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Autore: Rozen Kokoro    29/03/2012    4 recensioni
Cara Kokoro,
riceverai tantissime lettere da ragazze disperate che cercano consigli da un’esperta come te. Quindi mi chiedo… Perché scegliere proprio me? Beh, mi chiamo Lucinda e sono una comune adolescente di sedici anni, con una abnorme cotta per un ragazzo.
Ti prego, ho bisogno di te!
Lucinda.

[Presenza di OC]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucinda, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Capitolo Tre

 
La mora osservava con rabbia l’adolescente che si trovava proprio sotto il naso, mentre quest’ultima guardava il terreno con aria imbarazzata e colpevole. “Ko… koro? M-mi rispondi?”
No, la mora era troppo intenta a pensare a mille modi per ucciderla, lentamente. Il suo sguardo era pieno di rabbia che sarebbe scoppiata da un momento all’altro e via, Lucinda non avrebbe più visto la luce del sole.
Calmati, Kokoro, calmati… è la tua protetta, non puoi ucciderla. Anche se mi sta gironzolando per la testa di cominciare a prenderla a vangate, ma defenestrarla sarebbe più soddisfacente. Oppure una morte veloce? No, non è nel mio stile.
Lucinda la guardò con un misto di paura e impazienza.
Mi dà sui nervi quando fa così! Non mi dice mai nulla! Sono due settimane, diamine, DUE SETTIMANE che cerco di far parlare questi due… baka, e ora…
E ORA MI VIENI A DIRE CHE CI CHATTI DA UN ANNO?!
Lucinda diventò paonazza. “Ma… ma…”
“Niente ma! Io sto cercando in tutti i modi di farvi conoscere e ora tu mi vieni a dire che già ci hai parlato?! Ma che mondo è questo, sparatemi, prima che mi uccidano tutte queste adolescenti!”
La blunetta gonfiò le guance dalla rabbia, prima di cominciare un monologo che avrebbe fatto addormentare anche una tazza di caffè. “… Ma Paul è così asociale in chat cioè non è asociale sto solo dicendo che chattare con lui è un’impresa non si connette mai e questo mi fa sentire depressa oddio MONDO CRUDELE!”
Kokoro ascoltò le frasi sconnesse della protetta con espressione neutra  “Sì, ma usa la punteggiatura. Sai, non è che ho fatto il Classico per svago.”
“Ah, vabbè… mi stai mettendo suggestione!”
“No, il mio intento era quello di metterti paura al tal punto da… correre dal tuo amato e cominciare ad implorare aiuto! Magari vi mettete pure a limonare.”
“Kokoro!”
Kokoro scoppiò in una delle sue solite risate rumorose e dannatamente fastidiose. Il viso di Lucinda era ormai un fuoco, di rabbia e di vergogna. Come osava prenderla in giro in questo modo?
“Smettila!!” Urlò.
“Ok, chica. Comunque non sono venuta qui, a casa tua, per nulla. Ho una notizia per te, my dear.”
Gli occhi di Lucinda parvero illuminarsi. “Dimmi dimmi dimmi!”
“Ah-ah-ah! Prima… “ porse il palmo della mano “… voglio una ricompensa.”
“Perché?”
“Perché sono un genio.”
Lucinda sbuffò, prima di prendere uno dei suoi biscotti al riso soffiato ricoperti di cioccolata. Kokoro li aveva assaggiati una volta e si era, letteralmente, innamorata di questi.
“Vedo che mi conosci bene!” esclamò, prima di addentare il biscotto.
Lucinda la guardò con impazienza, mordendosi il labbro inferiore. Un atteggiamento assai bambinesco, ma era da Lucinda.
“In pfartica…” farfugliò masticando ancora il biscotto “ ho scopferto che mia cugina è un’amica sfretta di Pfaul.”
“Eh?”
Kokoro finalmente ingoiò il biscotto“Ho scoperto che mia cugina è un’amica stretta di Paul!”
La buletta rimase letteralmente di stucco, osservando i lineamenti delicati della ventenne trasformarsi man mano in un sorriso perverso. “E sta sera va a cena a casa sua.”
“… posso sclerare?” domandò Lucinda con esitazione.
“Ovvio.”
Lucinda cominciò a saltellare per tutta la stanza, canticchiando “Posso sapere tutto! Posso sapere tutto!”
“Tutto cosa?”
La liceale si fermò un secondo, guardando il soffitto, come per riflettere. Poi si girò di scatto verso l’amica con un sorriso ammiccante. “Sta a vedere.”
“Ooh, io ho paura di questo sorriso…” esclamò Kokoro, mentre osservava la sua protetta prendere carta e penna e cominciare a scrivere una miriade di domande.
 
Una ragazza come tutte, Mikami. Boccoli neri che le davano un aspetto elegante e raffinato, occhi verdi e splendenti, labbra carnose. L’esatto contrario di Kokoro, per dire. Una era una dark, l’altra una modella. L’unica cosa che le accumunava? Il fatto che tutte e due erano delle grandissime pettegole.
Sedevano ormai tutti a tavola in casa Shinji. Paul si era messo in una angolo, vicino a una pianta di cactus, con in mano un libro. Di fronte a lui Mikami e il resto della famiglia a parlare dall’altra parte della stanza. La mora aveva tartassato il ragazzo con domande assurde e senza senso. Alla domanda “Quanto porti di scarpe?” si era alzata, era andata in bagno e aveva chiamato la cugina per dirle che stava facendo la figura dell’idiota. Kokoro le aveva risposto con il suo solito menefreghismo. La serata comunque stava andando tranquillamente avanti.
“Allora, Paulino…”
“Non chiamarmi in quel modo.”
“Io ti chiamo come mi pare.”
Paul alzò lo sguardo dal suo libro e la fulminò. Si odiavano a vicenda, da ormai tanto tempo. Paul non sopportava i pettegolezzi di Mikami, e Mikami non sopportava il menefreghismo e la poca loquacità di Paul.
“Dicevo…” riprese il suo discorso, avvicinandosi man mano a lui. “… sei innamorato?”
Paul arrossì leggermente. “Ovvio, che domande…”
“Chi è?”
“Non te lo dico.”
“Daiiii!”
“Ma neanche morto. Secondo te lo vado a dire a una come te?”
“Beh, in effetti neanche io andrei a confessarmi da una come me…” sussurrò.
Paul intanto nascondeva il suo volto tra le pagine del libro, senza dare nell’occhio.
“Dai, dimmelo!”
“No!”
“Passiamo ai ricatti? Fantastico.” In quel preciso istante tirò fuori dalla borsa una foto. “Guarda che cos’ho quiii…”
Il viola spalancò gli occhi appena vide quell’orrore. Una foto sua, a cinque anni, vestito da coccinella!
“Dove l’hai trovata?!”
“Eh eh, ho le mie fonti… avanti, sputa il rospo.”
A Paul, ormai messo con le spalle al muro, non gli restò che confessare. “Ti posso solo dire che va nella mia scuola, e che ha un anno in meno di me.”
Mikami sorrise soddisfatta, mentre rimetteva nella borsa la foto. “Parlare con te è sempre un piacere, Paul.”
Il ragazzo borbottò qualcosa sotto voce, prima di dileguarsi a guardare la tv.
 
“Allora? Com’è andata?” Chiese Lucinda correndo verso Kokoro.
La mora la guardò con soddisfazione “Bene. E’ innamorato di una che ha un anno in meno di lui e che va nella sua scuola. Fatti due calcoli…”
La blunetta la guardò speranzosa. “Quindi…?”
“Sì, quindi c’è possibilità che sia tu.”
“Aww!” Urlò Lucinda, prima di cominciare a saltellare sul posto. “AH AH! Zoey, hai perso!”
La mora continuò a guardarla sorridendo: il sorriso di Lucinda dava molte soddisfazioni.
“Ci credi?! Che bella cosa!”
“Ehy, io sono speranzosa, ma vediamo di organizzare prima questo appuntamento. Deve essere perfetto, in tutto e per tutto.” Disse, socchiudendo gli occhi “E vedrò di scoprire se davvero gli piaci.”
La ragazza annuì, prima di tirare fuori dalla borsa un disegno. Era un disegno bello, ben rifinito, inchiostrato e colorato. Lucinda era famosa per la sua bravura nel disegno. “Vorrei regalarlo a lui…”
Kokoro strappò letteralmente il disegno dalle mani di Lucinda. “Lascia fare a me.”
“Eh? NO!”
“Shh, faccio io…”
Lucinda mise su la sua espressione depressa nella speranza di avere un po' di compassione da parte di Kokoro.
“No, non attacca. Qui bisogna prendere in mano la situazione!” Esclamò la mora. “E ora… vai a casa! Che è tardi!”
“Ma…!”
“VAI!” Disse con tono autoritario.
A Lucinda non restò che incamminarsi, più depressa del solito. “Ma… aspetta, un’ultima cosa!” Si girò.
“E dimmi…”
“Quanto porta di scarpe?”
Kokoro portò la sua mano sulla fronte, sospirando. “Porta 43…”
“Oh…” Si rigirò, con un luccichio agli occhi. “Lo sapevo! Ah ah!” prese il cellulare e digitò il numero di sua madre. “Mamma? Ho vinto io. Non porta 44, ma 43. Ora mi spettano i miei dieci euro.”
Riattaccò il telefono, e cominciò a sogghignare soddisfatta.



Salve bella gente! Da quanto non aggiorno...
Non devo dire nulla in particolare, solo che è un capitolo molto scleroso, e abbastanza forte. Sì, questa cosa è successa a me. E' una storia autobiografica, come ho ribadito troppe volte v_v C'è anche quella matta di Nico(Baka), che in realtà è Kokoro; mentre io sono Lucinda. E Paul è.... un cactus(troppo lungo da spiegare, vi annoierò sicuramente).
Bene! Ringrazio quelli che hanno letto il capitolo e che lo recensiranno. I love you sooo much♥
La vostra ben e amata(?) Koh~
 
P.s. Come al solito è cortissimo, ma va beh♥
   
 
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