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Autore: jas_    28/03/2012    41 recensioni
«Visto che le piace così tanto fare l’insegnante, credo che non le dispiaccia se dovrà dare ripetizioni di matematica a Malik che non ha ancora preso una sufficienza dall’inizio dell’anno» osservò Miss Barely, con uno strano sorriso dipinto sul volto, come se fosse fiera dell'idea che aveva appena avuto.
«Sta scherzando spero!» sbottai alzandomi di scatto dalla sedia.
Avrei dovuto spendere il mio prezioso tempo a spiegare a quello lì, che si atteggiava come se fosse Dio sceso in terra, perchè qualcunque numero moltiplicato per zero facesse, appunto, zero?
Pensai tra me e me indignata.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Rimasi interdetta davanti a un risultato non proprio coerente con quello che mi aspettavo. Presi la matita appoggiata accanto al quaderno rileggendo l’esercizio e rifacendo i calcoli mentalmente, alla ricerca disperata dell’errore che aveva messo così tanto in crisi Zayn.
Quando mi aveva dato il quaderno con tutti i compiti svolti stentavo a crederci. A meno che non avesse pagato, o minacciato, qualcuno perché glieli facesse, aveva passato il pomeriggio precedente sui libri.
Appoggiai la testa sulla mano sinistra continuando a controllare ogni singolo passaggio di quell’espressione, fino a quando non alzai lo sguardo dal foglio incontrando quello di Zayn che mi osservava divertito con le braccia appoggiate al tavolo e sporto leggermente verso di me.
«Che c’è?» domandai stizzita.
Mi ero sempre sentita osservata, ma credevo che fosse soltanto un mio presentimento invece lui mi stava davvero fissando. E anche insistentemente.
«Mi sento potente» affermò lui, «tu che lavori e io che controllo che tu faccia il tuo dovere. Ora capisco che vuol dire essere insegnante.»
Alzai un sopracciglio scettica osservandolo in silenzio prima di tornare all’esercizio, nonostante avessi perso completamente il filo ed essere quindi costretta a rivedere tutto da capo.
Per quanto cercassi di concentrarmi, mi era impossibile farlo con Zayn che continuava a guardarmi insistentemente e, la cosa peggiore, era che non voleva decidersi a smettere.
Appoggiai con energia la matita sul tavolo, sbattendo anche la mano su di esso, prima di fulminare Zayn con lo sguardo.
«Mi metti in soggezione se mi fissi così» spiegai calma, «quindi se la smettessi..»
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo sospirando, «come sei suscettibile. Anche tu mi fissi sempre, ma non ti dico mai niente, anzi..»
Sussultai sentendomi avvampare, non era vero che lo guardavo sempre. Insomma, lo facevo quando dovevo aspettare che finisse gli esercizi così da poterli correggere, ma non era mia intenzione deconcentrarlo, inoltre se non gli dava fastidio non capivo dove fosse il problema. A me invece dava sui nervi sentirmi osservata, e lui che mi guardava con insistenza mi metteva l’ansia.
«Io non ti fisso» borbottai corrucciata, mettendomi a braccia conserte, «guardo cosa combini» cercai di difendermi.
Zayn sorrise divertito, «beh, anch’io. Sei carina quando sei concentrata, aggrotti le sopracciglia e fai una smorfia strana con la bocca, sei..» il ragazzo non finì la frase, probabilmente a corto di un aggettivo adatto.
«Sei..?» lo spronai, curiosa di sentire come mi avrebbe definita, oltre che carina.
Lui alzò le spalle, «hai un’aria.. bo..»
Trattenni il respiro per alcuni secondi, concentrandomi soltanto sul battito del mio cuore che accelerava sempre di più e sulla temperatura che c’era in biblioteca, che sembrava alzarsi troppo velocemente.
Annuii in silenzio tornando a quella maledetta espressione che mi stava facendo impazzire. Prima avrei trovato l’errore prima sarei uscita a prendere una boccata d’aria fresca, prima mi sarei sentita meglio perché quella situazione stava diventando piuttosto pesante.
Per quanto cercassi di isolarmi da tutto, e di dedicare tutta la mia attenzione all’esercizio mi era impossibile. Infatti quando alzai di nuovo lo sguardo Zayn mi guardava ancora, mentre si reggeva la testa con una mano e con l’altra si rigirava il cellulare tra le mani.
Chiusi il quaderno con un tonfo secco che lo fece sussultare leggermente, «che c’è?» domandò preoccupato.
«Non ci riesco» borbottai, mettendomi tutto nella borsa, «correggo a casa e ti porto tutto domani, va bene? Ora non riesco a concentrarmi, mi metti in soggezione» ammisi, tenendo lo sguardo basso.
Ero certa che Zayn avesse sorriso leggermente in quel momento, ma continuai a guardarmi le mani onde evitare di incrociare il suo sguardo.
«Dai, non pensavo ti desse così fastidio, scusa» mormorò lui.
Scossi la testa lievemente, «non è colpa tua» cercai di spiegargli, «sono io che sono un po’ strana. Non mi piace sentirmi osservata e stare al centro dell’attenzione, tutto qui. Ma non preoccuparti, prometto che guardo tutto e poi ti spiego dove hai avuto dei problemi.»
Lui annuì serio, pensandoci su un attimo, «ma se io faccio i compiti a casa, e tu me li correggi per gli affari tuoi, io e te quando ci vediamo?» domandò poi, leggermente preoccupato.
Strabuzzai gli occhi sorpresa da ciò che avevo appena sentito.
«A scuola, no?» risposi con ovvietà, «e comunque non dobbiamo per forza vederci soltanto per fare matematica» borbottai, così a bassa voce che credevo Zayn non mi sentisse, invece lo sentii ridacchiare, segno che aveva capito perfettamente ciò che avevo detto.
Alzai la testa di scatto, «non in quel senso..» cercai di spiegarmi, imbarazzata, e cominciando a gesticolare animatamente, «insomma..»
Zayn mi fermò le mani prendendole tra le sue e sorridendomi calorosamente, ancora divertito, «stai tranquilla, ho capito..»
«Shhh!»
Ci voltammo entrambi di scatto verso un’anziana signora – molto probabilmente la bibliotecaria - che teneva in mano una pila di libri mentre ci osservava severa da sopra la montatura dei suoi spessi occhiali.
Zayn la ignorò, tornando a guardarmi, «beh, se non mi correggi niente tanto vale uscire, prima che quella ci uccida dato che è da dieci minuti che ci tiene sotto controllo» sussurrò.
Annuii incerta, alzandomi dalla sedia e finendo di raccogliere le mie cose.
Cominciammo a camminare in silenzio per il cortile semi-deserto della scuola, la maggior parte degli studenti era tornata a casa dopo l’assemblea mentre le poche persone che rimaste erano nelle classi, o comunque all’interno dell’edificio dato che il tempo non era dei migliori.
Sospirai osservando il cielo plumbeo e che minacciava pioggia, sperando vivamente che reggesse almeno fino a quando non sarei stata sotto il tetto di casa mia. Mi voltai con discrezione verso Zayn, notando che anche lui sembrava sperare la mia stessa cosa, prima di decidere di rompere il silenzio.
«Quand’è il tuo compleanno?» gli chiesi.
Zayn mi guardò confuso, prima di rispondermi. «Il 12 Gennaio, come mai questa domanda?»
Alzai le spalle, «così» mi difesi, «il tuo cantante preferito?» continuai.
«Chris Brown, decisamente. Ma che gioco è? Conosciamo Zayn Malik con 20 domande?»
Sorrisi leggermente scuotendo la testa, «no, soltanto che mi sono resa conto di non sapere niente su di te, ed ero curiosa.»
Lui annuì, «tu invece?»
«Che cosa?»
«Quando sei nata?»
«Il 21 Dicembre.»
Zayn strabuzzò gli occhi, «abbiamo praticamente un anno di differenza!»
Alzai le spalle, «ti conviene tenermi come amica che quando finirà il mondo sarò io a salvarvi tutti» affermai fiera.
Lui mi guardò sconcertato prima di scoppiare a ridere, «spero di far parte della lista dei prescelti» scherzò.
«Dipende da come ti comporti.. E’ vero che sai cantare?»
Zayn esitò un attimo prima di rispondere, «me la cavo, diciamo.. Ma tu come fai a saperlo?»
Sussultai cominciando a guardarmi in giro alla ricerca di una risposta convincente. Non potevo dirgli che il motivo di tutta quella curiosità su di lui fosse scaturita da Mercy, eppure mi ero fregata con le mie stesse mani.
«Amanda..» mi spronò lui.
Deglutii nervosa, ricominciando a camminare. Non potevo dirgli la verità eppure in quel momento sembrava l’unica via d’uscita dato che la mia mente era come andata in tilt.
Rimasi in silenzio alcuni secondi, ma Zayn non sembrava voler mollare la presa così lo ammisi, «è stata Mercy.»
Lui si arrestò, costringendo anche me a farlo, prendendomi la mano. Mi voltai verso di lui senza tuttavia osare guardarlo negli occhi, ma puntando lo sguardo sulle mie scarpe.
«Che altro ti ha detto?»
Il suo tono di voce era severo e duro, segno che non voleva bugie ma soltanto sapere le cose come stavano davvero.
«Niente..» borbottai, «l’ho incontrata prima in bagno e ha iniziato a farmi domande su di te a cui ovviamente io non ho risposto..» iniziai. Sapevo che non dovevo dirgli quelle cose, come gliele avevo tenute nascoste fino ad allora dovevo continuare a farlo ma non riuscivo a fermarmi. Avevo bisogno di sfogarmi, di raccontare tutto senza filtri e con Zayn, in quel momento, mi veniva automatico. Era quasi un toccasana.
«E cosa ti ha detto esattamente?» continuò lui.
«Se sapevo quando sei nato, che sapevi cantare, che hai un cane, e non so che altro..»
Lui scosse la testa, divertito.
«Che c’è da ridere?» gli chiesi, leggermente irritata.
«Niente, stavo pensando a quanto è patetica e invidiosa.»
«Invidiosa di cosa? Io non mi invidio niente» borbottai, stringendomi ancora di più nella giacca.
«Invidiosa del fatto che tu hai me.»
Alzai gli occhi di scatto, notando solo allora di quanto Zayn fosse vicino a me, di quanto fosse bello, perfetto, e di come mi guardasse intensamente negli occhi, prima di abbassare lo sguardo sulla mia bocca. Sorrise lievemente, increspando soltanto le labbra prima di fare un passo verso di me. Sentivo un nodo all’altezza della gola impedirmi di fare qualunque cosa, mi sentivo come immobilizzata, l’unica cosa che ero certa funzionasse ancora era il mio cuore che batteva all’impazzata.
Notai il suo viso farsi sempre più vicino, così tanto che potevo percepire il suo odore inebriante e vedere le leggere sfumature più scure che avevano le sue iridi. Chiusi gli occhi, automaticamente, mentre sentivo il suo respiro caldo solleticarmi la pelle, e il cuore scoppiarmi nel petto.
Aprii gli occhi di scatto quando al posto delle sue labbra sulle mie sentii la pioggia fredda cadere prepotentemente sulle nostre teste. Vidi Zayn imprecare a voce bassa, tanto quanto avevo fatto io mentalmente prima di sorridermi imbarazzato per la situazione alquanto assurda in cui ci trovavamo. Mi sembrava troppo bello, troppo perfetto, quel momento, perché si concludesse come nei film. In quel momento avrei voluto vivere in un posto caldo e ben soleggiato, dove il tempo non cambia da un istante all’altro, dove non arrivano acquazzoni improvvisi che rovinano i momenti più belli.
«E’ meglio che andiamo da qualche parte prima che ci ammaliamo» mi avvisò Zayn, facendomi rinvenire dai miei pensieri.
Annuii seguendolo in silenzio verso il portico dell’entrata della scuola.
«Ci conviene aspettare che smetta un po’ prima di andare a casa» osservai, cominciando a dondolarmi da un piede all’altro, mentre guardavo la pioggia scendere incessabilmente.
Zayn mi guardò divertito, «che c’è?» gli chiesi.
«Acuta osservazione.»
Gli diedi una leggera spinta fingendomi offesa, «anche la tua non era tanto meglio.»
«A cosa ti riferisci?»
«E’ meglio che andiamo da qualche parte prima che ci ammaliamo» lo scimmiottai.
«Tu intanto non ci eri arrivata dato che sembravi in uno stato di trance» mi prese in giro.
Non potevo confessargli che ero intenta a criticare il tempo inglese che aveva interrotto il momento, così feci finta di niente negando l’evidenza.
«Non è vero» ribattei.
Lui mi guardò per alcuni secondi, senza dire niente, capendo che era inutile contraddirmi perché non avrei mai ammesso la verità.
Sospirò sontuosamente prima di appoggiarsi al muro della scuola e abbassarsi fino a sedersi per terra.
«Che fai?» gli chiesi, confusa.
Zayn ridacchiò, «secondo te cosa sto facendo?»
Alzai gli occhi al cielo, «lo vedo anch’io che sei seduto, come mai?» cercai di essere il più chiara possibile, come se stessi parlando con un bambino dell’asilo o con uno straniero che stava ancora imparando la nostra lingua.
Lui indicò la pioggia, «non credo smetterà molto velocemente» spiegò, prima di tirare fuori un pacchetto di sigarette dalla tasca dei jeans. Annuii andando a sedermi vicino a lui rubandogli la sigaretta di mano.
«Ehi, che fai?» mi riprese lui, scocciato.
«Fa male fumare, dovresti smettere» lo rimproverai.
Lo sentii sospirare, mentre ne prendeva un’altra.
«Ci sono tante cose che facciamo senza rendercene conto e che fanno male» spiegò lui, portandosi la sigaretta in bocca ed accendendosela.
Lo guardai chiudere gli occhi mentre ingoiava il fumo prima di mandarlo fuori creando una nuvoletta grigia che mi fecce tossire immediatamente.
«Ti da fastidio?» domandò lui.
Mi sventolai una mano davanti al viso, cercando di allontanare quell’odore fastidioso, «abbastanza.»
In quel momento il cellulare di Zayn squillò, si mise la sigaretta in bocca cominciando a tastare con entrambe le mani tutte le tasche dei pantaloni e della giacca fino a quando non trovò l’aggeggio che non la smetteva di vibrare.
«Pronto?» lo sentii dire.
Mi voltai verso il cortile cominciando ad ammirare le piante bagnate, giusto per non fare la figura dell’impicciona, anche se in realtà avevo le orecchie tese.
«Okay, arrivo..», Zayn avvertì qualcuno prima di mettere giù.
«Era Harry» spiegò poi, alzandosi da terra e pulendosi i pantaloni, «devo andare dentro, mi stanno aspettando. Ci vediamo domani, okay?»
«Certo» gli dissi annuendo, Zayn mi regalò un sorriso splendido prima di aprire la porta e scomparire dietro di essa.
Appoggiai la testa al muro chiudendo gli occhi quando ritornò, mi voltai di scatto non capendo cosa stesse succedendo.
«Mi sono dimenticato di chiederti se domani pomeriggio ti va di venire a vedere la mia partita di calcio» mi avvertì.
Lo guardai spiazzata per alcuni istanti, incapace di pronunciare qualunque sillaba che fosse “sì” o “no”.
«Allora vieni?» mi spronò lui.
Annuii frettolosamente sentendomi un po’ sotto pressione.
«Perfetto, ti aspetto allora» e con quelle parole sparì di nuovo dietro la porta, questa volta definitivamente.

***


NON UCCIDETEMI AHAHAHA
In questo capitolo non c'è Liam perché questo qui non è il capitolo tredici ma bensì il dodici uù C'è stato un piccolo fraintendimento HAHAHAHA
Nel prossimo capitolo ci sarà Sir. Payne mentre qua dovete accontentarvi di Zayn :)
Non sono particolarmente brava a descrivere momenti romantici - in realtà non ho ancora capito che cosa sono brava a scrivere HAHAHAHA #dettagli - ma spero che vi sia piaciuto il momento Zamanda :)
Inoooltre, sono tra gli autori preferiti di 100 persone ** Siete meravigliose, davvero <3
Fatemi sapere che ne pensate!
Jas

P.S. Se ci sono delle parole a cui mancano lettere, è colpa del mio pc ritardato. Nonostante abbia riletto un paio di volte è probabile che mi sia sfuggito comunque qualche errore, nel caso non fatevi problemi a dirmelo che correggo :)

   
 
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