II)
Ricordi
dolorosi
Un
ragazzo era in piedi su una collinetta in fiore, davanti a lui tre tombe. Su
ognuna di queste ci appoggiò cinque rose, una per ogni persona che le voleva
salutare in quel triste giorno. Il ragazzo, Squall, guardò il nome inciso
sull’ultima lapide: Rinoa Heartilly, la sua fidanzata. Erano due anni che andava
in quel posto e da due anni si rimproverava quanto fosse stato stupido. Si erano
conosciuti all’Accademia di Musica di Balamb. Entrambi suonavano il piano e
subito era nata una scintilla tra i due. Il giovane ospitava spesso la ragazza a
casa vista la totale assenza del padre. Già, suo padre. Guardò l’ultima tomba
alla sua destra: Raine Loire, sua madre. Era morta pochi mesi dopo che era nato
ed il padre, ormai depresso per la grave perdita, affidò momentaneamente i suoi
figli Ellione e Squall ad Edea, la direttrice dell’accademia, e si mise in
viaggio per poter ritrovare se stesso. Ci riuscì, ma non poté più tornare
indietro. Infatti era diventato Presidente di Esthar, a nazione più potente del
mondo. Per dargli supporto anche il fratello con la moglie si trasferirono ad
Esthar, portandosi dietro i due figli. Il maggiore, Giuseppe, preferì tornare a
Balamb e si stabilì in una casa donata loro da Laguna col cugino, stabilendo più
che un rapporto di parentela uno di amicizia. Era un ragazzo un po’ strano,
suonava il violino all’accademia ma la sua vera passione erano le armi, in
particolar modo le spade, infatti si poteva ben dire che ne avesse più lui
dell’antiquario di Balamb, ed i draghi, per niente aveva adottato un cucciolo di
Archeosaurus misto a RubRumDragon che ormai era più grande di un cavallo.
Inoltre era appassionato di occulto e solo un mago poteva saperne più di lui in
fatto di magia. Più che un’accademia di musica gli serviva un’accademia
militare! Grazie al cugino Squall si era aperto agli altri, trovando dei veri
amici: Zell, il capo di una banda della città intenta ad aiutare la comunità che
suonava la chitarra, e Seifer, col quale adorava confrontarsi in tutto: sport,
prove di resistenza, tutto tranne la musica, visto che il biondo suonava una
batteria ed era così casinista che aveva chissà come trovato questo posto
all’accademia. Infine vide la tomba al centro: Giulia Heartilly, la madre di
Rinoa. Era davvero incredibile, Rinoa voleva diventare come sua madre, pianista
e cantante, e dopo esserci riuscita trovò anche la stessa fine della madre.
Ritornò con la mente a due anni prima: era una splendida sera d’estate, aveva
diciannove anni. Aveva organizzato tutto nei minimi dettagli: la portò nel
locale più romantico della città, la portò sulle montagne di Balamb per
permetterle di vedere lo spettacolo delle stelle cadenti che sembravano
inabissarsi nel profondo mare ed infine le voleva chiedere di sposarlo.
Purtroppo non ce la fece. Mentre tornavano a casa gli sembrava di avercela
finalmente fatta, mentre guardava lei appoggiata al suo braccio dopo essersi
slacciata la cintura di sicurezza, ma dei teppisti su delle moto iniziarono a
tagliar loro la strada, facendoli finire in un burrone. Lui se la cavò con una
gamba spezzata, mentre lei venne sbalzata fuori dal finestrino e si schiantò
contro un albero. Per la polizia fu facile ritrovare i delinquenti, poiché si
firmavano con un pollo sgozzato a causa della rivalità con la banda di Zell, i
Galletti di Balamb, però non gli importava, sapere che quegli esaltati fossero
al fresco, questo non gli avrebbe ridato Rinoa. In quel momento si chiese per
l’ennesima volta perché si era staccata la cintura, se non fosse andato per la
via panoramica lei ora sarebbe lì, se almeno le avesse chiesto prima di
sposarlo, se… purtroppo i se non cambiano l’accaduto. In accademia era ormai
solito fare un minuto di silenzio per commemorarla, ma per lui non bastava, né
per Zell, Seifer, Giuseppe ed Ellione, le persone che erano sempre state come
una famiglia per lui e Rinoa. Con questi pensieri ancora ronzanti in testa se ne
andò a prendere il treno, sperando che forse, un giorno, l’avrebbe
riabbracciata. Fine
capitolo.