"Da quando va avanti questa storia? È tutto connesso non è vero? Il tuo nuovo spirito festaiolo e questa.. questa tua abitudine."
La ragazza si limitò ad asciugarsi le lacrime con la mano, senza degnarlo di una risposta.
"Da quando, Adele?" chiese nuovamente lui.
"Io-"
"Da quando?" esclamò lui, alzando pericolosamente la voce.
"Da quando ti ho beccato a sbatterti un'altra proprio in questo letto, maledetto bastardo!"
Eccola lì. La confessione che avevano provato a strapparle in tanti, ma che solo lui era in grado di ottenere.
Il ragazzo emise un altro grido che fece tremare le pareti, avvicinandosi a tal punto che i loro nasi si sfioravano.
"Tu.. Tu non mi hai mai lasciato spiegare. Mai. E per tutto questo tempo io ho pensato che forse era meglio così, che forse mi avevi dimenticato. Io non ti merito Adele e il pensiero che tu fossi passata oltre mi confortava. Ma poi ti incontro dopo mesi e mesi di silenzio e scopro questo?" sputò lui, l'ira chiaramente visibile nei suoi occhi.
"NON C'ERA NIENTE DA SPIEGARE! Non ero abbastanza per te, ero una verginella innocente e lo sono tutt'ora! Pensi che non abbia provato a dimenticarti? Pensi che non abbia seriamente provato a far funzionare le cose con Oliver? Certo che ho provato! Ma niente di tutto questo ha funzionato, perché eri tu quello che volevo e non ero abbastanza per te, non ero abbastanza! Hai idea di quanto faccia male?"
Dire quelle cose ad alta voce, cose che aveva tenuto imbottigliate per giorni, settimane, mesi, la fece sentire meglio.
Non bene, solo meglio.
"TU SEI TROPPO PER ME, è questo il problema!" gridò lui di rimando: "Vuoi sapere perché mi sono scopato tutte quelle ragazze? Perché avevo paura! E lo so che non è una buona ragione, credimi, non riesco nemmeno più a guardarmi nello specchio la mattina, ma è così che stanno le cose."
Adele fece per parlare, ma lui lo zittì.
"Ho provato a dirtelo, sai. Quella volta al parco e poi prima che tu salissi sul treno per tornare a casa. Ma non era mai il momento giusto. E poi, quando ci siamo separati mi mancavi così tanto che non riuscivo a respirare. Chi eri tu per farmi una cosa del genere? Io stavo bene, sai? La mia vita andava a gonfie vele. Non potevo permetterti di rovinarmela così. E così sono andato a letto con una e poi con un'altra, per provare a me stesso che potevo vivere anche senza di te, che non era cambiato niente. Ho provato a dirtelo, ma non era mai il momento giusto. Non ero pronto."
"Hai provato a dirmi cosa?"
"CHE TI AMO, CAZZO! Io ti amo! Da sempre. Dal momento in cui ti ho vista arrossire per la prima volta, o forse da quando ti ho vista inciampare su quei tacchi vertiginosi. Ti amo, non lo vedi? Non lo capisci?"
Adele spalancò la bocca e scosse la testa diverse volte, incapace di parlare.
Lui continuava a fissarla, il respiro accelerato e lo sguardo perso, come se quella rivelazione l'avesse liberato di un peso enorme.
"N-no." balbettò la ragazza: "Io.. Tu.. Io non vado bene per te, non sono all'altez-"
Prima che potesse concludere la frase, Harry catturò il suo viso tra le proprie mani e la baciò.
Non era un bacio dolce o passionale, era un gesto disperato e la mente di Adele si svuotò completamente. Prima che se ne rendesse conto, la mora stava rispondendo al bacio, mettendoci la stessa disperazione, mista ad una profonda rabbia repressa.
Nel giro di qualche istante, il blazer e la maglietta di Harry caddero da qualche parte sul pavimento, e lo stesso fecero la giacca e la t-shirt di Adele.
"Sei uno stronzo, lo sai?" sussurrò lei, mordendogli il labbro inferiore.
Lui si aprì in una risata roca: "Lo so, cazzo, lo so." rispose, prima di sfilarsi i pantaloni ed aiutare lei a liberarsi dei suoi.
In un attimo la sollevò, e Adele avvolse le proprie gambe intorno ai fianchi del ragazzo, senza smettere un secondo di baciarlo mentre lui la appoggiava gentilmente contro al muro.
"Ti amo." sussurrò lui, prima di scendere a baciarle una clavicola.
Adele girò lievemente la testa, per garantirgli un migliore accesso al suo collo: "Non mentire."
"Non sto mentendo e lo sai." replicò lui, il respiro sempre più affannoso: "Ti amo. Mi sei mancata così tanto."
Lei non rispose, si limitò a stringerlo a sé ancora più forte, passandogli una mano fra i capelli.
"Dimmi che mi ami anche tu. Ti prego." il tono del ragazzo faceva trasparire tutta la sua paura ed il suo rimpianto, e Adele per la prima volta, credette alle sue parole: "Ti-ti amo anch'io." furono le ultime parole che riuscì a mormorare, prima che Harry si liberasse dei suoi boxer e del reggiseno di Adele, zittendoli entrambi per qualche ora.
È..stupendo *-*
Mi è piaciuto tantissimo, la rabbia di Adele, quella di Harry, tutto.
Stupendo. |