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Autore: Mirwen    28/03/2012    0 recensioni
E' un mondo tormentato la nostra terra. Un mondo dove angeli, demoni e reincarnati si sfidano per la salvezza dell'umanità. Eppure a Tokyo - in un piccolo angolo di quella terra deserta - vi è Eden. Cos'è? Eden è un luogo, una roccaforte, un rifugio per tutti quelli che vogliono ancora combattere il male.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gates of Eden


«Non siamo soli, ogni giorno Hakui ne libera altri, Mike… non può non essere giusto questo…»

2 - Kate

La notte era buia, tremendamente buia, la terrorizzava, l’atterriva, più di quanto avesse voluto ammettere. Si strinse di più accanto all’amica che dormiva affianco a lei. Si erano risvegliate assieme, pochi giorni dopo suo fratello ed altri ancora si stavano risvegliando. Ma loro erano le sole ragazze, per ora, aveva sottolineato Hakui, ce ne erano altre, ma per ora aveva risvegliato solo loro due, lei e Hagumi.

Hagumi era, per Kate era difficile trovare le parole per descriverla, l’ammirava troppo per essere obbiettiva, ma senza dubbio Hagumi era bellissima, sorrideva spesso nonostante gli allenamenti fossero terribili, nonostante Belial volessero che imparassero in fretta.

C’era qualcosa in lui che le faceva scorrere i brividi lungo la schiena, Mike diceva che era perché lui era una creatura eterna, qualcosa al di sopra di loro…

Belial e Hakui li avevano risvegliati dall’Inganno, così l’avevano chiamato, il mondo illusorio in cui l’umanità era prigioniera… non era passato molto tempo da quando si era risvegliata ed ancora adesso a volte era difficile accettarlo, sembrava di essere all’interno di un film di fantascienza, eppure era la realtà, o meglio era l’unica realtà che conoscevano.

C’erano tanti punti interrogativi in quel mondo, tante domande a cui Belial aveva risposto tranquillamente, ma solo dopo ci si rendeva conto che quella, al momento una risposta, lo era solo a metà… ad esempio, nessuno sapeva dire perché i Serafini avessero imprigionato l’umanità, eppure era certa che tutti loro l’avessero fatta quella domanda. Mike per primo, figurarsi se suo fratello non aveva chiesto una cosa simile appena arrivato?! Mike che metteva sempre tutto in discussione, Mike che le dava quella forza che a volte non aveva, che la spingeva ad aprirsi con le persone e non essere la solita, timida Kate.

Di giorno era facile, i ragazzi stavano tutti assieme, Mike la incoraggiava ed anche Hagumi; appena risvegliati Belial li aveva portati in ciò che restava della residenza imperiale, tutto era vivo lì, i giardini, i colori, a discapito del resto della città, grigia e morta che li circondava, eppure a volte Kate temeva che fosse anche quella un’illusione, e in quei momenti se guardava le ali nere di Belial ed Orco qualcosa la spaventava…

Ci aveva pensato parecchio, nessuno di loro aveva le ali di quel colore, neanche durante le trasmutazioni. Suo fratello ad esempio poteva farle ricoprire di fuoco, di elettricità o di ghiaccio; quelle di Hagumi potevano contenere un piccolo universo; mentre lei ancora non era riuscita a trasmutarle, ma per adesso le piacevano così com’erano: bianche.

Restò a fissare il soffitto per quelle che sembravano ore, non riusciva a riprendere sonno, era impossibile, non con quel buio e quel silenzio che aleggiava intorno a loro, per fortuna c’era Hagumi. Il respiro dell’amica riusciva a tranquillizzarla quel tanto che bastava per evitare di gridare terrorizzata.

E poi venne l’alba, dalla finestra Kate guardò il cielo diventare sempre più chiaro, finché sentì l’urgenza di alzarsi, di andare a vedere che fosse davvero giorno, che un’altra terrificante notte fosse passata.

Cercando di far piano per non svegliare Hagumi dal suo “sonno di bellezza”, come diceva lo chiamava l’amica per scherzo, si avvicinò alla finestra affacciandosi sui giardini, alcuni dei ragazzi erano già svegli. Sorrise, avvicinandosi ad Hagumi e scuotendola leggermente.

«Hagumi… Umi-chan, svegliati…» Hagumi per tutta risposta si portò una mano sul volto.

«Che ore sono?»

«Il sole è abbastanza alto e credo che alcuni degli altri siano già svegli…» Hagumi aprì le dita della mano, sbirciando Kate con un occhio.

«Come fai ad essere già in piedi tu?» Kate sorrise, a volte si stupiva di quanto fossero diverse. Erano il giorno e la notte: Hagumi dai capelli di tenebra, lei di sole; Hagumi che dormiva all’infinito, lei che si annoiava a letto; Hagumi che parlava con tutti, lei che aveva difficoltà a parlare con chiunque, eppure Kate sapeva che un’amica come Hagumi non l’avrebbe mai trovata da nessuna parte.

«Forza! Forza! Che poi dicono che facciamo sempre tardi!» disse Kate cominciando a spingerla giù dal letto.

«Mi alzo!!!!» gridò Hagumi alzando le mani in segno di resa.

 

I ragazzi si erano raccolti attorno a Nozomu quando Kate scese nei giardini. Raggiunse Mike, il fratello era più indietro rispetto gli ragazzi.

«Che succede?» gli chiese, Mike la guardò con un alzata di spalle.

«Nozomu si è svegliato con le ali nere stamattina…» Kate lo guardò sorpreso

«Perché?» Mike non rispose, Kate si sentiva confusa, credeva che il tipo di ali dipendesse dall’angelo che avevano dentro… o almeno così aveva detto Belial, perché allora le ali di Nozomu erano cambiate? E se un giorno fossero cambiate anche le sue?

«Ma ci deve essere un motivo, magari sta sviluppando qualche potere…» tentò Kate, Mike scosse la testa fissando Nozomu che tutto esaltato mostrava il nuovo paio d’ali ai compagni.

«Ieri sera abbiamo litigato…» disse leggermente, Kate lo fissò, suo fratello era strano, aveva le sopracciglia aggrottate, sembrava stesse pensando a qualcosa d’importante.

«Come mai?»

«Ho chiesto a tutti se sapessero perché questi fantomatici Serafini avessero “rapito” il genere umano…» Kate lo fissò sorpresa, erano gli stessi pensieri che aveva avuto lei quella notte «Nozumo ha detto che non gli importava, che lui se ne infischiava del perché, ma li avrebbe uccisi tutti quanti per Belial e per riportare indietro i suoi fratellini…» Kate immaginava cosa avesse risposto Mike ad una frase simile, Mike non voleva mai che qualcuno gli dicesse cosa fare, Mike era forte e determinato, tutto quello che a lei mancava.

«Gli ho chiesto se si sarebbe fatto uccidere se gliel’avesse chiesto Belial…» Kate scosse la testa, era logico che avessero finito per litigare, erano agli estremi.

«Non credo che Belial ci chiederebbe di morire, è gentile…» disse leggermente Kate, aveva tanti dubbi, ma per ora l’angelo dalle ali nere non aveva fatto nulla di male, almeno da quando lei era lì.

«Non mi fido delle persone gentili…» disse Mike serio «non si capisce mai se lo sono davvero o lo sono per un motivo… ed essere qui, da soli, con lui… beh non mi mette tutto questo entusiasmo…»

« Non siamo soli, ogni giorno Hakui ne libera altri, Mike… non può non essere giusto questo…» tentò Kate sorridendo appena.

«Non dico che non sia giusto ma non mi va che nessuno ci dica nulla… vorrei sapere cosa sta succedendo davvero… se siamo i soli superstiti, se nel resto del mondo ce ne sono altri…»

Kate rimase ancora un po’ affianco al fratello, finché Hagumi non li raggiunse poco prima che Belial facesse la sua comparsa nel giardino e poi cominciò.

 

Come ogni giorno, come ogni dannato giorno che passavano in quella Terra distrutta, Kate si ritrovò a dover spingersi al limite, finché non si sarebbe sentita esausta sia mentalmente che fisicamente.

Secondo Belial dovevano imparare in fretta a planare, e perché no, anche a volare. Per questo quel giorno Kate, Hagumi e pochi altri, sotto lo sguardo poco amichevole di Orco, erano stati trascinati in cima a quello che un tempo era stato il palazzo imperiale e poi si sarebbero dovuti lanciare. Era un salto di dodici metri, ma chi non superava quella prova non poteva passare alla successiva e di solito chi non superava la prova si trovava con almeno una gamba rotta… e anche chi la superava per la prima poteva avere il problema dell’atterraggio.

Era la prima volta che Kate doveva lanciarsi da un posto così in alto… quando guardò giù deglutì a stento, lanciarsi da tre metri era un conto, ma da qui… per un momento non invidiò suo fratello che quel giorno era andato a lanciarsi da un grattacielo assieme a quelli arrivati da più tempo.

Si guardò indietro, Orco li guardava seccato, come fossero una perdita di tempo.

«Vedrai che andrà bene…» le disse Hagumi intuendo forse il suo timore. Kate prese un respiro, indietreggiò appena e poi saltò aprendo le ali, in fondo cosa cambiava fra tre, dodici o cento metri? Il principio era lo stesso! Quando le ali fecero attrito con l’aria sentì tutto il suo corpo rallentare, le piegò appena cercando di non perdere il favore del vento e lentamente si lasciò planare a terra. Il “volo” fu più rapido di quello che pensava e quando le gambe urtarono terra, Kate sentì una fitta di dolore attraversarle tutto il corpo… atterraggio brusco… si disse piegandosi sulle ginocchia a controllare che fosse tutto a posto, poco dopo la raggiunse anche Hagumi.

«Atterraggio un po’ pesante? Sai che te lo faranno rifare per questo?» Kate guardò l’amica atterrare leggera come una piuma accanto a lei, provò una punta d’invidia, Hagumi sembrava nata con le ali… cioè tutti loro erano tecnicamente nati con le ali ma Hagumi lo era di più… non si stupiva se Hakui riusciva a trovare del tempo per passarlo con lei, insomma Hagumi era letteralmente perfetta.

«Dici sul serio?»

«Beh se non riesci ad atterrare dolcemente da qui, figuriamoci da lassù…» disse lei indicando il grattacielo da cui si stavano lanciando gli altri ragazzi…

Già, figuriamoci cosa mi succede se atterro male da quell’altezza… Kate sperò di non dover conoscere la risposta ma purtroppo la conobbe molto presto.

Al pomeriggio infatti si divisero in gruppi, qualcuno a combattere, qualcuno a plasmare, Kate e un paio di altri Aasimar si ritrovarono invece a fare i conti con chi aveva avuto un atterraggio un po’ troppo brusco.

«Curateli.» aveva detto loro Belial, senza aggiungere altro, senza nemmeno una spiegazione. Kate fissava il ragazzo davanti a lei: aveva tutte e due le gambe fratturate e lei onestamente non sapeva davvero cosa fare, o meglio sapeva cosa fare ma non sapeva come farlo, e poi i gemiti di dolore del ragazzo la stavano facendo andare in confusione.

Dopo ore di tentativi e l’aggiunta dei ragazzi che si erano fatti male nei combattimenti d’allenamento, Kate riuscì a trasmutare le ali. Una nebbia leggermente luminescente si formò al loro posto, si sfumava e ricostituiva la forma delle ali ad ogni istante, l’aveva già visto fare agli altri ma era la prima volta che ci riusciva. Si concentrò cercando di mantenere la trasmutazione, la nebbia era diversa dalla solita, era calda e asciutta e ogni volta che le sfiorava il viso le sembrava di riprendere le forze, ma non doveva usarla su di lei… c’erano gli altri da curare…

Quando finirono, Kate era stravolta, le sembrava di aver corso per giorni interi, tutti i muscoli erano indolenziti e perfino le ali, una volta che avevano ripreso la loro forma abituale, le sembravano indolenzite. Si rimise in piedi stancamente e solo in quel momento vide Belial, la stava fissando con un sorriso compiaciuto.

«Brava Kate» disse con voce suadente «un’ottima prima volta…» Kate arrossì, aveva visto spesso Belial elogiare alcuni di loro, di solito erano Hakui, Hagumi, qualche volta perfino Mike, spesso regalava anche alcuni cristalli ai più meritevoli, ma quella era la prima volta che si congratulava con lei.

 

Quando scese la notte Kate si ritrovò di nuovo a fissare il soffitto mentre, come al solito, Hagumi si addormentava non appena toccato il cuscino. Sospirò appena, chiedendosi per l’ennesima volta se il giorno successivo avessero scoperto qualcosa in più su chi erano, su cosa avrebbero fatto… su tutta la situazione. La solita inquietudine si stava impadronendo di lei e solo dopo un po’, cullata dal respiro di Hagumi, riuscì a prender sonno, ignara che il giorno dopo non sarebbe stato come tutti gli altri.

 




Buon giorno a tutti, scusate l'assenza ma la laurea mi ha spremuto un po' (tanto) di tempo XD
 Spero di ricevere qualche commento
Elisa

   
 
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