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Autore: MotaCarota    07/04/2012    16 recensioni
Abigail, una delle tante ragazze che devono imparare ad avere più fiducia in loro stesse, un Tomlinson insolente sarà capace di farle perdere la testa?
Madison, pallavolista popolare nella scuola, una di quelle persone che ha sempre il consiglio giusto. Ma non aveva mai pensato a come sopravvivere senza il suo Liam.
Coleen, dopo una delusione non crede più nell'amore, si è chiusa in se stessa e pensa solo allo studio. Riuscirà un riccio a farle cambiare idea?
Effie, tipica ragazza innamorata del suo principe azzurro, che lei ritiene irraggiungibile, è così impossibile farsi notare dall'irlandese più popolare della scuola?
Lux, la ragazza facile che trascorre gli intervalli nel bagno maschile, impegnata nelle sue scappatelle senza impegno. Forse il ragazzo dalla pelle ambrata avrà un altro effetto su di lei?
Cinque ragazze, un solo desiderio: la felicità.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Abigail.
 
 
“Pronto?” pronunciai appena ebbi accettato la chiamata.
“Ab, sono Louis” disse con voce affannata “Posso chiederti un enorme favore?”
“Sentiamo..” borbottai.
“Potresti badare a Daisy e Phoebe per qualche ora?”chiese con voce melensa “Sono sole in casa e non posso fidarmi, sono troppo piccole.” spiegò nell'intento di convincermi per l'ennesima volta.
“Beh, veramente io dovevo…”
“Ti prego Abbie, te lo chiedo per favore, è importante.” mi interruppe lui tentando di fare il dolce per raggiungere il suo scopo.
“Eh va bene” sospirai; chissà se avrebbe mai capito che io non sarei stata in eterno ai suoi servizi.
“Grazie, grazie!” esclamò felice “Allora appena puoi vai pure a casa mia, le gemelle sono lì…”
“Ok, mi preparo e vado immediatamente.”
“Sei fantastica, Abbie.” scandì bene vocabolo per vocabolo prima di buttare giù.
Sapevo bene che le parole di Louis erano illusorie, faceva soltanto parte del suo stupido piano, il cui fine non mi era ancora molto chiaro. Sbuffai, prima di lanciare il telefono sul letto, afferrare una felpa e infilarmi le scarpe. In pochi minuti ero davanti a casa Tomlinson; suonai il campanello un po’ incerta, ma il fatto che avrei trovato solo le gemelle mi era d’aiuto per convincermi che avrei dovuto stare tranquilla. Notai però che le chiavi erano rimaste appese nella serratura e, poiché nessuno sembrava rispondere, le girai più volte e aprii la porta.
“Daisy, Phoebe, sono Abigail…” non ottenni risposta “C’è nessuno?” La mia voce risuonava nella grande casa deserta, sembrava essere completamente vuota. Pensai che
le gemelle potevano essersi addormentate e, probabilmente, si trovavano nelle loro stanze al piano di sopra. Appoggiai la borsa e la giacca sul divano, non appena rialzai lo sguardo mi ritrovai di fronte Louis che mi fissava. Saltai dallo spavento, non mi sarei mai aspettata di vederlo, visto quello che mi aveva detto. La sua risatina ruppe il ghiaccio tra noi.
“Che diamine ci fai tu qui?!” sbottai portando una mano sul petto per lo spavento.
“Ci abito.” scherzò col suo solito tono che avrebbe invogliato chiunque a prenderlo a calci.
“Questo lo so!” risposi a tono “Ma mi sembra piuttosto strano vederti in casa quando mi hai fatto venire qui apposta per guardare le tue sorelle, non ti pare?” domandai poi irritata, non so come ma avevo la sensazione che sarebbe spuntato fuori qualche suo inganno di lì a poco.
Louis si limitò a sorridere alzando le spalle.
“Quindi non è vero quello che mi hai detto?” domandai rimproverandolo, come se fosse un bambino di cinque anni che ha detto una bugia alla propria mamma.
“Non esattamente…” mormorò lui stringendosi nelle spalle.
“Questo è troppo!" sbottai indignata e delusa, prendendo poi la borsa e la giacca con fare nervoso e avviandomi alla porta. Me ne sarei andata, mi aveva preso in giro anche questa volta. Ma è possibile che sei così stupida, Abigail? Lasciarti abbindolare da uno sbruffone, deficiente, stupido, meschino, stronzo, putt..
La mano di Louis mi afferrò per il polso, distogliendomi dai miei pensieri poco carini.
“Lasciami, Louis!” urlai dimenando il braccio nella speranza che mollasse la presa.
“Abbie, aspetta” mormorò lui lasciandomi andare.
“Che vuoi? Dammi una motivazione perché dovrei restare qui un minuto di più.”
Incrociò le braccia al petto, mordendosi il labbro inferiore, abbassò poi lo sguardo sulle sue solite pantofole a forma di renna, senza pronunciare alcuna parola.

“Ecco vedi, non ce l’hai. Ciao Louis, me ne vado, sono stanca di essere presa in giro!” sbraitai appoggiando la mano sulla maniglia della porta, pronta a lasciare quella casa dove, speravo, non avrei più messo piede.
“L’ho fatto solo perché volevo stare un po’ con te.” rispose dopo qualche minuto serio, fissandomi intensamente con quei pozzi azzurri. Mi girai di scatto, guardandolo con sguardo incerto. Cosa potevo rispondere? Avrei dovuto credergli e lasciarmi prendere in giro per l’ennesima volta o dubitare delle sue parole e lasciarlo lì da solo?
“Ah certo. E questa cos'è, l'ultima trovata del tuo compagno di conquiste Malik?! Davvero innovativa!" gli urlai in faccia.
“Abigail, dico sul serio” mi interruppe “Questa volta ti posso giurare che non c’è assolutamente niente sotto, sono stanco di fare il duro o il difficile, voglio solo farti capire che ci tengo davvero a te.” I suoi occhi sembravano incapaci di sostare nei miei per più di qualche secondo, come d’altronde lo erano i miei . Durante il suo discorso continuava a passarsi una mano sul collo e dietro la nuca, a quanto pare anche Louis Tomlinson era in grado di imbarazzarsi.
A quel punto non sapevo davvero che diamine fare, sembrava sincero, sembrava mi stesse parlando col cuore in mano, forse come poche volte aveva fatto in vita sua, soprattutto con me. Prima che potessi aprire la bocca per rispondere, lui mi interrupe un’altra volta.
“Lo so, lo so che ho sbagliato, che mi sono comportato male con te, non avrei mai dovuto, e me ne pento. Sono davvero la persona più stupida di questo mondo…”
“Finalmente te ne sei reso conto” lo interruppi io acida. Louis sospirò e si strinse nelle spalle prima di continuare.
“…Ma so di aver commesso parecchi errori e ti prometto che mi impegnerò affinché ciò non si ripeta, mai più. Non so davvero cosa fare a questo punto, probabilmente tu mi detesti, e ti do ragione, ma credo di volermi impegnare a riconquistare la tua fiducia, perché io ci tengo a te.. Se solo mi venisse in mente qualcosa capace di farti cambiare opinione su di me, che riuscisse a farti capire che voglio solo il tuo bene, ma ormai tu mi odi a morte, forse non c'è proprio nulla che io possa fare..." sussurrò fissando il pavimento, affranto.
"Non è vero che ti odio" lo interruppi "Capita a tutti di sbagliare, l'importante è che tu te ne sia reso conto" conclusi cercando di non farlo disperare più di tanto “L’unica cosa che proprio non riesco a capire è come tu abbia potuto… insomma Zayn!” sbottai alzando le braccia al cielo "Tra tutti le persone di cui ti fidi, dovevi andare a chiedere consiglio proprio a lui!?"
Sapevo benissimo che non avrei dovuto perdonarlo così facilmente, non avrebbe dovuto passarla liscia con un semplice discorsetto, ma cosa potevo fare? Non ero certo il tipo di persona che tiene rancore a vita, in più se ci si metteva anche ciò che provavo per lui, mi era praticamente impossibile non dargli un'altra possibilità.
“Lo so, ho sbagliato, sono un completo idiota. Non so davvero nemmeno io come abbia potuto fidarmi di lui e credere che i suoi consigli funzionassero con te” 
“Io..” balbettai incapace di parlare, la mia voce si stava affievolendo, increspandosi sempre più spesso durante pronuncia delle parole.
“Tu non sei come le altre” concluse lui stringendomi al suo petto e accarezzandomi dolcemente i capelli.
“Come faccio a fidarmi di te, Louis?” mormorai mentre le lacrime rigavano il mio volto.
“Non lo so ma fallo per me, Abbie, ti prego.” sussurrò alzandomi il viso con due dita e sfiorando le mie labbra con le sue.


Effie.
 
 
Finita. La lezione era finita finalmente, Dio benedica quella campanella! 
Infilai penne e matite nell’astuccio e sistemai tutto nello zaino, via, volevo andare via da quel posto infernale, desideravo solamente rifugiarmi sotto le coperte, nel mio letto e lasciare che il tepore della casa mi riscaldasse. Uscii dall’aula e, lungo il corridoio affollato, notai una testa bionda, la conoscevo bene. Raggiunsi l’uscita a passo svelto, tenendo il capo chino, non volevo vedere nessuno, sarei andata dritta per la mia strada, nessuno mi avrebbe fermata. Ad un tratto vidi, accanto alle mie, delle scarpe familiari, erano bianche, alte, ricordavano quelle di un astronauta, sapevo benissimo di chi fossero. Alzai il viso e di fronte a me ritrovai proprio quel biondo che avevo intravisto poco prima. I capelli chiari, sparati in alto, le guance leggermente arrossate, quegli occhi azzurri che erano in grado di rapirmi come nemmeno la Nutella sapeva fare. Mossi di scatto la testa, la sua presenza era sempre capace di mettermi in soggezione, mi sentivo in imbarazzo. Il biondo non fiatava, continuava a fissarmi dritto negli occhi, con sguardo amareggiato.
“Ciao” mormorò poco dopo.
“Ciao” risposi flebilmente per non sembrare scorbutica.
Abbassai gli occhi sulle mie scarpe, era inutile spendere tempo in domande inutili, era ovvio che stesse bene, era ovvio che, se me l’avesse chiesto, anche io avrei risposto che andava tutto a gonfie vele, malgrado fosse l’esatto contrario, non andava affatto tutto bene, mi sentivo un peso dentro, un macigno che non ero più in grado di trasportare, dovevo liberarmene, subito. Un lampo di pazzia mi attraversò il cervello.
“Niall, tu mi piaci.” sbottai all’improvviso fissandolo negli occhi come se lui fosse la sola cosa che vedessi in quel momento. Effettivamente per me lo era, malgrado fossimo circondati da una gran massa di studenti.  “…Non so davvero più come fartelo capire, so perfettamente che questo è il momento più inopportuno che potessi trovare per dirtelo, ma non mi importa. Non mi importa se tu pensi che io sia pazza; non mi importa se il tuo cuore appartiene a quella biondina che hai baciato prima..” strinsi i pugni, alzandomi poi leggermente sulle punte dei piedi “..E non mi importa se appena avrò finito di parlare tu infrangerai i miei sogni dicendomi che non vuoi sapere più nulla di me!” sbottai sputandogli le parole addosso fino a quando non mi mancò il fiato “Perché dannazione, Niall Horan, io sono innamorata di te!” conclusi incrociando le braccia al petto e fissandolo intensamente negli occhi, in attesa di una sua risposta.
Il biondo abbassò lo sguardo, effettivamente provato dalla mia impetuosa dichiarazione, forse era impaurito, avevo esagerato, ero sempre stata così buona con lui, come mai in quel momento gli stavo urlando in faccia? 
Arricciai le labbra, dondolandomi sui piedi, di lì a poco avrei saputo il verdetto finale, ero stufa di tutti questi tira e molla, volevo sapere la verità, Niall ricambiava quello che provavo per lui? Non fiatava, non si muoveva, era semplicemente lì davanti a me, immobile. A poco a poco sentii sempre più forte quella situazione poco piacevole, la conoscevo bene, gli occhi mi pungevano, il naso mi pizzicava, sentivo le mani inumidirsi, la fronte imperlarsi di sudore freddo. Era orribile, perché non reagiva? Perché non diceva niente? Non diedi il tempo alla prima lacrima di scorrere sul mio viso, non volevo che mi vedesse piangere, non volevo mostrare quella che ero realmente, così vulnerabile, così debole. Mi buttai tra la folla e cominciai a correre. Spintonavo la gente, correvo, correvo, e ancora correvo, non sapevo nemmeno io dove, solo al riparo da lui, da quei suoi occhi che potevano sembrare così meravigliosi quanto terrificanti. Avevo il suo sguardo spaurito impresso nella mente, lo vedevo ancora davanti a me malgrado non ci fosse più.
Le gambe mi portarono in un piccolo giardino, non era un posto qualunque, lo conoscevo bene, anche troppo forse, era un luogo ricco di ricordi, di pensieri, di speranze, di momenti che non avrei mai voluto che passassero così in fretta. Era lì che io e quello che era il mio migliore amico trascorrevamo gran parte dei nostri pomeriggi, era lì dove lui suonava la chitarra per me, dove l’avevo realmente conosciuto, dove ridevamo e trascorrevamo il tempo semplicemente insieme, con le gambe a penzoloni dall’albero. 
Come se quell’orribile situazione non fosse abbastanza, percepii una goccia di pioggia sul naso, non feci nemmeno in tempo ad alzare gli occhi verso il cielo, che l’acqua aveva cominciato a scrosciare con violenza, stava diluviando. Focalizzai un posto che avrebbe potuto ospitarmi finché non spiovesse, immediatamente corsi al riparo dalla pioggia, rifugiandomi sotto una piccola struttura per bambini, una sorta di castello. Mi strinsi nella giacca, ero bagnata fradicia, vestiti e capelli compresi, stavo letteralmente congelando in quella fredda aria pungente di inizio marzo. Solo allora scoppiai a piangere, singhiozzando convulsamente e stringendomi il viso arrossato fra le mani. Strinsi le ginocchia al petto, rannicchiandomi a terra con la schiena poggiata contro il muro. Congratulazioni Effie, ottimo lavoro, è questo che si ottiene a mostrare i propri sentimenti? Meraviglioso! Giuro che d’ora in poi mi terrò tutto per me, come sarebbe stato meglio che avessi fatto, che mi colpisca un fulmine in questo mom..
“Effie!” sentii una voce familiare gridare il mio nome “Effie!” ripeté “Effie, dove sei?” Un rumore di passi pesanti mi avvertì che la sua presenza era poco distante da me. Improvvisamente vidi di nuovo quella testa bionda di fronte a me, era di nuovo lì, pronto a spezzarmi di nuovo il cuore. Si avvicinò a grandi ma leggeri passi, entrò nella struttura, forse nell’intento di sistemarsi al mio fianco.
“Niall, vai via.” Ordinai con voce roca e strozzata dai continui singhiozzi.
“Io..”
“No Niall! Ho detto vai via! Sparisci da me!” strillai rifugiandomi tra le mie stesse braccia.
“Anche tu mi piaci, Effie.” mormorò, riprendendo il mio discorso, che poco prima non aveva saputo gestire “Anzi, anche io sono innamorato di te” precisò.
“Non è vero.” bofonchiai stringendomi in me stessa.
“Invece sì” contestò “Non c'è una sola cosa che non mi piaccia in te, perchè per me sei perfetta" Si certo, tipica frase da film che si sarà scritto sulla mano solo per essere d'effetto, pensai. "Adoro quando nascondi il viso per mascherare il tuo imbarazzo, proprio come stai facendo ora…” Tirai su la testa, guardandolo direttamente in faccia per smentire la sua teoria, ma sapendo che quello che lui diceva era una mia brutta abitudine. “Adoro quando ce la metti tutta per imparare a strimpellare la chitarra, solo per farmi sentire un buon maestro” continuò poco dopo guardandomi con sguardo intenerito “Adoro quando ti senti in soggezione sotto i miei occhi e non sai come agire per paura di far traparire i tuoi sentimenti" si avvicinò un poco a me, porgendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi. Una volta in piedi, vidi il suo viso farsi sempre più vicino al mio, non sarei più riuscita a sopportare una tale tortura, il suo respiro era ormai percepibile sulla mia pelle.
Sentii le sue parole uscire calde dalla sua bocca e rimbalzarmi sulle labbra.
"Adoro l'espressione incerta che fai prima di baciarmi..." sussurrò premendo delicatamente il suo viso sul mio.

(Effie e Niall)
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Carota's Moment.
Vi prego non fucilatemi, risparmiatemi almeno fino a quando sarò maggiorenne (?)
Vi chiedo umilmente scusa, sono in un ritardo pazzesco e mi odio da sola, ma davvero in questi giorni ho avuto pochissimo tempo per scrivere e l'ispirazione era finita non so dove, quindi l'idea di continuare la ff non mi sfiorava minimamente çç
In ogni modo eccomi qua :D Questo capitolo è stato molto difficile da "partorire", primo perche Abbie è un po' problematica per me e secondo, perchè per calarmi nel dolce mondo di Niall e Effie mi ci è voluto un po', in ogni caso spero vi piaccia :) 
So che questa foto l'avevo già messa in qualche capitolo fa ma perdonatemi, non ho trovato altro di meglio e ci tenevo a mettere una loro immagine :3
Vi ringrazio davvero di cuore per le recensioni, siete fantastiche, non smetterò mai di ripetervelo <3
Eccovi le ANTICIPAZIONI, tra l'altro scusate se nello scorso le ho dimenticate:
-Coleen verrà a conoscenza di un fatto poco piacevole, non si sarebbe mai aspettata una cosa simile da Harry D:
-Madison si metterà nei guai a causa di una telefonata... Guai piuttosto seri.
-Lux scoprirà finalmente cosa le è succeso durante questi mesi trascorsi.
-Louis riuscirà a conquistare la fiducia di Abigail, e si comporterà in modo molto...tenero con lei :'3
-Effie riuscirà a capire cosa è andato storto nella testa del suo irlandese decolorato (?)
Tutto nella prossima puntata :D
Ora vado ad abbuffarmi di uova di Pasqua, come se non l'avessi già fatto UHAUHA
Un bacio xx
Mota :)
 
  
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