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Autore: Biblioteca    09/04/2012    3 recensioni
Hitler, Mussolini, Stalin e Mao sono finiti all'Inferno dopo morti. Una notte, scoprono che c'è un modo per riuscire a scappare.
Accompagnati dall'ambiguo e misterioso demone Demon, riescono ad uscire. Dovranno fare i conti con il mondo moderno e con gli angeli e i demoni spediti da Dio e da Satana per riportarli all'Inferno.
Ne vedrete delle belle!
(In questa storia ci sono riferimenti religiosi fatti con rispetto nei confronti di qualunque credo religioso. E' solo una storia, non voglio offendere nessuno)
Genere: Satirico, Sovrannaturale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Dracula fu ucciso in circostanze misteriose nel dicembre del 1476, per essere precisi, nel giorno di Natale. Lui in vita non aveva mai creduto nell'aldilà, ma quando si ritrovò all'inferno invece di essere scioccato era felice come una pasqua di essere, in qualche maniera, ancora vivo. Cercò dunque di trattare con Satana per tornare in vita promettendogli parte del suo regno. Satana non ne volle sapere ma rimase comunque affascinato da qualcuno che sembrava di saperla più lunga di lui. All’Inferno, Dracula fu più rispettato, rispetto ad altri dannati, ma le pene che era costretto a patire non erano certo leggere: la sua condanna principale era quella di essere inseguito all’interno del labirinto del giardino dell’Inferno da diavoli che minacciavano ogni volta di impalarlo su un palo metallico ardente.
Potete capire come mai Satana aveva scelto un dannato del genere per andare a recuperare i quattro evasi.

Vlad correva a perdifiato giù per la collina, mentre Evil, zoppicante, riusciva a malapena a stargli dietro. Era appena uscito dall’Inferno in compagnia del vecchio diavolo e esattamente come i quattro fuggitivi aveva un corpo nuovo ed era vestito dei gloriosi abiti di un tempo. Come loro correva eccitato dall’idea di vivere di nuovo.
Era notte fonda.
La collina terminava su una strada che saliva e poi di nuovo scendeva fino a portare ad una lunga strada asfaltata. Vlad continuò a correre con Evil sempre dietro. Un grosso cartello mostrava il nome della città: Sighişoara.
"Muoviti diavolo!" gridò Vlad continuando a correre.
Dopo quell'ordine Evil non ci vide più: aprì le sue alette demoniache e volò fino a mettersi davanti a Vlad che, preso alla sprovvista, cadde all'indietro.
"Ma che stai facendo Evil?"
"Ti fermo, ecco cosa faccio. Dove credi di andare?"
"A vedere la mia città natale! Io sono nato qui sai? Sono nato qui il 2 novembre del 1431."
"Il giorno dei morti...buffa data per nascere...."
"....Vabbhè questi sono dettagli..."
"I dettagli, caro Vlad, sono importantissimi per mandare avanti il mondo."
"D’accordo...Ora però fammi andare!"
"Dracula abbiamo del lavoro da fare..."
"Sì, lo so, ma per tre giorni saranno irrintracciabili. Fammi almeno dare un'occhiata..."
Il vecchio diavolo sbuffò: Dracula sembrava un bambinetto viziato.
"Ti accontento, ma sarà veloce, ok?"
"Assolutamente..."
A sorpresa il diavolo prese sulle spalle l'ex dannato e riprese a volare.
"Così arriviamo prima... non stringermi troppo altrimenti ti lascio cadere..."
I due sorvolarono la città che, ovviamente, era completamente diversa da come Vlad se la ricordava.
"Oddio...Ma cosa è successo?"
"Nulla Vlad, sono solo trascorsi più di cinque secoli...Le cose cambiano nel tempo..."
"Evil, per favore atterra, è meglio cercare via terra."
Evil atterrò in un ampio parco nel mezzo della città, illuminato da rari lampioni.
"Curiose queste alte braci...sembra che non ci sia una fiamma...eppure c'è luce..."
"Quelli Vlad sono lampioni."
"Ah...capito...cos'è un lampione?"
"Capirai..."
Vlad e Evil camminarono finchè una nera figura femminile apparve vicino a una panchina.
"Ecco una giovinetta...Vado a chiederle se conosce la mia casa..."
"Vlad...quella non è una giovinetta..."
Vlad ignorò il diavolo e andò verso la 'giovinetta'.
"Perdonate la mia impertinenza signorina, sapreste dirmi dove..." Dracula si bloccò perchè la giovane si era girata mostrando un viso coronato da un ampio paio di baffi.
Dracula e il trans si osservarono: Dracula era fortemente imbarazzato mentre il trans era inespressivo.
"Dicevate signore?" disse l'ambigua voce del trans.
"io...Volevo...Mi scusi se..."
"Se vuole fare un giro io potrei accompagnarla..." disse il trans con fare malizioso.
"No! Cioè...voglio solo un'informazione..."
"Per quello ci sono le mappe e gli uffici turistici."
"Ecco! Allora dove posso trovare una di queste due cose?"
"Non si può..."
"Perchè?"
"E' tardi, gli uffici sono chiusi così come i venditori di mappe. Quindi se non vuoi il mio aiuto gira a largo, aspetterò clienti migliori."
Pallido e imbarazzatissimo, Dracula si voltò e fece per andarsene.
"Figo comunque..."
Dracula si voltò di nuovo.
"Cosa?"
"L'abito...è...figo...voglio dire....Non sembra tipo di maraca...sembra un costume...ma è bello...Dove l'hai preso?"
"Io...Io...Lo ha fatto il mo sarto...per me..."
"E' forte, sai lo avevo visto solo nei ritratti dei vecchi... Di un pò: dove devi andare?"
"Io sto cercando...il luogo dove è nato vlad III di Valacchia..."
"Uffa, tutti i turisti che si interessano di quel vampiro, che in realtà era solo un impalatore. Che ci sarà mai di bello a conoscere uno che lo ficcava su per il... a tutti?"
"Bhè..tu per primo non dovresti porti questa domanda." disse Vlad seccato.
Il trans lo osservò e poi scoppiò a ridere.
"Hai il senso dell'umorismo...Mi piace..."
Vlad arrossì.
"Come ti chiami?"
"Il mio nome un tempo era Marcus. Ora sono Nina."
"Ah..."
"E tu?"
"Vla...dimir. Mi chiamo Vladimir..."
"Bhè...andiamo..."
"Sì giusto. Forza Evil andiamo."
"...a chi stai parlando?"
"Al mio..."
"Vlad lei...lui...insomma, gli umani non possono vedermi."
"...Scusa Nina, borbottavo tra me e me. (bisbigliando) Cavolo Evil, potevi avvisarmi prima?"

"IN QUESTA CASA TRA IL 1431 E IL 1435 NACQUE VLAD DRACUL FIGLIO DI MIRCEA CE BADRIN"
Così era scritto su quella piccola lapide in marmo.
"Sai Vladimir, molti dicono che lui non sia nato qui ma più avanti..."
"No...La casa è questa...Me lo ricordo...Nina per favore lasciami un pò da solo..."
Nina obbedì allontanandosi.
"Che tipo strano" pensò.
"Quanto tempo è passato Evil...Ma mi ricordo ogni cosa...Io giocherellavo sempre seduto su questo gradino...osservavo cosa facevano alla gente del posto...ho assistito a molti omicidi fin da piccolo..."
"Questo non ti ha aiutato lo capisco, ma non è di certo una giustificazione per quello che hai fatto..."
"Accidenti, vicino hanno aperto una locanda..."
"Ristorante Vlad..."
"E quante torce ci sono tutt'intorno..."
"Lampioni Vlad..."
"Qui c'era sempre il mercato e c'erano le guardie..."
"Il tempo è passato Vlad..."
"E c'era mamma..."
"Tua madre è morta Vlad."
"Basta Evil sta zitto! Voglio riflettere e ricordare..."
I minuti passarono. Nina nel frattempo si stava accordando con un altro cliente, parlando al cellulare.
All'improvviso un grosso gatto nero sbucò dal nulla.
"Guarda Evil! C'era un gatto uguale una volta! Mi faceva sempre paura."
il gatto balzò su un albero e ricadde ai piedi del diavolo: nella bocca stringeva un piccolo passerotto e vicino c'era il nido rovesciato con le uova rotte.
Il gatto tirò su il muso e incrociò lo sguardo del diavolo. Il suo pelo si gonfiò, le piccole fauci si aprirono lasciando cadere il passero, poi scappò via, come se avesse il diavolo pure alle calcagna.
"Rettifico: gli esseri umani non possono vedermi, gli animali sì."
Vlad si chinò sul passero e lo raccolse.
"Ma guarda...così sadico con gli umani, così pietoso con le creaturine."
"Quando ero piccolo successe una cosa simile, ma con una rondinella...è stata una delle poche creature che mi è dispiaciuto veder morire. Povera passerottina, non avrà più i suoi pulcini e gronda tutta di sangue..." la voce di Vlad era commossa.
"Vuoi che ponga fine alle sue sofferenze?" chiese Evil.
"Puoi farlo? Certo!" disse Vlad dandogli in mano il passerottino.
Vlad era convinto che il diavolo voleva curarlo ma si sbagliava: Evil infatti, si limitò a decapitarlo con l'aiuto delle sue unghie lunghissime.
Vlad impallidì e i suoi occhi diventarono lucidi.
"La morte è migliore della vita caro Vlad, non essere triste." disse Evil con tono paterno.

"Ora Vlad sali sulle mie spalle prima che quel Nina ritorni, dobbiamo andare dove Satana ha preparato il nostro alloggio..."
  
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