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Autore: Querthe    30/10/2006    2 recensioni
Esseri che non dovrebbero esistere se non negli incubi, misteri e un po' di sano spargimento di sangue durante una caccia in cui i ruoli non sono mai definiti e di cui non sembra essere visibile una fine... Una quest per la salvezza di due razze, dell'umanità ignara e di un'anima marchiata da un'eredità non richiesta.
Ringrazio Alyssa85 per avermi prestato alcuni tratti del suo personaggio (Alyssa Morville) che usa in un gioco di ruolo e mi scuso per averne stravolto la psicologia, il passato e il futuro.
Alcuni riferimenti ai clan dei vampiri sono prese dalla mia poca esperienza con il gioco di ruolo "Vampiri the masquarade".
Il mondo in cui è ambientata la storia è praticamente il nostro, se non per pochi particolari che mi servivano per la trama o per l'ambientazione.
Genere: Azione, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alyssa'
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Il Magos si alzò con sguardo furioso, osservando sia il demone che la gatta mannara.
- Sapevo di voi, avevo avvertito quell’inetto vampiro. Qualcosa in più da aggiungere alla lista di motivi per ucciderlo. Dammi quella boccetta, gattina, e forse morirai velocemente.
- Fottiti! L’unico che si darà male sarai tu. - ringhiò lei infilando il contenitore di cristallo tra i seni e il body nero che indossava. La coda frustava l’aria sibilando. - E il tuo amichetto.
- Non credo…
- Alexandra! - gridò rose un istante prima di scaricare mezzo caricatore di una nove millimetri sulla faccia del Dorian.
L’essere si fermò. Con movimenti fermi e decisi estrasse il coltello dalla mano destra, quindi i due conficcati nel petto a sinistra e l’ultimo, che aveva creato una profonda ferita alla gola. Le lame caddero a terra assieme ai proiettili mentre il corpo e il volto si ricreavano istantaneamente.
- Il mio corpo umano ha perso un altro giorno. Questo mi da molto fastidio, patetica ragazzina… - mormorò mentre tendeva le mani, dirette al collo della ladra.
- Cosa vuoi fare? - ghignò il mago, senza però perdere di vista il demone. Sapeva che il patto non era ancora completato, e lui era in pericolo. - Se ti può aiutare, lui è quello che ha ucciso tuo fratello.
- Ucciso?
Il Magos mostrò a Misha un involto peloso gentilmente piegato e riposto in un angolo della stanza.
- Una pelle di licantropo non conciata. Decisamente rara…
La gatta mannara scattò verso il Dorian, afferrandogli con i potenti artigli gli avambracci, staccando con relativa facilità le mani dell’essere dalla gola di Rose. Un movimento secco come il rumore dei gomiti spezzati, e il Dorian si ritrovò sollevato in aria, il fianco destra straziato dagli artigli. Misha urlò mentre lo lanciava con tutta la sua forza verso il miro opposto, ma il corpo si scontrò con le catene che sostenevano le buio Alyssa. L’urto fu tale da far cadere i bulloni ad espansione piantati nelle secolari mura, e il Dorian crollò fuori dall’Arcano assieme alla vampira.
- Alyssa… - mormorò l’umana vedendo lo stato dell’amica.
Delle lacrime si bloccarono negli occhi alla vista del corpo squarciato eppure ancora animato dalla perversa magia che lo rendeva un corpo non morto. Le costole spezzate della vampira sussultarono tentando di richiudersi sui polmoni ormai secchi e neri.
- Cristo…
- Lui non c’entra, mannara. Hanno fatto tutto loro… - ridacchiò il demone indicando con il ricurvo artiglio il mago e l’essere che si stava rialzando mentre le sue braccia tornavano normali. - O meglio, direi che ha fatto tutto Talos. L’altro è solo un potente incantesimo. Se ti consola, oltre alla pelle c’è altro del lupo. Qui vedo una costola, ecco quello che sembra un rene… Ah, senza dimenticare il cervello. Grosso per una bestia, bisogna ammetterlo. - la derise additando i resti che erano stati utilizzati nell’Arcano.
- Markus! - ululò la gatta, prolungando in maniera sinistra l’ultima vocale.
Misha cadde in ginocchio, le mani a terra. Il suo corpo mutò leggermente, divenendo più muscoloso, gli artigli si ispessirono e incurvarono così come le orecchie assunsero un taglio più slanciato. Il muso si deformò leggermente apparendo ancora più animale. Aprì gli occhi, due rossi globi che riassumevano nel loro brillio tutto ciò che l’Istinto aveva lasciato alla mannara. Un odio immenso, oltre il concepibile da una sola mente senza impazzire.
- Micky! - Urlò il mago avvicinandosi al bacile pieno di sangue, cercando riparo alla furia di Misha.
Il Dorian si frappose tra il suo padrone e la gatta mannara appena in tempo, assorbendo l’impatto provocato dal massiccio corpo e dalla velocità sovrumana. Due sfere di energia bluastra penetrarono dalle mani dell’essere nel torace di Misha, provocando profondi fori. Lei saltò indietro, le ferite a rimarginarsi totalmente nel giro di un secondo. Fischiò, incurvando le dita e gettandosi di nuovo all’attacco. Micky deviò il suo affondo, aggrappandosi al body che indossava per deviare la traiettoria lontano dal Magos. Ottenne quanto voleva, ma il tessuto non resistette, lacerandosi.
- L’immortalità! - gridò l’uomo, vedendo la boccetta cadere a terra poco lontano, non più bloccata dall’unico indumento della gatta mannara, che si era rialzata dopo aver violentemente urtato una parete occupata da degli scaffali.
I mobili si erano frantumati, lasciando cadere i libri e le pergamene che erano stati posizionati mesi addietro. Misha scrollò la testa, mostrando i lunghi canini superiori che la facevano assomigliare vagamente ad una tigre preistorica, e si lanciò nuovamente versoi il Dorian, incurante dei proiettili magici che la stavano colpendo.
-Devo approfittare di questo momento e chiudere il patto. - pensò Talos, muovendosi a gattoni, come a nascondersi, verso la boccetta, versoi l frutto di tutte le sue fatiche.
Rose non osava intervenire nella lotta di Misha con lo strano essere, e aveva approfittato della confusione per raggiungere la vampira. La sua bravura con le serrature le venne in aiuto facendo scattare velocemente i meccanismi che bloccavano le manette cilindriche ai polsi e alle caviglie di Alyssa. Con un clangore che si perse nel rumore dello scontro poco lontano la ladra gettò via le catene.
- Mi senti Alyssa? - chiese preoccupata. - Mi senti?
Lei annuì, in uno spasmo di muscoli del collo. La laringe si stava richiudendo lentamente, vincendo l’incantesimo che la lama dell’evocatore aveva lasciato sui lembi aperti delle ferite.
- Hai bisogno di sangue per guarire. Me lo avevi detto una volta. Bevi quanto vuoi. - le disse togliendosi il leggero guanto di cuoio nero e mostrando il polso.
La vampira vide quelle vene così vicine, quel ritmico accelerato battito che pulsava appena sotto la sottile pelle dell’umana. Era stremata, attaccata alla sua non vita per orgoglio, per rabbia ed orgoglio.
- Deciderò io quando morire… - si ritrovò a pensare mentre sentiva il caldo e acre odore della paura in Rose, il sentore speziato dell’adrenalina misto al metallico sapore del sangue che spesso aveva assaporato in quegli anni. Aprì la bocca con uno sforzo che le annebbiò la vista, i lunghi canini umettati del blando sedativo e afrodisiaco che aveva dato al morso dei vampiri il soprannome di Bacio di sangue. Il tempo si dilatò mentre chiudeva i denti attorno al polso dell’amica. - No! - mormorò riaprendo la bocca, la pelle di Rose intatta.
- Alyssa! Morirai se non lo fai! Bevi! - la supplicò la donna.
- Troppa fame. Non… - respirò, un rantolo mentre l’aria gonfiava brandelli di polmone come fossero palloncini appena rotti. - Non potrei fermarmi. La Furia…
Un movimento vicino al barile attirò i sensi ipersviluppati della mon morta, che vide la boccetta nella mano del Magos. Stappata.
- Fermalo. Ora.
- Come?
- Mano nel muro. Usa la…
Rose capì, e prima che l’amica finisse la frase si era già concentrata, immergendo la mano destra nell’ombra danzante che il suo corpo creava contro il muro alla debole luce delle candele. Chiuse gli occhi visualizzando quanto voleva fare, e la sua mano comparve dalla parete accanto al Magos. Strinse le dita attorno al polso dell’uomo, che per lo spavento lasciò inconsciamente la presa.
- No! - gridò tentando di afferrarla con l’altra mano, ma riuscì solo a deviarne la traiettoria verso il vicino bacile.
Il vetro rimbalzò sul bordo metallico, fece un giro su se stesso e con un soffice rumore cadde assieme al suo contenuto nel sangue di Markus. Il demone rise. Tutto andava come aveva sperato.
- Doveva essere una semplice invocazione, mentre ora… Un patto non rispettato, l’anima di un Magos e il suo corpo. Le possibilità sono infinite. - sorrise aspettando di vedere cosa sarebbe successo, portando la sua attenzione sullo scontro tra la licantropa e il Dorian.
Entrambi continuavano a colpirsi ripetutamente, apparentemente incuranti di quanto stava loro succedendo. L’uomo utilizzò una grossa sfera di energia nerastra per colpire il volto di Misha. La cosa la rese temporaneamente cieca, e nella sua furia animale la ragazza si lanciò verso il centro della stanza, evitata in modo agevole dal suo avversario che non approfittò comunque della situazione, ansimando vistosamente. Misha concluse la sua corsa contro il bacile che aveva contenuto il sangue di Alyssa, deformandolo leggermente e facendolo cadere a terra.
- Bastardo… - mormorò scrollando la testa e rialzandosi. La vista sdoppiata faticò un secondo a mettere a fuoco l’avversario, e sul petto ricevette altri due potenti colpo, seguiti da un calcio rotato al volto, che la sbatté di nuovo a terra.
- Sei finita gattina. Spero solo che i miei cani gradiscano filetto di licantropa.
La coda di Alexandra sferzò l’aria colpendo le gambe del Dorian.questi perse l’equilibrio, cadendo pesantemente sulla schiena. La gatta mannara ne approfittò per saltargli addosso, tentando di arrivare alla sua gola con le fauci, ma l’essere si dimostrò forte quanto lei, bloccandole la testa tra le mani e girando con lei con un colpo di reni, mettendo la licantropa con la schiena sul freddo pavimento. Rimasero in quella posizione statica per un paio di secondi, mentre Misha ringhiava furente artigliando la pietra con le zampe anteriori. Riuscì a fare presa, si diede lo slancio e scaraventò il Dorian in aria premendo i piedi sul suo stomaco. Un altro colpo dei potenti muscoli addominali e fu di nuovo in piedi, ma il suo avversario stava lentamente svanendo, come se fosse stato neve al sole. Il volo lo aveva portato ad urtare il demone, che lo aveva afferrato per la testa con la sua mano sinistra, sollevandolo dal suolo. Micky sgranò gli occhi e aprì la bocca in un ritratto di puro terrore, ma il suo volto come il resto stava disgregandosi, un sottile vapore scuro che fluiva nelle narici taurine dell’evocato.
- Vita distillata. Molto saporita, anche se rovinata dall’abuso del corpo originario. - commentò come se avesse assaggiato un liquore pregiato o un vino da collezione. - Avrebbe comunque perso contro di te, mannara. Gli ho solo evitato una figuraccia.
Il demone osservò al faccia spaventata del Magos. Gli sorrise e fece un passo verso di lui, avvicinandosi al bordo dell’Arcano. Fece un altro passo, parte del suo zoccolo sopra il disegno.
- O Signore…
- Lascialo fuori dalla faccenda. Hai evocato me, non lui. Avevi pensato a tutto, è vero, ma ora non avrai più nulla. La mia parte del patto l’ho rispettata, l’immortalità era nelle tue mani, ma te la sei fatta scappare.
- Vattene… - sussurrò Alyssa a Rose.
- Io non ti lascio.
- Salvati. Io non ho speranze. Se rimani nemmeno tu.
Rose non si mosse, fissando il demone. Misha ringhiò saltando verso quello che considerava un nemico che le aveva rubato una preda. La sua fu una mossa velocissima, quasi invisibile all’occhio della ladra, ma il demone la bloccò afferrandola per la gola, il lungo braccio teso mentre i muscoli si gonfiavano a serrare le dita sul collo della gatta mannara, sollevata da terra di quasi una spanna.
- Buona, gattina. Ora devi solo riposare. - esclamò lanciandola contro il muro alla sua sinistra.
La licantropa si accasciò al suolo priva di sensi, il suo corpo ferito dallo schianto con la parete di pietra riprese le sembianze umane iniziando a rigenerarsi lentamente.
- Se vuoi delle anime, prendi le loro. Lasciami in vita. - piagnucolò Talos, muovendosi lentamente verso l’uscita, la schiena attaccata alla parete.
Il demone rise uscendo dall’Arcano e dirigendosi verso Alyssa e Rose.
- Stai lontano! - gridò lei. - Stai lontano o…
- Sto tremando. - sghignazzò luridamente il mostro. .- Cosa mi faresti? Mi picchieresti? Hai potenzialità, manipolatrice della Tenebra, ma devono ancora svilupparsi, e io attenderò quel giorno per prenderti. - Si voltò verso il mago. - Talos, tu mi devi un’anima. Il sangue che mi avevi offerto è corrotto, la vampira non ha ciò che chiedo e la ragazza l’avrò comunque.
- La mannara. E’ la sorella di Markus! Prendi lei! Prendi lei! - urlò il Magos ormai vicino all’uscita.
Il demone mosse un artiglio e la porta si chiuse.
- Non voglio un’anima così facilmente, se è l’anima di una nemica come una Nordvirk. La tua invece… E’ nera e carica come un bel piatto speziato, e ora la tua paura… E’ perfetta. E il tuo corpo anche.
- Io ti ho evocato. Non puoi! Te lo proibisco. - urlò isterico.
- Tu? Vuoi fare cosa?
Il corpo del demone svanì, ed un istante dopo quello del mago ebbe uno spasmo, le braccia allargate ad agitarsi nell’aria. L’uomo sembrò riprendersi, si sistemò le vesti e guardò Rose e la vampira. I suoi occhi erano rossi e oscenamente lucenti.
- Spero di rivederti, Manipolatrice. - esclamò, per poi svanire in un cerchio di nebbia nera.
Rose rimase immobile per quasi un minuto, le candele a consumarsi lentamente. Singhiozzò. Una. Due volte, quindi scoppiò in un pianto dirotto, sopraffatta dalla paura e dall’orrore a cui aveva assistito.
- Non può essere vero… non può esserlo.
Una mano strinse debolmente la sua. La fredda mano della vampira in quel momento le parve un’ancora di normalità, costringendola ad aprire gli occhi e a riprendere il controllo sulle sue emozioni. Si alzò, attraversando la stanza verso il corpo di Misha. Non aveva segni visibili di ferite, il respiro era regolare. Rose la scosse un paio di volte finché lei non si svegliò sbadigliando.
- Cosa… Chi? - bofonchiò.
- Siamo rimaste sole. Ho bisogno del tuo aiuto.
- Il mago… mio fratello… - sospirò triste.
- Alexandra. Markus è morto. Il suo assassino ha subito una condanna peggiore della morte, ma ora dobbiamo sbrigarci. Alyssa sta per morire, e ho solo una possibilità.
- Cosa vuoi fare? - chiese asettica la bionda.
- Il bacile con il sangue. Lei è ferita. Ha bisogno di sangue. Troppo. Quello è quanto le serve…
- Ma è quello di mio fratello! Non posso pensare di darlo ad una vampira…
- Ora come ora è inutile. Aiutami, ti prego. Lei è tutto ciò che ho…
Misha la guardò. Aveva lo sguardo che ebbe lei quando i sui morirono. Sapeva cosa volesse dire perdere una persona amata, perderla davanti ai propri occhi.
- Cosa devo fare? - ripeté, alzandosi.
- Solleviamo Alyssa e mettiamola nel bacile. E preghiamo.
- Dubito ascolteranno le nostre richieste. Siamo un po’ lontani dalla comune idea di fedeli. - tentò di scherzare, senza alcun risultato, la bionda sollevando lo straziato corpo della non morta e adagiandolo lentamente nella tonda vasca.
Il sangue sembrò ribollire per un istante, piccoli movimenti sulla superficie e sotto di essa. Gli occhi della vampira si spalancarono, rossi e iniettati di sangue. I suoi canini si allungarono mentre le costole, con rumori secchi e disgustosi si richiudevano, ricostituendo il plesso solare, riagganciandosi alla pleura mentre i polmoni si gonfiavano e riprendevano un aspetto vitale.
- Sta funzionando… - rise con le lacrime agli occhi la ladra, cadendo a terra e scoppiando in un pianto isterico quanto la sua risata, che riecheggiò nella fredda e umida aria dei sotterranei del castello di Trezzo, illuminato dalle prime luci dell’alba.
   
 
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