Ho segnato questa storia tra quelle da recensire l'undici aprile, e sebbene abbia cominciato a leggerla non sono riuscita a concluderla per colpa delle centinaia di cose che sono stata costretta a fare e per le storie che dovevo finire per qualche contest a breve scadenza. Ora, però, ho mandato al diavolo tutto, perché ho cominciato la storia e ne sono rimasta incantata: il tempo per finire tutto il resto c'è, e questa storia mi piace troppo per non recensirla.
Una mia amica me l'ha consigliata caldamente, e io non vedo l'ora di leggerla tutta, finalmente.
Prima di tutto perdona la mia maluducazione, buon giorno xD
Ora passo alla lettura, cercherò di essere precisa come la storia merita.
Ho appena terminato di leggere la storia, ma il parere finale lo metto alla fine, perché sono cattiva v_v
Se mi fossi stancata di te sarei impazzita, ti dico solo questo.
Andromeda è uno dei miei personaggi preferiti e sebbene non si sappia molto di lei, la ammiro moltissimo come donna.
Leggere storie su di lei mi fa sempre piacere, soprattutto se sono ben scritte, quindi quando ho visto il nome della protagonista sono andata in un brodo di giuggiole, perché io la adoro, e sto cominciando ad adorare anche te.
Sono sincera, non ricordo molto bene il cartone di Anastasia: da piccola l'ho guardato più volte, ma ricordo solo qualche spezzone. Tuttavia, so per certo che era un cartone meraviglioso, e ricordo che mi piaceva, quindi, prima o poi, lo riguarderò.
Questo, ovviamente, non c'entra nulla con la storia, ma ci tenevo a dirlo, tanto per xD
Comunque, sto divagando, anziché parlare della storia, quindi la smetto.
Prima di tutto, ho trovato davvero deliziose le descrizioni sul valzer, sia all'inizio della narrazione ( "Il valzer inglese, che appartiene a tutti, e il valzer viennese, che inganna tutti."), sia quelle finali, di cui si serve Andromeda per descrivere, appunto, i due tipi di valzer alla figlia ("Ma tuo padre mi ha insegnato il valzer inglese che è molto più semplice. Lì hai più libertà di scelta, quella è più una musica d’amore che una musica di doveri."), sia le ultime frasi in assoluto, che mi hanno semplicemente conquistata ("Per Andromeda era tardi, la canzone che aveva scelto da bambina l’aveva tradita. Ma amava ugualmente la melodia dei suoi ricordi, e nel mese di dicembre si abbandonava ad essi, ai pensieri di un passato lontano e diverso, di una famiglia perduta, di quella che comunque era stata la sua vita. E insieme alle reminiscenze di una sinfonia celestiale ed ingannevole, a dicembre tornava anche un briciolo di incontenibile malinconia").
Frasi che esprimono perfettamente l'interiorità di questa donna: è ovviamente felice di aver coronato il suo sogno d'amore, non sposando Rabastan ma l'uomo che amava - ed ama tuttora -, Ted, eppure non si può dire addio alla propria famiglia non rimanendone legati da un vincolo che va ben oltre quello del sangue; l'amore che si prova per le persone che ci crescono e che ci aiutano ad affrontare la vita, al di là di litigi e contrasti d'idee vari, è grande ed incacellabile.
Si può abbandonare la casa dove si è vissuti, ma non la propria famiglia; sebbene si rompano tutti i ponti con i familiari, sebbene non ci si saluti neanche più, sebbene si arrivi a rinnegare il proprio nome, o il sangue del nostro sangue, è innegabile che il pensiero della persona che è andata via o, nel caso di Andromeda, di ciò che si è lasciato è sempre presente e ci accompagni per sempre.
Io non riuscirei a stare lontano dalla mia famiglia troppo a lungo, e, come madre o padre, non riuscirei ad odiare mia figlia al punto di non cercarla per anni, di non riuscire a perdonarla dopo un tempo più lungo di mezza giornata.
Personalmente, detesto litigare con i miei genitori, e non riesco a rimanere arrabbiata per troppo tempo: credo sia una cosa terribile, pensare di perdere qualcuno che amo tanto; prendere in considerazione l'idea di non rivederli più (non ho mai litigato così pesantemente, dico per dire) e di arrivare ad odiarli, pur sentendo la loro mancanza, mi sembra così... poco naturale, poco... da me.
Comunque, io non sono Andromeda (tra parentesi, anche io sarei scappata, in una situazione simile... forse non sarei riuscita a rimanere troppo tempo lontana, ecco tutto), e sto sploquiando v.v
Quindi, tornando alla storia...
Un personaggio che ho molto apprezzato è Ted: di solito viene dipinto come imbranato e timido, mi è piaciuto che lui riuscisse a tener testa ad Andromeda. I Nati Babbani non hanno nulla né in più, né in meno dei Purosangue, e quindi vedere questo concetto espresso attraverso i suoi atteggiamenti mi ha fatto molto piacere.
Ripensandoci, forse qualcosa in più ce l'hanno: avendo origini Babbane, per loro ambientarsi nel Mondo Magico è molto più complicato; si trovano catapultati in un mondo con cui non hanno mai avuto a che fare, e d'improvviso viene detto loro che è quello, il loro mondo. Devono essere capaci di dimostrare di essere al livello dei Purosangue, che in quel mondo ci sono cresciuti, e devono anche sapersi destreggiare in una cosa, quale la magia, che fino a quel momento è stata etichettata come "inesistente".
Un altro personaggio che mi è parso davvero molto, molto reale è Bellatrix: la classica sorella maggiore (in un certo punto del testo mi è parso di capire che tu consideri Andromeda la più grande, ma mi sembra che sia il contrario; tuttavia, è un dettaglio così irrilevante che non so neanche perché l'ho scritto xD) attaccata alle origini, che combatte per avere l'affetto e l'ammirazione dei suoi genitori e che è conscia di non essere come sua sorella; una ragazza che arriva quasi ad odiare Andromeda, il sangue del suo sangue, per il semplice motivo che ha deluso le aspettative di tutta la famiglia: sposare un Purosangue, portare avanti il nome del Black, dare importanza al sangue puro.
Ciò che Bellatrix non sa, e forse non capirà mai, è che l'amore non guarda la "qualità" del sangue, né, tantomeno, può nascere a comando. Andromeda ama Ted per ciò che è, e non per il nome che porta. L'amore non è una cosa che si può imparare nel tempo: sposare Rabastan non le avrebbe fatto dimenticare Ted, e, inoltre, costringerla ad amare il primo non sarebbe servito a niente, oltre che essere orribile.
Mi è molto piaciuto il suo sacrificio: dimostra che la sua non era una semplice "cottarella", ma che, anzi, aveva capito di essersi innamorata a lui e di esserne legata sin nel profondo, al punto di chiedere di essere punita al posto dell'uomo che ama.
Questo dimostra, ancora una volta, che grande donna sia.
Cygnus Black è un personaggio complicato: un uomo che ama sua figlia profondamente, ma che non riesce a soprassedere su una cosa tanto "importante" quale l'onore, e la purezza del sangue.
Pensare che arrivi a rinnegare i suoi stessi figli e che l'ideologia della superiorirà della razza sia tanto radicata in lui, mi fa semplicemente... schifo; sì.
Credo che un genitore dovrebbe saper passare sopra queste cose. Eppure, considerando non solo il contesto storico, ma anche quello ideologico dei personaggi, appare quasi "ordinario" un comportamento simile; non dico ortodosso, solo "frequente".
D'altronde, casi simili si sono visti anche nel Mondo Babbano: quante giovani sono state allontanate dai loro amanti per il semplice motivo che questi venivano ritenuti inferiori? Quanti giovani sono stati strappati dal vero amore perché questo non aveva un cognome altolocato?
Questo a dimostrazione del fatto che Harry Potter tocca tematiche svariate, e che parla di magia, ma che non vuol dire che sia "campato in aria": è molto realistico, e viene preso in considerazione ciò che è accaduto nel mondo "reale", rielaborato e, infine, mostrato al mondo.
C'è un passaggio della tua storia che, in particolare, mi ha molto sorpresa ed emozionata, e che credo riassuma alla perfezione ciò che io penso in merito a razze varie: "Perché era un Nato Babbano e non poteva neppure permettersi di sfiorarla? Cosa aveva il suo sangue che non andava bene?"
Le domande che Andromeda si pone sono più che leggittime: è state cresciuta nella credenza che esistessero nette differenze tra Nati Babbani e Maghi Purosangue, eppure, alla fine, tutto questo è vero? I Nati Babbani valgono meno di un qualsiasi Purosangue?
Certo che no.
Mi è molto piaciuto il cambiamento di Andromeda narrato attraverso il valzer: dapprima era visto come un gioco, una passione da coltivare, un amore incontrollabile che la portava a ballarlo anche da sola, in ogni momento, un po' come l'amore verso la sua famiglia; in seguito, è cresciuta ed ha cominciato a vedere in modo diverso le cose: ciò cui era stata abituata non le sembrava molto giusto, tuttavia non si ribellava ancora, semplicemente ignorava ciò che era giusto - per i suoi familiari - e ciò che era sbagliato - e giusto per lei ("«Sei una Black, perché non picchi mai gli elfi domestici? Perché non sputi in faccia ai mezzosangue, perché non ti infastidisce la loro presenza a scuola? Perché, me lo vuoi spiegare?» «Preferisco il valzer»."); infine, ha finalmente imparato a capire ciò che riteneva sbagliato, ed a scegliere ciò che lei era importante - l'amore, anziché la purezza di sangue -, ed ha odiato il valzer viennese, in quanto era l'emblema di ciò che era stata, di ciò che i suoi genitori volevano fosse, di quella ragazza che non aveva avuto il coraggio di opporsi, troppo persa in quel ritmo solenne quale quello del valzer.
Mi scuso da morire per lo sproloquio, per la recensione confusa - l'ho cominciata alle 11.30 circa, ora sono le 17.56 O_O ed intanto sono stata impegnata in altre cose, quindi spesso perdevo il filo - e per le frasi ambigue che sicuramente ci saranno.
Una storia che mi è piaciuta tantissimo, che ho trovato pregna di emozioni e significato, e che sono felicissima di aver letto.
Ci sentiamo presto, spero,
Mari ♥ |