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Autore: UnbreakableBond    30/03/2012    0 recensioni
Due ragazze sopravvissute.
Fuoco ed acqua, Fanny e Sophia, Fenice e Ninfa.
Ma qualcosa di oscuro si cela in questa coincidenza.
I segreti saranno rivelati, ciò che è sempre stato nascosto verrà riportato alla luce.
Il destino le farà incontrare.
Una nuova guerra incombe su Death City.
Può una profezia, ormai persa da anni, scongiurare tutto questo?
Genere: Fantasy, Guerra, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Last.'
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Scontro


Stein
A Stein girava questo pensiero per la testa da giorni. Forse, era il caso di proporla Shinigami, dopo tutto non aveva nulla da perdere. La mattina presto, si svegliò di buon'ora; si mise gli occhiali, buttando un'occhiata sbieca alla stanza dove dormiva: buia, con quadri raccapriccianti alla parete (organi, corpi vivisezionati etc.). Fece colazione, si lavò, si vestì e si incamminò vero la scuola.
« Sarei così curioso di sapere come sono fatte... »
E così borbottava, camminando verso la Shibusen con diversi libri sotto braccio. Una volta arrivato alla scuola, andò verso la Death Room: trovava sempre affascinanti le diverse ghigliottine disposte a creare una specie di corridoio.
« Shinigami-sama! Shinigami-sama! Devo proporti un'idea! ».
Stein correva in modo buffo, con i capelli corti che si muovevano all'unnisono con il camice rattoppato.
« Cosa vuoi? ». Biascicò Shinigami, girandosi di malavoglia verso il professore.
« Cosa ne diresti di far combattere Fanny contro qualche altro studente? Almeno così potrebbe perfezionare la risonanza! »
Shinigami fece una piccola pausa, poi parlò: « Capisci che così la metteresti in pericolo? Qualche studente assetato di potere potrebbe ucciderla per prendere la sua anima ».
Stein capiva che, nonostante la maschera allegra e candida, si nascondeva ancora lo Shinigami che distruggeva villaggi e sterminava streghe.
« Lo capisco benissimo, Shinigami-sama. Ma /tu/ devi capire che quella ragazza non può vivere nascondendo la sua potenza. E' una Fenice, il fuoco che scorre nelle sue vene, se trattenuto a lungo, può distruggerla dall'interno. Tu lo capisci questo, Shinigami-sama? ». Shingami si zittì.

Sophia
« Ryu, ce l'abbiamo fatta! »
Sophia saltò praticamente al collo di Ryu. Lo strinse a se', ridendo allegramente. Era felice, c'erano riusciti.
« Sì streghetta! Ce l'abbiamo fatta! ». Anche Ryu sorrideva, sorrideva di cuore.

Avevano deciso di andare direttamente da Shinigami, quella mattina. Così si sarebbero fatti consigliare una strega a cui rubare l'anima. Così, Ryu, sarebbe diventato falce della morte.
« Tranquilla, Sophia, resterò con te finché non sarai in grado di difenderti da sola ». Il ragazzo le fece l'occhiolino e Sophia arrossì.
I due ragazzi camminavano verso la Death Room, ma quando arrivarono nella stanza Shinigami non era solo: con lui c'era il professor Stein. "Che figo", pensò Sophia, fissando il professore con un'aria dannatamente idiota per la ragazza. Stavano parlando di far combattere qualcuno con qualcun'altro. Mentre discutevano, Sophia pensò d'intromettersi.
« Shinigami-sama! Shinigami-sama! Io ed il mio compagno d'armi Ryu siamo riusciti a raccogliere novantanove uova di Kishin! ». La ragazza correva verso Shingami, tenendo Ryu per la mano. La felicità che la ragazza provava in quel momento la aiutava a nascondere l'odio che provava verso quel dio che indossava quella maschera. Appena Sophia si fece vedere, Stein cominciò a fissarla con un'aria strana. La ragazza si sentiva dannatamente in imbarazzo.
« E-Ecco. S-Siamo venuti qui p-per farci consigliare da te u-una strega a cui rubare l'anima ». Sophia parlava con Shinigami, ma guardava dritto verso Stein.
« Ryu, perché non ammazzi direttamente la tua compagna d'armi? Poi mi porti il corpo e il la viviseziono! ». Stein sorrideva in modo sadico, mentre Ryu lo guardava con un'aria di disprezzo ed odio.
« Prof, non credo sia una buona ide- ». Ryu fu interrotto dalla risata che gli saliva in gola: Shinigami aveva colpito il professore con un suo Shinigami Chop, facendolo cadere a terra.

Fanny
Era ferma dinnanzi allo specchio da chissà quanto tempo. I lunghi capelli neri le ricadevano sul seno mentre gli occhi, color del ghiaccio, fissavano assenti l’immagine smunta e cupa riflessa nello specchio. Si torturava le labbra, mordendole quasi a sangue, convinta di poter scacciare quei brutti pensieri. Posò leggera una mano sul fianco sinistro ed accarezzò quei profondi tagli. Qualche piccola goccia di sangue tentava ancora di sgorgare ma in gran parte erano rimarginati. Una lacrima scese sul suo volto e le percorse l’incavo del collo provocandole brividi.
« Troppo debole. » sussurrò fievolmente.
La voce di Kid le rimbombava nella testa. “Papà deve parlarti a proposito di un allenamento speciale, combatterai contro uno studente”
Aveva paura.
Troppo debole da sola.
Troppo potente assieme a Soul.
Voleva combattere ma allo stesso tempo aveva paura di mostrarsi in pubblico. Infondo lei cosa era? Soltanto un mostro. Uno stupido uccello.
Rabbrividì al tocco gelido di una mano sulla sua spalla. Si coprì il tatuaggio alla meno peggio, odiava che Soul lo vedesse, e si girò di scatto. Si beò del calore del petto della sua buki e del suo profumo di vaniglia.
Non lo amava, non poteva.
Sentiva però nel profondo della sua anima che Soul, dopo l’incidente del vicolo, si stava ricavando un posto speciale nel suo cuore.
« C-credo che dovresti vestirti perché tra poco inizia l’allenamento. » mormorò imbarazzata la buki. Fanny annuì e s’infilò velocemente una delle sue tante maglie larghe con sotto una canotta. Le adorava, soprattutto quando il vento le faceva svolazzare, diceva sempre che le sembrava di volare.
Andarono a piedi, quel giorno, beandosi del calore del sole d’inverno. C’era la neve a Death City e Fanny non poteva essere più felice. Adorava la neve, fin da bambina quando la sentiva rammentare nelle storie che la madre la raccontava, ma non l’aveva mai vista così da vicino. Il suo era un villaggio di fenici, di fuoco, la loro temperatura non permetteva alla neve di posarsi. Per questo la ragazza dai lunghi capelli neri si ritrovava a saltellare allegra nei cumuli intonsi di candida neve e puntualmente la sua buki la intimava di coprirsi se non voleva beccarsi un malanno. Lei puntualmente sorrideva e lo rassicurava dato che la sua temperatura corporea, come minimo, sfiorava i 40°. Arrivati alla Shibusen s’incamminarono su per l’immensa gradinata e Fanny perse l’equilibrio a causa del sottile strato di ghiaccio. Soul la tenne per il braccio e la strinse a se temendo che si fosse fatta male, solo in seguito Fanny si renderà conto che quel piccolo gesto da parte della sua buki le fece perdere un battito. La meister incrociò per un attimo i suoi ghiacciai
nei rubini del suo compagno e le sue guance avvamparono.
Bruciavano ardentemente di un sentimento così strano.
Non poteva provarlo per Soul, lei era destinata a Nail.
Il pensiero di Nail destò Fanny dai suoi pensieri. Lo cercò con lo sguardo, sapeva che l’attendeva dinnanzi all’entrata della scuola, ma la paura che se ne fosse andato nuovamente l’attanagliava. Finalmente riuscì a scorgere il suo cielo personale. Gli corse incontro sorridente, il cuore batteva forte nel suo esile petto. Il ragazzo dalla pelle d’ebano sentendosi abbracciare da due candide e delicate braccia si lasciò sfuggire un debole sorriso.
Soffriva.
Le braccia fasciate gli dolevano come non mai.
Ma avrebbe sopportato qualunque cosa affinché la sua dolce Fenice fosse stata lontana dalla grinfie di Medusa.
Si girò e strinse Fanny al suo petto. Assaporò il sapore di fragola dei suoi capelli e le baciò la fronte.
Scottava. Più o meno come il suo petto in questo momento.
Da quanto tempo la desiderava? Mesi, anni, forse dal primo momento in cui l’aveva vista.
D’un tratto le alzò il viso, aveva ancora gli occhi chiusi ed un’espressione sognante, si avvicinò lento e la baciò.
Un bacio casto, senza troppe pretese.
Un bacio che la sua anima ,logorata dal sangue nero, chiedeva da troppi anni.
Fanny aveva cercato quel bacio come un assetato cerca l’acqua.
Desiderava Nail più di ogni altra cosa, più della sua stessa vita.
Se prima aveva dubitato sul loro legame adesso ne era certa.
Lei era sempre stata sua, sua e di nessun altro.
Lei lo possedeva e sarebbe stato così per sempre.
Quello fu il gesto più dolce che Nail potesse fare ma allo stesso tempo il più stupido.
Una ragazza, dagli occhi color del cielo e dai lunghi capelli bianchi legati in due buffe code, si avvicinava a passo svelto nel grande piazzale seguendo il professor Stein poi si bloccò di colpo. Quel barlume di allegria che la contornava svanì di colpo, come se la vista dei due amanti avesse eliminato ogni sua ragione di vita, ed un odio profondo prese il suo posto. La sua arma prese posto accanto a lei e la fissava con i suoi occhi viola.
Sull’ultimo gradino, vicino al muretto, se ne stava un ragazzo dai profondi occhi rossi e dai buffi capelli bianchi.
Lui aveva perso la testa per una Fenice.
Aveva perso la testa per i suoi lunghi capelli neri al sapore di fragole.
Aveva perso la testa per i suoi profondi occhi di ghiaccio.
Aveva semplicemente perso la testa per lei.
Ma era consapevole che non sarebbe mai stata sua.
Lui le aveva dato la vita, quella sera, perché ormai non aveva più niente.
Come poteva sperare che una come lei si sacrificasse per lui?
Era diventato un legame a metà e lo sarebbe sempre stato.
« Soul smettila di dormire! Dobbiamo iniziare il combattimento! » gridò allegra Fanny.
Soul si destò dai suoi pensieri e la seguì al centro del piazzale. Si trasformò.
Nonostante si fosse rassegnato, un brivido lo percorse quando Fanny lo afferrò pronta per combattere.
Finiva sempre così.
Lei lottava per vincere.
Lui per averla.
Gli sfidanti, Sophia e Ryu erano già pronti e li attendevano ansiosi.
Gli studenti accorsero curiosi e si accerchiarono attorno alle due meister.
I professori assistevano preoccupati.
Ma nessuno sapeva cosa provavano le due ragazze.
La mora teneva stretta la falce, il fuoco stava cominciando a prevalere sulla sua anima.
L’albina stringeva il suo arco, il ghiaccio stava lentamente prendendo il controllo della sua anima.
Shinigami-sama osservava preoccupato l’imminente scontro dalla Death room. Sapeva che sarebbe finita male, erano in pericolo.
Era un momento di tensione. Nessuno parlava. Nessuno osava disturbare le due meister.
Fu il professor Stein a parlare.
« Gli alunni sono pregati di stare a debita distanza. I professori devono mantenere l’ordine e in quanto a voi due, dovete combattere a piena potenza. » l’ultima frase la sussurrò alle orecchie delle due ragazze che teneva sottobraccio.
Fanny era terrorizzata, temeva di fare del male a qualcuno.



Stein.

Le due meister si fissavano. Stein riusciva a vedere le loro anime: fuoco ed acqua, una lotta eterna. Quelle essenze racchiuse nelle due ragazze non facevano altro che stuzzicarsi a vicenda, aumentando l'odio e l'astio che l'una provava per l'altra.
Poi, la ragazza dai lunghi capelli si mosse veloce, cominciando a colpire goffamente Sophia con la falce. La ragazza più minuta parava i colpi con l'arco ma Fanny, anche se un po' goffa, era veloce. Uno dei colpi era andato a segno: la coscia di Sophia sanguinava.
Stein vide un ragazzo dalla pelle scura, che si agitava accanto a lui.
« Nail, cosa c'è che non va? »
Nail alzò gli occhi azzurri, fissando il professore.
« Secondo lei chi vincerà, sensei? »
Stein sorrise, sistemandosi gli occhiali sul naso.
« E' difficile dirlo, per ora. Però, Sophia è già stata ferita ».
Intanto, qualcosa simile ad un tifo, si faceva più forte dall'altra estremità del "campo". Un ragazzino dai capelli blu, pettinati in modo da somigliare ad una stella, agitava dei buffi ponpon; indossava una ridicola divisa da cheerleader bianca e rossa. La gonna a pieghe si muoveva in un modo a dir poco osceno, quasi che a Stein veniva da vomitare. Mentre faceva un tifo spudorato per Soul Evans, la sua compagna Tsubaki gli chiedeva di stare calmo. Stein portò le dita alle tempie, ricordandosi di punire Black Star alla fine dello scontro. Se quel ragazzo non si da una calmata, pensò, lo ammazzo.
Intanto il combattimento continuava: Fanny continuava a colpire Sophia. I colpi veloci le sfioravano le braccia, il viso, le gambe, ma la ragazza riusciva a parare con successo quasi tutti gli attacchi.
Intorno alla falce, cominciava a formarsi un sottile e quasi trasparente lama di anima. Ci siamo, pensò Stein.
E infatti, ecco che la lama cominciava a coprirsi di fiamme dorate. Prima piccole, poi quasi raddoppiavano la dimensione della falce. Sophia si era spostata con un balzo all'indietro, trovandosi alla distanza giusta per cominciare a scagliare i suoi attacchi. La ragazza formava quattro o cinque frecce di anima alla volta, scagliandole in diverse direzioni, cercando di anticipare gli spostamenti di Fanny. Stein capiva che Sophia era in difficoltà: nonostante la distanza fosse giusta, non riusciva a mirare il collo e le caviglia, i punti che di solito congelava grazie alla risonanza.

Sophia.

Era nei guai. Non poteva farsi battere da Fanny, ma non poteva nemmeno usare la risonanza. Stranamente, Shinigami le aveva detto di non usare i suoi poteri per nascondere la sua anima. Ma non ricorrere al ghiaccio ed all'acqua che scorreva nelle sue vene era uguale ad una sconfitta se Fanny l'avesse attaccata da vicino.
Poi, lo vide: Fanny teneva la falce con una sola mano, anche in bella vista.
« Devo solo mirare... »
« Stai calma, Phia ». La voce di Ryu riecheggiava dall'arco. Le dava sicurezza sapeva che lui era lì, accanto a lei.
Sophia socchiuse gli occhi. Fanny si muoveva troppo, ma forse, scagliando due o tre frecce di seguito avrebbe potuto prenderla.
La prima freccia andò a vuoto, conficcandosi nel terreno per poi scomparire. La seconda, invece, colpì la lama della falce, dissolvendosi come la prima. La terza si conficcò nella mano di Fanny. Ma non scorreva sangue. Le frecce d'anima rallentavano l'afflusso di sangue alle parti del corpo colpite, così da intorpidirle.
« Perfetto! ». Ma Fanny aveva preso la falce con l'altra mano.
Devo mirare ai piedi, pensò Sophia. Di nuovo, dopo la seconda freccia entrambe le gambe di Fanny erano intorpidite: non poteva muoversi.
« Alla falce, Phia! Mira a Soul! Scaglialo lontano da Fanny! ». Di nuovo, la voce di Ryu riecheggiò dall'arco.
Una freccia ben mirata e la falce fu scagliata a qualche metro di distanza da Fanny.

Il professor Stein alzò una mano, sorridendo in modo sadico.
« Abbiamo una vincitrice, direi ».








*L'angolino della VERGOGNA*
Uhm beh, il nostro primo capitolo a 4 mani. Non trucidateci.
Tanti baci.
  
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