“No” ribadì secco Andrew, cercando inutilmente di porre fine alla discussione col marito.
“Per favore!” continuò imperterrito Jules, con voce lamentosa.
“Jules, maledizione, cosa ce ne facciamo di un gatto? Abbiamo già una bambina, non è abbastanza impegnativa?” chiese retorico Andrew. Come poteva tirar fuori certe idee? E se poi Liz si scopriva allergica ai gatti? E poi un gatto avrebbe riempito di peli tutto il divano dove giocava sua figlia, e non voleva che si prendesse chissà che cosa per uno stupido capriccio.
“Ma, Andy, amore della mia vita, luce dei miei occhi” lo blandì Jules, cercando di farlo cedere “un cucciolo è importante per la crescita di un bambino! Lo diceva anche quel libro che mi hai costretto a leggere, ricordi? Contribuisce alla sua educazione e gli insegna il rispetto per gli animali!” insisté.
“E dove lo prenderesti?” domandò estenuato, dandosi per vinto. Non aveva speranze contro quell’idiota di suo marito.
“Fuori dalla nostra porta” rispose furbescamente il moro.
“L’hai preso senza il mio parere?!” tuonò Andrew, indignato. Non aveva potuto fargli neanche un sms?!
“Al canile aveva un musetto così triste…” si giustificò Jules, guardandolo di sottecchi. Stava sorridendo della sua infantilità ma, se poteva tenere il micio, andava bene.
“Portalo dentro. Tanto ormai…” acconsentì infine Andrew, rassegnato all’avere una palla di pelo in casa.
Jules tornò qualche secondo dopo con in mano un trasportino. Lo posò delicatamente a terra e aprì la porticina. Rintanato sul fondo c’era un micino nero, minuscolo e tremante. “È dolcissimo” sussurrò Andrew, vedendo quella pallina morbida e scura.
“Lo so” gli rispose Jules, con un sorrisone “Liz! Vieni, c’è un regalo!” la chiamò poi. La bambina arrivò trotterellando e, dall’alto dei suoi due anni, esplose in gridolini di gioia quando vide il micio.
“Scusa se sono stato brusco prima, io-“ le scuse di Andrew vennero interrotte da Liz, che gli piazzò in braccio il gatto. “Papà, da’ un bacio a Fuffy!” ordinò la piccola, i capelli arruffati e il sorriso sulle labbra.
Andrew si chinò sul micio e gli posò un velocissimo bacio sul pelo soffice, per poi porgerlo di nuovo alla figlia, che si allontanò felice.
“Dicevi?” lo stuzzicò Jules.
“Sei un ottimo padre e ti amo anche per questo” gli rispose Andrew, prima di baciarlo. Un bacio che sapeva di pelo di gatto e felicità.