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Autore: nuttyshake    24/03/2012    3 recensioni
Sembrava che a farli incontrare fosse stato il destino, ma si erano sempre rincorsi nei momenti sbagliati. Entrambi sapevano che un giorno sarebbe successo, ma erano spaventati dall'idea che potesse accadere qualcosa. Ma quando i loro veri sentimenti vengono a galla, saranno capaci di non rovinare la loro amicizia anche dopo le numerose svolte che li aspettano? Riusciranno a sopravvivere e tornare quelli che erano? Dall'inizio alla fine, Joe/Demi.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Credo che dovremmo chiuderla qui.
Considerato quanto ero nervosa e agitata solo un attimo prima, probabilmente vi aspetterete di vedermi ancora peggio. Avrei dovuto essere arrabbiata. O triste. Avrei dovuto sentirmi morire dentro, sarei dovuta scoppiare a piangere, avrei dovuto urlargli contro o addirittura dargli un pugno. Sapete invece cosa feci?
Non feci niente. Assolutamente niente. Continuai a fissare il vuoto, come in trance. Non sentivo più niente. Il mio cuore, il mio sangue, la mia energia. Era come se fossi stata appena messa sotto anestesia. Il cielo era più grigio, il sole era più freddo e il mondo aveva smesso di girare.
Ma non feci niente. Qualche parte di me voleva urlare, ma non appena aprii bocca mi resi conto che la voce mi aveva abbandonata. O forse non avevo la forza di parlare.
Joe mi stava guardando, preoccupato, cercando di capire la mia reazione. Aveva quasi paura, come se potessi rompermi in mille pezzi da un momento all'altro, o fare qualcosa di peggio.
Non so per quanto tempo restammo in silenzio, a fissarci. Quando ripresi il controllo della mia voce e delle mie emozioni, feci la cosa più assurda che potessi fare.
Scoppiai a ridere. Risi finchè non ebbi più fiato nei polmoni e iniziarono a uscirmi le lacrime. Joe mi guardava come se fossi impazzita. Non si aspettava questa reazione. Neanche io so perchè lo feci, ma ebbi l'istinto di ridere. Forse perchè non avevo voglia di piangere.
Joe mi posò una mano sul braccio. -Demi? Va tutto bene?
Risi per l'ultima volta, rilasciando tutta l'aria nel mio corpo, e mi zittii improvvisamente, con l'ombra di un sorriso ancora sul mio volto. Le mie labbra si contorsero, i miei occhi, già pressati per il ridere, non si aprirono, e tentai di inserire ossigeno nella bocca per continuare a produrre suoni soffocati. Quei suoni, capii quando sentii gli occhi bagnati, erano singhiozzi.
Cavolo, Demi, devi essere lunatica anche quando un ragazzo ti lascia?
Apparentemente Joe trovò risposta alla sua domanda, perchè mi si avvicinò, avvolgendomi un braccio attorno al collo, e mi fece posare la testa sulla sua spalla. Voltai la testa sulla sua maglietta e la bagnai di lacrime. Smettila, Demi. Non puoi dargli la soddisfazione di averti visto piangere...
-Demi?- sussurrò, mentre mi accarezzava i capelli. -Non piangere...
-No...-scossi la testa, alzandola dalla sua spalla e guardandolo con gli occhi rossi. Non volevo fargli pena o altro, ma non riuscivo a trattenermi. I miei respiri erano irregolari e soffocati, e minacciavano di farmi ricominciare a singhiozzare in ogni secondo. -Perchè?
-Perchè non è bello per me vederti piangere...
-No!- scossi la testa ancora più freneticamente, sbattendo i capelli di qua e di là. -Perchè...perchè mi stai lasciando?
Joe sospirò, e abbassò lo sguardo. Non voleva guardarmi. Ero così imbarazzante che non poteva neanche guardarmi negli occhi?
-Perchè credo che sia la cosa migliore. Per entrambi.
Provai a calmare il mio respiro. Non capivo quello che volesse dire. Come poteva essere meglio per me stare senza di lui, quando lui ormai era l'unica cosa che mi aiutava ad andare avanti?
-Voglio esserti amico, Demi. Il tuo migliore amico. Voglio esserci per te, voglio aiutarti, perchè tengo a te. Solo...non in questo modo. Non voglio rovinare tutto fra di noi. Capiscimi...
Annuii, riluttante. Non potevo capire, ma di certo questo non gli avrebbe fatto cambiare idea. A che serviva, ormai? Sarei andata avanti. Avrei continuato a fingere che andasse tutto bene, come sempre. E Joe ci sarebbe stato, giusto? Lui era il mio migliore amico prima, e lo sarà ancora...
-Sì...a dire il vero, sono d'accordo di te.- Bugiarda. -Credo che stessimo andando troppo in fretta, e forse...è vero, siamo meglio come amici.
Joe mi rivolse un piccolo sorriso, e sospirò, sollevato. -Sono contento che tu abbia capito. Non volevo rendere la cosa imbarazzante...
-No, no.- sorrisi. Il sorriso più falso del mondo. Non ero felice. Non avrei più potuto esserlo. Solo perchè avevo stirato dei muscoli del viso, non voleva dire che rispecchiasse un certo stato d'animo. -Non preoccuparti. Va tutto bene.
La verità? Nella mia testa urlavo. Urlavo non lasciarmi, ti prego. Non ti darò più fastidio. Non sarò più gelosa. Cercherò di non affliggerti più con i miei problemi, se è questo che vuoi. Farò tutto quello che vuoi, ma ti prego, non lasciarmi...
Joe fece un sorriso più ampio e mi porse la sua mano.
-Allora...siamo amici, vero?
La guardai, indecisa senza darlo a vedere. Poi gliela strinsi.
-Amici.- Sorridi. Sforzati di sorridere.
Joe, apparentemente soddisfatto, ritrasse la mano e la riposò sul volante, assieme all'altra. -Forza. Ti riporto a casa.
Quando entrai in casa, non volevo altro che andare in camera mia e piangere. Non volevo parlare con nessuno, e speravo che non ci fosse nessuno in casa.
Per fortuna, il mio desiderio fu esaudito. Dallas era probabilmente uscita, Maddie era sul set e forse mamma e Eddie erano con lei. Salii gli scalini tre alla volta, rischiando di inciampare più volte, e arrivai in camera.
Non c'è bisogno di scrivere cosa feci.
Un paio d'ore dopo, sentii la porta dell'ingresso aprirsi.
-Demi? Sei qui? Sono tornata!
Dallas era rientrata. Dopo due ore a disperarmi, l'idea che ci fosse qualcun altro in casa mi risollevò leggermente l'animo.
Uscii dal bagno in cui mi ero chiusa a chiave e scesi le scale, lentamente, come se non avessi ragione di andare più veloce o semplicemente non ne avessi la forza.
Dallas si stava sedendo sul divano, con una rivista in mano. Si fermò letteralmente a mezz'aria quando alzò lo sguardo e vide la mia faccia. Probabilmente ero ancora bianca come un cadavere, con gli occhi rossi, e tremavo tutta. Non piangere, Demi, non piangere di nuovo...sii forte...
Ci guardammo intentamente per qualche secondo, e poi riacquistai la forza nelle gambe e corsi verso di lei, abbracciandola così forte da soffocarla e coprendole la spalla di lacrime.
-Demi?- mi strinse e mi accarezzò i capelli. Era spaventata. -Che cosa ti è successo?
-Mi ha lasciata.- singhiozzai. Non c'era neanche bisogno di specificare. Dallas mi allontanò violentemente e mi guardò negli occhi più seria che mai.
-Cosa? Perchè?
Stavo per dire "non lo so", ma una nuova ondata di pianto mi travolse e riuscii solo ad alzare le spalle prima di ricominciare a singhiozzare.
Dallas scosse la testa. -Lo sapevo...
-Sa-sapevi....cosa?- mormorai.
-Che ti avrebbe fatto soffrire. Lo fa con tutte...
Annuii. C'era passata anche Taylor. Stavano insieme da così tanto tempo, e poi lui l'ha lasciata così, perchè gli piaceva un'altra ragazza. Camilla Belle. Ironia vuole che poi sia stata proprio quella ragazza a lasciarlo.
Non riuscivo a credere di essere stata così stupida. Avevo perso la mia amicizia con Taylor per lui...come ho potuto pensare che solo perchè eravamo amici sarebbe cambiato qualcosa? Avrei dovuto sospettarlo.
-Non pensavo che l'avrebbe fatto anche con me...- confessai. -E'il mio migliore amico...
-Il problema è che ogni ragazza che è stata con lui crede di essere l'eccezione alla regole...- mi spiegò dolcemente, mentre mi sfogavo. -Ma non lo ero io...e evidentemente non lo sei nemmeno tu...
Solo qualche settimana fa avevo scoperto che, ai tempi del primo Camp Rock, Joe e Dallas avevano avuto un breve fling. Non ne ero stata entusiasta, mi sono infuriata e ho litigato con entrambi perchè non me l'avevano detto, ma poi si è chiarito tutto. Per farsi perdonare, Joe mi ha regalato un enorme mazzo di rose e mi ha portata a cena nel mio ristorante preferito.
A quelle parole, singhiozzai ancora più forte. Non era bello ricordarmi che per lui non ero niente di più che un'altra ragazza. Che senso dava alla parola "migliore amica"? Ero solo un'altra ragazza. Non ero niente di più. Non gli avevo dato una ragione per restare...Forse era stata anche colpa mia. Ma chi prendo in giro, era stata tutta colpa mia. Avevo Joe tra le mie mani e le mie braccia, e ho rovinato tutto. Lui era perfetto con me...e io ero così perdutamente innamorata di lui, che forse l'ho stretto troppo forte per paura di lasciarlo scivolare via da me. E ora ecco dove ero finita. Stupida egoista. Tutta colpa tua.
Forse, se non l'avessi assillato coi miei problemi, sarebbe ancora qui. Forse se non fossi stata così gelosa, e mi fossi fidata di più di lui...forse se fossi di meglio...se fossi più bella, più magra...ma come ha fatto a essermi amico finora?
Dallas si ritrasse e mi sorrise. -So come tirarti su il morale. Ti va un gelato?- propose, già dirigendosi verso la porta.
Il mio stomaco si contorse. La verità era che non avevo l'ombra della fame. Non pensavo che avrei più avuto fame per le prossime due settimane. Ma lei non mi avrebbe creduto, quindi avevo bisogno di trovare una scusa...mi veniva voglia di tornare nel bagno solo al pensare alla crema...al cioccolato...alla panna che scivolava in gola...
-Ho già comprato una ciambella da Starbucks. Sto bene...non preoccuparti...
Dallas mi guardò, scettica. -Sai, dovresti chiamare le tue amiche....è un po' che non le senti, forse ti faranno sentire meglio...
-Ho sentito Miley qualche giorno fa...- protestai.
-Richiamala...davvero, Demi, starai meglio.
Abbassai lo sguardo. Miley sapeva sempre come rendermi più felice e farmi dimenticare i miei problemi. Sapevo che mi avrebbe risposto a qualunque ora, anche alle tre del mattino. Non riesco neanche a contare quante volte l'ho chiamata piangendo nel cuore del notte e lei mi ha fatto stare meglio. Beh, almeno prima che iniziassi a uscire con Joe. Se lei adesso mi odiasse, non la biasimerei affatto. Eppure l'altro giorno, quando siamo andate a Toluca Lake insieme, lei era tutta sorridente, abbiamo scherzato tutto il tempo e mi ha detto che mi capiva, perchè anche lei quando ha un ragazzo dimentica il resto del mondo, e che era solo felice perchè mi ero fatta risentire. Quella ragazza è un angelo. Credo proprio che la chiamerò.
-Sai cos'altro ti farà stare meglio?- Dallas mi posò dolcemente una mano sulla spalla. -Scrivi una canzone. Sfogati, butta già tutto quello che ti viene in mente...non è così che ti senti meglio, di solito?
Feci un leggero sorriso. Certo, scrivere canzoni o suonare mi faceva sempre stare meglio. E l'avrei fatto, ma chissà perchè avevo la sensazione che se qualcuno potesse leggere quello che avrei scritto si sarebbe spaventato e mi avrebbe mandato da uno psicologo per curare una certa depressione. Cosa che era già successa quando avevo dieci anni, e non volevo che si ripetesse. All'epoca, avevo fatto finta di essere guarita, di essere felice, solo per liberarmi da quei terapisti. Non facevano che incasinarmi la testa ancora di più, e prendevano tutto fin troppo sul serio. Mi facevano sentire pazza. Come se ci fosse qualcosa, dentro di me, che non funzionava come dovrebbe. Ma io stavo bene...davvero.
Salii in camera mia, dopo essermi asciugata gli occhi e aver parlato un po' con mia sorella, e afferrai il mio cellulare con le mani tremanti, portandomelo all'orecchio.
-Pronto?- rispose una voce familiare.
-Ehi...Miley....- sorrisi. Un ultimo singhiozzo mi scappò dalla gola. -Possiamo vederci?
-Va tutto bene?- la sua voce era tremendamente delicata e preoccupata, come se avesse paura di rompermi.
-Credo di sì...- sussurrai, perchè ormai mi mancava ogni forza.
-Cosa ti è successo?
-Ti racconto tutto dopo, ok? Quando...quando puoi passare da me?
Miley sospirò. -Sarò lì tra dieci minuti.- e riattaccò.
Esattamente dieci minuti dopo, la macchina di Miley era davanti a casa mia. Il rombo familiare del motore e il suono del clacson mi fece sentire già meglio. Volevo andarmene da lì e non pensare per un po’. Miley mi avrebbe aiutata a distrarmi.
Era fuori dalla macchina e mi salutava con la mano, per farsi vedere meglio. Non resistetti neanche fino al vialetto prima di correrle incontro piangendo.
-Cos’è successo?- mi chiese dolcemente, come se fossi una bambina.
-Io e Joe abbiamo rotto.- ingoiai il mio pianto nel tentativo di fermarlo. Ora basta, Demi, sono ore che piangi!
Miley strabuzzò gli occhi. –Cosa? Perché?
Mi attraversò un brivido. Perché dovevo continuare a ricordarlo?
-Joe voleva che fossi sua amica, e non la sua fidanzata…ha detto che le cose stavano diventando troppo serie e non le sentiva, che lo faceva per me…ma sono frottole, tutte frottole!
Le bagnai la maglietta zebrata che amava tanto, ed era un peccato perché era davvero stupenda. Le avrei pagato la tintoria, quando mi fossi ripresa.
-Cosa vuoi dire?
-E’colpa mia! Continuavo ad assillarlo per i miei problemi, ero troppo gelosa, ma lui è rimasto con me! Ma se mi fossi stata zitta, forse sarebbe ancora qui! Invece, ora potremmo non essere più amici!
Miley mi diede dei colpetti sulla schiena. –Stai esagerando…Joe ti vuole bene…
-Non abbastanza!- tagliai corto. –E non dipende da lui! Io…non gli ho dato una ragione per rimanere.
-Demi,- mi prese per le spalle. –Ascoltami. Joe è uno stupido. Non sa cosa si sta perdendo, e non ti merita. E quando se ne accorgerà, sarà troppo tardi. Ti pregherà in ginocchio di tornare con lui, e tu gli dirai di no. Tu ti divertirai, sarai andata avanti, e lui capirà quanto male sei stata dopo che ti ha lasciato.
-Non è colpa sua…
-Sì che lo è!- ringhiò Miley. –Sapeva che eri una ragazza…difficile, e si è preso la tua responsabilità…e ora ti lascia di punto in bianco, senza pensare alle conseguenze?
Mi staccai di colpo dal suo abbraccio. –Cosa vuoi dire?- anche la sua voce iniziò ad alzarsi. –Che non sono capace di andare avanti da sola? Che sono una psicopatica che ha evidentemente qualche problema mentale e diventerò pazza perché sono stata lasciata? Che avrò un esaurimento nervoso perché sono una squilibrata? E’questo che intendi?
-No! No…- Miley balbettò. –Ascolta, Demi, facciamo un giro. Un po’di shopping ti farà stare meglio…
-Non voglio comprare niente…
-E dai!- Miley sorrise. –Almeno accompagnami! Le tue intenzioni possono essere buone, ma sai che quando entrerai lì dentro non riuscirai a resistere….
Era vero, ma giusto per mantenere quel poco di orgoglio che mi era rimasto, non riuscii ad ammetterlo. Comunque, ci scambiarono un’occhiata d’intesa con la coda dell’occhio.
-Oh, e va bene, andiamo!- entrai in macchina, fingendo di essere infastidita. Miley rise.
Fino al centro commerciale, mi sfogai del tutto. Le parlai di Joe, di quanto stavo male, di quanto volevo che fosse lì con me e di quello che avevamo passato assieme. Miley mi ascoltava mentre guidava, senza dire una parola. Suppongo che ascoltare le mie disavventure d’amore non fosse per nessuno il modo migliore di passare la giornata, ma Miley non lo dava a vedere. Mi dava consigli, mi consolava e rincuorava e diceva che sarebbe andato tutto bene, che Joe non sapeva cosa si perdeva e così via. Mi sentii infinitamente grata, anche se non le credevo.
A fine giornata, Miley pensò che il modo migliore per farmi dimenticare tutto fosse una festa.
-Sai cosa ti ci vuole?- aveva detto. -Una festa!
-Ma...tra qualche giorno parto. Vado in tour.
Il mio primo tour sud americano. Sentivo che mi sarei divertita un sacco. Mi sarei divertita, avrei cantato, avrei visitato le mie città e visto i miei fan, e mi sarei dimenticata di tutto. Era quello di cui avevo bisogno: una distrazione, qualcosa che mi rendesse felice.
-Oh, sì! Buona fortuna, a proposito.- mi sorrise.
-Grazie. Credo che ne avrò bisogno.
-Quando parti?
-Dopodomani...me ne vado in Brasile!
-Beh, una vacanza è quello che ti serve, no? Non fare sciocchezze. Ora vai a casa, riposati e mangiati un chilo di gelato davanti a un film sdolcinato come si fa sempre dopo una rottura.
Risi; mi sentivo così sollevata che forse avrei potuto farlo. Avevo giusto un po'di fame. In fondo, non avevo mangiato tutto il giorno e sfogarmi davanti a un barattolo di gelato era allettante. Tanto Joe non sarebbe stato lì a guardarmi; non avevo bisogno di sembrare magra.
Non vedevo l'ora di andarmene da lì. Fare la valigia, salire su un aereo e girare per il Sud America. Mi avrebbe tolto dai pensieri ogni preoccupazione. Mi sarei scordata di Joe.
  
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