“Ecco vedi? Questo è un solitario particolare, che piace ai ragazzi!”
Entrando in casa, Andrew fu accolto da queste parole; non sarebbero state preoccupanti se sua figlia non fosse stata un’adolescente alle prime cotte e avvicinamenti al mondo maschile e se non avesse conosciuto il carattere malizioso di Jules. Si rifiutava intimamente di credere alla scena che la sua fervida fantasia gli dipingeva in mente ma decise comunque di andare a controllare in salotto. Oltre la sponda del divano vide solo la testa appena brizzolata del marito e quella riccia della figlia, chinati su qualcosa. Non poteva essere…
“Ventuno! Black Jack!” urlò entusiasta Liz e Andrew tirò un sospiro di sollievo.
Si avvicinò ai due, diede un bacio in fronte alla figlia e uno sulle labbra al marito, che poi trascinò con sé in cucina, mentre Liz si destreggiava con il mazzo di carte e le fiches delle loro serate – poker.
“Promettimi che non inizierai mai nostra figlia ai giochetti che hanno poco a che fare con la castità!” proruppe Andrew, gli occhi un po’ fuori dalle orbite e il fiato accelerato.
“Perché dovrei? È la mia bambina!” ribatté stranito Jules. Cosa gli prendeva?
“Appunto! Teniamo per noi i nostri segreti” confermò sollevato Andrew, il viso rilassato e uno sguardo malizioso che lo faceva ringiovanire di dieci anni.
“Andy, cos’è quel sorrisino? And-“ le domande un po’ preoccupate per il repentino cambio di umore vennero soffocate nelle lingue e nelle mani ruvide, mentre Liz gridava nuovamente al ventuno.
Ogni trucchetto era al suo posto.
Questa storia partecipa alla Challenge Let’s ship again (http://www.facebook.com/groups/357998277571537/) indetta da Il_Genio_del_Male (http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=81001) col prompt del Lunedì Solitario
Entrando in casa, Andrew fu accolto da queste parole; non sarebbero state preoccupanti se sua figlia non fosse stata un’adolescente alle prime cotte e avvicinamenti al mondo maschile e se non avesse conosciuto il carattere malizioso di Jules. Si rifiutava intimamente di credere alla scena che la sua fervida fantasia gli dipingeva in mente ma decise comunque di andare a controllare in salotto. Oltre la sponda del divano vide solo la testa appena brizzolata del marito e quella riccia della figlia, chinati su qualcosa. Non poteva essere…
“Ventuno! Black Jack!” urlò entusiasta Liz e Andrew tirò un sospiro di sollievo.
Si avvicinò ai due, diede un bacio in fronte alla figlia e uno sulle labbra al marito, che poi trascinò con sé in cucina, mentre Liz si destreggiava con il mazzo di carte e le fiches delle loro serate – poker.
“Promettimi che non inizierai mai nostra figlia ai giochetti che hanno poco a che fare con la castità!” proruppe Andrew, gli occhi un po’ fuori dalle orbite e il fiato accelerato.
“Perché dovrei? È la mia bambina!” ribatté stranito Jules. Cosa gli prendeva?
“Appunto! Teniamo per noi i nostri segreti” confermò sollevato Andrew, il viso rilassato e uno sguardo malizioso che lo faceva ringiovanire di dieci anni.
“Andy, cos’è quel sorrisino? And-“ le domande un po’ preoccupate per il repentino cambio di umore vennero soffocate nelle lingue e nelle mani ruvide, mentre Liz gridava nuovamente al ventuno.
Ogni trucchetto era al suo posto.