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Autore: vul95    26/03/2012    2 recensioni
-Oh, dai, è solo per passare un po’ il tempo! Vai giù, spaventi qualcuno, e torni su! Sai che ci vuole!- borbottò Atsuya, alzando gli occhi al cielo.
-Ok, vado.- lo interrupe Hiroto, battendo un piede a terra.
L’altro sgranò gli occhi -… Eh?-
-Vado giù ho detto!- ribadì l’amico, cominciando a camminare –Ti dimostrerò il mio coraggio!- esclamò convinto, accelerando il passo.
Atsuya allungò una mano –No. Aspetta. Ehi, Hiroto, non vorrai mica...- ma non fece in tempo a dire altro, perché il rosso, dopo avergli fatto una gran bella linguaccia e aver incrociato le braccia al petto, sparì, accompagnato da un sonoro “POFF”.
-Ok, sono morto. Morirò.- si disse tra sé e sé il piccolo con i capelli rosati, quasi incredulo, prevedendo già la sua punizione –... Di nuovo.- aggiunse, e si schiaffò una manata in fronte.

*
Cosa potrebbe mai accadere se, lassù, qualche spiritello annoiato dalla solita routine, decidesse di scendere tra i vivi per divertirsi un po'?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Xavier/Hiroto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Ce l’ho fatta

Queste Inaspettate Apparizioni

 

Il Piccolo Spirito Dai Capelli Rossi

 

Poltergeist 3

Ovvero: Farò reclamo alla Nintendo e, cavolo, Chickorita è il meglio di tutti!!

 

-Ce l’ho fatta.- glielo aveva sentito dire il pomeriggio del giorno dopo l’incidente con i capelli di Haruya.

Hiroto-kun aveva alzato lo sguardo chiaro sul fantasmino, che si fissava le mani con gli occhi spalancati: il portapenne era tra quelle, e lui lo teneva saldamente tra le dita evanescenti.

-Hiroto-kun.- il piccolino si era girato, le labbra che fremevano –Hiroto-kun.-aveva ripetuto, per poi lanciare il portapenne all’aria –HIROTO-KUN CE L’HO FATTAAAA!!-

Da quel giorno in poi era stato l’inferno.

Qualsiasi cosa fosse possibile sollevare o tirare, Hirocchan tentava di sollevarla o tirarla (anche se a Nagumo non si era più avvicinato). Non ci riusciva sempre, gli risultava ancora difficile, ma con una buona dose di pazienza e concentrazione (che parevano mancare al bimbo) poteva ottenere buoni risultati.

Hiroto-kun tentava in tutti i modi di nascondere le scorrerie del suo piccolo amico agli occhi degli altri studenti del Sun Garden (di certo vedere stoviglie e vestiti levitare in aria non doveva essere un bello spettacolo), che ormai l’avevano preso per un pazzo: spesso Reina gli si era avvicinata chiedendogli se ci fosse qualcosa che non andasse, e lo stesso aveva fatto Midorikawa, guardandolo con quei suoi occhioni neri più perplesso del solito.

Lui aveva semplicemente risposto che era colpa della primavera e dei suoi pollini che lo scombussolavano, ma quando il pistacchietto aveva replicato che si trovavano praticamente in estate, non aveva trovato altra scusa che non fosse un “Ora devo andare, ci vediamo dopo Mido-chan!” con cui liquidare in fretta il discorso.

A complicare ulteriormente la situazione, per il piccolo Hirocchan sembrava essere arrivato il momento di adempiere alla sua missione.

-Devo spaventare qualcuno.- aveva cominciato vago, una mattina, due o tre giorni dopo il miracolo del portapenne e passata l’euforia del sollevare e tirare. Poi, capendo che Hiroto-kun non gli stava dando retta, aveva preso a tormentarlo giorno e notte.

-Hiroto-kuuun! Devo spaventare qualcunoo!- urlò il bimbo dai capelli rossi agitando i pugnetti per la centotrentasettesima volta.

-H-Hirocchan…- tentò il più grande, storcendo le labbra in una smorfia. Non che non volesse aiutarlo, gliel’aveva promesso, però gli sembrava troppo presto. Conoscendolo, quel piccoletto avrebbe messo a ferro e fuoco l’orfanotrofio!

-Ora riesco ad afferrare –quasi- tutto! Posso farlo, Hiroto-kun!- argomentò l’altro, annuendo con veemenza ed avvicinandoglisi, il volto a mezzo centimetro da quello del ragazzo –Mel’hai promesso!- sbattè le palpebre, sorridendo. Poi aggrottò le sopracciglia –Devo dimostrare il mio valore! Ti tiri indietro?- chiese abbassando la tonalità della voce per risultare più minaccioso –Che uomo sei?- gonfiò appena le guance, tentando di non ridere della sua stessa voce, le lacrime agli occhi per il trattenersi.

Hiroto-kun lo fissò per un paio di secondi. Poi si lasciò sfuggire un risolino, e portò le mani a coprirsi le labbra –E va bene, va bene.- acconsentì, chiudendo gli occhi -come si poteva dirgli di no?

-Evviva!- esclamò quello facendo una capriola in aria.

-Si, però devi promettermi che prima penseremo a un pia…- quando il più grande riaprì gli occhi il fantasmino aveva già svoltato l’angolo, euforico -… no.- concluse quindi, portandosi una mano alla fronte e scuotendo la testa sconsolato.

 

Tentativo numero uno: operazione Nintendo DS.

-Ti dico che se glielo togli ammazza qualcuno.- avvertì Hiroto-kun il più piccolo, affacciandosi alla porta della camera vuota di Shigeto, che non aveva a portata di mano il suo Nintendo DS solo perché durante gli allenamenti gli era impossibile giocarci.

L’altro scosse la testa convinto –L’ho osservato! Se glielo portiamo via gli prenderà un colpo!- spiegò orgoglioso.

-… Non credo che sia esattamente questo quello che si intende per “spaventare”… Ma parlando di Heat potrebbe anche andare…- si grattò una guancia, per poi mordersi il labbro. Un po’ gli dispiaceva: non voleva spaventare i suoi compagni. Ma ormai aveva promesso. E poi, per qualche strano motivo, non voleva deludere il bimbo di fianco a lui –Secondo me però si arrabbia.- ribadì –Anche questa mattina era nervoso, e…-

-Andiamo!- lo interruppe Hirocchan che, atteggiandosi ad agente segreto, strusciò contro la parete (o meglio tentò, visto che appiattendocisi ci passava attraverso). Si guardò attorno circospetto, poi entrò nella stanza.

Hiroto-kun ritenne inutile ricordargli che fosse invisibile a tutti tranne che a lui, e con un sospiro fece per entrare a sua volta. Non fece in tempo a mettere un piede dentro che l’altro si voltò fulminandolo con lo sguardo verde sbiadito –Fermo! Tu fai il palo!- esclamò, ovvio, indicandogli il corridoio.

Il ragazzo alzò le mani all’aria, arreso, e tornò fuori la stanza chiudendo la porta e poggiandosi al muro con le braccia incrociate al petto (si, si era fatto contagiare dalla teatralità di Hirocchan: si sentiva un perfetto gangster), pronto a fermare chiunque avesse provato ad entrare.

Intanto il più piccolo aveva preso a cercare il fantomatico DS, senza successo –M-Ma dov’è?- mormorò, riuscendo ad aprire un cassetto dopo due tentativi e guardandoci dentro.

Ci volle un quarto d’ora prima che riuscisse ad individuarlo sotto il cuscino del letto di Atsuishi (strano che non l’avesse ficcato in una cassaforte, quell’aggeggio). Trionfante, lo prese in mano, sorridendo orgoglioso di stesso.

Rimase a rimirarlo fino a che delle voci in corridoio lo distrassero.

-Aspetta!- urlava Hiroto-kun, e il piccolo potè udire un rumore di passi.

-Hiroto, ti senti bene? Ho bisogno di farmi una doccia, non puoi…- replicava qualcun altro.

Hirocchan fu preso dal panico -N-No, è che…- sentì dire al suo compagno.

-…- rimase con il fiato sospeso.

-… Natsuhiko, hai dei capelli meravigliosi! Che shampoo usi?- trillò Hiroto-kun, mentre il fantasma si batteva una mano in faccia, scuotendo la testa.

Calò un attimo di silenzio perplesso -… B-Bhè… tossicchiò poi l’altra voce –Ammetto che capelli così mossi non si mantengono luminosi da soli…- iniziò, una nota d’orgoglio nella voce. Hirocchan esultò e fece per andare a nascondersi da qualche parte, approfittando del momento.

-Uso un estratto di mandorle e…- non fece in tempo, visto che la porta si spalancò all’improvviso, sbattendo con un rumore secco al muro.

Per lo spavento il piccolo si fece cadere il DS dalle mani. Cadde sulla moquette rossa della stanza con un tonfo sordo.

-Atsuishi!- esclamò Hiroto-kun, gli occhi verdi spalancati nel vedere il ragazzo dai capelli chiari, apparso dal nulla e con un’espressione a dir poco infuriata sul volto, dirigersi a passo spedito verso il proprio letto, grugnendo –Atsuishi, aspett!!- nello stesso momento il ragazzo potè vedere Hirocchan immobilizzarsi a mezz’aria, il DS per terra e la mano di Natsuhiko sul proprio petto che lo spingeva indietro. Il castano scosse la testa –Questa mattina gli si è rotto il Nintendo. Meglio lasciarlo stare.- spiegò ammiccando al compagno di stanza, per poi cercare di riprendere a parlare dei propri capelli.

Ma non ci riuscì, perché un urlo disumano riempì l’aria –IL MIO DS! CHE COSA CI FA IL MIO DS PER TERRA?!- sbraitava il ragazzo con la cicatrice, agitando le mani all’aria, disperato. Con un passo raggiunse l’oggetto proibito, le lacrime agli occhi –Il mio DS!- rantolò, mordendosi il labbro.

Venne raggiunto da Natsuhiko in un batter d’occhio, sotto gli sguardi immobili di Hiroto-kun e Hirocchan, che per il terrore nemmeno respiravano: Shigeto arrabbiato per il suo DS era peggio di quando Midorikawa perdeva la pazienza.

-Shigeto, non fare così…- tentò il castano, allungando una mano.

-IL MIO DS!- ribadì l’altro, trafiggendolo con lo sguardo. Poi i suoi occhi chiari si posarono per alcuni istanti di puro spavento sul ragazzo dai capelli rossi fuori dalla porta –Sei stato tu?- gli chiese con voce gelida, avvicinandosi a grandi falcate.

-Non so di cosa parli.- sorrise tentennate il rosso –Ero solo qui a parlare con Natsuhiko.- annuì lentamente, guardandolo negli occhi. Non sapeva mentire, anche se in fondo lui non aveva davvero fatto nulla.

Atsuishi ridusse gli occhi a due fessure –Sei stato tu.- ribadì, puntandogli contro il dito –Io ti…!!- fece per prenderlo per la collottola, infuriato, ma la voce del suo compagno di stanza lo interruppe: al centro della stanza, il DS in mano, sbattè le palpebre –Shigeto, funziona.- comunicò, girando la console, dove appariva enorme la scritta “Level 5 della cartuccia di gioco inserita, verso il proprietario.

Quello si immobilizzò con una mano a mezz’aria e fissò la console.

Un secondo e l’aveva già in mano, mentre la rimirava basito –F-Funiziona!- balbettò, osservandola attentamente. Guardò Natsuhiko, poi Hiroto-kun. Ed un mega sorrisone apparve sul suo volto –FUNZIONA! IL MIO DS FUN-ZIO-NA!-

 

-Cosa ho sbagliato?- mugugnò Hirocchan, le braccia penzoloni, mentre svolazzava in corridoio.

Il più grande lo guardò dispiaciuto –Questa mattina il DS di Shigeto è caduto e si è rotto. Evidentemente facendolo ricadere hai… risolto il problema.- biascicò a bassa voce. Il ragazzo con la cicatrice l’aveva idolatrato come suo salvatore, credendo che l’avesse fatto cadere lui.

-Hiroto-kun!!- lo guardò l’altro mordendosi il labbro –Devi dirmi “No, Hirocchan, non hai fatto nulla di sbagliato!”, non spiegarmi quello che è successo!- mugolò abbassando il capo e rantolando.

Il ragazzo fece per dire altro per tentare di tirare su di morale il bimbo, ma venne interrotto da una terza voce –Hiroto! Hiroto, possibile mai che ti si debba cercare in capo al mondo per trovarti?- sbuffò pesantemente un Nagumo contrariato, sbucando da un angolino.

Hirocchan si irrigidì ed indietreggiò, la tentazione del tulipano troppo forte, mentre il compagno sfoggiava un sorriso –Haru-chan!- gongolò, raggiungendolo -Che succede?- chiese, aggrottando le sopracciglia.

L’altro gli mollò un pugnetto sulla spalla, guardandolo di sbieco –Sai, solitamente, a quest’ora di questo giorno, c’è una cosa chiamata allenamenti, ricordi?- inarcò un sopracciglio, poi scosse la testa –E io che ancora ti vengo a cercare.- alzò gli occhi al cielo.

Hiroto-kun si battè una mano in fronte, schioccando la lingua. Se ne era dimenticato, con tutta la storia di Heat. Poi guardò l’amico sorpreso –Ehi, ma tu non eri…- e si indicò la testa.

Nagumo inorridì al ricordo della sua meravigliosa fiamma tirata in aria e mosse una mano all’aria come a dirgli di dimenticare completamente quella faccenda.

-Giuro. Io giuro. Ti stacco quel tulipano a morsi se non la smetti di correre come un idiota.- con una vena di rabbia nella sua solita calma piatta, ai già presenti si unì anche Suzuno, che sbucò dallo stesso angolino dal quale era arrivato Haruya, il quale roteò gli occhi –Io non arrivo tardi agli allenamenti perché tu te la prendi con calma.- rispose secco.

-Manca un quarto d’ora agli allenamenti.- fece notare l’albino, colto da un tic nervoso all’occhio.

-Questo non giustifica la tua lentezza.-

-Non sono lento.-

-Peggio di un Totodile coi calli.-

-Che insulto è mai questTotodilenon ha nulla da invidiare a nessuno.- Fuusuke puntò nuovamente il dito contro il rosso, vagamente piccato.

-Cyndaquil è otto volte meglio.- replicò quello annuendo.

-Cyndaquil è brutto.- l’altro si scostò una ciocca di capelli.

-Ripetilo se hai il coraggio…!!- Haruya si avvicinò minaccioso al compagno.

Ma Hiroto-kun e Hirocchan non seppero come andò a finire la brillante conversazione, visto che avevano saggiamente deciso di precedere i due litiganti verso il campo da calcio dell’orfanotrofio.

Il più piccolo era stranamente silenzioso, e procedeva guardando dritto di fronte a sé.

Il compagno decise di non indagare su quello strano mutismo, e qualche minuto dopo, il tempo di mettersi una tuta ed uscire, era assieme agli altri ragazzi del Sun Garden.

Il capo era di fronte all’edificio principale dell’Orfanotrofio; era nuovo e di erba sintetica, il signor Kira l’aveva regalato a tutti gli studenti prima di… Bhè, era stato un bellissimo regalo del signor Kira.

Saginuma era in mezzo al campo da gioco, essendo il più grande pensava a coordinare l’allenamento; Natsuhiko giocava al tiro a bersaglio con Miura, rischiando di morire prematuramente per mano di Midorikawa; Maki assillava Reina scuotendola energicamente per la spalla; Shigeto saltellava come un grillo per la gioia del suo DS resuscitato e Haruya e Fuusuke arrivavano al campo bisticciando come al solito (il loro litigio si era spostato su quanto Blaine fosse dannatamente più figo di Misty).

-Ragazzi, cominciamo.- chiamò Osamu.

Hiroto-kun, che era rimasto a guardare i suoi compagni con un sorriso ebete stampato in faccia, si riscosse ed annuì, facendo per avanzare. Ma Hirocchan allungò una mano, sfiorandogli una spalla.

Di nuovo quella sensazione di freddo.

-C-Che cosa c’è, Hirocchan?- chiese il più grande, voltandosi appena.

Quello arrossì e scosse la testa, sorridendogli mesto e facendogli cenno di andare. Lo guardò allontanarsi verso il campo e cominciare l’allenamento. Passare la palla, dribblare, tirare.

Rimase in silenzio ad osservarlo.

Anche Hiroto-kun guardò il bimbo, di tanto in tanto, più concentrato su lui che sull’allenamento, la visione vista al suo tocco ancora vivida in mente.

 

-Cos’è?- chiede un piccoletto. Il solito piccoletto con i capelli rossi.

-E’ un pallone da calcio, Hiroto.- risponde una ragazza con i capelli lunghi, posando la palla che tiene in mano per terra –Si fa così, guarda.- e le dà un calcio.

Quella rotola via.

Il bambino con i capelli rossi sgrana gli occhi. Quindi sorride e insegue la palla che rotola.

Le dà un calcio anche lui.

Poi un altro.

-Hitomiko Nee-san!- chiama. La ragazza si gira –Hitomiko Nee-san, è divertente!- trilla contento. La sua Nee-san ridacchia appena.

 Poi il bimbo torna a guardare la palla, e a calciarla. Ancora e ancora.

 

-Hiroto, la palla!- urlò Nagumo, ammiccando al pallone, rotolato fuori dal campo, con entrambi i palmi delle mani.

-Ah…- il tirato in causa alzò una man –Scusa, vado a riprenderla!- e si mise ad inseguire la palla.

E sentì quel nodo che si era formato nella sua gola farsi appena più stretto.

 

-Nee-san?-

-Si, Hiroto?-

-… Il calcio è bello. Voglio giocare a calcio.-

 

*
E come promesso, eccomi qui!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Finalmente Hirocchan comincia a darsi da fare: riuscirà a dimostrare ad Atsuya il suo valore? Eheh, lo scopriremo più avanti!

Per quanto riguarda molti dei nomi che compaiono nel capitolo, vorrei fare una precisazione: sono,ovviamente, tutti i veri nomi dei ragazzi del Sun Garden. Sappiate che non userò mai quelli alieni a meno che non ce ne sia bisogno in una specifica situazione, perché credo che oramai se li siano lasciati alle spalle, tutto qui.

In ogni caso, riporterò sempre qui nelle note il loro vero nome e quello alieno per non creare confusione!
Quindi:
Natsuhiko= Nepper
Atsuishi Shigeto= Heat

Bene, detto questo, ringrazio infinitamente tutti coloro che hanno letto, recensito e messo questa fic tra le preferite/ ricordate/ seguite! Sono contentissima, grazie davvero çAç!! *sparge amore (?)*

Al prossimo capitolo!

Greta.

 

 

 

  
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