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Autore: Vedra    11/04/2012    3 recensioni
Harry Potter non mi piaceva quando ero piccola. Ho visto il primo film solo un mese fa e me ne sono... innamorata? Mi sono saltati subito all'occhio la McGranitt e Silente e in effetti sono rimasta stupita quando ho letto che la Rowling comunicava l'omosessualità di Silente. Ovviamente questa FF non tiene conto di questo particolare. Non ho trovato nessuna FF che avesse una trama lunga più di cinque capitoli, incentrata su Silente e la McGranitt, così ho deciso di scriverla io. Spero che vi piaccia. Buona lettura
"Quella notte in cui aveva sperato, quella notte in cui aveva sognato, quella notte in cui aveva amato. " (dal capitolo 4)
LadySaphira
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Il trio protagonista, Minerva McGranitt, Pomona Sprite | Coppie: Albus Silente/Minerva McGranitt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Anche Albus Silente udiva le chiacchiere dei suoi studenti e sentiva una stretta al cuore: davvero aveva fatto così male alla donna che amava? Aveva notato il suo comportamento quella mattina, ma non credeva di averle arrecato un danno tanto grande. Nella solitudine notturna del suo studio permise a una lacrima di scendere, nascondendosi nella sua barba bianca. L’aveva desiderata per anni e aveva rovinato tutto in una sola notte. In una sola notte era riuscito a chiudersi per sempre la porta della felicità: davvero credeva che lei lo avrebbe amato solo perché si conoscevano da tanto tempo? L’amore non è questo Albus, e tu lo sai bene. L’amore, quello vero, non si può imporre e tu hai creduto di poterlo fare, adesso ne paghi le conseguenze.


Come si era ripromesso non la cercò, ne lei lo raggiunse,comunicavano per mezzo di Pomona o Rolanda. Le giornate si susseguivano una dopo l’altra, perdendosi nel grigiore della monotonia. L’inverno lasciava lentamente il posto alla Primavera, i grandi alberi fiorivano, la terra rinasceva lentamente, il freddo si attenuava, i colori si facevano vividi, ma le loro anime, i loro cuori erano gelidi, freddi, in attesa che avvenisse qualcosa. Tutte le sere Minerva si sedeva a terra, avvolta nella sua veste scozzese e guardava malinconica il cielo notturno, gli astri che scintillavano nell’oscurità, cercando di leggervi qualcosa. Seguiva con lo sguardo le stelle lontane, mentre le lacrime scendevano silenziose, quasi rassegante sul suo volto. Quando la notte era alta e la luna splendeva nei cieli spesso saliva sulla Torre di Astronomia e volgeva lo sguardo alla volta celeste. In quei momenti sentiva nascerle in cuore uno strano dolore, che sapeva di tristezza, angoscia,impotenza. Intere notti vegliava, negando a se stessa il sonno, poiché di notte i fantasmi del suo passato la raggiungevano, tormentandola e desiderava affrontarli da sveglia, quando era consapevole di se. Riviveva i suoi ricordi, lasciava che il vento le parlasse, rivolgendosi a lei con dolci parole. Non pensava a nulla, non era rivolta a qualcosa di particolare, semplicemente permetteva che i ricordi dei tempi ormai lontani le invadessero la mente e scorressero, senza logica ne senso, davanti ai suoi occhi stanchi.


Albus la guardava da lontano, evitando qualunque contatto con la donna. Trascorreva le sue notti affacciato alla sua finestra, tenendo Fanny appoggiata alla sua spalla, accarezzando dolcemente le sue piume color sangue e oro, osservando il Lago Nero, seguendo con gli occhi le leggere increspature che la brezza notturna provocava sulla superficie specchiata. Quando lo desiderava rientrava e si accomodava dinnanzi al camino, fissando la danza che le lingue di fuoco gli offrivano. I suoi occhi brillavano, lucidi di dolore e nell’azzurro delle sue iridi si agitava la tempesta. Spesso gli capitava tra le mani qualcosa che era appartenuto a Minerva e che aveva lasciato distrattamente nel suo studio quando ancora poteva avere la gioia di vedere uno dei suoi rari sorrisi illuminare il suo volto. Stringeva tra le mani quell’oggetto,  lo accarezzava, avvicinandolo al petto, quasi come se Minerva potesse raggiungerlo, mettendo fine ai suoi tormenti. Apparentemente non era cambiato niente nell’anziano preside di Hogwarts, ma nulla poteva essere più lontano dalla verità: il suo cuore era lacerato, distrutto, si era spezzato alla vista delle lacrime calde che la donna amata aveva versato quella notte, per causa sua. Il senso di colpa lo dilaniava, togliendogli il sonno e l’agonata pace.  

La situazione si protrasse fino al Volgere della Primavera, quando le rose fioriscono e spandono il loro profumo su tutta la terra. I ragazzi ormai si erano abituati a quella nuova Minerva McGranitt. Harry, Hermione e Ron avevano cercato di venirne a capo, uscendo tutte le notti, a turno, coperti dal mantello dell’Invisibilità di Harry, ma nulla era stato svelato loro.  Pomona e Rolanda sostenevano meglio che potevano la loro cara amica, ma non potevano far molto senza ferirla ancor più profondamente.  
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Brevissimo capitoletto di passaggio, ma ci tenevo a postarlo. Il rpossimo, e ultimo, sarà un più lungo. Alla prossima. Ringrazio come sempre colore che trovano il tempo di leggere e recensire questa storia.
LadySaphira
   
 
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