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Autore: Akisan    03/04/2012    16 recensioni
A volte il destino riserva sorprese mozzafiato, ricche di avventure e compagni formidabili.
A volte, invece, decide semplicemente di prenderti per i fondelli.
Così, senza neanche sapere bene il perché, Alex si ritrova suo malgrado a fare comunella con un Arrancar con seri problemi di gestione della rabbia, una ragazzina logorroica totalmente priva di buonsenso, e un individuo subdolo che, secondo lei, ha buone probabilità di discendere direttamente dal demonio.
Il tutto in un ambiente ricco di Hollow, gatti, sarcasmo allo stato brado e situazioni equivoche.
Mooolto equivoche.
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aki: << QUALCUNO SI È MANGIATO TRE DELLE MIE CROSTAAAAAAAAATE! >>
(silenzio)
Aki: << Sei stato tu, infido fante? >>
Aramis: << No, mia bellissima regina rossa >>
Aki: << Allora sei stata tu, Alice! >>
Alex: << No, maestà >>
Aki: << Bugiarda, sei tutta impiastricciata di succo di morampone! >>
Alex: << … merda >>
Aki: << Scherzavo. Ti sei tradita da sola, TAGLIATELE LA TESTA! >>
Aramis: << Mia regina, Alice è la protagonista, non può tagliarle la testa! >>
Aki: << Piantala di fare gli occhi dolci a quella criminale, infido fante! E sia, fate entrare il Grafobrancio! >>
Grimmjow: << Era ora, finalmente qualche secchiata di sangue! Devo sbranare quella ragazzina lì? >>
Alex: << Meno male che ho appena rubato la spada Bigralace come ha detto quel fattone di un bruco… >>
(la fissano tutti con pietà)
Aramis: << Senza offesa principessa, ma proprio tu non credo che andrai lontano con una spada… >>
Aki: << La tua sorte è segnata, ladra di crostate! >>

To be continued
 
Un profondissimo inchino a yoru no akuma e ToshieF per aver messo questa storia tra le ricordate, a lily88, KayeJ, deidara_love_artist, GiulyIchigo, Rebecca Lestrange Buki, Hibino e LullabyMilla per averla messa tra le seguite, a Flopsy, Kimsan, Hibino, Giggle_lazy e darkmeme13 per averla messa tra le preferite e a chi legge e basta. Oltretutto andando a rileggere i vecchi capitoli mi sono accorta che le persone ancora da ringraziare per avermi aggiunta tra gli autori preferiti sono parecchie, ovvero AriCastle66, asia94, Cez, fiore di pesco, Julia_Urahara, Kia_chan_93, Lovi__ e LullabyMylla. Se l’avete fatto durante il mio mostruoso ritardo vi ringrazio, se l’avevate già fatto da un po’ e non vi avevo mai ringraziate vi chiedo umilmente perdono, se invece vi avevo già ringraziate e voi avete semplicemente cambiato nome vi siete beccate il ringraziamento due volte xD.
 

Capitolo 26: << Sono due parole >> << Giro la ruota e compro una vocale >>
 
Alex fece una leggera smorfia di disagio: una mano di Grimmjow ancora le stringeva il polso, mentre l’altra era premuta contro la sua nuca, dove l’aveva afferrata prima di baciarla.
Certo, era abituata alla sua irruenza, ma dopotutto ormai si erano baciati già un po’ di volte, non c’era alcun bisogno che ogni volta la tenesse ferma come se fosse stata un qualche animale che non voleva essere mangiato!
E poi insomma, se ancora non gli aveva staccato la lingua con un morso voleva dire che almeno nel baciarlo non aveva nulla in contrario, no? Anzi, a dirla tutta, in fondo in fondo stava cominciando a pensare che fosse un’attività piuttosto piacevole, un po’ perché in effetti lui era piuttosto bravo, e un po’ perché almeno così era costretto a stare zitto.
Tuttavia il fatto che per baciarla l’avesse strattonata in avanti, e che quindi in quel preciso istante gli si trovasse praticamente spalmata addosso, in una posizione che definire scomoda era un eufemismo, e con il braccio andato ad incastrarsi, solo il cielo sapeva come, in mezzo a loro, era un problema che Alex avrebbe preferito risolvere piuttosto in fretta.
Anche perché quella la prima volta dopo… sì insomma, dopo quell’ultima, che Grimmjow sembrava intenzionato a non fermarsi al bacio o a qualche contatto superficiale.
Da quando abitavano al negozio infatti non si era mai spinto troppo oltre, l’aveva baciata, questo sì, e spesso e volentieri le sue mani erano finite dove non avrebbero dovuto, soprattutto quando la osservava riordinare il magazzino, e quindi capitava che Alex dovesse piegarsi o sporgersi per prendere uno scatolone, per non parlare poi di quando dormivano…

Mentre ancora si arrovellava su come puntellarsi per cercare di mettere un minimo di distanza di sicurezza tra di loro, Grimmjow tirò la mano che ancora le stringeva fino a portarla a contatto con i suoi capelli, e quando lei lo assecondò, affondando le dita tra le sue ciocche azzurre, le lasciò il polso e allacciò il braccio attorno alla sua vita, stringendola ulteriormente a sé.

Alex rabbrividì, e inconsciamente si protese ancora di più contro di lui, una mossa che Grimmjow sembrò apprezzare particolarmente.
<< Davvero vuoi che la smetta? Il tuo corpo non sembra molto d’accordo… >> le mormorò all’orecchio dopo aver interrotto il bacio.
In effetti Alex cominciava a sentirsi poco lucida, nella sua testa una vocetta che assomigliava terribilmente a quella di Liz aveva cominciato a strepitare cose che di casto e puro non avevano neanche la più lontana parvenza, mentre la sua parte razionale le ordinava di non dare soddisfazione a quel bastardo provocatore, che oltretutto aveva finito solo poche ore prima di malmenarla.
<< Ti faccio notare che sei tu quello che ha una mano sul mio fondoschiena, quindi non sono certo io quella che non può resistere >>
<< E questo ti fa comodo, no? >>
<< Cosa mi fa comodo? >>
<< Che sia io a metterti le mani addosso per primo. Non è forse vero? >>
<< Grimmjow Jeagerjaques, stai forse cercando di usare la psicologia inversa con me? >> chiese Alex sospettosa, intuendo dove quel discorso sarebbe andato a parare, se avesse risposto che non era assolutamente vero che le “facesse comodo” il suo stupido testosterone arrancar.
Probabilmente lui l’avrebbe sfidata a cominciare lei o qualcosa del genere.   
<< E già che ci sei, visto che stiamo discutendo, potresti piantarla di accarezzarmi il sedere come se fosse il tuo animaletto da compagnia? >>

 

*
 

<< Che palle che sei >> sbuffò Grimmjow. << Se hai tutte queste energie in eccesso per discutere, perché non le impieghiamo per fare qualcosa di più costruttivo? >>
E per sottolineare quell’affermazione e non lasciare alcun dubbio su cosa esattamente intendesse come “attività costruttiva”, le infilò l’altra mano sotto la maglia, a contatto con la sua schiena nuda, provocandole altri brividi.

L’espada sentì le proprie labbra deformarsi in un ghigno soddisfatto.
La sua insistenza stava dando i suoi frutti: era palese ormai che se Alex non aveva ancora ceduto era solo per orgoglio e pura testardaggine; e se ciò da una parte lo innervosiva, perché lei nonostante tutto ancora si ostinava a restistergli, dall’altra lo faceva sentire fottutamente orgoglioso, di lei ma anche di se stesso, perché era riuscito a piegare la sua decisione fino a quel punto.

Ora però si era rotto dei giochetti e delle moine: era venuto il momento di smetterla di giocare e di andarci giù pesante.

Perciò doveva ignorare il fatto che potesse distintamente sentire le sue forme premute contro di lui, che la sua bocca socchiusa sembrasse gridare “mordimi” e che i vestiti umani che gli avevano dato fossero diventati decisamente stretti, se voleva raggiungere il suo scopo.
“Solo per il momento” si ripromise.

 

*
 

Qualche minuto dopo Alex era immobile, con la faccia affondata contro la spalla di Grimmjow e grossi problemi a mantenere il respiro regolare.
“Bastardo, da quando è diventato così esperto con quelle maledette mani?” si chiese stringendo i pugni.
Non lo avrebbe assecondato, questo era certo, ma non poteva neanche respingerlo.
Non solo perché poi Liz l’avrebbe sicuramente uccisa, ma anche perché sentiva che non ce l’avrebbe proprio fatta.
D’altra parte non stava certo subendo qualcosa di spiacevole. Anzi.

<< A quanto pare da queste parti si è sentita parecchio la mia mancanza >> commentò Grimmjow quando lei soffocò un gemito.
Beh, dopotutto non era certo fatta di acciaio, e, anche se non lo avrebbe mai ammesso, tutti quei giorni passati a sopportare le sue provocazioni avevano lasciato decisamente il segno.
L’unica cosa che la consolava era che, malgrado si desse tante arie da carceriere cattivo , l’espada doveva essere messo sicuramente peggio di lei.
<< Senti chi parla! >> ribatté quindi sfiorandogli una certa parte, che, nel caso lui non se ne fosse accorto, doveva aver sofferto dello stesso tipo di nostalgia.
“Eh certo, complimenti Alex, vai pure a provocarlo! Perché non gli togli anche i vestiti già che ci sei?” si rimproverò da sola, dandosi dell’imbecille.

Tuttavia Grimmjow non reagì come previsto, anzi, smise addirittura di fare quello che già stava facendo e incrociò le braccia.
Alex, memore dei giorni precedenti, si era aspettata che capitasse, ma questo non le impedì di provare lo stesso un certo disappunto, anche se si sforzò di cancellarne ogni minima traccia: fosse stato per lei avrebbe volentieri evitato di finire in determinate situazioni con l’arrancar, ma ciò non toglieva che, quando questo accadeva, essere interrotti di colpo era piuttosto snervante.

Comunque non doveva essere così brava come credeva a dissimulare ciò che provava, perché Grimmjow chinandosi verso di lei le mormorò all’orecchio: << A quanto pare questa volta lo vuoi continuare, il discorso. Allora lo sai cosa voglio sentirmi dire, no? >>

Ecco dove voleva andare a parare…
Quando Grimmjow aveva affermato, il giorno in cui era stato rinchiuso in quel corpo, che c’erano due parole che voleva che lei gli dicesse, Alex non aveva capito cosa intendesse dire.

Poi, suo malgrado, ci aveva pensato.

E ripensato.

E no, non aveva cavato un ragno dal buco.
D’altra parte “due parole” era una definizione un po’ generica, avrebbe potuto darle un indizio, o almeno la possibilità di comprare tre vocali.

<< Illuminami >>

Grimmjow si allontanò leggermente e la fissò negli occhi.
<< “Ti voglio”. È questo che devi dire. >>
 
Alex rimase a fissarlo con gli occhi spalancati per un tempo indefinito. Poi, lentamente, allo stupore subentrò l’imbarazzo.
E con l’imbarazzo, si fece strada la consapevolezza.
La consapevolezza che Grimmjow era riuscito a tirare fuori da lei una quantità impensabile di emozioni: spesso si era arrabbiata, l’aveva quasi odiato perfino, una volta, nel deserto, aveva avuto paura, e altre volte l’aveva biasimato, compatito e preso in giro.

E si era, infine, irrimediabilmente innamorata di lui.

 

*
 

Liz era in piena crisi mistica.

Visto che quella mattina Grimmjow non c’era ancora (si poteva sapere che diavolo stessero ancora combinando quei due?) aveva sbirciato dentro al negozio per vedere se Aramis se la stesse cavando da solo, e mannaggia a lei, c’era mancato poco che le venisse un attacco cardiaco seduta stante.
In mezzo alla solita folla di ragazzine sbavanti aveva visto lui.
Si era stropicciata gli occhi incredula, ma la sua figura slanciata aveva continuato a svettare tra gli scaffali, mano nella mano con una ragazza dall’espressione dolce che Liz conosceva fin troppo bene.
Quando esattamente era tornato in città?
Nell’appartamento di fianco al suo c’era ancora quella coppia di vecchietti che l’aveva preso in affitto da quando lui si era trasferito, quindi che diavolo ci faceva lì?

Mentre continuava a fissarlo incredula, il ragazzo si voltò, e per una frazione di secondo i loro sguardi si incrociarono; al che Liz, dimostrando tutto il suo coraggio, girò immediatamente sui tacchi e si rifugiò nel giardino nel retro del negozio, sperando che il freddo polare le raffreddasse i bollenti spiriti.
“Oh cavolo cavolo cavolo!”
Ma dov’erano Alex e il suo “piantala di sbavare per lui o ti meno” quando servivano?
Ma poi che razza di sfiga, non poteva entrare nella gelateria di fronte?
Con tutti i negozi di cianfrusaglie giapponesi presenti in città proprio in quello doveva entrare?

Era ancora tutta presa dal suo sclero, quando sentì dei passi alle sue spalle.
<< Liz? Sei tu? >> chiese una voce incerta.
L’aveva seguita!
“DOPPIO CAVOLO!”
E ora?
Fece un respiro profondo e si voltò con un gran sorriso.
<< Ciao! Ma guarda chi si vede! >> esclamò con accento lievemente isterico.

Ma perché?

In quell’ultimo anno era stata brava, aveva pensato a lui il meno possibile, aveva accuratamente evitato di frequentare qualsiasi ragazzo che potesse anche solo vagamente assomigliargli, e quello era il risultato?
Perché il cielo voleva punirla in quel modo?
Va bene, due settimane prima aveva intrappolato il barboncino di quella strega del piano rialzato sotto il cestino della raccolta carta appoggiandoci sopra un’asse di legno, ma in fondo era una brava ragazza!
Non si era forse accontentata di fare da migliore amica al ragazzo di cui si era innamorata cotta perché lui era troppo ottuso per accorgersene?
Non aveva forse accolto con una pazienza per nulla dovuta l’annuncio che si era a sua volta innamorato di una ragazza che non era lei?
Non aveva forse ingoiato il rospo ogni santa volta che li aveva visti assieme, vivendo nell’appartamento di fianco al suo?
Non si era forse sforzata con tutta se stessa di rimuoverlo dalla sua mente quando lui si era trasferito dio solo sapeva dove?
E ora se lo ritrovava di colpo davanti, senza preparazione psicologica e soprattutto senza una Alex lì vicino ad impedirle di fare cazzate?

<< Allora sei proprio tu! >> esclamò lui con un sorriso altrettanto largo, ma di certo molto più genuino e rilassato.
Come le era mancato il suo sorriso, lo faceva sembrare cento volte più carin…
“No no no Liz, ci vuole rigore, rigore!” si ammonì mentalmente.
Chiacchierarono per qualche minuto del più e del meno, su come se la passavano, cosa studiavano e amenità simili, e più il tempo passava e più lei sentiva di cedere al panico, perché sentiva che tutto il suo faticoso e capillare lavoro per levarselo dalla testa stava andando sistematicamente ed allegramente a puttan…

<< Ma tu guarda, una pausa non autorizzata? >> si intromise all’improvviso un’altra voce.

Liz si voltò stupita.

Aramis era appoggiato di spalle alla porta con una sigaretta tra le dita, doveva essere uscito anche lui senza che nessuno dei due se ne accorgesse.

<< Ah scusa, è colpa mia, è un bel po’ che non la vedevo e l’ho seguita qui per salutarla. Complimenti, è davvero un bel negozio! >>

Aramis buttò via la sigaretta e si avvicinò a loro. << Anche io devo farti i complimenti, hai davvero una bella ragazza. Anche se >> aggiunse, circondando le spalle di Liz con un braccio, << senza offesa, ma io preferisco le bionde. >>
Lei rimase per un attimo attonita di fronte a quel gesto, non tanto perché lui l’avesse abbracciata, ormai lo conosceva abbastanza da non stupirsi per così poco, quanto per la sensazione di sollievo che l’aveva suo malgrado avvolta, come se Aramis avesse preso momentaneamente il posto di Alex come suo sostegno psicologico.

Anche se probabilmente voleva solo punzecchiarli.

Lui sorrise amichevolmente. << Nessuna offesa, d’altra parte Liz è una ragazza stupenda, merita davvero qualcuno che la tratti con la massima cura >>

<< Oh, lo farò, non preoccuparti >>

Liz passò confusa lo sguardo dall’uno all’altro. Che diavolo era quell’atmosfera improvvisamente tesa? Sorridevano entrambi, ma ci mancava solo più che dai loro occhi partissero raggi laser per perforarsi il cranio a vicenda!
<< Ah, e Alex come sta? >> le chiese dopo un po’ lui, distogliendo lo sguardo da Aramis. << Esce ancora con quel vostro compagno di scuola? >>
<< No, veramente ora è impegnata con qualcun altro… comunque ora dovrei tornare al lavoro, sai com’è, il nostro schiavist… capo ci paga a cliente, non a ore >> concluse Liz con un altro sorriso forzatissimo per porre fine a quella situazione sempre più assurda.
<< Ah sì, scusa, non volevo farti perdere tempo! Comunque sarò in città per tutte le vacanze di Natale, magari possiamo vederci di nuovo tutti insieme, qualche volta >>
<< Perché no, credo che sarebbe divertente convincere Grimmjow a fare un’uscita di gruppo >> commentò Aramis mentre lui se ne andava dopo averli salutati.

Liz fece un lungo sospiro e rimase con la testa appoggiata alla sua spalla per qualche minuto.
Infine si staccò da lui e stampandosi un gigantesco sorriso sulle labbra batté le mani insieme.
<< Bene! Non so perché l’hai fatto ma ti ringrazio, cosa vuoi per pranzo? >>
Aramis la osservò per qualche secondo, poi scosse la testa e le arruffò i capelli con una mano.
<< Devi piantarla di considerare ogni cosa che faccio come una buona azione, potrebbe venirmi la tentazione di farti qualcosa di davvero cattivo >>
<< È inutile che ti dia tante arie da malvagio uomo nero, che tu mi abbia già fatto un bel po’ di favori è un dato di fatto. >> ribatté Liz mentre si avviavano verso l’entrata.
Una volta che lei si fu chiusa la porta alle spalle, Aramis si voltò, e sbattendola contro la superficie di legno la baciò bruscamente.
Liz trattenne il fiato e sgranò gli occhi, era successo talmente in fretta che non aveva neanche avuto il tempo di accorgersene.

Staccandosi infine da lei, l’arrancar si leccò le labbra e le sussurrò all’orecchio: << Questo è l’ultimo avvertimento >>
 
 

Angolo delirazioni

Aramis: << Mia regina, il Grafobrancio… >>
Aki: << Ha sbranato Alice? >>
Aramis: << No, veramente l’ha rapita >>
Aki: << Maledetto felino in calore, non avevo ordinato di farlo castrare? TAGLIATEGLI I GIOIELLI! >>
(in un altro luogo)
Liz: << Benvenuta alla mia corte, Alice! >>
Alex: << Grazie, regina bianca >>
Liz: << E chi è quel gran figon… ehm, il tuo compagno? >>
Alex: << Solo un idiota, maestà. Egli afferma di voler porre rimedio alla mia presunta incapacità con la spada >>
Grimmjow: << Mi rifiuto di mangiare una donna che impugna una spada come un bastone da passeggio! >>
Alex: << Fai come ti pare, ma scollati di dosso, non sopporto gli animali! >>
Liz: << Aaah che carini che siete! Ho sempre amato i lieti fine! :3 >>
 

  
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