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Autore: The Princess of Stars    02/04/2012    2 recensioni
Se vostro figlio non riesce ad ammettere che sta con la donna sbagliata, è ora di assumere Annabeth Chase... la Truffacuori.
"Non è facile" brontolai.
"No, non è facile" mi fece eco Luke.
"Non è facile, sarà difficilissimo"
"Difficilissimo..."
"Un rompi-palle! Ma vero!"
"Un rompicoglioni"
"Ma di che ti lamenti, tu! Erano mesi che trovavi il tuo lavoro troppo facile, dai!" disse Talia seccata.
"Stasera facciamo il numero dell'aria condizionata. Vediamo se il grande atleta, Percy Jackson, continua a sfottermi" dissi con decisione. Vuole la guerra? E allora l'avrà!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson
Note: AU, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciao, ragazzi! Sono nuova su EFP e questa è la mia prima FanFiction italiana che scrivo, spero vi piaccia! E’ praticamente il film il “Truffacuori” stile Percy Jackson e sono tutti umani, solo che il truffacuori...è Annabeth! Saranno tutti spesso fuori dal personaggio. Spero sia meglio di quello che sembra dal riassunto.
Buona lettura!
 
Annabeth’s POV:

 

“Bonjour, mademoiselle!” disse il mio bersaglio.
“Buongiorno!” gli risposi io.
“Mi scusi se la disturbo-” disse il ragazzo davanti a me con un forte accento francese, ma io lo interruppi.
“Mi dispiace, vado di fretta, se vuole sono disponibile stasera in ambulatorio”
“Ah, no! Mi hanno detto che andava verso le dune, e visto che ho perso il pullman mi hanno detto che mi poteva dare un passaggio” disse François Moureu, il mio bersaglio. Io ero già salita nella jeep e avevo avviato il motore.
“Allora?” dissi aspettando. François sorrise e salì in macchina affianco a me. Cominciai a guidare. Restammo in silenzio per un po’. François ammirava il paesaggio di Barraquesh, e devo dire che era davvero bello, ma avevo altro da pensare.
“Viaggia da solo?” gli chiesi.
“No, sto con la mia ragazza”
“Ah, bene! Qui è davvero un paradiso per gli innamorati...le dune, i monumenti... rendono il paesaggio così romantico! Mi scusi, mi dimentico che lei è un’uomo, le sembrerò molto sdolcinata”
“No, affatto. Ha ragione! Ci ho portato la mia ragazza apposta! Paris, nonostante io sia di lì, è ormai scontata come ‘città dell’amour’, e volevo fare qualcosa di nuovo”
“La sua ragazza è fortunata!”
“Grazie, mademoiselle”
“Paige” mi ‘presentai’.
“François” disse lui stringendomi la mano.
“Te quiero no por lo que eres, sino por lo que soy yo cuando estoy contigo.Quisiera estar en tus labios para apagarme en la nieve de tus dientes” cominciai a recitare, e poi François si unì a me.
“Eres la luz que ilumina mis ojos.Confesé a una gotita lo mucho que te quiero, ella no supo guardar el secreto y ahora toda la lluvia susurra que te quiero mucho” finimmo. “Come la conosce?” mi chiese.
“Sono stata a Madrid e me l’ha raccontata il mio ragazzo per fare colpo, e devo dire che c’è riuscito”
“Io l’ho imparata per lo stesso motivo. Sapevo che era una poesia d’amore, ma non parlo lo spagnolo”
“Però è stato a Madrid”
“Come lo sa?” Gli portai una mano al collo e gli feci notare che avevo visto il suo ciondolino con il toro spagnolo.
“E’ davvero bella Madrid. I monumenti, le feste, e la sera che vanno tutti fuori a divertirsi, è incredibile, ma... stavo con un ragazzo che preferiva la piscina dell’albergo a tutto ciò... e ho dovuto visitarla da sola. Certo, avevo 17 anni, ma... c’è gente fatta così! Il mondo è là, si offre a loro con generosità, però loro se ne stanno lì, con le mani in mano barricati nelle loro piccole certezze. Questa è la mediocrità! Mi scusi, ma questo mi fa proprio-”
“No, ha ragione! Capisco perfettamente. La mia ragazza fa la stessa cosa. E’ più il tipo che fa shopping, segue la moda e bada al fisico che ad altro” Io lo guardai e gli feci uno dei miei sorrisi migliori, lui fece lo stesso. Ma quando mi voltai a guardare la strada, sentiì ancora il suo sguardo su di me.
“Che c’è?” chiesi con ingenuità.
“Niente...” disse lui facendo un piccolo sorriso. (Un punto per Annabeth! Fase 1 completata! Inizio Fase 2) Continuai a guidare, passando davanti al mio complice. Il piano procedeva perfettamente. Poco dopo, infatti, arrivai all’ambulatorio, dove i bambini cominciarono a correre dietro alla jeep. Una  volta fermata, usciì dal veicolo e andai ad a prendere le casse di ‘medicinali’ nel retro.
“Aspetti, Paige. L’aiuto” disse François, prendendo una cassa.
“Grazie, mi scusi per loro” dissi indicando i bambini.
“Ah, si figuri, sono un maestro delle elementari e professore delle medie, conosco i bambini”, mi voltai e vidi il bambino che avevo ‘corrotto’ venire verso di noi.
“Ganush!” dissi e camminai verso di lui prendendolo in braccio.
“Non mi chiamo Ganush” disse il bimbo facendo il broncio.
“Shh! Zitto, zitto! Se vuoi le caramelle ti chiami ‘Ganush’, okay?” gli dissi nell’orecchio e lo rimisi a terra dandogli un bacio sulla fronte e scompiglandoli i capelli, tornai alla jeep.
“Paige! Paige! Finalmene sei arrivata” mi chiamò la mia altra complice.
“Ciao, Kate” dissi alla mia complice,Talia “Kate, ti presento, François. Abbiamo viaggiato insieme” Loro si strinsero la mano e io continuai col piano. “Come stanno Namashir e Musthad?” chiesi.
“In splendida forma, e grazie a te!” disse Talia.
“I vaccini stanno negli scatoloni, torno subito” dissi e mi avviai verso altri due bambini che avevo ‘corrotto’. Mi tenni a distanza, ma abbastanza per sentire che diceva Talia al ragazzo che avevamo come bersaglio. I due gemelli, che Luke aveva convinto a mettersi un grosso cerotto in testa, si fecero avanti e io li presi in braccio, in modo che François potesse vedermi.
“Lavori con Paige all’ospedale?” chiese Talia.
“Ah, no! Sono un insegnante” disse François. Talia si girò verso di me e lo fece anche il ragazzo.
“Namashir e Musthad” disse indicando i gemelli che avevo in braccio. “Due gemelli siamesi, attaccati per la testa. Paige li ha operati; tutti gli altri medici li avevano condannati” In quel momento Namashir...o era Musthad...non importa. Uno dei due gemelli mi chiese perchè gli avevamo fatto mettere un cerottone un po’ sporco di ketchup sulla testa. Con il mio orribile Arabo, gli spiegai il motivo, ma il bimbo non capì, e finsi una sonora risata.
“Sono davvero felice che abbia trovato un’uomo che la merita” disse Talia continuando la commedia.
“Ah, no! Non stiamo insieme!”
“Ah, ma dai, si vede subito! Siete belli vicino”
“No, no, te lo giuro! Io ce l’ho già una ragazza”
“In ogni caso, era da molto che non la vedevo così raggiante”
“Che vuoi dire?”
“Non te l’ha raccontato?” In quel momento mi suonò il cellulare. Misi giù i bambini e risposi a Luke.
“Io sono in posizione. I polli sono pronti”
“Ti ho già detto che non sono polli, Luke! Sono Colombe Diamante, e mi sono costate un’occhio della testa! Spero per te, che tu le faccia volare al momento giusto”
“Sì, sì, conosco la solita routine. Tu lo induci a flirtare un po’ con te, libero le colombe e-”
“Devo andare. Mi raccomando, Luke! Non far-”
“Non far scappare i polli! Va bene! A dopo, Annabeth!” chiusi il telefono e mi voltai nuovamente, verso Talia e François. Lui aveva gli occhi spalancati in modo incredulo...Talia gli avrà raccontato la storia deprimente. Io tornai alla jeep, e dopo aver preso delle casse, andai ad una tenda, dove i bambini si misero in fila per fare i vaccini...finti. Presi una siringa senza ago, e Ganush si fece avanti. Guardai François che mi sorrideva. Allora, presi il braccio di Ganush, e feci il ‘vaccino’, e dopo di lui i gemelli, e poi tutti gli altri bambini. Mi ci volle un po’ per finire e far credere a François che stessi vaccinando i bambini. Quando ebbi terminato, andai alla jeep con una scatola. Accidentalmente inciampai e caddi a terra ‘slogandomi’ un polso poggiando le mani a terra. François mi corse incontro e mi aiutò a rialzarmi.
 
Talia’s POV:
Guardai François correre incontro ad Annabeth che era ‘caduta’...la mossa DID (Donzella In Difficoltà) funziona sempre. Il ragazzo accorse da lei e l’aiutò a rialzarsi. Parlarono un’attimo, e li guardai mentre François metteva del ghiaccio sul polso di Annabeth. Poi le mise intorno al polso un tutore che avevo messo apposta nella tenda dei vaccini. Annabeth gli fece uno dei suoi classici sorrisi e poi si guardarono un’attimo. Per un momento rimasero fermi a fissarsi... la mossa preferita di Annabeth...hmm... devo provarci anche io con Luke, ogni tanto...Talia! Concentrati! Pensarai più tardi a come ammaliare tuo marito!
“Kate, noi andiamo” disse Annabeth.
“Va bene...che hai fatto alla mano? Prima non avevi quel tutore”dissi, continuando la commedia.
“Paige è caduta e si fatta male al polso” spiegò François.
“Tutto a posto?” chiesi.
“Sì, domani torno” disse Annabeth
“Non ci consciamo da molto ma credo che sia megli se si riposa domani. Non può certo guidare con quel polso” disse François.
“Stia tranquillo! Posso guidare!”
“Guido io, adesso. Lei mi dice la strada e io la porto indietro” Annabeth sbuffò, ma accettò...altro trucchetto. Una volta saliti in macchina, sentì l’auricolare accendersi, e sentivo ciò che Annabeth diceva a François tramiche il microfono che aveva addosso. Appena la jeep si allontanò e sparì dalla visuale, andai nella tenda e tirai fuori i pacchetti di caramelle. In fretta ne diedi uno a bambino...per fortuna erano solo 12 ragazzini. Poi tolsi i cerotti ai due gemelli, che NON erano siamesi, e i bambini subito tornarono a giocare, come facevano prima che io e Luke li ‘arruolassimo’. Sentivo Annabeth che dava indicazioni, poi, quando montai in macchina per raggiungere mio marito, li sentì nuovamente parlare.
“Non è la strada di ritorno!” disse François...alla buon ora!   
“Infatti” udì la mia amica rispondere, con l’auricolare.
“Dove andiamo?”
“Alle dune, no?”
“Ma il tuo polso?”
“Ci diamo del ‘tu’?” Ci fu un momento di silenzio “Il mio polso può aspettare” disse Annabeth.
In quel momento chiamai Luke, mentre guidavo, e gli riferì tutto. Lui era in posizione. Una volta salita in macchina, guidai verso le dune. Non ci misi molto dato che conoscevo una scorciatoia. Una volta arrivata, vidi mio marito steso su una duna con la gabietta con le colombe in mano. Io saliì e mi stesi affianco a lui.
“Sono già arrivati?” chiesi.
“Non ancora” rispose Luke. Presi il binocolo e guardai sulle dune. A un tratto, Annabeth sbucò fuori con François che si guardava intorno affascinato. Annabeth guardava le dune dalla parte opposta. “Luke! Ora! Fa volare le colombe” dissi io. Luke prese un paio di colombe dalla gabbia e lasciò volare i polli.
“Paige!” sentì François chiamare, grazie al microfono che aveva Annabeth. “Guarda! Sono Colombe Diamante! Ho letto che sono rarissime in questo periodo”
“Già! Siamo stati fortunati” disse Annabeth guardando le colombe. François la guardò affascinato.
“Io sono stato fortunato” Ugh! Francesi! Sempre così romantici! Annabeth si voltò lentamente facendo lo sguardo innamorato, senza dire niente. “Nella poesia che abbiamo recitato...cosa significa: Eres la luz que ilùmina mis ojos?” chiese François, con un tono che ormai ci era diventato familiare.
“Sei la luce che illumina i miei occhi” tradusse Annabeth.
“Sai, perchè te l’ho chiesto?” Dai, che ci siamo...
“No” disse Annabeth con voce da ragazzina innamorata e guardandolo con gli occhi ben aperti.
“Perchè ti si addice” disse François e la baciò.
“Forza! Dai!” diceva Luke affianco a me, nel tentativo di far volare l’ultima colomba.
“E’ davvero fantastico! L’occhio azzurro splancato funziona sempre!” dissi io tra me e me.
“Talia, non decolla questo! Boo!” fece Luke lanciando il pollo che cadde giù per la duna “No, questo non vola”
“Non ti affaticare, tanto ormai si è fatta baciare. Ora serve il solito discorso” Tolsi l’auricolare e alzai il volume a massimo in modo che potesse sentire anche Luke mentre osservavamo. Con il binocolo tornai su Annabeth e François che si separarono.
“Scusa” disse François “Non dovevo”
“Di cosa di scusi? Di avermi baciata?”
“Sì... non avrei dovuto ma...tu mi hai risvegliato, Paige. Mi hai aperto gli occhi e mi hai fatto vedere quanto sono stato cieco”
“Anche tu mi hai risvegliata, François...” il ragazzo si abbassò per baciarla di nuovo, ma Annabeth lo fermò. “MA...per me è già troppo tardi...io sono altrove...troppo lontana...”
“Lo so, Kate, mi ha raccontato tutto. Quando hai trovato il tuo fidanzato con un’altra, quattro anni fa, una settimana prima del matrimonio, e la tua depressione” disse François, accarezzandole la guancia.
“Allora capirai che anche se sono giovane non riuscirò mai più a innamorarmi... ma tu meriti di meglio” François le sorrise...eh già... è un’arte creare questo tipo di discorso.
“Grazie, Paige” disse il giovane con un sorriso.
“E per cosa?”
“Mercì. Solo questo” François le sorrise e la baciò nuovamente. Io allora mi alzai insieme a mio marito.
“Coraggio, Luke, sbaracchiamo. Missione compiuta” dissi io. Salimmo in macchina e ci dirigemmo al nostro albergo.
 
Annabeth's POV:
I giorno dopo, stavo all’aereoporto di Barraquesh, e vidi François, fuori, imbarcarsi sull’aereo con un sorriso stampato sulla faccia. Devo dire che sono una Maestra!
“Allora, siamo d’accordo” disse la donna davanti a me, mentre mi pagava “Mio fratello non deve sapere del mio coinvolgimento”
“Conosce le nostre regole” dissi io contando i soldi.
“E se ricade tra le braccia della Barbie?”
“Le rimborsiamo tutto”
“E’ già successo?” Guardai nuovamente il mio ex-obbiettivo.
“Mai” La donna mi strinse la mano e poi ci separammo. Probabilmente a voi sembrerà tutto un po’ strano, quindi lasciate che vi spieghi. Nella coppia, ci sono tre categorie di uomini: quelli che sono felici, quelli infelici ma lo accettano, e quelli che sono infelici ma non lo ammettono. Quest’ultima categoria è la base del mio lavoro, che anche di uomini così non se ne parla mai, sono molti di più di quello che sembrano. Mi chiamo Annabeth Chase, e sono una ‘spezza-coppie’ professionista. La mia squadra: Talia Grace, la mia migliore amica, e Luke Castellan, suo marito. Gli uomini che aiutiamo sono di tutti i tipi, i vostri fratelli, i vostri figli, i vostri migliori amici, i vostri colleghi d’ufficio. E’ per soccorrere tutti questi uomini che esistiamo. Il nostro scopo: aprire i loro occhi. Il nostro metodo: la seduzione. Noi non spezziamo mai una coppia per ragioni razziali o religiose. Io non faccio mai niente con il bersaglio...che schifo! In fine, agiamo soltato se l’uomo è infelice, e per raggiungere lo scopo, ogni mezzo è buono.
Tornando alla storia... dopo essere tornata a New York, mi diressi alla piscina Olimpionica per incotrarmi con il mio datore di lavoro, mio padre Frederick. Appena entrai, vidi un ragazzo che avrà avuto la mia età, alto, con i capelli ebano mossi, occhi verde marino, e dal fisico capì che doveva essere uno degli atleti. Stava venendo dalla mia parte ma quando tentai di chiedergli da dove si passava per arrivare alla tribuna est della piscina, lui mi passò affianco senza neanche guardarmi. Quando entrai, cercai la tribuna, e quando la trovai, mio padre venne da me e mi abbraccò stretta.
“Annabeth! Come stai?” mi chiese papà.
“Non male” Papà aprì la giacca e prese una foto che ritraeva me che tenevo un trofeo in mano.
“Ho trovato questa mentre riordinavo gli album fotografici”
“Mi ricordo” dissi guardando la foto.
“E’ un peccato che tu abbia lasciato il karate e la scherma, avevi un sinistro e una capacità di disarmamentamento che ti rendevano micidiale, oltre alla tua innata capacità strategica. Hai dato un grande dolore a tua madre, Atena”
“Tre giorni di solo lavoro la calmavano”
“Era una grande donna tua madre...severa ma giusta”
“Sì soprattutto severa” Papà sospirò e aprì una cartellina rivelando una foto del ragazzo che avevo visto uscire prima dall’edificio.
“Questo è Perseus Jackson, conosciuto come Percy. E’ il figlio dell’ormai deceduto, Poseidone, uno dei tre capi della compagnia amica dell’ecosistema: Olimpo, e di Sally Jackson, quella che ha chiesto il tuo intervento”
“Ha 25 anni, alto 1,90m, è campione Olimpionico di nuoto, tuffi, e sci nautico; ha la medaglia d’oro in ogniuno degli sport. Si è appena laureato all’Università di New York in biologia marina, ha un rapporto conflittuale con la madre, più che uno studioso è un uomo molto sportivo, e per sentirsi a posto, detesta le ingiustizie”
“Non mi sono illuso. Sei diventata molto brava” Papà girò la pagina, rivelando la foto di una donna con i capelli rossi riccissimi, occhi verde smeraldo e le lentigini. Era molto bella...l’avevo già vista da qualche parte.
“Questa è la sua fidanzata, Rachel Elizabeth Dare. E’ una modella, artista e showgirl abbastanza famosa, . Praticamente la vedi su ogni rivista nelle varie edicole. Suo padre è il proprietario dell’ ‘Impresa Dare’. Tu hai 10 giorni per mettere fine alla loro relazione”
“Troppo poco. Mi serve più tempo”
 “Impossibile, tra 10 giorni si sposano”
Prima di accettare una missione devo fare le mie ricerche. Questo era compito di Talia e Luke, e quando servivo, intervenivo anche io. Li seguimmo per due giorni, ma erano felici. La coppia più felice che io abbia mai visto. Avevamo anche cercato su Internet tutto quello che si poteva trovare su di Rachel, ma non trovammo nessun difetto, o qualunque cosa che potevo sfruttare, ma non c’era niente. L’unica novità che avevamo era che lei faceva la conduttrice del programma ‘Oracolo di Delfi’, un programma televisivo di Joe Sunlight, detto ‘Apollo’. Erano la coppia perfetta. Decisi quindi di non toccarli. Quando tornai a casa, poco dopo aver rifutato, comunque, Talia mi disse che dovevo fare tutto meno che rifutare questo contratto.
“Perchè?” le chiesi.
“Perchè stiamo per fallire. Tu ti compri completi da 6.000$ per le missioni, quest’ufficio sta per diventare una topaia, non possiamo neanche riceverci la clientela , Luke si compra almeno un nuovo gadget da hacker al giorno, e vi ricordo che devo fare io stessa il cambio dell’olio al furgoncino che parte 1 volta su 2! Ecco perchè!”
“Non ci ho messo i pomodori” dissi mentre Luke ed io stavamo ancora mangiando.
“E’ buonissimo! Delizioso” disse Luke, mentre Talia continuava a sclerare.
“Evvai! Creiamo un falso villaggio berbero! Un mese fa: Privatizziamo il Sacro Cuore? Scusate, ma qui si diventa pazzi”
“Siamo artisti” dissi io.
“Certo, non chiedi a Mozart di farti un’opera con un una fisarmonica” Io e Luke sghignazzammo.
“Eh, no! Ora mi fate incavolare!” diceva Talia.
“Sei tu che mi fai incavolare, Talia! Credi che mi diverta a fare Biancaneve per sfamarmi? Niente vita privata, nell’ufficio...Insomma quanto serve?” chiesi io.
“20.000$ e questo solo per azzerare”
“Te li porto domani” dissi alzandomi e prendendo la giacca. Mi diressi subito a Central Park. Lì c’era una mia ‘amica’ che mi poteva aiutare. Mi sedetti su una panchina aspettando. Dopo una decina di minuti si sedette affianco a me una donna...una donna? Un’armadio a quattro stagioni! Era molto alta e grossa. Poteva fare il lancio del peso, o la boxe dall’aspetto che aveva. Si sedette vicino a me. Aveva un sacchetto di nocciole in mano. Con una mano le prese delle nocciole, poi le stritolò. Sentiì le nocciole spaccarsi. Poi aprì la mano e cominciò a mangiare le nocciole, una volta posato il sacchetto.
“Lei è Clarisse La Rue” disse la mia amica Zoe sedendosi affianco a me. “Faceva la pugile nella categoria dei pesi massimi femminili”
“Ah...e ora ha smesso?”
“Sì. E’ stata campionessa 7 volte consecutive”
“Perchè ha smesso?”
“Ha mandato arbitro e avversario in ospedale, per averla fatta arrabbiare troppo” Deglutiì sonoramente guardando il bisonte affianco a me.
“Prestami altri soldi Zoe. 20.000$ in tutto”
“Annabeth, Annabeth, Annabeth! I 20.000$ te li scordi, ma per quei 30.000$ che mi devi hai una settimana”
“Cosa?! Non era risolto?” Zoe rimase silenziosa guardandomi inespressivamente “Ma- Non ti ha chiamata, Grover? Non ti ha chiamata?!” Saltai in piedi dalla panchina prendendo il cellulare. “Aspetta! E’ uno scherzo! Lo chiamo io Grover! Aspetta io-UMPF!!” Non mi ero neanche accorta che Clarisse si era alzata che mi agguantò e dopo avermi portata dietro a un angolo di un muro mi prese per la collottola sbattendomici sopra e tenedo mi la faccia contro il muro.
“Ti giuro che se non mi paghi... Clarisse ti rovinerà talmente la faccia che neanche tuo padre saprà riconoscerti” disse Zoe. Sapevo che non scherzava.
“D’accordo!” dissi. Clarisse mi lasciò e se ne andarono. Non ci pensai due volte, presi il telefono e chiamai mio padre. Fu così che iniziò la missione.
E' così che è cominciato tutto... 
 

  
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