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Autore: Shark Attack    27/03/2012    8 recensioni
Naruto si alzò in piedi ed afferrò con due dita il sigillo cartaceo che chiudeva le sbarre ed iniziò a staccarlo, lentamente, mentre sentiva le forze fluire via e dispersi sul pavimento della sua mente.
Coraggio... non te ne pentirai, te l'assicuro...
Non sarebbe più comparso suo padre per fermarlo, lo sapeva bene... ma non riusciva a non sperare di vedere il suo volto ancora una volta, in quel gesto estremo e disperato.
«Naruto! Non farlo, NO!»
Ma ormai sentiva freddo. Tanto freddo, fin nelle ossa, fin nel cervello.
«Fermati, fermati! Yamato, fai qualcosa!»
Hai quasi finito, bravo, continua...
Con un lievissimo “tic” il sigillo fu completamente rimosso.
ULTIMO CAPITOLO!!
Genere: Azione, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura, Sasuke/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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COME IL FUOCO, IL SANGUE E L'AMORE





Tre parole che sconvolsero tutti i presenti.
Tre parole che nessuno si sarebbe mai aspettato di udire.
Tre parole pronunciate con così tanta gentilezza e sincerità che tutti avrebbero accettato.
Tre parole.

«Vieni con me.»
Sakura sentì la schiena improvvisamente liquida e per un istante credette di essere prossima allo svenimento.
Sasuke l'aveva detto realmente? Lo pensava sul serio? Lei non aveva frainteso, giusto?
«Co-come?», balbettò incredula, per una conferma o forse solo per il piacere di sentirlo di nuovo.
Sasuke non si fece pregare. «Vieni via con me, solo noi due. Nessun altro ad intralciarci.»
I polmoni della ragazza si svuotarono totalmente, poi iniziarono a lavorare più freneticamente di quanto non avessero mai fatto in vita loro e il cuore pulsò così forte che Naruto era quasi sicuro di sentirlo.
Sai non si perse un millisecondo di tutta quella serie di espressioni facciali e corporee che stava assumendo la ragazza, per quanto riconoscesse che non fosse il momento adatto per i suoi studi. La vide avvampare in tutto il viso, rossa come mai prima di allora; la vide boccheggiare, strabuzzare gli occhi, guardarsi attorno, poi stringere più volte i kunai, dondolare un piede, muovere le labbra come per dire qualcosa e più volte se la immaginò svenuta.
Sakura sembrava essere stata catapultata nel suo miglior sogno senza sapere bene cosa farci.
«No», disse fermamente Naruto, distogliendola dai mille dubbi. Gli occhi rossi si incrociarono, il paio vacuo e quello infiammato di risoluzione, scontrandosi delicatamente.
«È sicuramente una trappola, non credergli!»
La ragazza lo guardò triste e qualcosa attanagliò le viscere del jinchuriki.
Lei amava Sasuke da una vita, lui lo sapeva benissimo! Sarebbe davvero riuscito a convincerla a lasciar perdere quella che probabilmente era la proposta centrale di tutte le sue fantasie da anni?
«Non lo capisci? È tutto un trucco, un piano!», Naruto si avvicinò rapidamente e la scrollò per un braccio, come una bambola, «Il vero Sasuke è quello di prima, quello che voleva ucciderci tutti! Questo... questo è una bugia, lui mente!»
Si gettò negli occhi di Sakura e vide che qualcosa era scivolato via.
Sasuke gli diede uno spintone al petto e lo allontanò. «Tu non capisci queste cose, lasciaci soli», abbaiò, prima di riversare di nuovo i suoi occhi profondi sulla ragazza. «Vieni con me.»
Tre parole che vaporizzarono nuovamente il cervello di Sakura... ma non la tenacia di Naruto.
«Non puoi credergli, Sakura!», tentò nuovamente, pur con meno intensità nella voce. Era impossibile non notare il suo viso, così candido e sognante, ma sentiva chiaro il bisogno di tentare ancora. «Resta con me, Sakura-chan...»
La ragazza sembrò aver recepito quelle parole e si scostò dalla contemplazione di Sasuke. «Con te?», domandò quasi con sorpresa.
Naruto sorrise malamente. «Non stiamo forse bene insieme? Da quest'ultimo mese, poi, io sento che il nostro rapporto è cambiato, è più profondo e...»
Il sopracciglio inarcato di Sakura gli fece venir meno la conclusione della frase. Forse aveva allargato le cose.
«Naruto», disse lei al confine tra la calma e l'irritazione, «Sai benissimo cosa c'è tra di noi e non puoi certo dire che ci sia un rapporto diverso da quello che c'era... prima.»
Il ragazzo non si diede per vinto e afferrò a due mani il ricordo dell'ultimo mese e soprattutto dell'ultima settimana.«Non dire così! Noi due siamo...»
«Nulla.»
Sakura distrusse la grinta del biondino.
Improvvisamente qualcosa nel mondo che li circondava aveva perso colore. Era forse il cielo? A Naruto mancò di colpo qualcosa, come se di fronte a lui fosse scomparso qualcos'altro oltre alla sua compagna.
Il team 7 era sempre più spezzato... o stava semplicemente spostando il suo baricentro?
Sasuke sorrise di nascosto. Si frappose tra la rosa e il biondino, nascondendolo completamente. «Andiamo.»
«Dove?», pigolò Sakura, nuovamente allontanata dal mondo.
«Dove ti darò quel che hai sempre desiderato.»
Sasuke lasciò la sua frase ad aleggiare tra i loro respiri e si avvicinò al team Hebi, dando indicazioni a tutti i compagni.
«Io quella non la voglio», sputò Karin con voce stridula, «Si può sapere che cosa ti sei fumato, Sas'ke? E il nostro bel piano?»
«Sì, infatti!», la accompagnò Suigetsu, «Non puoi mandare tutto a puttane in questa maniera!»
Jugo era più calmo degli altri due, ma era ugualmente contrariato. «E perché non ci hai detto nulla?»
Sasuke alzò una mano e la posò stancamente sulla spalla dell'Hozuki mentre fulminava la rossa con uno sguardo che non ammetteva repliche. «Vi dirò di che si tratta quando avrò confermato un dubbio. Nel frattempo...»

Naruto osservava attentamente il team Hebi confabulare in lontananza e ancora non riusciva a credere che Sakura, la sua Sakura, quella che aveva salvato a costo della vita sua e di Kakashi, mettendo a rischio piani e progetti sul Kyubi, quella con cui viveva da più d'un mese condividendo e scoprendo sensazioni nuove avesse davvero deciso di voltargli le spalle.
Mentre pensava tutte queste cose teneva gli occhi puntati a lei, a quella maglia rossa che la caratterizzava da anni e che era abituato a vedere di spalle. «Sakura...», la chiamò in un sussurro.
Lei si voltò faticosamente e venne colpita da quello sguardo così semplice e desolato di Naruto. «Davvero gli credi?», domandò con semplicità, senza pressione o rabbia. Per il tono utilizzato, poteva aver chiesto che tempo facesse o che ore fossero.
«Davvero credi che possa cambiare e... volerti... volerti bene come faccio io?»
Sakura sentì qualcosa di diverso dall'aria entrarle nei polmoni e andare ad inondare i suoi sensi. Naruto era da sempre suo amico, uno dei pochi, sincero come nessuno, certo... ma Sasuke era Sasuke. E finalmente sarebbero potuti stare assieme.
«Tra di noi, Naruto... c'è solo Kyubi, lo sai anche meglio di me», rispose desolata, «Non c'è sentimento, non c'è nient'altro che l'attrazione tra semi-jinchuriki. Non c'è mai stato altro e... non credo ci sarà.»
Entrambi avrebbero preferito che avesse lanciato un masso sulla testa del ragazzo, invece che ascoltare o dire quelle cose. Sakura sentiva che non era giusto lasciare Naruto così, su due piedi, ma se questo poteva allontanare Sasuke dalla strada della distruzione di Konoha e avvicinarlo a lei era ben pronta ad accettarlo.
Diede una fugace occhiata a Sai, a debita distanza e camaleonticamente fermo tra di loro, ma non riuscì più a dire nulla e si voltò verso quello che stava per diventare il suo nuovo team.
Anche Sai non sapeva se dirle qualcosa e che cosa, ma non appena vide che Sakura si allontanava senza l'intenzione di tornare indietro, «Andiamocene», suggerì a Naruto, «Torniamo a Konoha.»

Karin, ben nascosta dietro occhiali e capelli rossi, non si perdeva un singolo passo di quella strana ninja di cui non sentiva affatto il bisogno e di cui, soprattutto, non capiva l'utilità.
Sasuke aveva effettivamente un buon piano in mente, e le piaceva, ma non era detto che fosse fondato su una base realmente solida.
Suigetsu, come lei, non ignorava alcun movimento della rosa e si chiedeva se l'intuizione di Sasuke potesse effettivamente essere giusta; Jugo, invece, ne era certo.
Sakura si fermò ad un paio di metri da loro, intimorita da quegli sguardi poco amichevoli e che, fino a poco prima, erano nemici. Fu la mano di Sasuke a tranquillizzarla e a farglieli dimenticare. «Hanno capito anche loro che non ha più senso attaccare Konoha», le disse sereno, «E che è giusto che vieni finalmente con noi. Sei un ottimo ninja medico e hai sempre fatto di tutto per me... sono stato uno stupido a non accorgermene prima.»
Karin ghignò vedendo l'espressione sognante di Sakura che si beveva tutto, affascinata e decisamente ingenua. Si domandò per un istante se non stesse anche lei fingendo, perché non poteva credere che non sospettasse realmente nulla, ma si rispose da sola ascoltando la frase di Sasuke: se aveva fatto davvero di tutto per lui, c'era sotto qualcosa che lei non riusciva a comprendere appieno.
Il team Hebi si mise in marcia e Karin lasciò nella Valle Rocciosa i suoi dubbi: aveva un nuovo ruolo, ora, e Sakura non doveva sospettare di nulla.

«Ce ne stiamo davvero andando così?», domandò Naruto senza vita, «Senza combattere?»
Sai sospirò grave e non poté non notare che l'atteggiamento del compagno era cambiato così radicalmente che la sua lamentela era decisamente giusta, in effetti.
Già da molto tempo aveva osservato che i caratteri di Sakura e Naruto erano molto simili: entrambi pieni di forza e determinazione ed allo stesso modo di insicurezze e desideri nascosti. Ma da quando Kyubi era entrato in gioco tra di loro, quest'impressione di Sai era diventata quasi una certezza.
«Dobbiamo avvisare l'Hokage e tutto il villaggio», gli rispose tranquillo ai margini della Grande Foresta. «Non mi fido di Sasuke.»
Naruto si lasciò cadere a terra, scivolando lungo il tronco di un albero, con le mani tra i capelli e il volto stanco. «Per questo ti dico che non possiamo andarcene! Sakura è in pericolo e noi...»
«Noi dobbiamo fidarci di lei.»
«Hai visto come lo guardava...»
«Non è una stupida, sono sicuro che anche lei ha un piano.»
«Ma...»
«Niente ma. Andiamo.»
Naruto ci mise un po' ad assimilare quel comando. Non ne aveva mai ricevuto da Sai e non l'aveva mai nemmeno visto così deciso e propositivo.
Guardò la sua figura snella svettare in piedi di fronte a lui, sicuro delle sue azioni e non intenzionato ad ammettere repliche, e sentì che era cambiato. Sì, qualcosa in Sai era cambiato ma non riusciva a metterlo bene a fuoco.
Anche Sai si sentiva diverso, ma la sua non era altro che una reazione all'indebolimento del biondino. Sakura aveva perso contatto con la realtà e si era distratta tanto da non riuscire più a reagire razionalmente? Naruto stava facendo lo stesso. In qualche modo c'entrava il legame tra i semi-jinchuriki, perché l'Uzumaki che conosceva lui non avrebbe mai mosso un passo al suo “Andiamocene” di prima, se non per riprendersi Sakura e Sasuke.
Probabilmente la stessa cosa era successa quando aveva involontariamente scoperto la loro relazione, perché entrambi gli erano sembrati ugualmente “assetati”, bisognosi di farlo. E in quel momento, entrambi erano indeboliti.
Mentre pensava quelle cose, Naruto si era deciso ad alzarsi e a seguirlo a Konoha, sebbene il suo viso indicasse ben altri voleri. «Sicuro?», domandò un'ultima volta.
Sai riversò i suoi occhi neri su di lui con una potenza mai vista prima di allora e, senza bisogno di aggiungere altri, i due ninja partirono.

«Avete fatto... cosa?»
Tsunade-sama non era adirata, irritata né tanto meno sconvolta. Era furibonda.
«Sasuke l'ha convinta e...», pigolò Naruto, sempre meno spavaldo.
«E voi l'avete lasciata andare?!»
Una vena pulsava pericolosamente sulla tempia dell'Hokage mentre il suo viso avvampava ogni istante di più. Shizune, al suo fianco, squittì spaventata e strinse più forte Ton Ton tra le braccia, facendone tintinnare la collana di perle.
«Il piano era di convincere Sasuke a non attaccare il villaggio, Naruto!», tuonò la bionda alzandosi in piedi minacciosamente, «O fermarlo, se avessi fallito! Non lasciarlo andare rapendo Sakura!»
«Non era... noi...»
«Lei ci serve, lo capisci questo?», la sua voce ridusse in polvere il patetico balbettio di Naruto, tranciando di netto ogni replica. Anche Sai si sentì colpito da quell'ultima affermazione, sebbene intuisse già dove volesse andare a parare Madamigella Tsunade.
«Ci serve, Naruto, come hai fatto a dimenticare che Kyubi è anche in lei?», sibilò la donna a denti stretti, senza accennare a calmarsi. «Sasuke l'ha abbindolata, non ci piove, ma lei ha abbindolato te se l'hai lasciata andare via! Lui attaccherà comunque il villaggio, non capisci?»
Aprì la bocca per aggiungere qualcos'altro, ma le parole erano troppo pesanti e si mise a sedere stancamente. La sedia scricchiolò più volte sotto il suo peso e per qualche secondo fu l'unico suono che invadeva la stanza.
«... E ora ha metà del chackra della Volpe dalla sua parte», concluse infine.
«Più di metà», la corresse Sai. Tsunade alzò gli occhi azzurri su di lui, attratta dalla sentenza.
«“Più”?», domandò scandalizzata.
Il ragazzo annuì grave mentre Naruto impallidiva. «Ho avuto la netta sensazione che l'equilibrio delle forze si sia rotto in... in una certa circostanza, diciamo, e che la Volpe abbia sbilanciato il suo peso.»
Non aveva la minima idea di come avrebbe potuto spiegare ciò che aveva percepito studiando i suoi compagni, ma era certo di ciò che stava dicendo.
I presenti erano rimasti completamente ammutoliti.
«Quale circostanza?», domandò dopo un po' Tsunade, curiosa. Se ciò che diceva fosse stato vero, probabilmente la situazione era ben peggiore di quanto potessero immaginare.
Sai non rispose subito. Guardò di sfuggita Naruto, il cui nervosismo era diventato palese, e si sentì in un tremendo imbarazzo. Si grattò la nuca e cercò le parole giuste per dire che aveva sentito lo sbilanciamento di chackra quando li aveva sorpresi a fare sesso, e che non era stata solo un'impressione fugace perché aveva visto che Sakura era diversa dopo quella volta, ma non ne trovò nessuna che potesse più delicata e non meno precisa, per cui disse esattamente ciò che aveva pensato.
L'espressione di Tsunade era passata dall'essere scandalizzata alla convinzione che la teoria reggesse, finendo poi per avere un volto imperscrutabile, mentre quello di Naruto era il ritratto della desolazione.
«Non sentirti in colpa», lo tranquillizzò l'Hokage intuendo quali pensieri potessero agitarlo.
«Certo, avrei preferito saperlo prima e avrei dovuto immaginare che il sigillo di Kakashi era troppo debole... ti avrei impedito ad ogni costo di portare Sakura con te, ma ormai il danno è fatto.»
Sai fece un passo indietro e sprofondò nei sensi di colpa. Lui aveva intuito e taciuto, era colpevole quanto Sasuke che aveva intuito e approfittato?
Naruto alzò la testa e fissò Tsunade con decisione. «No, io rimedierò!», si rianimò, ma non poté aggiungere altro che la mano bianca della donna lo fermò prima che potesse riprender fiato. «Adesso Sasuke ha tutti gli elementi per essere veramente temibile. È tardi, sei fuori dai giochi.»
«Ma io...»
«Tu sarai sotto sorveglianza finché non lo deciderò io e non uscirai più dal villaggio», continuò lei rapidamente, prima di voltarsi verso Shizune. «Convoca il consiglio: serve una riunione urgente. Konoha è in pericolo.»


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Capitolo un po' di transizione e preparatorio... sì, non è il migliore della fic ma è ugualmente utile. Ogni tanto servono anche loro! :P
Quali piani stanno architettando il team Hebi e Tsunade? Riuscirà Sakura a rinsavire? E Naruto si riprenderà?
Che cosa farà la Volpe, fin ora silenziosa?

… MWUAHAHAHAHAH!! *evita pomodori* Aspettate il prossimo capitolo per scoprirlo! XD

Ciau!
Shark

   
 
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