Ed infine, ecco l'ultima recensione con cui ti scoccio per oggi.
Trovare fra le lande di ghiaccio il calore necessario per scaldarci è un ossimoro splendido. Questo capitolo è intriso di emozione in ogni singola parola; sembrano illuminarsi per l'intensità che hai regalato loro.
Sono passati giorni da quando Vinus le ha parlato, ed una parola gutturale e sconosciuta divengono la prova di quanto Leya sia, in effetti, profondamente impreparata di fronte alle egigenze di una vita da soldato. (Arriva persino a parlare con il liocorno, ed ho detto tutto! :D)
Vinus la confonde e la fa sentire mancante ma è una presenza rassicurante persino se la considera una nemica. La protegge e le assicura la salvezza quando potrebbe lasciarla morire come la povera cagna pazza che era diventata. E' paradossale, ma di fronte allo squarcio di una terra deturbata e contaminata da entità infernali, la sicurezza di Vinus diviene la coperta calda di Leya. Il nemico, l'unico compagno.
Infine, l'umanità della Rocca di Trier pare spingere per scorgare con una potenza disumana, come un fiume in piena che finalmente inizia a crepare la diga che ne ha trattenuto il flusso.
Di fronte alla ributtante consistenza di un demone (un "misero" Supero, poi) Leya capisce che la sua ignoranza è stata anche il motivo per cui, nel tempo, ha perso tutto e non ha ricevuto nulla. Chi non sa, non vive.
Quando Vinus viene ferito, lei non pensa e lo difende, modella il suo ingegno per salvare entrambi, riaffiora dalla memoria del corpo gli insegnamenti di un'arte che non le mai stata congeniale, cerca un contatto che non sappia di prevaricazione e vetriolo, ma di scambio, equo, curioso e scevro da ogni aggressività.
Ed è così che Vinus, il vero principe perduto, non quello che lei ha braccato fino a vomitare fiele, comincia ad aprirsi ai suoi occhi. Un fiore profumato e maltrattato dalle intemperie, non la pianta carnivora che le ha mangiato il cuore.
Un principe prigioniero, una vita strappata e piegata, inserita in un doppio fondo, nei cassetti della memoria. Non l'ha mai sentito così vicino, non l'ha mai avvertito con tanta intensità.
E quando il sonno sembra fuggire, le basta un attimo di altruismo, un gesto privo di secondi fini, perchè l'oblio rassicurante del buio venga a prenderla.
Non ha paura di bruciarsi, perchè pensa che il suo cuore sia cenere e non c'è più nulla da consumare.
Sbagliato. Non lo senti, Leya, il rombo del tuo cuore? Sta battendo, e fa un rumore infernale.
PS: Oltre a sciorinarmi e sciogliermi come al solito in millemila complimenti per un livello che io non raggiungerò mai, nè mi ci avvicino minimamente, è mio dovere dirti che io sentirò la mancanza di questa storia, ne sentirò una mancanza matta.
Ma è sempre meglio averla letta e aver ricevuto un racconto splendido, piuttosto che essersela persa! :) Sappi, però, che ti accompagnerò fino alla fine e, nell'ultimo capitolo, capirai quanto hai dato. Io spero solo di aver dato qualcosa anche a te (seppure in minimissima parte!). A presto, un forte bacio! (Recensione modificata il 10/03/2012 - 07:45 pm) |