Serie TV > Skins
Segui la storia  |       
Autore: HighByTheBeach    09/04/2012    1 recensioni
Dunque, innanzitutto mi rifiuto di sentire che Skins sia finito u.u Per cui ho deciso di creare io stesso una quarta generazione, so che non potrò minimamente e/o lontanamente paragonarmi a quelle vere, ma avevo troppa voglia di scriverla, e troppe idee in testa, per cui ho deciso di farlo. Come nel telefilm, ogni capitolo (a parte il primo) seguirà le vicende dal punto di vista di un personaggio... Che dire, se vi ho interessati almeno un pochino, aprite!
Genere: Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 1: Everyone

Dunque, si potrebbe iniziare con un misero “c’era una volta”, ma quello è per le favole. E questa storia può essere tutto, fuorché una favola. Si, perché  le favole non sono altro che mera finzione, con un lieto fine talvolta fin troppo lieto, così lieto da farti venire il diabete.

No, questa storia non è nulla del genere. Perché qui siamo a Bristol, non nel mondo delle favole. Nulla va come vorresti, e non sempre c’è il lieto fine. Non è un bosco incantato, ma una savana nella quale sopravvivere.

 

Quel giorno, il sole splendeva. L’Estate stava finendo, e quelli erano gli ultimi giorni di sole in vista dell’autunno, che non avrebbe tardato ad arrivare, puntuale quanto un orologio svizzero.

La sveglia sul comodino di Christine iniziò a trillare impetuosa, non appena furono le 7:00. Un suono a dir poco irritante. Si sentii qualche mugolio provenire dall’ammasso di coperte sul letto, dal quale spunto un braccio, che andò a schiantarsi su quell’aggeggio infernale, desideroso di spegnerlo. Non appena ci fu riuscita, la ragazza ricacciò  il braccio sotto le coperte, per nulla intenzionata ad abbandonare quel tepore. Purtroppo, però, questa sensazione non durò che per pochi istanti. Era il primo giorno di scuola, e Christine non poteva mancare. Non lei. Non una Queen Bee come lei. Con un gesto seccato si sbarazzò del piumone, scoprendo il suo corpo, vestito soltanto da una camicia da notte color rosa tenue. Dopo pochi secondi, la giovane sentì la voce della madre chiamarla per la colazione. Christine sbuffò, odiava sentire la voce della madre di prima mattina. Si fece una doccia fredda veloce, come di consueto. Se si fosse lavata con l’acqua calda avrebbe rischiato di lasciarsi andare a quella piacevole sensazione, e quindi di fare tardi. Dopodiché torno in camera, si liberò dell’asciugamano, e indossò un paio di jeans strappati in più punti, con una maglia a righe bianche e nere scollata. Lasciò i capelli rosso scuro sciolti sulle spalle, e scese al piano inferiore. A tavola c’erano già tutti, compreso Keith, suo fratello. Beh, Keith era sempre stato leggermente più preciso di lei.

In realtà i due, pur essendo gemelli, erano completamente diversi, sia fisicamente che psicologicamente. Christine era alta, bella, snella, popolare, dal carattere forte ed estroverso. Keith, invece, era si alto, ma non si poteva proprio definire un ragazzo attraente. Fin da bambino aveva avuto complessi di inferiorità, dovuti al fatto che fosse, come dire… Cicciotello? Diciamo pure così. Si odiava, odiava il suo corpo, odiava il suo essere timido, introverso. Odiava l’idea di bellezza che ogni giorno la società ci propina. Lui aveva dei capelli castano scuro, quasi neri, mossi, che odiava, poiché indomabili. E due occhi marroni, anonimi. Niente a confronto degli occhi azzurri della sorella.

Pur essendo l’uno l’opposto dell’altra, tuttavia, tra i due c’era un legame fortissimo, inscindibile. Fin da piccoli, Christine aveva sempre difeso Keith da coloro che si prendevano gioco di lui, lo aveva sempre difeso dal padre, che ogni giorno non perdeva occasione per ribadire il suo disprezzo per un figlio così diverso da lui, un figlio così diverso da ciò che avrebbe desiderato.

 

- Allora, pronti per il primo giorno? – chiese la madre, la signora Margaret Jefferson.

- Certo, come sempre! – rispose Christine, con un sorriso allegro.

- Già… - aggiunse Keith, sbuffando.

Il ragazzo non poteva certo dirsi felice quanto la sorella. Quest’ultima aveva tutti i motivi per essere felice al Roundview, ma lui no.

La colazione proseguì in silenzio, e alla fine di essa, i due gemelli uscirono di casa, avviandosi verso il Roundview College.

 

- Cristo, potresti mostrare anche un po’ di allegria… In questa scuola ci divertiremo un casino, andremo a tante feste, e… -

- Chris, basta, ti prego… So che per te sarà così, lo è sempre stato. Non cercare di illudermi, grazie –

Christine guardò in alto, sconsolata. Aveva sempre tentato di far “svegliare” il fratello, di farlo diventare più aperto. Ma, purtroppo, il passato non si può cancellare.

 

I due giunsero presto davanti all’istituto. Osservarono l’enorme affluire di adolescenti, doveva davvero essere un istituto rinomato. Christine scorse in lontananza un volto conosciuto: Rose. La rossa, trascinandosi Keith dietro, la raggiunse. Rose, non appena la vide, esplose in un sorriso felice, come anche Christine. Le due erano sempre state migliori amiche, fin da bambine. Avevano trascorso ogni anno scolastico insieme. Rose era una ragazza dai capelli lunghi e neri, che portava sempre ricci, o  al massimo mossi. Aveva due occhi neri, ed una carnagione chiara, e inoltre era leggermente più bassa di Christine. Le due si abbracciarono, quando ad un certo punto alle spalle della rossa sopraggiunse un ragazzo, che le coprì gli occhi.

 

- Chi sono? – chiese.

- Shawn, so che sei tu. – rispose la ragazza, senza troppo entusiasmo.

I due si salutarono con un bacio che aveva ben poco di casto. Erano fidanzati da svariati mesi. Shawn era alto, dai capelli biondi, e dagli occhi verdi. E, come se non bastasse, aveva un fisico davvero niente male. La coppia perfetta, no? Proprio come nelle favole, o almeno così sembrava.

Non appena Keith lo aveva visto, aveva cambiato direzione. Si era allontanato dai tre, recandosi verso l’ingresso del Roundview. Il fidanzato della sorella lo turbava, mettiamola così. Nei corridoi c’erano parecchi avvisi, nei quali vi era scritto che i nuovi arrivati, dovevano recarsi nella palestra, dove la nuova preside avrebbe tenuto una specie di discorso di inizio anno.

Keith, dunque, si recò alla palestra, dove c’erano gia parecchi studenti. Il ragazzo, però, preferì sedersi in un punto in cui gli spalti fossero vuoti. Conosceva la mentalità dei ragazzi del College, sapeva, o meglio temeva, che si sarebbero presi gioco di lui, se fossero stati troppo vicini. Si, Keith era un ragazzo decisamente paranoico. Attese vari minuti, dopo i quali due ragazze gli si avvicinarono. Dai sorrisi che notò sui loro volti, fu sicuro che quelle due avessero l’intenzione di deriderlo un po’, giusto per iniziare bene l’anno.  Una delle due era alta, di colore, e dai capelli neri ricci, mentre l’altra era bassina, dai capelli biondi, e minuta (nda: no, non è Cassie xD), dagli occhi grigi. Fu la ragazza di colore a parlare per prima:

- Che ci fai qua tutto solo? – chiese sorridente. Keith, però, non percepì, a primo acchito, una nota di malizia ne di cattiveria nella sua voce. Soltanto allegria.

- Non conosco nessuno – si limitò a rispondere, con un’alzata di spalle.

- Beh, ora conosci noi! Io sono Demetra, ma chiamami Demy – rispose la ragazza di colore, stringendogli la mano.

- Io invece sono Emma – rispose la biondina, anch’ella sorridente.

- Keith – aggiunse il ragazzo, concludendo le presentazioni.

Dopodiché le due ragazze gli si sedettero accanto. Keith si chiese da dove provenissero quelle due, soprattutto Demy, così briosa, allegra. Si chiese dove trovasse la voglia di essere così sprizzante di gioia il primo giorno. Erano da invidiare, sul serio.

 

-Keith! – il ragazzo si sentì chiamare da lontano, dall’ingresso della palestra. Si voltò, e vide che era Christine, insieme a Rose e Shawn. I tre si avvicinarono, e…

- Si può sapere dov’eri? Mi hai fatto venire l’ansia… -

- Non sono un bambino Chris, non rischio di perdermi eh. –

-Lo so, però… Hey, chi sono quelle? – chiese la rossa, leggermente accigliata.

- Io sono Demy, lei è Emma, piacere – disse la ragazza, porgendo la mano alla sorella di Keith. Quest’ultima, però, la ignorò completamente, limitandosi a sedersi tra Rose e Shawn.  Ormai gli spalti erano quasi completamente pieni, quasi tutti gli studenti vi erano accorsi. Ad un certo punto, due ragazzi, si sedettero proprio davanti a Christine e Rose. Uno di loro era alto, dai capelli neri, e gli occhi del medesimo colore. L’altro era leggermente più basso, dai capelli castano chiaro, e gli occhi color marroncino chiaro. Fu proprio il primo, che si voltò leggermente indietro, fissando per un istante le due ragazze, soffermandosi però su Rose. Questo particolare non sfuggì a Christine che, schiarendosi la voce, richiamò l’attenzione del ragazzo su di se. Quest’ultimo la fissò per un istante, ma poi si voltò nuovamente in avanti. La rossa rimase per qualche istante ad osservarlo, così come Rose.

- Che stai guardando? – chiese Shawn, rivolto alla sua ragazza.

- Niente – si limitò a rispondere quest’ultima.

Keith, seduto accanto a Rose, con la quale aveva tra l’altro un buon rapporto, aveva notato lo sguardo della sorella rivolto a quel ragazzo. Poi, per un attimo, il suo sguardo si incrociò con quello di Shawn. Il fratello di Christine però lo distolse subito, tornando a parlottare con Demetra ed Emma, per non guardare nuovamente il fidanzato della sorella. Si chiedeva ancora come facesse Christine a non accorgersi del fatto che il suo fidanzato non la amasse affatto.

 

Ad un certo punto, dall’ingresso della palestra, sopraggiunse una donna. Era  di media statura, sulla trentina, sui 35 anni anzi. Aveva lunghi capelli castani che le scorrevano lungo le spalle, e per l’occasione aveva indossato un elegante tailleur color panna. Fin troppo elegante, forse, viste le circostanze.

- Questa crede di essere ad un matrimonio? – si chiese Christine tra se e se, con aria saccente.

La donna, munita di un microfono, si accinse a parlare, con un sorriso allegro stampato sul volto.

 

- Buongiorno, studenti del Roundview. Mi presento, io sono Janet Johnson, la nuova preside. E costui al mio fianco è Jeff, il mio assistente, ossia colui che sostituirà Doug, che l’anno scorso, come qualcuno di voi sa, ha deciso di abbandonare la scuola. Bene, ora torniamo  a noi. Conosco bene il passato del Roundview, e so che è stato soggetto di molte sventure. Innanzitutto ci sono stati presidi altamente inefficienti, interessati solo ai loro scopi, e, diciamocelo, abbastanza stronzi… - Tutti gli studenti presenti scoppiarono a ridere, mentre Jeff, un uomo sulla cinquantina, dall’aspetto burbero, si strinse la cravatta, imbarazzato dalla “spigliatezza” della nuova dirigente.

- E, come se non bastasse, so che questo istituto possiede un singolare primato… E’ uno degli istituti in cui c’è il maggior numero di decessi tra studenti, ed è una cosa terribile da dire. Io vi prometto che sarete tutelati in tutto e per tutto, e… -

 

Il discorso di Mrs. Johnson stava diventando fin troppo noioso, per cui è inutile che vi racconti il seguito, no?

Il discorso della dirigente era già finito da parecchi minuti, e la maggior parte degli studenti si trovava nella sala principale, arredata da divanetti e poltrone, nella quale in genere i ragazzi passavano i momenti di pausa.

In un angolo della stanza, c’erano due divanetti, separati da un tavolino di vetro. Su di un divano c’era Christina, intenta a pomiciare con Shawn, e alla sua sinistra c’era Rose, che conversava amabilmente con Keith, Demetra ed Emma, seduti sul divano opposto. Le due ragazze, avevano già fatto amicizia con Rose, oltre che con Keith. Già, la solarità delle due era contagiosa, anche se ciò non si può dire per Christine, che continuava a guardarle con la puzza sotto il naso. E questo lasciava perplesso Keith.

Dopo un po’, sopraggiunsero due ragazzi, quelli  che in palestra si erano seduti davanti a Rose e Chris. Quest’ultima li notò subito.

- Prima siamo stati scortesi, spero che mi perdoniate. Io sono Luke, e lui è Robbie. – disse quello dai capelli neri, rivolgendosi più che altro a Rose. Tentò di porgerle la mano, ma i due furono divisi da Christine che, dopo aver interrotto bruscamente l’amoreggiamento con Shawn, strinse la mano a Luke, beccandosi uno sguardo per niente buono da parte della sua migliore amica.

Il ragazzo la guardò per un istante, per poi sorridere, anche se non del tutto convinto. Poi si sedette sul bracciolo, affianco a Rose.

- Oh, ehm, si… Io sono Robbie – aggiunse l’altro ragazzo, nonostante fosse già stato presentato da Luke.

 

Christine, Keith, Rose, Shawn, Demetra, Emma, Robbie e Luke. 8 vite, 8 storie, tutte diverse tra loro, ma che il destino si divertirà ad intrecciare. Poiché si sa, questa non è una favola, questa è la vita.

 _______________________________________________________________________________________________________________

 

Finito, questo era il primo capitolo. E’ breve, poiché funge da introduzione ai vari personaggi. Ho deciso di fare come la serie, ossia ogni capitolo sarà dedicato ad un personaggio. Per cui prometto che approfondirò la storia e la psiche di ognuno, anche di quelli che qui sono comparsi di meno, e nessuno sarà meno importante degli altri. Ognuno avrà il suo spessore, come in Skins (:

Vi chiedo cortesemente di lasciare qualche recensione, sono preziosissime, mi servono per capire cosa sbaglio, e cosa invece faccio correttamente, e soprattutto per sapere se la storia e la trama vi piace (:

Prossimo capitolo: Keith.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Skins / Vai alla pagina dell'autore: HighByTheBeach