Videogiochi > Assassin's Creed
Segui la storia  |       
Autore: Morgan__    01/04/2012    6 recensioni
Sin da piccola ho vissuto nella consapevolezza che la mia famiglia nascondesse un segreto,un segreto che non poteva essere rivelato a nessuno. Al compiere dei miei sedici anni di vita mi venne rivelato quel segreto.
La mia famiglia custodiva,da secoli ormai,ancor prima che Roma venisse fondata,un potente manufatto che era passato tra le mani dei grandi Imperatori romani,da Gaio Giulio Cesare,non Imperatore di nome ma di fatto,a Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto,primo vero Imperatore di Roma,meglio conosciuto come Augusto,e così via,fino ad arrivare a noi,la loro discendenza.
Ma ormai il manufatto non era più al sicuro,così fui costretta ad andarmene,contro il mio volere,da Roma per portare con me il manufatto.
Però non servì a niente. La mia famiglia venne uccisa lo stesso.
Per mano di Cesare Borgia. E io,io venni imprigionata a Castel Sant'Angelo e per mesi cercarono di farmi parlare.
Ormai avevo perso la fiducia in tutto e in tutti.
Questo prima di incontrare Ezio Auditore e gli Assassini.
Grazie a loro ho ricominciato a credere nel prossimo.
Mi chiamo Giulia Colonna e questa è la mia storia.
[CONCLUSA]
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

13




Ancora non ci potevo credere.
Era da tanto tempo che aspettavo la sensazione di libertà che mi pervase in quel momento;la libertà di poter amare senza timore.
E,finalmente,quella libertà era anche mia.
Avrei voluto gridare fino ad esaurire la voce,oppure correre a piedi nudi su di una distesa d'erba fino a quando la stanchezza non mi avrebbe impedito di continuare.
In quel momento ero convinta di poter fare qualsiasi cosa.
Sentivo che era così.
Alzai il volto lentamente e non appena incrociai il suo sguardo sorrisi.
Ezio ebbe appena il tempo di ricambiare il sorriso che subito sentimmo nelle vicinanze le voci delle guardie che ancora ci stavano cercando.
-Dobbiamo allontanarci.-mormorò l'Assassino prima di emettere un fischio di richiamo.
Poco dopo il cavallo corazzato comparve da dietro una stradina e si avvicinò trotterellando.
Dopo essere montato velocemente Ezio si voltò verso di me e,porgendomi la mano con un sorriso malandrino sul volto,mi chiese con galanteria di salire in sella.
Non appena mi misi comoda alle sue spalle mi consigliò di reggermi bene,e subito dopo spronò il cavallo al galoppo.
Mi strinsi maggiormente alle cinghie della sua corazza quando spronò ulteriormente il cavallo e in pochi minuti uscimmo dal centro abitato ritrovandoci nell'aperta campagna.
-Dove stiamo andando?-chiesi poco dopo.
-In un posto sicuro.-rispose semplicemente Ezio mentre,notando un drappello di guardie,deviava il percorso prendendo una strada alternativa a quella che stavamo percorrendo.
Non appena seminammo le guardie e sentii il suo corpo rilassarsi sotto l'armatura,appoggiai il capo sulla sua schiena e mi misi,in silenzio,ad osservare la campagna.
Ogni tanto intravedevo antiche rovine di templi romani,altre volte semplici colonne che,per pura fortuna,si stagliavano ancora verso il cielo.
Non so come mai,ma quelle rovine mi riportarono alla mente il frutto dell'eden.
Gliene dovrei parlare,pensai mentre mi stringevo di più a lui.
Appena sentii una sua mano posarsi sulle mie l'afferrai decisa e intrecciai le nostre dita.
-Ezio...-iniziai quasi senza voce.
-Parleremo. Dopo.-mi interruppe l'Assassino,-siamo quasi arrivati.-
Alzai leggermente il capo e notai,in lontananza,le mura Aureliane e,dietro di esse,la Trinità dei Monti.
Quando Ezio iniziò a far rallentare il destriero intravidi una donna ferma di fronte ad una casa. Sembrava che attendesse il nostro arrivo.
Il cavallo iniziò a rallentare e nel giro di qualche secondo si fermò di fronte alla donna.
-Scusate il ritardo Madonna,-iniziò Ezio prima di smontare,-abbiamo avuto qualche contrattempo.-concluse lanciandomi un'occhiata significativa per poi aiutarmi a scendere.
-Di certo non mi aspettavo che sareste arrivati in orario,-iniziò la donna sorridendoci,-piacere di conoscervi.-concluse rivolgendosi a me.
-Piacere mio Madonna...-
-Margherita.-si presentò la donna,-e voi dovete essere Madonna Giulia.-constatò.
-Si.-risposi semplicemente,senza domandare come facesse a sapere il mio nome.
-Seguitemi.-ci invitò poco dopo voltandosi e iniziando a salire una piccola scalinata.
Mentre la seguimmo Ezio mi si avvicinò:-Margherita è una nostra amica. Tre anni fa mi curò da una grave ferita.-mi spiegò.
-Allora dovrò ringraziarla due volte.-mormorai osservandola.
-Dovresti.-disse con un sorriso.
Quando ci accorgemmo entrambi che mi si era rivolto senza il tono formale che fino ad allora aveva usato rimanemmo in silenzio per qualche secondo.
All'improvviso gli presi la mano e la strinsi.
-Secondo te siamo davvero al sicuro?-chiesi,come se niente fosse.
-Si,-rispose poco dopo,-e comunque ci sono alcuni Assassini che sono sempre pronti ad intervenire ad un mio cenno. Aspetteremo un paio d'ore,poi faremo ritorno alla Rosa in Fiore.-concluse mentre entravamo all'interno della modesta casa.
Mi guardai attorno e notai che l'abitazione conteneva mobilia abbastanza curata,anche se ben poca. Un letto era addossato al muro in fondo alla stanza,un camino di medie dimensioni era situato sulla parete sinistra e di fronte ad esso vi erano un paio di sedie e sgabelli in legno.
-Accomodatevi pure,vi ho preparato qualcosa di caldo.-ci invitò Margherita,facendoci strada.
Ezio si abbassò il cappuccio e con un accenno di ringraziamento si avviò verso il camino.
Lo seguii e mi sedetti sulla sedia rimasta libera.
Seguii con lo sguardo Margherita che stava versando da bere in due bicchieri d'ottone per poi porgerceli con un sorriso caldo sulle labbra.
-Grazie.-mormorai prendendo il bicchiere.
Sentii mormorare un ringraziamento anche da Ezio e poi calò il silenzio.
Lo osservai per qualche secondo.
Ora che le cose tra di noi erano cambiate non sapevo più come comportarmi.
Avrei dovuto continuare a rivolgermi a lui come avevo sempre fatto? Oppure potevo iniziare a chiamarlo in un altro modo? Non mi ero mai ritrovata in una situazione del genere,quindi non sapevo proprio come comportarmi.
-...Giulia?-
La voce di Ezio mi riportò con i piedi per terra.
-Si?-
-Tutto bene?-
-Sisi...tutto bene.-risposi con un sorriso,cercando di non far notare la mia agitazione.
-Se vuoi parlarmi di quello che è successo stanotte...io sono qui. Non è mai facile,soprattutto la prima volta.-disse appoggiando il suo bicchiere sullo sgabello ai suoi piedi.
Ci misi qualche secondo per capire che parlava di Ippolito.
-Non serve parlarne. Ormai è fatta.-risposi spostando lo sguardo sulle braci del camino.
-Ricordo...-iniziò dopo qualche secondo Ezio,-che dopo aver ucciso Uberto Alberti mi sentii completamente vuoto,non provavo soddisfazione o altro. Mi sentii abbracciare da un forte senso di pace. Una pace in cui tutti i miei sensi venivano azzerati.-
-Come la morte.-mormorai.
-Già...come la morte.-ripeté nel silenzio della casa.
-E poi?-chiesi dopo qualche secondo,riportando lo sguardo su di lui.
-E poi mi ritornò in mente l'immagine di mio padre e dei miei fratelli con il cappio attorno al collo,e in quel momento capii che quello che avevo fatto lo dovevo a loro.-
-Potevi sempre rivolgerti ad un tribunale.-mormorai.
-E a quale?-domando voltandosi verso di me,-Come minimo la giuria sarebbe stata composta da Templari o loro simpatizzanti...magari sarebbero riusciti pure a condannarmi a morte. Anzi,è sicuro che sarebbe stato così.-
A quella sua risposta rimasi in silenzio e riportai lo sguardo sulle braci del fuoco che si stava sempre più spegnendo.
All'improvviso un forte senso di spossatezza iniziò a impossessarsi di me.
Sentii gli occhi iniziare a chiudersi,ma cercai lo stesso di non cedere.
Tutti gli eventi di quella giornata mi dovevano aver affaticato fisicamente e mentalmente più di quanto avessi pensato.
-Dormi,Giulia. Ti sveglierò io quando dovremo ripartire.-mi disse Ezio con un sorriso.
-No,sto bene.-cercai di protestare.
-Fai come ti dico per una volta.-continuò alzandosi e porgendomi una mano.
L'afferrai e lo seguii fino al letto sul quale mi fece stendere per poi sedersi al mio fianco.
Ci guardammo per qualche secondo in silenzio.
-Cosa succederà ora?-gli chiesi.
-Parli in generale?-mi chiese con un sorrisetto divertito.
-Anche.-risposi ricambiando il suo sorriso.
-Ora che abbiamo eliminato i fondi di Cesare non ci resta che mettere fuori gioco un altro dei suoi generali che potrebbe darci problemi.-
-Chi?-
-Octavien de Valois.-
-In che modo potrebbe darvi dei problemi?-
-Comanda le truppe francesi di Cesare. Insieme alle truppe papali forma un notevole esercito e questo non è certo a favore nostro.-
-Quindi eliminando il generale,elimini metà del problema.-conclusi.
-Esatto.-
-E per quanto riguarda...noi?-chiesi quasi titubante.
-Ormai sai cosa provo per te.-mormorò Ezio.
Mi alzai a sedere avvicinandomi di più a lui:-Sai che vorrei restare al tuo fianco,in tutto ciò che fai.-
-Fallo,allora.-disse,prima di sfiorare le sue labbra con le mie,-Ora riposati un po',ti richiamerò tra circa un'ora.-concluse prima di darmi un leggero bacio sulla fronte ed alzarsi.
Qualche secondo dopo mi addormentai.



Un mare di fuoco investe la città.
Le alte mura sono sovrastate.
Il nemico si sta espandendo all'interno delle mura,presto arriveranno al palazzo e al Sacro Tempio.
“Salva il Frutto.”



Mi svegliai di scatto e,mettendomi a sedere,mi guardai attorno per essere sicura di non essere ancora circondata dalle fiamme del mio sogno. Quando incontrai lo sguardo di Margherita che mi si avvicinava preoccupata ricordai degli eventi accaduti prima che mi addormentassi e del luogo in cui mi trovavo.
-State bene?-chiese.
-Si,tutto bene.-rispondo cercando di calmare il respiro,-dov'è Ezio?-chiesi non vedendolo in casa.
-E' uscito,sta sellando il cavallo.-disse mentre mi alzavo dal letto,- Vi stavo per svegliare,è l'ora che andiate.-
Mi diressi insieme a lei verso la porta. Quando uscimmo di casa vidi Ezio che stava sistemando la nuova sella. La corazza a placche era sparita.
-Così passeremo inosservati.-spiegò Ezio non appena ci avvicinammo,-vi ringrazio per l'ospitalità Margherita.-disse poi inchinando il capo nella sua direzione.
-Quando è possibile fare qualcosa contate pure su di me.-rispose la donna con un sorriso.
Mi avvicinai a Ezio,che intanto stava montando sul cavallo,e ringraziai anche io la donna.
Non appena salii in sella l'Assassino mi avvertì di reggermi con forza perché avremmo fatto una bella galoppata fino alla Rosa in Fiore.
Dopo un ultimo saluto a donna Margherita partimmo.



Appena arrivammo alla Casa del piacere capimmo che qualcosa non andava.
Di fronte al portone due delle ragazze che ci avevano accompagnato quella notte stavano piangendo. Le vidi abbracciarsi mentre una delle due sussurrava qualcosa all'altra.
-Dove sono Claudia e mia madre?-chiese Ezio non appena smontò da cavallo.
-Eravamo tornate col denaro. Ci hanno seguite.-spiegò la bionda mentre l'altra cercava di riprendersi.
-No...-mormorai smontando a mia volta dal cavallo senza l'ausilio di Ezio che,senza esitazione, si precipitò al portone non appena sentì quello che era accaduto.
Lo seguii e quello che vidi non appena Ezio aprì il portone d'entrata mi stupì.
I corpi delle guardie erano riversi a terra mentre Claudia,incolume,si voltò verso di noi tenendo ben ferma l'impugnatura del suo stiletto.
-Ebbene?-chiese non appena ci notò.
-Mia sorella sa come si impugna un coltello.-commentò Ezio.
-E sono pronta a rifarlo se serve.-disse Claudia maneggiando con abilità il pugnale.
-Parli come una vera Auditore.-
A quel commento Claudia sorrise.
Non potei vederlo,perché ero alle sue spalle,ma sono sicura che anche Ezio stesse sorridendo.
-Finalmente siete tornati in voi.-disse Madonna Maria facendosi avanti,-alla buon'ora dico io!-esclamò contenta.
Andai ad abbracciare Claudia mentre Ezio si avvicinò a Madonna Maria per chiedere dei soldi del Banchiere.
-Com'è andata?-chiese non appena sciogliemmo l'abbraccio.
Guardai Ezio che,senza accorgersi di essere osservato,stava continuando a parlare con la madre.
-Bene. Decisamente.-risposi con un sorriso.
Vidi Claudia lanciare una veloce occhiata al fratello per poi riprendere a parlare:-Direi che a questo punto possiamo darci del tu.-disse.
-Ne sarei felice.-
-Bene,Giulia. Benvenuta in famiglia.-disse sorridendo.
All'improvviso tutto fu interrotto dal portone che si aprì all'improvviso andando a sbattere contro la parete.
-Claudia!-urlò una voce maschile.
Non appena riconobbi la voce mi voltai sorpresa.
Diego.
Lo vidi abbassare lo sguardo sui corpi delle guardie per poi rialzarlo notando la mia presenza e quella di Ezio. Per un attimo ebbi l'impressione che fosse sbiancato incrociando lo sguardo dell'Assassino.
Lanciò una veloce occhiata a Claudia per poi,nell'assoluto silenzio,richiudere la porta ed avvicinarsi di qualche passo.
-Ho sentito dire che le ragazze erano state seguite da alcune guardie.-spiegò rivolgendosi a Ezio mentre cercava di nascondere il volto sotto al cappuccio.
-Capisco. Ti devi essere molto preoccupato quando l'hai saputo.-rispose Ezio osservandolo attentamente.
-Si. E' vostra sorella.-
Sembrava che volesse aggiungere qualcosa,ma poi si fermò.
Vidi Ezio avvicinarsi a Diego fino a ritrovarsi l'uno di fronte all'altro.
-Non importa che continui a mentire,Diego,so bene che hai una storia con mia sorella.-disse all'improvviso.
-Davvero?-chiesi rivolgendomi a Claudia che,senza rispondermi,si fece avanti mettendosi tra Diego e suo fratello.
-Come l'hai saputo?-chiese.
-Dai ladri. Tempo fa notai che ti comportavi in modo strano,come se stessi nascondendo qualcosa. O qualcuno.-concluse guardando Diego.
-Da quanto lo sapete?-chiese il mio migliore amico.
-Da abbastanza.-
-E non avete mai detto niente?-domandò stupito.
-Perché avrei dovuto?-disse Ezio dopo qualche secondo di silenzio,-siete un buon Assassino,ma soprattutto un brav'uomo. E poi mia sorella di certo non è il tipo da chiedere il permesso.-concluse Ezio con tono divertito.
-Su questo hai ragione,fratello.-disse Claudia con un sorriso,incrociando le braccia al petto.
-Quindi ho il vostro permesso...-mormorò Diego.
-Per quel che vale,si.-
-Allora voi avete il mio.-disse di rimando.
-Per cosa?-
-Per poter stare con Giulia.-
Vidi Ezio abbassare il capo e notai le sue spalle scuotersi leggermente,come se stesse soffocando una risata.
-E' inutile dire che se farai soffrire mia sorella non la passerai liscia,giusto?-chiese infine.
-E' inutile dire che lo stesso discorso vale anche per voi.-rispose Diego.
-Bene.-affermò Ezio sollevando la mano.
-Bene.-ripeté il mio amico stringendogliela.
-Perché tutto questo mi sembra così poco romantico?-chiesi avvicinandomi ai tre.
-In effetti hai ragione. Sono uomini,che ci vuoi fare?-commentò Claudia con un sorriso sulle labbra.
-Va bene,-disse Ezio con un sospiro,-chiama qualcuno per far sparire i corpi.-disse rivolgendosi a Diego senza dar nota di aver sentito i nostri commenti,-Claudia,occupati dei soldi del Banchiere.-
Vidi Claudia spostare lo sguardo su Diego per scambiare un'occhiata con lui.
-Va bene.-disse poco dopo allontanandosi.
Ci salutò anche Diego dicendo che avrebbe provveduto al più presto alle guardie che ancora stavano riverse sul pavimento.
-Domani mattina svegliati di buon'ora,ti porto con me.-disse Ezio,una volta rimasti soli.
-Dove andiamo?-chiesi.
-E' una sorpresa.-disse per poi prendermi la mano e baciarmi il dorso,-Buonanotte,Madonna.-concluse con un sorriso appena accennato sulle labbra.
Lo vidi uscire e,con un sorriso sereno,raggiunsi Claudia.



***



-Stiamo andando verso l'isola Tiberina o sbaglio?-chiesi mentre stavamo raggiungendo Ponte Fabricio.
-Non sbagli.-
-E cosa c'è sull'isola Tiberina?-chiesi incuriosita.
-Porta pazienza.-disse Ezio voltando leggermente il capo.
Cercai in tutti i modi di capire dove volesse portarmi Ezio,ma sinceramente sull'isola Tiberina non c'era niente che potesse farmi pensare ad un luogo speciale.
Questo fino a quando non mi tornò in mente il discorso fatto con Diego tempo prima.
Sorrisi.
-Credo di aver capito.-mormorai.
-Cosa?-
-Non te lo dico.-
Sentii Ezio sospirare:-Va bene,non dire niente.-
Poco dopo ci fermammo di fronte ad un'abitazione a più piani. Davanti ad essa,oltre la strada trafficata da persone,vi era un piccolissimo cortile in cui riposavano una paio di cavalli. Per il resto l'abitazione era circondata da altri edifici abitati;a nessuno sarebbe mai venuto in mente che quello fosse il covo degli Assassini.
Ezio smontò di cavallo e dopo di ché mi aiutò a fare altrettanto. Dopo aver portato il destriero all'interno del piccolo cortile mi condusse verso l'entrata che rientrava leggermente all'interno dell'edificio.
Scendemmo qualche scalino e ci ritrovammo di fronte al portone.
-Una volta entrata qui,non potrai più cambiare idea.-disse Ezio posando la mano sulla maniglia.
-E' da tempo che niente mi farebbe cambiare idea.-dissi sicura appoggiando la mano sopra la sua.
Ezio sorrise ed insieme aprimmo la porta.
-Benvenuta nel covo degli Assassini.-disse entrando.
Di fronte a me si aprì una scalinata in discesa.
Mentre scendevamo gli scalini avevo il cuore che mi batteva a mille.
Mi guardai attorno con meraviglia e curiosità. Quella era la base in cui operavano gli Assassini.
Era una cosa incredibile.
Sceso l'ultimo scalino mi ritrovai in una sala drappeggiata di stendardi rossi con il simbolo della Confraternita.
In alcuni punti la pietra bianca delle pareti era rivestita di tessuto,mentre su altre pareti alcuni arazzi erano appesi facendo bella mostra di se. Candelabri d'ottone illuminavano la sala,aiutati dai candelabri appesi al soffitto.
Dalla sala principale si aprivano altre stanze che da dove mi ero fermata riuscivo a scorgere appena.
Notai alla mia sinistra una piccola libreria ed un tavolo disseminato di carte topografiche di Roma ed altri fogli dal contenuto cifrato,accanto alla libreria vi era una piccola scrivania sui cui erano impilati diversi libri,mentre altri erano ancora aperti,come se aspettassero che il lettore riprendesse la sua lettura da dove aveva interrotto.
In fondo,alla destra della sala,un enorme bancone riportava altre carte topografiche,stavolta però erano di altre zone d'Italia e del continente,dietro ad esso un'altra libreria occupava la parete.
Abbassai lo sguardo e notai diversi tappeti rossi stesi in direzione delle diverse sale.
Quando rialzai il capo ebbi come la sensazione di aver già visto quel luogo. Il che era improbabile,visto che non c'ero mai stata.
-...Cesare ha già tentato di eliminarla,ora è troppo importante per lasciarla uccidere dai suoi vecchi compagni.-
Sia io che Ezio ci voltammo all'unisono verso la voce maschile che aveva parlato.
Dopo un secondo nella sala comparve un uomo vestito con abiti pregiati accompagnato da un Assassino che riconobbi subito in Francesco. Non appena ci notò ci salutò con un cenno del capo,per poi riportare l'attenzione sull'uomo.
Osservai attentamente lo sconosciuto,studiando i suoi tratti austeri. Lo sguardo scuro profondo ed intelligente era il tratto più caratteristico della sua figura.
-Va bene,Mentore. La seguirò insieme ad Enu.-disse Francesco con un cenno del capo,-...per quanto riguarda quella cosa...-riprese poco dopo,-ho il vostro permesso?-chiese infine.
-Si. Fai ciò che devi.-affermò l'uomo. Francesco dopo averci fatto un ultimo cenno del capo sparì lasciandoci soli.
-Non mi aspettavo di vederti qui.-disse l'uomo poco dopo,rivolgendosi ad Ezio.
-Posso dire lo stesso di te. Come mai non sei a Castel Sant'Angelo?-chiese l'Assassino.
-Cesare,dopo quello che è accaduto ieri sera,è troppo occupato a cercare ancora una volta il favore del padre per preoccuparsi della mia presenza. Continuando così Cesare non troverà più appoggio nemmeno in lui,-rispose quello,prima di voltarsi verso di me,-deduco che voi siate Madonna Giulia.-
-E voi sareste...?-chiesi incuriosita.
-Niccolò Machiavelli,al vostro servizio.-disse inchinandosi leggermente.
-Avete problemi con la cortigiana?-chiese Ezio dopo qualche secondo.
-Cesare ha già provato ad eliminarla più di una volta e la ragazza non ci ha ancora rivelato tutti gli agenti templari,quindi ci preoccupiamo che non corra rischi inutili.-rispose Niccolò.
-Chi è questa cortigiana?-domandai.
-Fiora Cavazza. Fino a qualche tempo fa lavorava per Cesare,ma dopo un piccolo incidente ha deciso di spostare la sua fiducia,se così la vogliamo chiamare,altrove. A noi,nella fattispecie.-mi spiegò Ezio.
-Interessante.-commentai.
-Chi manca ancora alla lista?-chiese Ezio riportando l'attenzione su Niccolò.
-Un uomo chiamato Lupo. A quanto ci ha detto la ragazza è stato addestrato per assomigliare in tutto e per tutto a noi Assassini. Dovrebbe occuparsi di lui una di queste notti.-spiegò Niccolò avvicinandosi al tavolo ricoperto dalle cartine topografiche di Roma per afferrare una lettera dal sigillo ormai spezzato. Dopo di ché si voltò verso di noi.
-C'è dell'altro,non è vero?-chiese Ezio dopo qualche secondo di silenzio.
-L'altro giorno mi è stata passata questa lettera firmata da una persona che vuole offrirci il suo...aiuto.-spiegò Niccolò.
-Chi?-
-Il Cardinale Giuliano della Rovere.-
-Tempismo perfetto.-commentò sarcastico Ezio.
-A quanto c'è scritto nella lettera è da un po' che il Cardinale ci osserva. Sa chi siamo e quello che facciamo.-disse Niccolò passando la lettera in questione a Ezio.
-Mi chiedo come mai si sia fatto avanti ora.-si chiese Ezio con fare pensieroso.
-Sa che ieri sera il Banchiere è morto su nostra iniziativa,e a questo punto si chiede se questo non sia l'atteso inizio dell'atto finale della famiglia Borgia. Sai che da quando lo Spagnolo era un Cardinale,della Rovere ha cercato in tutti i modi di metterlo in difficoltà. Ha scritto che per un finale soddisfacente e rapido è disposto a darci il suo aiuto insieme alla sua benedizione.-concluse Niccolò incrociando le braccia.
-La sua benedizione non ci serve,ma il suo aiuto può rivelarsi utile.-commentò Ezio ridandogli la lettera.
-Un'ultima cosa,-continuò l'Assassino,mentre riponeva al sicuro la lettera tra le sue vesti,-Bartolomeo continua ad avere problemi con le truppe francesi. Dovresti andare alla Caserma il più presto possibile per risolvere la situazione.-concluse.
-Sta bene.-
-Bene. Ora torno a Castel Sant'Angelo. In caso di bisogno sai come contattarmi.-disse prima di spostare l'attenzione su di me,-è stato un piacere Madonna.-
Dopo di ché anche lui spari sotto lo sguardo attento di Ezio.
-Qualche problema?-chiesi poco dopo.
-Niente di preoccupante.-rispose voltandosi verso di me.
-Sai che puoi fidarti di me.-gli dissi notando una certa incertezza nella sua voce.
Dopo qualche secondo di silenzio si risolse a parlare:-Volpe pensa che Niccolò ci stia tradendo.-
-Come mai?-chiesi confusa.
-In questi ultimi anni si è avvicinato alla famiglia Borgia,lavora per loro e,va bene,la sua posizione si è fatta al quanto ambigua,ma non penso che ci stia tradendo. O almeno lo spero.-concluse con un sospiro.
-Non mi ha dato l'impressione di un traditore.-commentai.
-Una sola occhiata e già hai deciso se è un traditore oppure no?-mi chiese con un sorriso divertito.
-Non ho detto questo,ho detto che non mi ha dato l'impressione.-ribadì con tono fintamente irritato.
Lo sentii ridere divertito e,dopo avermi posato un veloce bacio sulle labbra,mi invitò a vedere il resto del Covo.



Qualche ora dopo ci ritrovammo nei pressi del Colosseo.
Il sole calante rendeva suggestiva la visione dell'immenso anfiteatro Flavio,segno di potere dell'imperatore Vespasiano e della sua famiglia.
Avevo passato le ore precedenti a conoscere ogni sala del Covo degli Assassini da cima in fondo e a fare anche la conoscenza di qualche nuovo Adepto.
Ezio mi aveva raccontato le tradizione della loro Confraternita,come ad esempio la storia della lama celata,l'arma identificativa degli Assassini.
Mi aveva raccontato che quando portò la polsiera di suo padre da Leonardo da Vinci per farla aggiustare,il suo amico gli disse che,per far funzionare correttamente l'arma,doveva amputargli l'anulare sinistro.
A quella rivelazione dovetti aver fatto una smorfia disgustata perché Ezio sorrise mostrandomi la mano in questione ancora del tutto intera,per poi rassicurarmi che quell'usanza non era più praticata all'interno della Confraternita.
Gli chiesi come mai una volta quella barbarie fosse usanza e lui mi spiegò che doveva essere una specie di atto di fede nei confronti degli Assassini e del loro credo.
Poi mi parlò di un certo Altair e del suo codice e di come era arrivato fino alle sue mani. Rimasi affascinata dal suo racconto.
Ma più Ezio mi rivelava cose sugli Assassini,più sentivo in me il peso del mio segreto.
Ormai non era solo una questione di ricambiare il favore,per così dire,ma era una cosa che volevo fare perché,a quel punto,mi fidavo ciecamente di lui.
-Ezio...-iniziai con un sussurro flebile.
Il rumore degli zoccoli del cavallo sembrava andare a tempo con il mio cuore che batteva all'impazzata.
Il momento della verità era arrivato.
-Si?-chiese volgendo leggermente il capo verso di me.
Lo strinsi forte e appoggiai il capo sulla schiena per poi mormorargli di portarmi alla Colonna Traiana.
-Come mai vuoi andare lì?-mi chiese.
-Perché devo dirti alcune cose.-risposi prima di chiudermi in un silenzio quasi tombale.
-Va bene.-disse prima di far partire al galoppo il destriero che aveva rubato da poco ad una guardia papale.
Mezz'ora dopo circa ci trovammo nei pressi della Colonna.
Non appena la vedemmo ergersi maestosa sulla piazza mi sentii mancare il respiro.
Sentii il cavallo sotto di me rallentare l'andatura fino a fermarsi del tutto. Ora la Colonna incombeva su di noi e io mi sentii quasi schiacciata dal suo peso.
Mi feci aiutare a scendere da cavallo per poi rimanere impalata a fissare la Colonna.
Sentivo Ezio accanto a me che,senza dire una parola,aspettava che fossi io a parlare.
-Sai la storia della mia famiglia?-gli chiesi poco dopo,continuando ad osservare i fregi della Colonna.
-So che siete stati una delle famiglie più potenti ed influenti di Roma sin dai secoli passati.-lo sentii rispondere. Sorrisi.
-Mio padre mi diceva sempre che il nostro cognome deriva proprio dalla Colonna Traiana,-iniziai per poi voltarmi verso di lui,-la mia famiglia discende dalla gens Iulia che a sua volta discende dalla gens Rominia e conseguentemente da Enea figlio della dea Venere. Così,almeno,vuole la leggenda.-dissi,riportando lo sguardo sulla Colonna,-mio padre mi raccontò che quando la città di Ilio bruciò sotto la mano achea,la dea Venere fece fuggire Enea insieme ad un Frutto dell'Eden.-rivelai.
Vidi Ezio spostare di scatto lo sguardo su di me.
-Già. Hai capito bene.-mormorai,-il frutto che,per secoli,aveva protetto Ilio venne salvato da Enea e portato fin qui. Una volta approdato Enea sposò Lavinia,figlia del capo dei Latini,e da allora il Frutto dell'Eden passò di padre in figlio. Passò per le mani dei gemelli Romolo e Remo,per quelle di Giulio Cesare,Ottaviano,e degli altri imperatori romani. Per diversi secoli non si seppe più niente del Frutto,si dice che Nerone,l'ultimo della gens Iulia,lo avesse nascosto fino a quando,inspiegabilmente,non venne alle mani dell'imperatore Traiano. Dopo di ché il frutto passò a noi tornando in famiglia.-conclusi.
-E,il frutto,lo hai ancora?-mi chiese dopo secondi di puro silenzio.
Mi voltai a guardarlo mentre sentivo le lacrime salirmi:-Si,e vorrei che non fosse così. É stato la rovina della mia famiglia.-dissi mentre una lacrima solitaria mi solcava la guancia.
Con stizza me l'asciugai con il dorso della mano per poi dirgli di aspettarmi dov'era.
Mi avvicinai alla porta bassa situata alla base della Colonna.
Presi la chiave che,ultimamente,mi portavo sempre indietro e con un movimento deciso la infilai nella serratura per poi girare.
Presi un respiro profondo ed entrai all'interno.
Guardai in alto e quasi mi persi nell'osservare la lunga scala a chioccola.
Scuotei leggermente il capo e,velocemente,afferrai il piccolo scrigno ben nascosto all'occhio di tutti.
Uscii velocemente da quell'angusto luogo e respirai a pieni polmoni.
Fu allora che sentii per la prima volta la voce del Frutto.

Ascolta. Osserva.

Scuotei il capo confusa,ma la voce non se ne andò.
Anzi,si fece più forte.



Toccami e ascolta la verità!



Senza che me ne accorgessi il mio corpo prese a muoversi.
Mi vidi aprire il piccolo scrigno e disfare il fagotto in cui era involto il Frutto dell'Eden.
Dopo anni rividi il il manufatto custodito dalla mia famiglia:la Corona d'Alloro Imperiale.
Mano a mano che avvicinavo le dita sentivo la sua voce farsi più potente.
Sentii in lontananza Ezio che mi diceva di non ascoltare il Frutto.
Ma una volta toccato,fu troppo tardi.



Non appena ripresi coscienza sentii delle urla femminili.
Riaprii gli occhi di scatto e iniziai ad osservarmi attorno per capire dove fossi finita.
Nella stanza da letto in cui ero capitata un paio di donne stavano attorno ad un letto matrimoniale.
Mi avvicinai un po' per capire meglio cosa stesse accadendo e,quando incontrai lo sguardo della donna stesa sul letto,gelai.
Era mia madre.
La guardai meglio e notai solo allora il pancione enorme e la voce della donna di fronte a lei che le diceva di spingere.
Capii all'istante che stavo assistendo ad un parto.
-Spinga!-
Sentii mia madre urlare.
-Sto spingendo!-
-Niente...non scende,continuando così moriranno.-sentii mormorare da una delle donne che stavano assistendo al parto.
-Io posso anche morire,ma fate nascere il mio bambino!-urlò mia madre rivolgendosi alle due donne.
-Che cosa facciamo?-chiese la più giovane delle due.
-Chiama il padrone e chiedigli cosa dobbiamo fare. Lei o il figlio.-ordinò la più anziana mantenendo la sua postazione di fronte al letto.
Un secondo e l'altra sparì dalla stanza mentre mia madre riprese a gridare.
Dopo pochi secondi vidi entrare mio padre.
Subito notai che tra le mani stringeva il Frutto che risplendeva leggermente.
-Uscite.-ordinò alle donne.
-Ma,padrone...-iniziò la donna anziana.
-Uscite.-ripeté mio padre.
Le donne fecero come fu loro ordinato e in pochi secondi nella stanza rimanemmo noi tre.
-Che cosa hai intenzione di fare?-chiese mia madre.
-Salvarvi,amore mio. Entrambi.-rispose mio padre avvicinandosi.
-Cos'è quello?-chiese mia madre osservando il Frutto.
-La nostra salvezza.-rispose mio padre prima di rivolgersi al Frutto,-ti prego,-iniziò-salva mia moglie e mio figlio! Salvali!-
Non accadde niente.
Sentii solo mia madre emettere un altro urlo di dolore per poi mormorare:-N-non riesco a...respirare.-
-Ti prego! Salvali!-urlò mio padre disperato.
Allora la stanza venne illuminata da un fascio di luce accecante.
Mi coprii il volto e quando riabbassai le mani di fronte a me si parò una figura femminile incorporea.
Dalle vesti fluttuanti capii subito che quella di fronte a me doveva essere un qualcosa,o meglio,un qualcuno di simile a Minerva.
-Chi siete?-sentii chiedere da mio padre che osservava stupito la figura appena apparsa all'interno della stanza.
-Prima di morire il mio nome era Venere. Prima ancora mi chiamavano Afrodite,e ancor prima Turan.-
Rispose la donna.
-V-Venere?-chiese mio padre incredulo.
-Esatto. Ma non è per questo che sono qui. Sai che è proibito usare il Frutto per salvare vite che non dovrebbero sopravvivere.-disse Venere.
Mi spostai leggermente per avere una migliore visuale della dea.
I lunghi capelli biondi fluttuavano nell'aria,così come le vesti di un tenue color lavanda.
-Non posso lasciar morire mia moglie e mio figlio senza tentar nulla!-esclamò mio padre.
-Il Frutto è una benedizione,ma anche una maledizione. Esso chiederà qualcosa in cambio.-disse la figura incorporea.
-Tutto quello che vuoi!-
-A decidere non sono io,ma il Frutto. Se di tua moglie e di tua figlia salvi la vita,la tua famiglia porterai alla rovina.-
-N-non capisco.-mormorò confuso mio padre.
-Perseguitata verrà tua figlia, e decimata sarà la tua famiglia. Ascolta attentamente le mie parole,sangue del mio sangue,se tu il Frutto userai,la maledizione sulla tua famiglia porterai. Per sempre tua figlia verrà marchiata per il tuo atto e tua moglie rimpiangerà quel che tu hai fatto. Ricorda le mie parole e pentiti della tua decisione.-
-Non c'è un'alternativa?-chiese mio padre con le lacrime agli occhi.
Vidi la dea sorridere con fare materno.
-Sai qual'è l'alternativa,ma non la userai. L'avvertimento mio è stato recapitato,ora non posso far altro che piangere sul vostro destino amaro.-concluse la donna,prima di sparire.
L'ultima cosa che vidi fu il Frutto illuminarsi all'improvviso per inglobare mia madre nella sua luce e poi,una volta spentasi,sentire le urla infantili di un neonato.
Vidi mio padre,ancora scosso,prendere in braccio il neonato e coccolarlo con un sorriso sulle labbra.
Sentii mia madre gemere per poi aprire gli occhi e chiedere con voce flebile che cosa fosse successo.
-Niente,amore mio.-mormorò mio padre prima di farle vedere il neonato.-Guardala,mia amata,non è bellissima la nostra Giulia?-lo sentii chiedere mantenendo il sorriso sulle labbra,mentre i suoi occhi rivelavano tutta la sua preoccupazione.
L'ultima cosa che vidi fu mia madre prendermi tra le sue braccia.




Angolo Autrice:
Eccomi qui ad aggiornare.
Che dire? Non sono del tutto soddisfatta di questo capitolo,ma penso che non lo sarò mai,visto che è il capitolo più importante della storia fino a questo momento.
Mi ripeterò sempre che potevo fare di meglio,che il capitolo è una vera schifezza e così via.
Passando ad altro:finalmente sappiamo come mai Giulia è dotata dei suoi poteri.
Io la vedo così: come Ezio ha l'occhio dell'Aquila,dote della prima civilizzazione,Giulia ha la dote di poter interagire con le menti altrui,dote che,se non fosse stato per il frutto dell'eden,non avrebbe sviluppato. Quindi diciamo che la dote di Giulia è come quella di Ezio,un souvenir della prima civilizzazione.
Passando ai Frutti dell'Eden: per chi ha fatto PL avrà letto che Giovanni(il bambino di Lucrezia),una volta guarito con l'aiuto della Sindone è rimasto in qualche modo cambiato da tale cosa in quanto vive “mentalmente alterato” come c'è scritto sulla wiki di AC. Quindi diciamo che accade una cosa simile anche Giulia. È come se entrambi ne fossero un po' contagiati. Non so se mi sono spiegata bene.
Passando ad un altro aspetto devo dire che per il fatto “chiederà qualcosa in cambio”,l'ho ripreso da Full Metal Alchemist,nel senso:il Frutto dell'Eden non è ne buono ne cattivo,il suo potere può compiere azioni buone o cattive solo in base all'indole del possessore,ma di base il mio Frutto dell'Eden chiederà sempre qualcosa in cambio per azioni,per così dire,forzate. In questo caso salvare la vita a una bambina che quel giorno dovevano morire.
Risultato? Il Frutto ha salvato Giulia,ma,come ha detto Venere,l'ha marchiata(occhi viola) e,se non fosse stata una Colonna,secondo me non avrebbero ritardato a imputarla come strega e fatta giustiziare.
Passando a Venere:la dea,prima di morire insieme a quelli della sua stirpe,fece in modo che un frammento di se rimanesse all'interno del frutto che Enea avrebbe poi salvato,in modo da poter essere presente nel caso in cui i suoi discendenti avessero avuto bisogno di lei.
Insomma,fece qualcosa di simile a quello che ha fatto 16.
Una volta palesatasi,però,non avrà più modo di farsi rivedere dai suoi discendenti,gli unici che riescono a vederla(infatti quando comparve nella stanza gli unici che sono riusciti a vederla sono Giulia e suo padre),perché anche l'ultimo frammento di se avrà completamente esaurito l'energia a disposizione.
Per il resto non so cosa aggiungere.
Le cose iniziano a girare,Fiora ha quasi eliminato tutti gli agenti templari e presto cercherà di rubare la mela a Cesare, e Giuliano della Rovere si è fatto avanti nel momento decisivo.
Cosa accadrà ora?
Ci sentiamo al prossimo capitolo!
Bazi,
Morgan

p.s:So che a quel tempo era preferibile la sopravvivenza del figlio,piuttosto che della madre,ma voi sorvolate ;)

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: Morgan__