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Autore: Yangrine    07/04/2012    3 recensioni
Fiction partecipante alla prima edizione della “Black Week“, anno 2012. In pubblicazione per i giorni compresi tra il 28 Marzo 2012 e il 3 Aprile 2012 compresi. Genere mediamente drammatico, alternativamente introspettivo.
Cap 1 Benessere ". È stato difficile anche solo ammetterlo, ma ogni giorno la situazione peggiora e io non so più che fare."
Cap 2 Depressione "Lasciami solo.
Cap 3 Mania "Ho bisogno di muovere, fare, toccare, mangiare."
Cap 4 Senso di Colpa "Perché vuoi sopportare tutto questo?"
Cap 5 Violenza "Stai ferma e subisci la mia rabbia."
Cap 6 Ideazione Suicidaria "Userò la corda, merito di soffrire."
Cap 7 Benessere "E un giorno potrai sentirti di nuovo al sicuro tra le mie braccia."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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The Black Parade The Black Parade

CI VEDO DOPPIO

Capitolo Sette: Benessere

Autore: Yangrine

Note: Fiction partecipante alla prima edizione della Black Week“, anno 2012. Settimo capitolo di sette, in pubblicazione per il giorno 03 Aprile 2012. 482 parole. Genere mediamente drammatico, alternativamente introspettivo.

Considerazioni: Ok, puntualizzando il fatto che io avrei fatto finire il tutto in un bagno di sangue (non è vero XD), alla fine mi sono lasciata convincere per il lieto fine. Perché, e voglio che questo sia un bel messaggio, le malattie mentali sono come tutte le altre malattie, e proprio come molte altre, alla fine possono guarire.

***

-       Tsunade-sama, io…

Lei distoglie lo sguardo dal suo lavoro in meno di un istante. Fissa a lungo la sciarpa e l’abito poco adatti alla temperatura della giornata.

-       C’è qualche problema, Temari?

Ho addosso una leggerezza tale da farmi quasi girare la testa. Scuoto la testa con energia.

-       Assolutamente no, Tsunade-sama. Anzi, sono qui per ringraziarla.

Sono passati solo pochi giorni da quando, tornando a casa, ho trovato Shikamaru seduto in un angolo della stanza. Ho ancora stampata perfettamente in mente l’immagine delle sue maniche impregnate di sangue.

Non ricordo perfettamente cosa sia successo dopo di questo. Probabilmente le mie grida hanno attirato i vicini. Probabilmente hanno chiamato aiuto.

Quello che ricordo benissimo è un’attesa straziante su un seggiolino di ospedale, in un corridoio che credevo di aver già rivisto.

Poi Tsunade che mi prende per il braccio e mi porta nel suo ufficio. Una lunga chiacchierata. Poi quelle parole che sul momento mi spaventarono a morte, ma poi hanno significato la fine di un calvario.

Disturbo bipolare.

Delle spiegazioni cliniche non ho capito nulla, ma ho capito subito che poteva guarire, e che bastava solo un farmaco.

-       La terapia sta funzionando?

Annuisco con frenesia.

-       Ha dormito per quasi tre giorni, ma stamattina stava già molto meglio. Ha anche detto che sarebbe uscito a trovare i suoi amici e sua madre.

Lo sguardo teso dell’Hokage non mi rassicura molto.

-       Il tuo collo?

Le mani schizzano alla sciarpa sfuggendo al mio controllo. So che lei continua a non credermi, ma davvero, non ho intenzione di parlarle di questo.

-       Molto meglio, Tsunade-sama. Ma continuo a dirle che sono i segni dell’ultima missione.

Scuote impercettibilmente la testa.

-       Fammi sapere come procede. E se hai bisogno di qualcosa non farti problemi.

Mi inchino leggermente.

-       Grazie mille, Tsunade-sama.

Lascio la stanza con un altro inchino e chiudo la porta alle mie spalle.

Appena alzo lo sguardo verso il corridoio lo vedo che mi viene incontro.

-       Ciao.

Abbassa lo sguardo con una vergogna che non posso vedergli addosso.

-       Ciao.

Mi sento il viso in fiamme, com’è possibile che provi tanta esitazione nel parlargli?

-       Hai preso le tue…

Mi interrompe subito.

-       Sì. Non potrei mai dimenticarle.

Cade un silenzio pieno di tensione.

-       Ascolta, ora avrei da lavorare, per cui…

Mi stringe il polso, sento la sua agitazione.

-       Temari, mi dispiace.

Non essere sciocco, non è colpa tua, non hai nulla di cui scusarti.

-       Ti giuro che non… non ti toccherò mai MAI più.

Non eri tu, tu non mi faresti mai del male.

-       Ti prometto che cercherò di stare meglio. Per te. E un giorno potrai sentirti di nuovo al sicuro tra le mie braccia.

Non eri tu. Lo so.

Hai bisogno di me.

-       Non essere sciocco, crybaby, non c’è stato un solo istante in cui io abbia avuto paura di te.

***

Il disturbo bipolare, o maniaco-depressivo è caratterizzato da cicli di mania e di depressione. Questi due stati di umore (che possono durare giorni o mesi) possono essere ritenuti le estremità opposte di un'ampia gamma. A un'estremità si trova la depressione grave, poi la depressione moderata, i disturbi dell'umore lievi e di breve durata (definiti da molti "esaurimento nervoso"), l'umore normale, l'ipomania (lieve stato maniacale) e, all'estremità opposta, la mania.

Il disturbo bipolare è generalmente cronico e può durare per la vita con episodi ricorrenti, normalmente necessita di cure per tutta la vita.

Mentre le cause esatte del disturbo bipolare non sono note, la maggior parte delle ricerche tendono ad affermare che è la conseguenza di uno squilibro chimico in alcune parti del cervello. Gli studiosi hanno messo in luce evidenze di una predisposizione genetica a questa patologia.

Hanno sofferto di questa patologia persone del calibro di Jimi Hendrix, Charles Dickens, Vincent Van Gogh e Abramo Lincoln.

Il disturbo bipolare può essere curato attraverso una terapia farmacologica e una psicoterapia comportamentale. I risultati sono evidenti in tempi brevi. Una volta iniziata la terapia, i pazienti vivono la loro vita normalmente, ed il loro umore torna ad essere mediamente stabile.

 

Ho scritto questa storia sull’onda di una canzone meravigliosa, che è Lithium, degli Evanescence, una melodia struggente che racconta il conflitto tra il benessere generato dall’uso dei farmaci modulatori del tono dell’umore e la tristezza di sapersene dipendenti.

Per me era particolarmente importante scrivere una cosa come questa perché io stessa soffro di disturbo bipolare, ma non so proprio parlarne in prima persona. Purtroppo a determinati livelli di depressione o mania si toccano gli abissi più profondi, ma era importante specificare che da come queste si può uscire.

Ho scelto 5 fasi del disturbo bipolare, nello specifico la depressione, la mania, il senso di colpa, la violenza e l’ideazione suicidaria. In realtà queste cinque fasi non sono che un alternarsi a livelli sempre più profondi delle due principali, depressione e mania. A queste avrei potuto aggiungere fasi come la rabbia, la libido, la colpevolizzazione verso se stessi e gli altri, ma ho cercato di ridurre tutto al minimo ed inserire questi aspetti all’interno degli altri capitoli.

Nello svolgimento dei 5 capitoli centrali ho utilizzato dei format grafici che mi hanno aiutata a mostrare cose come la sensibilità al rumore, la percezione altrui e l’agitazione interiore. Ho inoltre utilizzato delle costruzioni di frasi ben particolari, che in psicologia sono detti ‘pensieri automatici’, ponendo un’attenzione particolare a scegliere delle distorsioni cognitive che rendessero l’idea.

Detto questo, vorrei ringraziare chi ha seguito questa povera produzione, in particolare Michiyo1age, May Be e Mente Libera che hanno commentato i capitoli precedenti.

Vitto, spero di non averti delusa con questa conclusione un po’ affrettata, ma lo scopo dei capitoli era proprio saltare di palo in frasca XD.

Capo, vedi che non c’è nulla di cui aver paura? <3

Mente Libera, spero che ora ti sia chiaro il senso della storia =).

E anche se in ritardo, anche la mia Black Week è terminata.

A presto e buona Black Life a tutti!

Cri.

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