Libri > Fairy Oak
Ricorda la storia  |      
Autore: Emma Wright    26/03/2012    8 recensioni
Chi è quella ragazza?
Non fanno altro che mormorare queste parole al mio passaggio. Mi osservano diffidenti, come se fossi l'ultima persona al mondo... forse è così.
Continuano a parlare tra loro.
Lei vive in un mondo a parte.
Credono che non possa ascoltarli? Che non sia in grado di capire cosa significano quei loro sorrisi sghembi e forzati?
Mi specchio in una vetrina. Capelli rossi, ricci, lunghi. Jeans scoloriti, una camicia colorata troppo grande. Sfido io a non considerarmi... diversa. Nessuno può sapere cosa vogliano dire quei graffi, le profonde occhiaie, la pelle così pallida da sembrare impensabile.
Lei vive in una favola.
Ma alla fine delle fiabe non c'è sempre il lieto fine?
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Shirley Poppy, Thomas Corbirock, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Altri mondi'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Desclameir: anche questa storia è un'AU, Universo Alternativo.
I personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di chi ne detiene i diritti d'autore. Il racconto è stato scritto senza alcun fine di lucro.





La vedi, no?
Ti guarda e sorride.
Ha uno sguardo inquietante, a volte.
Occhi scuri, che nascondono una luce diversa da quella che si pensa.
«Shirley…».
Si gira e continua a guardare la scogliera.
«Cosa vorresti fare?».
«Mi ricorda la mamma, questo posto, Tommy.
«Ma…».
Nessuno, nessuno mi ha raccontato la sua storia.
«Come? ».
Shirley si voltò e lo guardò negli occhi.
La colpì. Mai aveva visto tanta tristezza… come poteva essere possibile che degli occhi emanassero tanta muta rassegnazione?
Le sue labbra si strinsero per pronunciare in un tono bassissimo una sola parola.
«Aberdeen…».



She lives in a fairy tale
Somewhere too far for us to find

Chi è quella ragazza?
Non fanno altro che mormorare queste parole al mio passaggio. Mi osservano diffidenti, come se fossi l'ultima persona al mondo... forse è così.
Continuano a parlare tra loro.
Lei vive in un mondo a parte.
Credono che non possa ascoltarli? Che non sia in grado di capire cosa significano quei loro sorrisi sghembi e forzati?
Mi specchio in una vetrina. Capelli rossi, ricci, lunghi. Jeans scoloriti, una camicia colorata troppo grande. Sfido io a non considerarmi... diversa. Nessuno può sapere cosa vogliano dire quei graffi, le profonde occhiaie, la pelle così pallida da sembrare impensabile.
Lei vive in una favola.
Ma alla fine delle fiabe non c'è sempre il lieto fine?
 


Forgotten the taste and smell 
Of the world that she's left behind

Ha dimenticato cosa vuol dire davvero sorridere.
Là si stava bene.
Il suo regno incantato è un bosco, regna sovrana. Ama inventare le cose. Poco importa quando possano essere vere finte, altre fulgide realtà impossibili.
Aggirare il problema è più facile.
Niente ci schiaccerà.
Sorride malinconica, mentre i servi tornano alberi e i gioielli fiori.
Alla fine della storia, lei moriva.
Aveva pianto, ricordava bene.
Perché voleva essere come Leslie. Lei era buona, coraggiosa e onesta.
Perché non ci era mai riuscita.
Leslie viveva in un libro.
Aberdeen la invidiava.
 


It's all about the exposure the lens I told her 
The angles were all wrong now 
She's ripping wings off of butterflies

«Cosa stai facendo?».
Odio quando viene qui per cercare di capire.
Lo sento così preoccupato, dal profondo dell’animo. È sincero, ma non è quello che voglio.
Le principesse sono capricciose.
Mi prende le mani e le apre. Le avevo serrate in una morsa.
C’è una farfalla, dentro, ancora viva. Muove lentamente le ali, prima di volare via, sfrecciando velocissima nell’aria umida di ottobre.
Edgar mi guarda, uno sguardo confuso dipinto sul volto.
«Ma che diavolo…».
Ricambio con un’occhiata gelida, in grado di farlo raggelare.
Mi osserva a lungo, prima di osare nuovamente chiedere qualcosa.
«Cosa ti aveva fatto?».
«Lei può volare. Io no. È giusto che vada a finire così, non trovi?».
Continua a rivolgermi altri sguardi stupiti. Non gli sfuggirà alcun dettaglio, lo so… se non avrò più segreti per nessuno, la mia era è finita, tanto vale che si concluda… così.
Ti alzi da quel tappeto di foglie, voltandoti di scatto.
«Alla prossima, Edgar».
Corri via, Aberdeen.
Scappa dal presente.
 

 

Keep your feet on the ground
When your head's in the clouds

«Figlia mia, come puoi avere sempre la testa fra le nuvole?».
Una domanda diretta, semplice. Del tipo che i genitori fanno ai figli.
È infatti la mamma a guardarmi con aria rassegnata, le mani infilate nelle tasche dell’ampia vestaglia di lana. È inverno e fa freddo e dovrei restare chiusa in casa, ma niente è riuscito a fermarmi di fronte alla prospettiva di un altro pomeriggio nel bosco.
Io vivo lì.
Chi mai potrebbe star lontano da casa a lungo?
«Scusa se ho tardato, non mi sono resa conto di che ora si era fatta».
«Se continui a uscire, ti verrà una polmonite, lo sai, sei una ragazza intelligente…».
«Grazie per l’interessamento. Me ne ricorderò, sai.» rispondo atona, prima di salire di gran corsa le scale.
Le sento sfuggire un sospiro.
 
 
 

Well go get your shovel
And we'll dig a deep hole
To bury the castle, bury the castle

Stanno distruggendo il castello.
Fa male.
Non solo fuori, anche dentro. c’ qualcosa che mi manca, qualcosa che non mi rende come tutti gli altri, omologa.
Distinguermi dalla massa non è mai stato un problema.
Lo stanno creando loro.
Vogliono sia uguale, ma cosa posso fare per raggiungere il loro universo?
Io resto qui.
È tutto così caldo e ovattato.
Non me ne voglio andare.
Ma stanno distruggendo il castello, viene seppellito tra i ricordi. Diamine, è il mio castello.
Dove io sono la principessa e loro, nessuno.
 
 

So one day he found her crying
Coiled up on the dirty ground

«Aberdeen!».
Stavolta non c’è bisogno di spiegazioni.
Piange, piange, e basta.
Raggomitolata sul terreno incolto.
Sembra un angelo. Un angelo caduto, cui sono state spezzate le ali, amaramente.
O forse no. Forse, quelle ali, non c’erano nemmeno state.
La abbraccia, stringendola come se fosse la cosa più preziosa del mondo.
Lo lascia fare. In un altro mondo, in un altro giorno, l’avrebbe respinto, come sempre.
Ma ora, ora non può far altro che sentirlo mentre le accarezza dolcemente la testa. Indugia su quei capelli rossi come la passione, la passione per la natura che l’haintrappolata.
Non le chiede niente. Sa che Aberdeen non sarà in grado di rispondere.
Ha fiducia in lei.
La ama.
Ma Aberdeen non sa cos’è l’amore.
È devota alle cose concrete, da brava ragazza pratica che è.
Lascia che ti mostri il sentiero.
 


Her prince finally came to save her
And the rest you can figure out

L’incubo sembra finito, per sempre.
È andata.
Le promesse sono infrante, ma ora sono felice.
Ho imparato a pensare.
Mi ha sposata. Mi ama.
È una sensazione bellissima, sapere che sei la cosa più importante per un’altra persona.
Cullo nel mio grembo il frutto del nostro amore.
Nascerà a marzo.
I miei sogni non mi hanno portata dove volevo, ma va bene anche così.
È la cosa migliore che mi sia successa.
Mi ha salvata dalle tenebre.


 

But it was a trick
And the clock struck twelve
Well make sure to build your house brick by boring brick
or the wolves gonna blow it down

Altre lacrime.
Hai smesso di sorridere alla vita.
Vuoi tornare indietro.
Al tempo in cui ancora ti era concesso scegliere.
Sei tornata nel bosco, oggi.
Hai capito qualcosa.
Non sempre si possono spezzare i legami col passato. Qualcosa resta indietro, come un pezzetto d’anima. Aberdeen, tu hai perso troppo di te.
Non è colpa di nessuno.
È andata e così e basta. Non sei stata in grado di costruire un vero mondo, quello in cui sei cresciuta ti ha tradita rinchiudendoti per sempre. Gli sei sfuggita, ma niente è come prima.
Niente.
C’era un trucco.
A mezzanotte, l’ultimo rintocco riecheggia per la casa vuota.
Edgar è uscito. Voleva dipingere l’ultimo spicchio di luna.
Sei rimasta sola.
E non nel senso letterale del termine.
 



Well you built up a world of magic
Because your real life is tragic
Yeah you built up a world of magic

Questo mondo non è il tuo.
L’hai capito.
Ma come puoi sfuggirgli, adesso?
La trappola è scattata.
Resterai qui a farci compagnia, non è vero?
A sorridere quando te lo chiederanno.
È questo ciò che desideri?
Hai costruito un altro mondo. L’hai abbandonato.
E ora la realtà ti sembra così tragica. Vuoi tornare indietro.
La strada è sbarrata.
 

Well, if it's not real
You can't hold it in your hands
You can't feel it with your heart
And I won't believe it
But if it's true
You can see it with your eyes
Even in the dark
And that's where I want to be, yeah


 

Go get your shovel 
We'll dig a deep hole 
To bury the castle, bury the castle

Ora basta.
Deve finire, in qualche modo.
Aberdeen sentiva chiare queste parole nella sua testa.
Qualcosa di più profondo, una coscienza, le intimava di trovare una soluzione. Ma non riusciva a vedere uno spiraglio di luce lì in mezzo, Aberdeen.
Uscì di casa, ignorando il fatto che la viglia appena nata piangeva, in cerca di calore.
Non sarebbe stata in grado di essere responsabile anche per qualcun altro, perché sforzarsi? La sua vita era sempre stata così, un susseguirsi di alti e bassi, senza un attimo di tregua.
Hanno seppellito il castello.
Poteva sentire l’odore di salsedine, la brezza del mare, man mano che si avvicinava all’oceano. Non aveva ancora idea di cosa stesse andando a farci, una donna che ha appena partorito, fuori, tra vento e misteri inconsapevoli.
Si fermò all’improvviso, vedendo che la striscia di terra erbosa era finita.
La scogliera, già.
Guardò in fondo, dove non c'è altro che il mare.
Un salto.





Liberamente ispirata alla canzone Brick by boring brick (Brand New Eyes, 2009), dei Paramore.
Adoro il gruppo musicale, e appena ho ascoltato questa canzone è scattato qualcosa. Ho cercato il testo ed ecco quello che volevo. Spero sia stata una storia intensa e drammatica come desideravo.
Vi ricordate Aberdeen? Si gettò da una scogliera, secondo l'opinione generale, consapevole dell'infinito Potere di Shirley, dato che "non ne possono esistere due insieme". Sappiamo che è stata trasformata in un albero o in un arbusto a Bosco-che-canta, ma questa potrebbe essere un'altra versione dei fatti. Ambientata in tempi moderni, sulle note della musica.
Altro suicidio, altro modo di finirla. Sono tragica, già, ma credo che per lei sia stata una "liberazione", per sfuggire a quegli intrecci di realtà cui non riusciva più a far fronte.
Perché lei viveva in una favola, e quando è finita, è stata salvata dall'amore.
Ma niente può cancellare del tutto quei ricordi dolorosi.
La prima parte è dal punto di vista di Shirley, mentre solo dopo pcomincia la vera storia.
La dedico a Mari, perchè è una socia fantastica, a sua sorella, anche se non so se conosce Fairy Oak, a Silvia che mi segue sempre e ad Ale per augurarle buona fortuna ;)
Se qualcuna di voi fosse su facebook, mi trovate qui.
Ultima cosa: il riferimento a Leslie e la citazione "Niente cui schiaccierà" sono un omaggio al bellissimo libro Un ponte per Terabithia, di Katherine paterson, che ho riletto qualche giorno fa. Mi fa piangere ogni volta. Prima o poi scriverò anche in quel fandom, perché storie come quella di Jess e Leslie meritano di essere raccontate.
Lasciatemi un commento per dirmi cosa ne pensate, è ancora in fase di revisione, segnalatemi errori e vari :)
Un bacio, Emma.
   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Fairy Oak / Vai alla pagina dell'autore: Emma Wright