Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Lione94    06/04/2012    4 recensioni
Un nome,
una profezia,
una guerra millenaria fra Angeli e Demoni.
Allie Fox, come ogni comune adolescente, ha smesso di credere alla magia dei bambini, ma sarà costretta a ricrederci dopo aver messo la sua firma su un libro incantato: mai sottovalutare il potere delle parole!
Sarà così coinvolta in un conflitto tra Bene e Male e, tra profezie, diavoli guastafeste, gatti parlanti, angeli custodi e un affascinate Principe dei Demoni, la sua vita cambierà completamente.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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12. Faccende umane









 Fu davvero strano guardare me stessa seduta alla scrivania, con il capo poggiato sul tavolo e gli occhi placidamente chiusi.
 Avevo davvero un’espressione così angelica quando dormivo?
 Un momento! Ma se io ero qui chi era quella ?
 Mi mossi e la Allie si svegliò di soprassalto quando inciampai in una delle tante cianfrusaglie sparse sul pavimento della stanza.
 << Allie, sei tu! >>
 << Gwen?! >>.
 La mia copia si fiondò su di me, abbracciandomi con forza e rischiando quasi di farmi perdere nuovamente l’equilibrio. Il corpo protestò per la stretta lanciandomi fitte lancinanti che mi fecero gemere per il dolore.
 << Ouch! >>
 << Allie, oh mio Dio! >> Gwen si staccò da me e vidi che aveva ripreso il suo vero aspetto con gli occhi grigi, i lunghi capelli biondi e i vestiti bianchi << Che cosa ti hanno fatto? >>
 Mi guardai allo specchio e vidi che il mio riflesso era davvero terribile: i Jeans erano strappati in più punti, come la maglietta che sul braccio sinistro era completamente rotta e una ferita dal sangue rappreso deturpava la pelle. Il volto e i polsi erano graffiati e i capelli… erano semplicemente orribili!
 << Niente Gwen, sono riuscita a scappare prima che potessero farmi qualcosa >> risposi con un sospiro.
 << Shh, ora non parlare. Vieni con me, prima di tutto cercherò di rimetterti in sesto >>.
 Mi condusse in bagno e dopo avermi liberata dagli abiti irrimediabilmente rovinati, mi aiutò a lavarmi. Grazie alle sua magia riuscì a impedire che la ferita sul braccio s’infettasse e la fasciò con cura.
 Una volta finito tornai in camera, indossai il mio comodo pigiama e mi stesi sul letto.
 << Va meglio? >> chiese Gwen.
 Annuii: il dolore forte era scemato e i graffi sul volto erano spariti. Erano rimaste le cicatrici dei tagli più gravi. Adesso che tutto era finito sentivo una grande stanchezza.
 Sentii una mano dolce accarezzarmi i capelli e vidi che intorno al letto oltre a lei erano comparsi Gabriel, Evangeline e mia madre che mi confortava con il suo tocco sui capelli. Socchiusi gli occhi sentendo il corpo rilassarsi sotto le sue carezze.
 << Ti va di raccontare? >> mi domandò gentile Evangeline.
 << Demon ha scoperto dei miei poteri >> sussurrai voltandomi a guardarla.
 Dalle tre donne scappò un sospiro e Gabriel annuì corrucciato e mormorò: << Immaginavo >>.
 << Da quando mi ha catturato sono stata rinchiusa in una scura stanza dell’Inferno con gli occhi bendati… quanto tempo sono rimasta lì? >>
 << Gwen ha dovuto sostituirti per due giorni. Eravamo così preoccupati per te, tesoro >> rispose mamma stringendomi delicatamente la mano.
 << Gabriel è riuscito a liberarmi da Gilderoy e sono corsa a casa prima che tuo padre potesse accorgersi della tua assenza >> aggiunse Gwen.
 << Sei stata molto fortunata a scappare, Allie >> s’intromise Gabriel << Anche se la missione è andata male, siamo riusciti a impegnare l’esercito dei Demoni e fino a poco tempo fa Demon era con loro. Chissà cosa sarebbe successo se fosse giunto all’Inferno e tu fossi ancora lì… >>
 << Gabriel! >> lo rimproverò Ivoene << Così di certo non la aiuti >>
 << Come hai fatto a scappare? >> domandò Evangeline dopo aver lanciato anch’essa un’occhiataccia al figlio che abbassò il capo sconsolato.
 << Io… non lo so >> risposi incerta nascondendo per metà il volto nel cuscino << Non ne sono sicura ma credo che sia riuscita a fuggire grazie… grazie a Layo >>.
 << Impossibile! >> esclamò Gabriel meravigliato.
 Lo fulminai con un’occhiataccia: << E perché non avrebbe potuto farlo?! >>.
 << Non può essere andato contro suo padre, ci vuole una grande forza di volontà >>.
 << Lui è forte >>.
 Guardai i quattro angeli che mi circondavano e solo mamma non sembrava perplessa delle mie parole, anzi sembrava piuttosto pensierosa.
 Un rumore familiare interruppe il nostro discorso.
 << Al, sono a casa! >>
 << Papà! >>.
 Gli angeli sparirono in uno sbuffo di fumo celeste e io corsi giù per le scale. Mi fiondai tra le grandi braccia di Nathaniel, che sorpreso si sistemò gli occhiali sul naso. << Allie, sembra come se fossero giorni che non mi vedi >> disse con una risata mentre lo stringevo forte respirando il suo odore familiare.
 Sembra, papà, sembra.








 Il giorno dopo la scuola mi sembrò più bella che mai. Per un momento potei dimenticare tutti i problemi che riguardo a Diavoli e Angeli e vivere la mia vita come una comune adolescente. Adesso capivo perfettamente la decisione di Evangeline di rendere la scuola un territorio neutrale. Era davvero bello poter dimenticare della guerra anche solo per un po'…
 Salutai tutti con un grande sorriso sulle labbra, perfino la presenza di Violet non mi sembrava più così irritante dopo quella “piacevole” visita all’Inferno.
 Quando vidi Jo e i gemelli Keyl gli saltai addosso e li strinsi con forza.
 << Allie, che succede? >> esclamò Jo ridendo del mio grande entusiasmo.
 << Niente, sono felice >> risposi con un’alzata di spalle mentre Mark approfittando del mio buonumore mi scompigliava i capelli senza subire alcuna ira funesta.
 Judy mi guardò attenta: << Sei tornata in te finalmente >>.
 Mi irrigidii un po’ e la guardai perplessa << Che vuoi dire? >>.
 << Non so, in questi due giorni eri più strana del solito… hai fatto cose strane >> mi confidò sottovoce.
 Scoppiai a ridere pensando a quanto potesse essere stramba Gwen e il sorriso mi si spense quando vidi Theo venire verso di me con basso baldanzoso.
 << Le cose strane includono Theodore? >> sussurrai allibita.
 << Davvero stavi pensando di tornare insieme a lui? >> mi domandò Mark mentre Judy mi guarda stranita.
 << No! >> esclamai inorridita.
 Io a Gwen la ammazzo!
 << Allie, cucciolotta… >> Theo si sporse per darmi un bacio.
 << Evapora Theo! >> lo accolsi malamente spostandomi.
 << Ma… Allie! L’altro giorno eri così disposta a noi… >>.
 << E’ stato un momento di follia >> dissi respingendolo indietro mentre riprovava a baciarmi << Diciamo che non ero in me >>.
 Ma cosa aveva fatto Gwen per renderlo ancora più appiccicoso del solito?
 L’avrei spiumata!
 Il suono della campanella mi diede la scusa per trascinare via i miei amici e rimasi stupita quando all’entrata Jo e Mark si salutarono con un bacio a fior di labbra, che ben presto diventò molto appassionato. Judy ed io distogliemmo lo sguardo e le lanciai un’occhiata meravigliata.
 La mia amica mi diede il gomito e rise divertita: << Ma guarda quei due! Se non fosse stato per te, Al, non si sarebbero mai messi insieme >>.
 Ok, avrei dovuto farmi spiegare anche questa da Gwen… almeno qualcosa di buono l’aveva combinata!
 << Ci vediamo dopo! >>.
 << Ehi Allie! >> mi richiamò Judy prima che girassi l’angolo << Stasera verrai alla festa? >>
 << Eh? >>
 << Alla festa di Halloween! >>.
 Mi battei una mano sulla fronte. Già, la festa di Halloween della scuola! Dopo aver passato i giorni all’Inferno mi era completamente sfuggita di mente.
 << Spero di sì >>.
 E adesso chi l’avrebbe sentita a quella rompiscatole del mio Angelo Custode!









 << No, Allie! E’ fuori discussione che tu vada! >> esclamò Gwen per l’ennesima volta.
 Mi guardai allo specchio mentre indossavo il costume da gatta dell’anno scorso. Salem, placidamente adagiato sul letto, ridacchiò alla mia vista mentre Gwen continuava a volare con aria esagitata per la stanza.
 << Davvero un travestimento carino >> osservò il gatto mannaro.
 Sbuffai: << Peccato che non mi stia più il sopra >>.
 Dovevo aver preso una taglia in più di reggiseno.
 << Fantastico! Niente costume, niente festa! >> disse l’angelo biondo entusiasta.
 Le lanciai un’occhiataccia. << Uff Gwen non fare la guastafeste, non posso perdermi il ballo di Halloween! >> mi lamentai facendole gli occhioni dolci.
 << Ah non provare a incantarmi >> mi avvisò lei puntandomi un dito contro.
 << Io credo che Allie debba andare alla festa… >>
 << Ecco Gwen, ascolta Salem! >>
 << …ma sarà accompagnata da noi due >> terminò il gatto << Tanto in mezzo a tutte quelle maschere nessuno farà caso a noi >>.
 << Cosa? >> fece Gwen scettica.
 << Sì dai Gwen, ti prego ti prego ti prego! Ci divertiremo! >>.
 << E va bene >> si arrese alla fine l’angelo.
 Adesso rimaneva solo un problema di vitale importanza: come mi sarei travestita?
 << Aspettatemi qui, torno subito >> disse Salem balzando giù dal letto e incamminandosi fuori dalla stanza.
 Io e Gwen ci scambiammo un’occhiata interrogativa.
 Il gatto mannaro ricomparve qualche tempo dopo trascinandosi dietro della stoffa rossa e nera mentre truccavo una Gwen rassegnata ed esasperata. << Ecco, bisognerà solo dargli una sistemata per Allie >>.
 << E quei vestiti dove li hai presi? >> domandò Gwen curiosa.
 << Da un diavolo che non li usa poi molto >> sghignazzò Salem con aria mefistofelica << Porta avanti da un po’ di tempo uno strano discorso vestendosi da fata >>
 << Chi? Jacques il filosofo? >>
 << Uh, io l’ho visto quando sono andata all’inferno! >> aggiunsi ricordandomi della buffa scena a cui avevo assistito nel regno di Demon.
 Ridacchiammo per un po’ e poi ci preparammo per la festa.







 Entrai a scuola insieme a un gruppo di zombie e vampiri.
 Un forte scroscio richiamò la mia attenzione e mi fermai a osservare incantata la pioggia cadere fuori l’entrata della scuola. Il paesaggio si deformò in un attimo sotto il mio sguardo, il mondo fu squarciato da un lampo e poi fu avvolto dall'oscurità. La notte sembrava ancora più buia del solito senza la luna a illuminarla.
 << Devo riconoscere Gwen che hai fatto davvero un bel lavoro >>
 << Grazie Salem >>.
 Due voci vicine mi fecero voltare e vidi Gwen e Salem sorridermi. Gwen era vestita come al solito solo che aveva nascosto l’aureola troppo appariscente e cercato di rimpicciolirsi le ali. Invece era davvero strano guardare Salem nella sua forma umana. Prima di allora non lo avevo mai visto dato che preferiva di gran lunga essere un felino. Aveva l’aspetto di un lentigginoso ragazzetto di quattordici anni, dall’ossatura minuta e la carnagione chiara. Gli occhi erano sempre dello stesso taglio e colore e i capelli erano una disordinata zazzera castana. Indossava dei panni maculati e sulla testa si era messo delle ridicole orecchie da gatto.
 << Salem ma ti sei disegnato i baffi? >>
 Il gatto mannaro asserì con un miagolio facendo ridere me e Gwen.
 Ci dirigemmo verso la palestra seguendo una coppietta di streghe e quando entrammo la musica ad alto volume e le luci stroboscopiche messe per l’occasione mi stordirono per un attimo. Qualcuno vicino l’entrata si girò a guardarci e soffocai una risatina. Certo che dovevamo essere proprio uno strano terzetto: un gatto mannaro, un angelo e una mezza umana travestita da diavolo.
 Sì alla fine Gwen era riuscita a sistemarmi addosso gli abiti che Salem aveva (ehm) preso in prestito.
 Indossavo un vestito dal corpetto rosso con ricami bordeaux e una vaporosa gonna di tulle nera come le ali di corvo. Le gambe erano fasciate da delle calze a rete. Non ero provvista di coda ma ero riuscita a trovare una parrucca dai corti capelli neri a caschetto e delle corna rosse da mettere sulla testa, sulle labbra avevo del rossetto rosso fuoco e gli occhi erano completamente truccati di nero. Ovviamente ai piedi indossavo rigorosamente delle scarpe con tacco alto. Le cicatrici ai polsi erano state astutamente coperte da una miriade di braccialetti. Sarei quasi potuta passare per una diavola se non fosse stato per i miei angelici occhi grigi…
 << Ehi bellezza, vuoi ballare? >> domandò a Gwen uno spaventapasseri dall’aspetto davvero inquietante e dal fisico muscoloso. Forse era Jason della squadra di football della scuola.
 Spinsi l’angelo verso di lui, anche se sembrava visibilmente contrariata. << Su vai e divertiti Gwen! >>
 << Ricordati che ti tengo d’occhio comunque! >> mi avvertì lei prima di essere trascinata via.
 Mi girai ma Salem era sparito chissà dove. Mi sembrò di vederlo vicino al tavolo del cibo ma prima che potessi capire con certezza dove fosse i miei occhi furono attirai da uno strano movimento verso il corridoio.
 Grazie al mio potere riuscii a vederlo: era Layo! Era tornato!
 Mi affrettai a raggiungerlo e prima che potesse accorgersi di qualcosa, lo trascinai nella prima classe vuota che trovai e mi chiusi la porta alle spalle.
 << Non si può nascondere niente alla tua “vista” >> constatò con voce divertita.
 Mi voltai per vedere quegli occhi scuri osservarmi attenti e la sua bocca arricciarsi in un sorrisetto obliquo. Layo si poggiò con la schiena al muro e incrociò le braccia al petto. Non era travestito, indossava semplicemente dei Jeans scuri e una maglietta bianca che metteva in risalto il corvino colore dei suoi occhi ribelli. Senza più quegli abiti scuri che gli avevo visto indossare nella visione dell’Inferno sembra un Angelo Tentatore.
 << Mmm bel costume! >>.
 Con calma mi andai a sedere su un banco per mettere una certa distanza tra noi. C’era qualcosa che mi spingeva ad andare verso di lui, a sentire le sue mani sul mio volto per riconoscere il tocco leggero delle sue dita affusolate sul mio viso. Le sue labbra erano diventate così attraenti…
 Strinsi forte le mani sul banco. Forse era perché mi aveva salvata o forse perché non ero più abituata ad averlo attorno ma la sua presenza iniziava a destabilizzarmi più del normale e se fossi stata troppo vicina a lui avrei rischiato di perdere la lucidità.
 << Non se sono bendata >> replicai cercando di dare alla mia voce un tono indifferente.
 La mia osservazione non sembrò colpirlo perché il suo sorrisetto rimase impassibile eppure mi parve di scorgere nei suoi occhi un lampo di durezza.
 << Allora dovresti fare attenzione a non finirci >> mi derise.
 << Potrei anche non farlo se c’è qualcuno che poi mi libera dal buio >> dissi guardandolo con uno sguardo intensamente eloquente.
 Il suo sorriso s’incrinò per un attimo, freddato. Davvero pensava che non avessi capito che era stato lui a salvarmi? O forse non si aspettava che glielo ricordassi…
 Si staccò dal muro e si avvicinò con uno strano sguardo che mi fece tremare. << Forse è stata solo fortuna >>.
 Scossi la testa e per non costringermi a scendere dal banco, accavallai le gambe. << Forse >> dissi con tono accondiscendente << E’ possibile se la fortuna ti lascia le sue labbra stampate sulla pelle >>.
 Arrossii per le mie parole ma quando lui s’irrigidì, ebbi un moto di soddisfazione: non era stata solo la mia immaginazione, Layo mi aveva davvero aiutato a fuggire dall’Inferno.
 << Perché l’hai fatto? >> sussurrai curiosa.
 Ignorò la mia domanda.
 Notai il suo sguardo striarsi di rosso e seguendo la sua direzione capii anche un’altra ragione del suo irrigidimento: la gonna di tulle del vestito si era alzata leggermente mostrando qualcosa più su del ginocchio.
 Incontrai i suoi occhi e sentii una stretta allo stomaco. Le guance andarono a fuoco. L’aria si era fatta a un tratto elettrica.
 Che cosa ci stava succedendo?
 Feci per scendere dal banco ma il suo corpo d’improvviso così vicino al mio me lo impedì. La sua mano si posò sul mio ginocchio e una piacevole scossa si diffuse per il mio corpo.
 << Perché l’hai fatto? >> ripetei in un mormorio inclinando la testa in alto per non staccare i miei occhi dai suoi. Quella scintilla che ricordava le sue origini diaboliche stranamente non mi faceva paura ma mi affascinava. Il suo respiro m’inebriò e l’altra sua mano si poggiò sul mio volto, il pollice sul mio labbro inferiore.
 << Allie >>.
 Pronunciò il mio nome con una voce bassa e sensuale che m’infiammò tutto il corpo. Le sue labbra sfiorarono il mio collo e sentii dalla mia bocca un sospiro che mi confuse.
 Layo mi attraeva davvero così tanto?
 Nemmeno con Theodore avevo provato delle sensazioni così intense solo per uno sfioramento.
 Il suono di un chiacchiericcio proveniente dal corridoio ci risvegliò dall’incanto in cui eravamo caduti. Feci forza sulle sue spalle e ci separammo bruscamente.
 Layo si portò una mano a scompigliarsi i capelli e sentii un brivido di freddo quando il calore del suo corpo non riscaldò più il mio. I miei ormoni mi urlarono una forte protesta perché ci eravamo separati.
 Zitti stupidi ormoni!
 Zitto guastafeste di un cervello!
 Oh mammina che confusione!
 << Noi… noi apparteniamo a mondi diversi >> dovetti schiarirmi forte la voce per riuscire a parlare.
 << Siamo pur sempre umani >> mi ricordò lui con una scrollata di spalle << Né Evangeline né mio padre possono scegliere anche questo >>.
 << Cosa? >>
 I nostri sguardi caddero verso il basso e non potei impedire alle mie guance di arrossire ancora.
 Aveva ragione.
 Angeli e diavoli non c’entravano niente per questo.
 Io lo attraevo… come lui attraeva me!
 Semplice.
 Eppure era un gran casino.
 Per quanto gli esseri magici non potessero fare niente per la nostra attrazione avrebbero potuto sempre opporsi, e non sapevo quanto mi conveniva far arrabbiare gli angeli dato che già i diavoli mi odiavano.
 Che cosa avrebbe pensato mamma?
 Non avrebbe dovuto saperlo o semplicemente avrei dovuto evitare di cacciarmi in questo altro casino.
 Lo scalpitio di passi per il corridoio mi avvertì che probabilmente la classe apparentemente vuota sarebbe stata occupata così uscii di corsa prima che Layo potesse fermarmi.
 Non potevo affrontarlo ancora... non sapevo se guardandolo negli occhi sarei riuscita a sfuggirgli ancora per molto.
  
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