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Autore: Carly_31    09/04/2012    3 recensioni
Gabriel ha fatto la sua scelta: ha deciso di rinunciare all'amore per rimanere all'interno della Congregazione e combattere i membri del Candelaio. Claudia non ha potuto fare niente se non accettare scelte di altri, ma non riesce a darsi pace, a mettere a tacere i suoi sentimenti.
"L'evidenza di un amore non si può nascondere...l'evidenza di un amore non si può comprendere...l'esigenza di amare non si può estinguere"
Genere: Introspettivo, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Il Tredicesimo Apostolo_cap 8 IL CUORE HA SEMPRE RAGIONE_ (Il Tredicesimo Apostolo)





CAPITOLO 8


Che strano. Un attimo prima era steso sul divano di Claudia e ora si trovava in una stanza che non conosceva; le pareti grigie, spente, come quelle di un manicomio. Se fossero state bianche candide avrebbe pensato di trovarsi nel limbo, quel luogo nel quale aveva salvato la vita a molte persone; quella stanza glielo ricordava, era così priva di dimensione, il concetto di spazio-tempo sembrava aver perso significato, nessun rumore, nessun odore; eppure il luogo in cui si trovava non era il limbo, non era altrettanto luminoso, l'unico colore esistente era il grigio.
Poi una voce destò Gabriel dalle sue considerazioni, una voce che aveva imparato ad odiare.
- Ci rivediamo ancora Gabriel.
- Che cosa vuoi Serventi? Dove mi hai portato?
- E' incredibile il potere che una mente può avere. Io non ti ho portato da nessuna parte, stai ancora dormendo sul divano di Claudia ma io sono riuscito ad entrare nei tuoi sogni. Ah! Claudia...complimenti, è davvero una donna di una bellezza disarmante. Sai non credevo fosse possibile, ho tutto quello che una persona potrebbe volere...e se anche mi mancasse qualcosa ho il potere per prendermela; eppure ti invidio perchè sei in possesso di un gioiello così prezioso.
- Lascia stare Claudia! Non la devi nemmeno nominare!
- Oh non ti preoccupare, non te la voglio rubare...magari potrei averla solo per qualche ora.
- Non ti azzardare nemmeno ad avvicinarti a lei! Se anche solo la sfiori con un dito giuro che ti ammazzo Serventi! Hai capito?
- Sei tu a non aver capito Gabriel. Come ho detto...io ho il potere per ottenere tutto quello che voglio. Se desidero che Claudia si dimentichi di te posso farlo, se desidero che diventi mia posso farlo, se desidero che Claudia si butti sotto una macchina posso farlo!
- Sei stato tu...
- Esattamente. Entrarle nella mente e farle fare quello che volevo è stato un gioco da ragazzi. Non ha opposto la minima resistenza.
- Perchè? Perchè coinvolgere lei? Tu hai un conto in sospeso con me, è me che vuoi, Claudia lasciala fuori da quest'inferno.
- Ahaha fai bene a chiamarlo inferno. Ma su una cosa ti sbagli: anche Claudia ha un ruolo in tutto questo. Se non altro...posso usare lei per arrivare a te; diciamo che è un'ottima merce di scambio e posso servirmene quando voglio!
-Serventi io ti troverò e te la farò pagare. Giuro che ti farò pagare tutto il male che hai fatto!
- Staremo a vedere.

Gabriel si svegliò di soprassalto e per poco non urlò.
Madido di sudore, il respiro affannoso e le mani tremanti per l'agitazione, un senso d'inquietudine e paura gli riempiva la testa. Quello non era stato un semplice incubo, Serventi era penetrato per davvero nel suo inconscio e ciò che gli aveva detto era la verità; era stato lui a mettere in pericolo Claudia, l'aveva plagiata in qualche modo insinuandosi dentro la sua testa, violandola in un modo ignobile, e rischiando di ucciderla. Per cosa poi? Solo per dimostrargli che lui poteva tutto? Quella era una provocazione: mettere in pericolo la donna che amava solo per attirare la sua attenzione. Ora non si trattava più solo di Gabriel e della profezia: Serventi aveva coinvolto anche Claudia, oltre ad aver ucciso Pietro, e per questo avrebbe pagato.
Il gesuita non sapeva che fare, ma non poteva più restare in quella casa aspettando che la sua nemesi facesse la prima mossa, doveva agire; però aveva bisogno di aiuto, aveva bisogno di un consiglio e di un conforto perchè non riusciva a mettere a tacere quel senso di sordo terrore che aveva iniziato a divorarlo dentro: sapere che Claudia poteva diventare un burattino nelle mani di quella serpe, saperla così esposta rischiava di farlo impazzire.
Mancava poco all'alba,
sicuramente
Alonso stava ancora dormendo ma non appena avesse sentito il motivo dell'inaspettata visita avrebbe capito l'urgenza; non voleva lasciare Claudia da sola, Giulia sarebbe venuta volentieri a vegliarla ma a quell'ora non se la sentiva di svegliarla. Perciò sbirciò dalla porta della camera: dormiva beata abbracciando un cuscino e sembrava completamente persa nel mondo dei sogni. Sarebbe stato via al massimo un paio d'ore e quando lei si fosse svegliata lui sarebbe stato già di ritorno. Con un ultimo sguardo e un "Torno prestissimo" appena sussurrato, Gabriel se ne andò, direzione casa di Alonso.

- Quién rompe en este momento de la noche?
- Alonso sono io, Gabriel!
- Hermano, ti sembra questa l'ora...
- Claudia! E' in pericolo.
- Cosa? Entra e dimmi tutto.
Man mano che padre Antinori raccontava all'amico dell'incubo e del ritorno di Serventi potè osservare la sorpresa, lo sconcerto e la rabbia farsi largo sul suo viso.
- Quel maledetto! Colpire un'innocente per arrivare a te...che vigliacco.
- Alonso devo fermarlo! Non posso permettergli di arrivare così vicino a Claudia, di insinuarsi nella sua mente come se niente fosse...
- Amico mio, puoi contare su di me per qualunque cosa. Non avrò capacità soprannaturali, non riuscirò ad entrare nella mente delle persone, ma se c'è da prendere a calci qualcuno sono pronto. Quella volta nella giungla, io e Pedro... Ahh bando alle ciance. Cosa pensi di fare adesso?
- Non ne ho idea. Dovrei trovare quella serpe, scoprire dove si nasconde, ma non so da dove partire...da quando ha abbandonato tutte quelle persone fuggendo la Congregazione non ha più sue notizie.
- Potremmo spiegare l'accaduto a Isaia e insieme parlarne all'intero Direttorio: se unissimo le forze e le impiegassimo nella ricerca di Serventi sono sicuro che riusciremmo a scoprire qualcosa.
- Io non credo che, dopo tutto quello che è successo, saranno disposti ad aiutarmi; specialmente se si tratta di Claudia. A proposito, io devo tornare da lei; l'ho lasciata in casa da sola per troppo tempo, potrebbe aver bisogno di aiuto. E poi...devo raccontarle di Serventi, ha il diritto di sapere cosa le è successo veramente.
- Va bene, andiamo allora.
- Prima però, andiamo a recuperare la mia moto.
E così dicendo i due uscirono di casa, prima diretti all'ospedale dove Gabriel riprese la moto e poi verso il palazzo dove abitava Claudia; il gesuita aveva fretta, doveva arrivare il prima possibile perchè se lei si fosse svegliata lui avrebbe dovuto essere lì per aiutarla, per proteggerla. Dopo quell'incubo non credeva che esistesse più un luogo sicuro per lei, dato che Serventi si era insinuato nella sua mente, violando una cosa così preziosa per Claudia. Il minimo che potesse fare era stare con lei.
Arrivati davanti alla porta d'ingresso, Gabriel girò piano la chiave nella toppa per paura di svegliarla; una volta dentro non sentì nessun rumore, sicuramente dormiva ancora.
- Vado a vedere come sta, torno subito, tu accomodati in salotto.
Quando arrivò davanti alla camera della psicologa ebbe un tuffo al cuore: la porta, che era certo di aver chiuso quando se n'era andato qualche ora prima, adesso era socchiusa.
Stette un attimo in ascolto e le sue orecchie vennero ferite da un suono terribile, un debole e triste pianto, il rumore del dolore di Claudia.
Spalancò bruscamente la porta e la vide raggomitolata sul letto, il viso rigato di lacrime puntato su di lui, negli occhi un'ombra di smarrimento e sorpresa.
- Gabriel!
- Claudia che cos'è successo? Stai bene? Qualcuno ti ha fatto del male?
Si avvicinò al letto; vederla piangere era una cosa insopportabile, avrebbe voluto stringerla fra le sue braccia, cancellare ciò che era successo, confortarla, sapere che cosa aveva causato quelle lacrime.
- Vattene...
- Co..come? Claudia perchè piangi?
- Va' via. Per favore.
- Claudia...
Se quelle lacrime lo avevano fatto star male, la reazione di Claudia fu un colpo in pieno petto, la sua supplica gli mozzò il fiato; non si sarebbe mai aspettato un atteggiamento simile, come se la fonte della sua disperazione fosse lui, come se il carnefice che l'aveva tormentata fino a farla piangere così disperatamente fosse lui.
Non riusciva a capire cosa fosse potuto accadere in quelle poche ore che era stato lontano da lei: l'aveva lasciata che dormiva beatamente e ora invece era lì, raggomitolata con le ginocchia strette al petto, fragile come una bambola di porcellana.
- Perchè mi fai questo? Perchè? Ti diverte farmi soffrire?
- Io...non capisco...
- Perchè sei rientrato nella mia vita per poi andartene di nuovo? Non ti è bastato quel giorno sulla terrazza? Quando mi sono svegliata ti ho chiamato, ti ho cercato in tutta la casa, ma tu non c'eri. Te n'eri andato di nuovo dopo avermi illuso ancora una volta, dopo essere stato così presente...così preoccupato per me, come se ti importasse ancora di me, come se ancora mi volessi bene. Ma non pensi a come mi possa sentire io? Non ci vuole una laurea in psicologia per capirlo, provare ancora quel senso di abbandono... Gabriel io sono stata male quando hai fatto la tua scelta, quando mi hai lasciato per seguire la tua strada, ma col tempo sarei riuscita ad andare avanti e a dimenticare; poi però sei tornato e io mi sono detta di non cedere ancora, mi sono sforzata di non amarti ma tu hai reso tutto vano con le tue attenzioni, il tuo volermi stare vicino e aiutarmi. Mi sono illusa che ci avessi ripensato... e invece te ne sei andato di nuovo.

Durante quella sfuriata le lacrime non avevano smesso un attimo di bagnare le guance di Claudia e Gabriel avrebbe voluto cancellarle con un milione di baci, avrebbe voluto cancellare quelle parole con un milione di "mi dispiace" ma sapeva che non sarebbe stato abbastanza. Il dolore che le aveva provocato era troppo grande per gesti banali come quelli e lui era stato troppo stupido o troppo cieco per non pensare alle conseguenze delle sue azioni e come aveva detto lei non serviva essere esperti di psicologia per capire: non trovarlo al suo risveglio era stato come rivivere l'abbandono di quel maledetto giorno. Ora gli errori che non si sarebbe mai perdonato erano diventati due.
- Claudia, ti prego ascoltami: mi dispiace così tanto per quello che è successo, io non volevo farti soffrire, ero andato a chiamare Alonso perchè ho scoperto una cosa importante riguardo all'incidente. Serventi è...
- Serventi? Ancora con questa storia? Io sono stanca, stanca di tutto questo, rivoglio la mia vita normale e razionale. E ora, per favore, vai via, voglio rimanere un pò da sola.


Quello che Alonso vide apparire in salotto assomigliava più a un morto che cammina piuttosto che al suo amico, l'espressione sconvolta, il fiato corto, il viso stravolto da qualcosa a cui il vecchio prete non sapeva dare un nome: un misto di senso di colpa, disperazione, sconfitta.
- Figliolo! Che è successo? Claudia?
Padre Antinori si lasciò cadere sul divano accanto all'amico, si prese la testa fra le mani e quando parlò la sua voce era rotta dal pianto:- E' tutta colpa mia. La sto distruggendo lentamente.
- Calma figliolo. Ti va di parlarne?
- Si è svegliata prima che tornassi, non ha mai superato il fatto che io l'abbia abbandonata per il Direttorio, ed è come se avesse rivissuto tutto di nuovo, come se le avessi spezzato di nuovo il cuore. Non è Serventi ad essere una minaccia per lei, sono io il pericolo più grande! Non mi vuole più vedere e fa bene, sono solo stato capace di ferirla. Alonso, sento che la sto perdendo...
Il vecchio prete non aveva mai visto Gabriel così disperato, piangere in quel modo; stava soffrendo enormemente e per la prima volta non sapeva come aiutarlo, non aveva un buon consiglio da dargli.
- Gabriel...è vero, ha sofferto per amore, ma se le dai un pò di tempo vedrai che Claudia ti ascolterà; se le parli col cuore capirà.
Alonso aveva circondato con un braccio le spalle scosse dai singhiozzi del giovane: non lo credeva possibile eppure quello che era sempre stato un guerriero forte, un prete dalla fede salda, ora era solo un uomo fragile, insicuro e disperato. Ormai li conosceva abbastanza entrambi per sapere che il loro legame era più forte di tutto quello, era più forte di Serventi ed era più forte di un litigio: avevano solo bisogno di parlarsi col cuore in mano.
- L'evidenza di un amore non si può nascondere, quando nasce un sentimento esalano da dentro eccitazioni che stabiliscono calde relazioni anche se non lo vuoi.
- Come?
- Gabriel, il sentimento che vi unisce è più forte di tutto questo; riuscirete a sistemare ogni cosa, avete solo bisogno di un pò di tempo.
- Io...io non posso rimanere qui. E' meglio se me ne vado. Puoi rimanere tu se Claudia dovesse avere bisogno?
- Ma certo hermano.
E così, con gli occhi ancora umidi, il gesuita uscì dall'appartamento: un macigno dentro al petto gli rendeva difficile respirare normalmente. Alonso aveva ragione, doveva lasciare a Claudia tutto il tempo di cui aveva bisogno, almeno questo glielo doveva; averla vista in quello stato era peggiore perfino della visione di lei in coma. Non sapeva se e quando avrebbe rimesso piede in quella casa, nè tantomeno se avesse mai rivisto lei, la cosa più importante che aveva e che ora rischiava di perdere.
Mentre accendeva la moto si ritrovò a pensare che forse Dio aveva voluto punirlo: gli aveva concesso il regalo più grande ma lui non era stato capace di apprezzarlo, di custodirlo come il tesoro più prezioso del mondo e ora si meritava di sentirsi così in colpa, di odiarsi, di disprezzare se stesso per le lacrime di Claudia.
Sfrecciò per le vie di Roma lontano da lei, consapevole che questo non l'avrebbe fatta stare meglio.





Lo so, sono consapevole di avervi fatto aspettare una vita e mezzo per questo capitolo ma nei giorni scorsi (finalmente) sono riuscita a passare un esame impossibile che mi ha tenuta impegnata parecchio; e non appena sono stata libera mi sono messa subito all'opera: speravo di aggiornare ieri ma fra una cosa e l'altra non ce l'ho fatta. Spero che lo accetterete comunque!! =)
Altra cosa, si lo so, è lunghissimo ma non sono riuscita a trattenermi. E so anche che la maggior parte di voi mi odierà per aver scritto un capitolo strappalacrime, spezzacuori ed estremamente tormentato ma non temete: nel prossimo, grazie all'aiuto di un uccellino Gabriel e Claudia avranno modo di parlare! ;)
Ora vi lascio...ringrazio tutte le stupende persone che continuano a seguire la mia fanfiction e a recensire: i vostri commenti mi fanno sempre felicissima!! <3
Spero che, dopo quest'attesa infinita, ci sia ancora qualche anima pia che continui a leggere (e magari a darmi il suo parere) =)
Un abbraccio a tutti
Carly

  
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