbastanza elegante e borghese, con i suoi completi di sartoria fatti fare su misura che costano due stipendi e la sua passione per i caffè letterari e il giardinaggio, da essere credibile come madre di Tom è moglie di Dudley, e abbastanza irriverente, fuori dagli schemi e di mentalità aperta da poter creare nella mente del lettore un contrasto positivo con Petunia, talmente assuefatta alle convenzioni borghese da rinnegare sua sorella e abusarne per anni il figlio solo perchè erano "diversi" da quello che era abituata a considerare la normalità (che poi, il vero snobismo della gente davvero elegante e altolocata è fregarsene delle opinioni degli altri perchè ti senti implicitamente superiore a loro, Tom docet, non seguire pedissequamente un codice di comportamento o uniformarsi a un'immagine per venire accettati: quindi i vecchi signori Dursley oltre ad essere tutto quel che erano erano pure un po' poracci, e Robin batte Petunia 10 a 0 anche nel sapersi comportare in società. Ti giuro avrei troppo voluto leggere una scena di confronto/scontro tra le due, visto che Tom dice che hanno trascorso la maggior parte dei Natali insieme, detestandosi cordialmente).
Quindi, Robin approvata, sia come madre (ovviamente), ma anche come personaggio.
Mi piace il modo in cui hai disseminato qui e là dettagli nella storia che accennavano già, prima di una vera e propria scena in cui Robin avesse un ruolo, al fatto che fosse una donna speciale, e non solo un genitore decente ma un po' distratto e impacciato come Dudley. Come quando Tom pensando ad Alicia, nel capitolo i cui viene presentata la famiglia Dursley dice che la sorella prediletta "aveva preso dalla madre" (che poi Robin dice che non è vero è che Alicia ha lo stesso orribile carattere di Dudley, ma povera), oppure quando Harry ricorda che era stata Robin a convincere Dudley ad adottare Tom e a trattarlo come un Dursley a tutti gli effettivamente, a prendere subito a cuore le sorti di quel neonato senza ombelico e senza madre, appena Harry glielo mise in braccio la prima volta, prima ancora che il marito accettasse di allevarlo dargli il suo cognome.
Ha senso che non si scandalizzi per l'orientamento sessuale del figlio: primo, perchè è una donna intelligente; secondo, perchè è una donna intelligente E una madre che ama suo figlio e mette al primo posto il fatto che sua felice, com'è giusto che sia. Terzo, perchè gestisce un caffè in cui si fanno serate su poeti che erano icone gay (tra l'altro, invitare Tom a quella rassegna di poesie era da parte di Robin un modo di far capire gentilmente a Tom che aveva capito e accettava la sua sessualità, oltre che un'occasione per passare un po' di tempi col figliol prodigo? Ci sto pensando ora) e secondo Thomas e Dudley in passato è stata immersa nella cultura hippie, quindi non poteva proprio essere una bigotta. Terzo, e questo forse è un argomento più sottile e delicato...il coming-out di Tom con sua madre non scuote in modo significativo le dinamiche famigliare interne alla famiglia Dursley perchè Tom in un certo modo è sempre stato quello "diverso". L'unico mago, il primogenito brillante e introverso, l'unico figlio adottato, quello con un passato e un carattere particolari che anche senza farlo apposta portavano le persone a trattarlo in modo differente dai fratelli (o, in misura minore, dai cugini). "Diverso" non vuol dire per forza discriminato: anzi direi che nel caso di Tom la sua diversità l'ha portato più che altro ad essere viziato, perché erano tutti così preoccupati di trattarlo diversamente e farlo sentire insufficiente rispetto ai figli biologici, senza macchie e punti oscuri nel loro passato, che paradossalmente l'hanno sempre in un modo o nell'altro trattato coi guanti di velluto. (Non che avere una buona reazione al coming out di un figlio sia trattarlo con i guanti di velluto, eh, questo è solo essere una buona madre. Dico in generale).
Questo crea una dinamica diversa da quella, ad esempio, che ha seguito il chiassoso coming-out di James, che nessuno si aspettava perchè Jamie era quello che appariva sempre intriso di cultura machista fino ai gomiti, e in più il figlio che a detta di tutti avrebbe seguito pari passo le orme del padre, tanto nella carriera quanto nello sposarsi e mettere al mondo tanti piccoli Potter.
Immagino che anche per Dudley, quando finalmente affronterà il discorso con Tom dopo Opera Al Nero, sarà meno uno shock di quanto lo sarebbe stato in un'altra linea temporale in cui il caro vecchio Big D non ha sposato una donna intelligente come Robin e adottato e allevato con lei un piccolo mago: insomma, lui e la moglie hanno cresciuto un figlio che da quando undici ani va in giro a far scintille e a menare bacchetta, che secondo i suoi genitori era la cosa più scandalosa e aberrante di questo mondo, e Dudley ha accettato di adottare Tom SAPENDO che molto probabilmente il bambino si sarebbe rivelato essere un mago; cosa vuoi che sia in confronto il fatto che Thomas sia *anche* gay? (Un po' come Harry che al momento del coming out ufficiale di Thomas avrà passato così tanti anni a metabolizzare il fatto che la reincarnazione della sua vecchia e temibile nemesi e il suo figlio di mezzo sono inseparabili e codipendenti e disposti a morire l'uno per l'altro in ogni momento, e vivono insieme in un appartamento da studenti con tanto di gatto lol, che avere la conferma del fatto che vadano anche a letto insieme lo lascia assolutamente imperturbabile).
A proposito di dinamiche famigliare della tua storia (quando inizio a parlarne, e soprattutto inizio a parlare di quelle appena accennate della famiglia Dursley, non la smetto più) mi piace come attraverso il personaggio di Robin e il suo rapporto con Tom e il Mondo Magico uno dei più grandi misteri irrisolti della saga di Harry Potter: come fanno i genitori Babbani di figli magici ad accettare il fatto che, appena compiuti undici anni, i loro figli sono destinati ad entrare in un mondo di cui loro, genitori senza magia, non possono sapere nulla, né avere voce in capitolo sul modo in cui verranno educati o trattati i loro figli?
Robin non odia la magia o i maghi come Dudley,
Robin sa che la magia è parte di suo figlio, che il Mondo Magico è parte della vita di Tom, e si sforza in tutti i modi di non soltanto accettarlo, ma anche supportarlo. Eppure non può fare a meno di provare un po' di tristezza, ansia e risentimento verso questo Mondo Magico che è il mondo di Tom da quando ha undici anni e da cui lei, nonostante abbia cresciuto Tom tenendolo al sicuro dai maghi stessi, è sempre stata tagliata fuori. Spesso si accusa Tom di essere ingrato o freddo coi genitori adottivi perchè a volte li taglia inconsciamente fuori dai suoi pensieri e dalle novità e dai segreti riguardanti la sua vita in quanto Babbani: ma cosa ci si potrebbe aspettare di diverso da Tom, che è cresciuto con la consapevolezza di appartenere a un Mondo in cui *per legge* i ragazzini non possono parlare a genitori come i suoi (*Babbani*) di quello che succede nel loro mondo, di ciò che hanno imparato a scuola, o presentar loro i professori? Un mondo in cui i Nati Babbani se vogliono partecipare alla vita dei loro coetanei al di fuori da Hogwarts devono praticamente trovarsi un amico che non sia un Purosangue snob ma abbia almeno un genitore Magico e integrarsi all'interno della sua famiglia per poter partecipare a eventi come la Coppa del Mondo di Quidditch o qualsiasi altra occasione di ritrovo per maghi minorenni in estate? (Vedi la madre di Seamus Finnigan che si portava dietro Dean Thomas alla coppa, o gli Weasley con Hermione).
Tra il desiderio di integrarsi tra i coetanei con famiglie Magiche,i sentimenti anti-Babbani dilaganti o serpeggianti a Hogwarts, e l'adolescenza che incombe e poi esplode infilata nel calderone, è improbabile che non si creino distanze o incomprensioni tra figli maghi, o figlie streghe, e genitori Babbani.
Ecco, persino Hermione, di certo non un personaggio egoista o ingrato, mano a mano che gli anni passavano trascorreva sempre meno tempo d'estate con i suoi e sempre più tempo alla Tana con gli Weasley, e obliviò i suoi genitori per tenerli di fuori (di fatto tagliando se stessa fuori dalla loro vita, e lei dalla sua) durante la guerra con Voldemort.
Il punto in questo capitolo in cui, dopo aver condiviso un momento cuore-a-cuore madre-figlio per la prima volta dopo anni, Robin gli chiede se è preoccupato per la faccenda di Von Honhemein (neanche per capire cosa diavolo sta succedendo intorno a suo figlio, cosa che sarebbe tra l'altro suo diritto se lui non fosse stato un Mago e lei una semplice *Babbana*, ma solo per capire cosa lo angoscia e offrirgli conforto!) e Tom pensa "non poteva parlarne con lei. C'era lo Statuto" rende evidente questa dolorosa ingiustizia nella costruzione del mondo e della società di Harry Potter, e illustra il fatto che se Thomas a volte taglia fuori i genitori Babbani dalla sua vita non è SEMPRE colpa sua e del suo carattere orribile. (Poi certo, Tom è pieno di segreti di natura quindi a volte usa lo Statuto come scusa per non dire NULLA, ma questo è un altro discorso).
Il Mondo Magico ha sì dato ai Dursley un figlio, il primogenito, bello e brillante come nelle fiabe, ma se l'è anche ripreso indietro, dopo undici anni in cui loro l'avevano cresciuto, accudito e tenuto al sicuro dai maghi stessi; certo, se lo aspettavano, ma non credo che per Robin e Dudley vedere Tom entrare in una società e in un microcosmo in cui loro non avevano accesso sia stato meno doloroso per questo. E poi, quando si erano abituati all'idea e convinti che Tom fosse al sicuro nella sua scuola di strambi anche senza di loro, quello stesso Mondo Magico l'ha ingoiato e traumatizzato e risputato indietro dopo nove mesi senza una spiegazione. Mi dispiace un po' non aver letto di più della loro rabbia durante il periodo in cui credevano che Tom fosse morto, tradito dalla scuola che il ragazzo adorava e deluso dal padrino che aveva giurato di proteggerlo, perché sarebbe stato interessante. Però sono contenta che Robin non faccia pesare tutto questo a Tom, e scrolli leggermente le spalle dicendo che la preoccupazione che lei e il marito provano per Tom è "solo normale roba da genitori, tutto qui" anche se Tom *sa* che non è tutto lì, ma non c'è modo che Robin scarichi sul figlio, già preoccupato per i suoi guai, un ulteriore carico di senso di colpa dovuto al fatto di dover gestire i complicati sentimenti dei suoi genitori verso il mondo di cui il ragazzo fa ineluttabilmente e orgogliosamente parte.
Ripeto: Robin è proprio una gran donna.
Altri apprezzamenti sparsi sul capitolo:
Al geloso e territoriale quanto e più di Tom- tutti lo credono un tenero pulcino o un angelo dotato di infinita pazienza verso i comportamenti discutibili del suo ragazzo, ma la realtà è che lui e Tom da questo punto di vista (e da molti altri) si assomigliano più di quanto tutti credano.
Tom che fa ingelosire Al di proposito perché è uno stronzo vanesio (e anche, sotto sotto, un idiota insicuro- vedi il fatto che il siparietto col sarto sia stato nella sua mente una rivincita per il commento casuale che Al aveva lasciato cadere sul fatto di aver visitato, l'estate precedente, gay-club babbani con Zabini).
Harry che si definisce mattiniero ma cioè, solo quando un caso lo interessa, cioè, quasi mai tranne che con la Thule. Harry non sei mattiniero, sei paraculo, è diverso.
Harry e il suo lato Serpeverde che si manifesta in modo diverso dal modo in cui si manifesta nel figlio, ma c'è.
Il fatto che occuparsi in prima persona del caso Von Honhemein sia per Harry sia un modo per placare l'ansia per quel che sta accadendo o rischia di accadere intorno ai suoi figli e soprattutto al suo figlioccio, un tentativo di sentirsi in controllo di una situazione che lo terrorizza, sia un modo per tornare lui stesso all'adrenalina che ha caratterizzato la sua adolescenza, a quell'amore per il rischio che dice di essersi lasciato felicemente alle spalle ma che non ha mai davvero saputo abbandonare del tutto, come un amore a cui si ha rinunciato, a cui si ha VOLUTO rinunciare, ma di cui non si riesce a non sentire il richiamo a distanza di anni. Non mi stancherò mai di ripetere quanto sia coerente e al tempo stesso più profondo (*maturo*) il tuo Harry con quello dei libri della Saga originaria, come se fosse la sua naturale continuazione in età adulta.
E a questo proposito: "Dovrei ringraziarla?” Certe uscite gli uscivano da un recesso del suo Io. Probabilmente dove a lungo aveva soggiornato Voldemort." E poi tutti si chiedono perchè Tommy sia il suo cocco.
Harry e Nora che camminano su un filo reciproco tra diffidenza, ammirazione, e riconoscimento reciproco, come solo tra simili si può fare. Sarebbero shippabilissimi se non mi piacesse Ginny (di cui, opinione impopolare, a me piace leggere, santa donna che non è altro) o se non ci tenessimo tutti al fatto che il matrimonio dei genitori dei tre piccoli Potter resti felice e duraturo nei secoli (già ci si mettono i figli, a portar dramma in famiglia. Ci manca solo che si rompa il matrimonio tra Harry e Ginny che fa da collante stesso all'idea di un Clan Potter-Weasley!).
Lily che cammina come una valchiria infuriata per le strade di Hogsmeade. Una valchiria in missione super-importante. La missione in questione shopping. Da ragazza che odia lo shopping con amiche patite...Rose, empatizzo con te. Una domanda: ma Roxanne e Rose vanno d'accordo, sono mai andate d'accordo, o si sono sempre ignorate a vicenda? Perché nessuna delle due è propriamente misantrope ma, pur essendo quasi coetanee, entrambe legate alla famiglia, o almeno ai cugini Potter, entrambe un po' rigide nei loro principe e nella loro visione del mondo, entrambe intelligenti e interessate ad andar bene a scuola, sembra che non interagiscono mai a meno che non ci sia Lily tra di loro, e tirano fuori il lato più scontroso e distaccato l'una dell'altra. Per carità, realistico tra cugine! Però mi chiedo il perchè di questa freddezza. Però mi piace il fatto che abbiano due ruoli completamente diversi nella vita di Lily, da un lato la cugina più grande/sorella maggiore-chioccia (Rose) e dall'altro la cugina più grande/mentore-confidente.
Rose e Scorpius che tutti continuano a paragonare a Romeo e Giulietta ma che in realtà, sia per tono sia per storyline, sembrano molto di più uscoti da una delle COMMEDIE shakespeariane, ricche di equivoci e momenti strappalacrime ma anche di humour, battibecchi e lieto fine, come Much Ado About Nothing o La Dodicesima Notte. Il che per me è un punto a loro favore perchè, imho, qualsiasi commedia shakespeariana su innamorati imbranati, scambi di persona e doppi sensi volgari>>>Romeo e Giulietta. E io di solito amo le tragedie. (Non so se sia voluto, ma a volte Rose e Scorpius ricordano LETTERALMENTE Beatrice e Benedetto di Molto Rumore Per Nulla, con l'orgoglio di le sue l goliardia di lui e I battibecchi e il dramma delle incomprensioni, il che mi fa sempre dire "awww" perchè è una delle commedie che riproponiamo più spesso con la mia associazione teatrale).
Parlando di coppie e battibecchi, aggiungiamo anche infinite le ripicche a sfondo sessuale di Al e Tom, lol.
Al che si aggira nel mondo Babbano come un turista ingenuo e sprovveduto doppio lol.
Il momento improvviso ed estemporaneo in cui Tom si ricorda di essere stato Voldemort, in un'altra vita, e gli si guasta l'umore. Non so perchè ma amo il modo in cui fai relazionare Tom all'idea della sua vecchia identità- non ci pensa per giorni, mesi, settimane, poi accade qualcosa di apparentemente insignificante o qualcuno dice qualcosa di assolutamente innocuo (in questo caso, la povera Robin voleva solo assicurarsi che suo figlio non fosse discriminato per il suo orientamento sessuale, addirittura) che innesca nella mente di Tom un pensiero intrusivo e sgradito che grida "io ERO Voldemort", e di colpo nulla può essere più piacevole. Anche se non c'è davvero un collegamento reale tra il pensiero e quello che l'ha provocato, se non nei processi mentali di Tom che lui stesso non riesce a controllare. Mi piace, è realistico.
E poi come quel pensiero è arrivato, sgradevole e solo parzialmente correlato a quello che accadeva intorno, se ne va, sommerso o da altre preoccupazioni o dalla forza impetuosa e-in questo caso- salvifica di un'adolescenza pregna di ormoni, instabilità e problemi.
In una nota più leggero, Al che ha problemi con la sua mascolinità perché Rose e Lily lo hanno a suo dire "contagiato" con le loro aspettative di volteggiare tra le braccia dell'amato al Ballo del Ceppo. Assolutamente coerente con la sua caratterizzazione il fatto che non lo chieda esplicitamente a Tom, ma bello il modo in cui non perde mai la sua autoironia pensando "merda. Sono una principessa".
E quando pensa affettuosamente che potrebbe soffocare Tom con il suo peluche e non ne otterrebbe nessuna reazione da quanto quest'ultimo dorme serenamente e *profondamente* al suo fianco...cioè non proprio quello che vorrei pensasse chiunque dorma a fianco a me nel letto, onestamente, ma questi due hanno un modo tutto loro di esprimersi affetto, quindi okay.
Ma la parte più divertente dell'ultimo paragrafo è immaginarsi che mentre Lily racconta a destra e a manca di come volteggiare tra le braccia del suo cavaliere tedesco (e nessuno ne può più di ascoltarla- povero Soren, sono già tutti stufi di lui prima ancora di scoprire che è dei cattivi...) Rosie annuncia ad Al che, "cascasse il mondo, avrà un ballo col suo Malfoy" con l'aria burbera e spietata del generale in missione. Rose, Rosie...quanto la amo, ragazza normale e disadattata che non è altro.
E per finire, parlando di Rose, Scorpius e drammi da ballo: infilo arbitrariamente anche Violet nella lista di "gran donne che la fanno da guest star e rubano la scena a comprimari maschili in questo capitolo", perchè amo Violet. Due righe solo, ma con la sua battuta conclude il capitolo con un colpo di scena fenomenale sulla sua vita amorosa, rubando la scena a quegli imbranati di Rose e Scorpius. |