Queste
Inaspettate
Apparizioni
Il Piccolo Spirito Dai Capelli
Rossi
Poltergeist 3
Ovvero: Farò reclamo alla Nintendo e, cavolo, Chickorita è
il meglio di tutti!!
-Ce l’ho fatta.- glielo aveva sentito dire il pomeriggio del
giorno dopo l’incidente con i capelli di Haruya.
Hiroto-kun aveva alzato lo sguardo chiaro sul fantasmino,
che si fissava le mani con gli occhi spalancati: il portapenne era tra quelle,
e lui lo teneva saldamente tra le dita evanescenti.
-Hiroto-kun.- il piccolino si era girato, le labbra che fremevano –Hiroto-kun.-aveva ripetuto, per
poi lanciare il portapenne all’aria –HIROTO-KUN CE L’HO FATTAAAA!!-
Da quel giorno in poi era stato
l’inferno.
Qualsiasi
cosa fosse possibile sollevare o tirare, Hirocchan
tentava di sollevarla o tirarla (anche se a Nagumo non si era più avvicinato). Non ci riusciva sempre,
gli risultava ancora difficile, ma con una buona dose
di pazienza e concentrazione (che parevano mancare al bimbo) poteva ottenere
buoni risultati.
Hiroto-kun tentava in tutti i modi di nascondere le scorrerie del suo piccolo
amico agli occhi degli altri studenti del Sun Garden (di certo vedere stoviglie
e vestiti levitare in aria non doveva essere un bello spettacolo), che ormai
l’avevano preso per un pazzo: spesso Reina gli si era avvicinata chiedendogli
se ci fosse qualcosa che non andasse, e lo stesso aveva fatto Midorikawa, guardandolo con quei suoi occhioni neri più perplesso del solito.
Lui aveva
semplicemente risposto che era colpa della primavera e dei suoi pollini che lo
scombussolavano, ma quando il pistacchietto aveva
replicato che si trovavano praticamente in estate, non
aveva trovato altra scusa che non fosse un “Ora devo andare, ci vediamo dopo Mido-chan!” con cui liquidare in fretta il discorso.
A
complicare ulteriormente la situazione, per il piccolo Hirocchan
sembrava essere arrivato il momento di adempiere alla
sua missione.
-Devo spaventare qualcuno.- aveva cominciato vago, una mattina, due o tre giorni
dopo il miracolo del portapenne e passata l’euforia del sollevare e tirare.
Poi, capendo che Hiroto-kun non gli stava dando
retta, aveva preso a tormentarlo giorno e notte.
-Hiroto-kuuun! Devo spaventare qualcunoo!-
urlò il bimbo dai capelli rossi agitando i pugnetti
per la centotrentasettesima volta.
-H-Hirocchan…- tentò il più grande, storcendo
le labbra in una smorfia. Non che non volesse
aiutarlo, gliel’aveva promesso, però gli sembrava troppo presto. Conoscendolo,
quel piccoletto avrebbe messo a ferro e fuoco l’orfanotrofio!
-Ora
riesco ad afferrare –quasi- tutto! Posso farlo, Hiroto-kun!-
argomentò l’altro, annuendo con veemenza ed avvicinandoglisi,
il volto a mezzo centimetro da quello del ragazzo –Mel’hai
promesso!- sbattè le palpebre, sorridendo. Poi aggrottò le sopracciglia –Devo dimostrare il mio valore! Ti
tiri indietro?- chiese abbassando la tonalità della voce per risultare
più minaccioso –Che uomo sei?- gonfiò appena le guance, tentando di non ridere
della sua stessa voce, le lacrime agli occhi per il trattenersi.
Hiroto-kun lo fissò per un paio di secondi. Poi si lasciò sfuggire un risolino, e portò le mani a coprirsi le labbra –E va
bene, va bene.- acconsentì, chiudendo gli occhi -come si poteva dirgli di no?
-Evviva!-
esclamò quello facendo una capriola in aria.
-Si, però
devi promettermi che prima penseremo a un pia…- quando
il più grande riaprì gli occhi il fantasmino aveva
già svoltato l’angolo, euforico -… no.- concluse quindi, portandosi una mano
alla fronte e scuotendo la testa sconsolato.
Tentativo
numero uno: operazione Nintendo
DS.
-Ti dico che se glielo togli ammazza qualcuno.- avvertì Hiroto-kun il più piccolo, affacciandosi alla porta della
camera vuota di Shigeto, che non aveva a portata di
mano il suo Nintendo DS solo perché durante gli
allenamenti gli era impossibile giocarci.
L’altro
scosse la testa convinto –L’ho osservato! Se glielo portiamo via gli prenderà un colpo!- spiegò
orgoglioso.
-… Non
credo che sia esattamente questo quello che si intende
per “spaventare”… Ma parlando di Heat potrebbe anche
andare…- si grattò una guancia, per poi mordersi il labbro. Un po’ gli
dispiaceva: non voleva spaventare i suoi compagni. Ma
ormai aveva promesso. E poi, per qualche strano motivo, non voleva deludere il
bimbo di fianco a lui –Secondo me però si arrabbia.-
ribadì –Anche questa mattina era nervoso, e…-
-Andiamo!-
lo interruppe Hirocchan che,
atteggiandosi ad agente segreto, strusciò contro la parete (o meglio tentò,
visto che appiattendocisi ci passava attraverso). Si
guardò attorno circospetto, poi entrò nella stanza.
Hiroto-kun ritenne inutile ricordargli che fosse
invisibile a tutti tranne che a lui, e con un sospiro fece per entrare a sua
volta. Non fece in tempo a mettere un piede dentro che l’altro si voltò
fulminandolo con lo sguardo verde sbiadito –Fermo! Tu fai il
palo!- esclamò, ovvio, indicandogli il corridoio.
Il
ragazzo alzò le mani all’aria, arreso, e tornò fuori la stanza chiudendo la
porta e poggiandosi al muro con le braccia incrociate al petto (si, si era
fatto contagiare dalla teatralità di Hirocchan: si
sentiva un perfetto gangster), pronto a fermare chiunque avesse
provato ad entrare.
Intanto
il più piccolo aveva preso a cercare il fantomatico DS, senza successo –M-Ma dov’è?- mormorò, riuscendo ad
aprire un cassetto dopo due tentativi e guardandoci dentro.
Ci volle
un quarto d’ora prima che riuscisse ad individuarlo
sotto il cuscino del letto di Atsuishi (strano che
non l’avesse ficcato in una cassaforte, quell’aggeggio). Trionfante, lo prese
in mano, sorridendo orgoglioso di sé stesso.
Rimase a
rimirarlo fino a che delle voci in corridoio lo distrassero.
-Aspetta!- urlava Hiroto-kun, e il piccolo potè
udire un rumore di passi.
-Hiroto,
ti senti bene? Ho bisogno di farmi una doccia, non puoi…-
replicava qualcun altro.
Hirocchan
fu preso dal panico -N-No, è
che…- sentì dire al suo compagno.
-…-
rimase con il fiato sospeso.
-… Natsuhiko, hai dei capelli meravigliosi! Che
shampoo usi?- trillò Hiroto-kun, mentre il fantasma
si batteva una mano in faccia, scuotendo la testa.
Calò un attimo di silenzio perplesso -… B-Bhè…
tossicchiò poi l’altra voce –Ammetto che capelli così mossi non si mantengono
luminosi da soli…- iniziò, una nota d’orgoglio nella voce. Hirocchan
esultò e fece per andare a nascondersi da qualche parte, approfittando del
momento.
-Uso un
estratto di mandorle e…- non fece in tempo, visto che la porta si spalancò
all’improvviso, sbattendo con un rumore secco al muro.
Per lo spavento il piccolo si fece cadere il DS dalle mani. Cadde
sulla moquette rossa della stanza con un tonfo sordo.
-Atsuishi!-
esclamò Hiroto-kun, gli occhi verdi spalancati nel
vedere il ragazzo dai capelli chiari, apparso dal nulla e con un’espressione a
dir poco infuriata sul volto, dirigersi a passo spedito verso il proprio letto,
grugnendo –Atsuishi, aspett…!!- nello stesso momento il ragazzo potè vedere Hirocchan immobilizzarsi a mezz’aria, il DS per terra e la
mano di Natsuhiko sul proprio petto che lo spingeva
indietro. Il castano scosse la testa –Questa mattina gli si è
rotto il Nintendo. Meglio lasciarlo stare.- spiegò
ammiccando al compagno di stanza, per poi cercare di riprendere a parlare dei
propri capelli.
Ma
non ci riuscì, perché un urlo disumano riempì l’aria –IL MIO DS! CHE COSA CI FA IL MIO DS PER TERRA?!- sbraitava il ragazzo con la
cicatrice, agitando le mani all’aria, disperato. Con un passo raggiunse
l’oggetto proibito, le lacrime agli occhi –Il mio DS!- rantolò,
mordendosi il labbro.
Venne
raggiunto da Natsuhiko in un batter d’occhio, sotto
gli sguardi immobili di Hiroto-kun e Hirocchan, che per il terrore nemmeno respiravano: Shigeto arrabbiato per il suo DS era peggio di quando Midorikawa perdeva la pazienza.
-Shigeto,
non fare così…- tentò il castano, allungando una mano.
-IL MIO
DS!- ribadì l’altro, trafiggendolo con lo sguardo. Poi
i suoi occhi chiari si posarono per alcuni istanti di puro spavento sul ragazzo
dai capelli rossi fuori dalla porta –Sei stato tu?-
gli chiese con voce gelida, avvicinandosi a grandi falcate.
-Non so
di cosa parli.- sorrise tentennate il rosso –Ero solo qui a parlare con Natsuhiko.- annuì lentamente,
guardandolo negli occhi. Non sapeva mentire, anche se in fondo lui non aveva
davvero fatto nulla.
Atsuishi
ridusse gli occhi a due fessure –Sei
stato tu.- ribadì, puntandogli contro il dito –Io
ti…!!- fece per prenderlo per la collottola, infuriato, ma la voce del suo
compagno di stanza lo interruppe: al centro della stanza, il DS in mano, sbattè le palpebre –Shigeto,
funziona.- comunicò, girando la console, dove appariva enorme la scritta “Level
Quello si immobilizzò con una mano a mezz’aria e fissò la console.
Un
secondo e l’aveva già in mano, mentre la rimirava basito –F-Funiziona!-
balbettò, osservandola attentamente. Guardò Natsuhiko,
poi Hiroto-kun. Ed un mega sorrisone apparve sul suo volto –FUNZIONA! IL MIO DS FUN-ZIO-NA!-
-Cosa ho sbagliato?- mugugnò Hirocchan,
le braccia penzoloni, mentre svolazzava in corridoio.
Il più
grande lo guardò dispiaciuto –Questa mattina il DS di Shigeto
è caduto e si è rotto. Evidentemente facendolo ricadere hai…
risolto il problema.- biascicò a bassa voce. Il ragazzo con la cicatrice
l’aveva idolatrato come suo salvatore, credendo che l’avesse fatto cadere lui.
-Hiroto-kun!!- lo guardò l’altro mordendosi il labbro –Devi dirmi “No, Hirocchan, non hai fatto nulla di sbagliato!”, non
spiegarmi quello che è successo!- mugolò abbassando il capo e rantolando.
Il
ragazzo fece per dire altro per tentare di tirare su di morale il bimbo, ma venne interrotto da una terza voce –Hiroto!
Hiroto, possibile mai che ti si debba
cercare in capo al mondo per trovarti?- sbuffò pesantemente un Nagumo contrariato, sbucando da un angolino.
Hirocchan
si irrigidì ed indietreggiò, la tentazione del
tulipano troppo forte, mentre il compagno sfoggiava un sorriso –Haru-chan!- gongolò, raggiungendolo -Che succede?- chiese,
aggrottando le sopracciglia.
L’altro
gli mollò un pugnetto sulla spalla, guardandolo di sbieco –Sai, solitamente, a quest’ora di questo giorno,
c’è una cosa chiamata allenamenti,
ricordi?- inarcò un sopracciglio, poi scosse la testa –E io che ancora ti vengo
a cercare.- alzò gli occhi al cielo.
Hiroto-kun si battè una mano in fronte, schioccando la lingua. Se ne era dimenticato, con tutta la storia di Heat. Poi guardò l’amico sorpreso –Ehi, ma tu non eri…- e si indicò la testa.
Nagumo
inorridì al ricordo della sua meravigliosa
fiamma tirata in aria e mosse una mano all’aria
come a dirgli di dimenticare completamente quella faccenda.
-Giuro.
Io giuro. Ti stacco quel tulipano a morsi se non la smetti di correre come un
idiota.- con una vena di rabbia nella sua solita calma piatta, ai già presenti
si unì anche Suzuno, che sbucò dallo stesso angolino
dal quale era arrivato Haruya, il quale roteò gli
occhi –Io non arrivo tardi agli allenamenti perché tu te la prendi con calma.- rispose secco.
-Manca un quarto d’ora agli
allenamenti.- fece
notare l’albino, colto da un tic nervoso all’occhio.
-Questo
non giustifica la tua lentezza.-
-Non sono
lento.-
-Peggio
di un Totodile coi calli.-
-Che
insulto è mai quest… Totodilenon
ha nulla da invidiare a nessuno.- Fuusuke puntò
nuovamente il dito contro il rosso, vagamente piccato.
-Cyndaquil è otto volte meglio.- replicò quello
annuendo.
-Cyndaquil è brutto.- l’altro si scostò una ciocca di
capelli.
-Ripetilo
se hai il coraggio…!!- Haruya
si avvicinò minaccioso al compagno.
Ma Hiroto-kun e Hirocchan non
seppero come andò a finire la brillante conversazione, visto che avevano
saggiamente deciso di precedere i due litiganti verso il campo da calcio
dell’orfanotrofio.
Il più
piccolo era stranamente silenzioso, e procedeva guardando dritto di fronte a
sé.
Il
compagno decise di non indagare su quello strano mutismo, e qualche minuto
dopo, il tempo di mettersi una tuta ed uscire, era assieme agli altri ragazzi
del Sun Garden.
Il capo
era di fronte all’edificio principale dell’Orfanotrofio; era nuovo e di erba sintetica, il signor Kira
l’aveva regalato a tutti gli studenti prima di… Bhè,
era stato un bellissimo regalo del signor Kira.
Saginuma
era in mezzo al campo da gioco, essendo il più grande pensava a coordinare
l’allenamento; Natsuhiko giocava al tiro a bersaglio
con Miura, rischiando di morire prematuramente per
mano di Midorikawa; Maki
assillava Reina scuotendola energicamente per la spalla; Shigeto
saltellava come un grillo per la gioia del suo DS resuscitato e Haruya e Fuusuke arrivavano al campo bisticciando come al solito (il loro litigio
si era spostato su quanto Blaine fosse dannatamente
più figo di Misty).
-Ragazzi,
cominciamo.- chiamò Osamu.
Hiroto-kun, che era rimasto a guardare i suoi compagni con un sorriso ebete
stampato in faccia, si riscosse ed annuì, facendo per avanzare. Ma Hirocchan allungò una mano,
sfiorandogli una spalla.
Di nuovo quella sensazione di freddo.
-C-Che cosa c’è, Hirocchan?-
chiese il più grande, voltandosi appena.
Quello
arrossì e scosse la testa, sorridendogli mesto e facendogli cenno di andare. Lo
guardò allontanarsi verso il campo e cominciare l’allenamento. Passare la
palla, dribblare, tirare.
Rimase in
silenzio ad osservarlo.
Anche
Hiroto-kun guardò il bimbo, di tanto in tanto, più
concentrato su lui che sull’allenamento, la visione vista al suo tocco ancora
vivida in mente.
-Cos’è?- chiede un piccoletto. Il solito piccoletto con i capelli rossi.
-E’ un pallone da
calcio, Hiroto.- risponde una ragazza con i capelli
lunghi, posando la palla che tiene in mano per terra –Si fa così, guarda.- e le
dà un calcio.
Quella rotola via.
Il bambino con i
capelli rossi sgrana gli occhi. Quindi sorride e
insegue la palla che rotola.
Le dà un calcio
anche lui.
Poi un altro.
-Hitomiko Nee-san!-
chiama. La ragazza si gira –Hitomiko
Nee-san, è divertente!- trilla contento. La
sua Nee-san ridacchia appena.
Poi il bimbo torna a guardare la palla, e a
calciarla. Ancora e ancora.
-Hiroto,
la palla!- urlò Nagumo, ammiccando al pallone,
rotolato fuori dal campo, con entrambi i palmi delle
mani.
-Ah…- il
tirato in causa alzò una man –Scusa, vado a
riprenderla!- e si mise ad inseguire la palla.
E
sentì quel nodo che si era formato nella sua gola farsi appena più stretto.
-Nee-san?-
-Si, Hiroto?-
-… Il calcio è
bello. Voglio giocare a calcio.-
*
E come promesso, eccomi qui!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Finalmente Hirocchan comincia a darsi da fare:
riuscirà a dimostrare ad Atsuya il suo valore? Eheh, lo scopriremo più avanti!
Per
quanto riguarda molti dei nomi che compaiono nel capitolo, vorrei fare una
precisazione: sono,ovviamente, tutti i veri nomi dei
ragazzi del Sun Garden. Sappiate che non userò mai
quelli alieni a meno che non ce ne sia bisogno in una specifica situazione, perché
credo che oramai se li siano lasciati alle spalle, tutto qui.
In ogni
caso, riporterò sempre qui nelle note il loro vero nome e quello
alieno per non creare confusione!
Quindi:
Natsuhiko= Nepper
Atsuishi Shigeto= Heat
Bene,
detto questo, ringrazio infinitamente tutti coloro che
hanno letto, recensito e messo questa fic tra le preferite/ ricordate/ seguite!
Sono contentissima, grazie davvero çAç!! *sparge amore (?)*
Al
prossimo capitolo!
Greta.