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Autore: MarchesaVanzetta    12/04/2012    1 recensioni
Una studentessa presa dal sacro fuoco dello studio leopardiano, una strana apparizione e messaggi della buonanotte.
*
Dedicata a quella meraviglia di Airlys. Ti voglio bene
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Ti odio Sallustio! Ti odio, ti odio, ti odio…” cantilenò esasperata Lucrezia, sbattendo la fronte sul libro di testo fitto di appunti e sottolineature, facendo volare i fogli in cui aveva cercato di sintetizzare l’immane fetta di programma che era oggetto della verifica del giorno successivo: studiava da una settimana, nei ritagli di tempo tra lo studio e i compiti; ormai non faceva altro.
Si accasciò sul libro, dalla carta lucida e profumata di scuola: era abbastanza comodo da farci una dormitina, pensò, chiudendo gli occhi e ripromettendosi di aprirli da lì a cinque minuti.
 
“Sic, virgo, me odisti?1 la interrogò un uomo dalla toga orlata di porpora e i capelli radi concentrati intorno alle orecchie.
Lucrezia rimase interdetta da quell’apparizione che parlava latino: stava sognando, era ovvio. Cercò di svegliarsi, guadagnandosi sguardi perplessi e indagatori da quell’uomo dagli occhi infossati.
Rassegnata, decise di rispondere, ringraziando la sua prof e i suoi interminabili esercizi di traduzione dall’italiano al latino.
“Erras! Odi meam magistram et operae tuae, quia studendae sunt!2
“Meae operae tantae clarae sunt?3 domandò entusiasta. Qualcuno stava ancora studiando le sue parole! Che sensazione magnifica!
“Sic est4 gli rispose sorridendo. Chissà che soddisfazione era, sapere che qualcuno stava sprecando la sua vita sui suoi libri!
“Sed” iniziò Lucrezia, stanca della felicità rugosa dell’uomo e desiderosa di farsi una dormita decente “Nunc ad meam domum redendum sum. Vale!5lo salutò, sperando che bastasse una frasetta in latino per porre fine a quell’incubo.
Stava meditando ormai di battere i tacchi tre volte (nonostante non avesse scarpette rosse ma solo calze azzurre) quando il vecchio dal naso dritto le si avvicinò e lentamente, come se stesse compiendo un rituale sacro, avvicinò un dito adunco alla fronte della ragazza.

Non appena Lucrezia sentì il freddo dito dello storico toccarle il viso, un risucchio la prese allo stomaco e si ritrovò sul suo libro. Stropicciò gli occhi, si stiracchiò e toccò un tasto della tastiera del cellulare per far illuminare lo schermo e vedere l’ora: l’una e quarantacinque! Avrebbe proprio dovuto andare a dormire, se non voleva addormentarsi sul compito, da lì a sei ore.
Prima di chiudere gli occhi pensò un secondo a Clara, che sarebbe stata come lei ancora presa sui libri.
“Ho sognato Sallustio e ci ho chiacchierato in latino. Tu come sei messa?” digitò veloce, inviandolo dopo pochi secondi.
La risposta arrivò pressoché immediata “Vai a dormire, sei messa proprio male! Se quello è il rischio, credo che non mi addormenterò, stanotte! Buona notte fanciulla, ci vediamo da Morfeo tra cinque minuti, ok? E niente Gaio Crispo, intese?”
Sorridendo posò il cellulare e chiuse gli occhi: sapeva che niente poteva turbarle il sonno, dopo quel messaggio.
 
 
 

Note di Autrice (?)
Hem. Dunque. Sono le due di notte e io sto delirando dietro a greco, mentre una mia favolosissima amica, Airlys, sta impazzendo dietro a Sallustio. Ecco, visto che io sono incasinata per i fatti miei, ti mando questa flash per consolarti: non disperare!
Per i fortunati che non sanno il latino (che poi, questo mi sa che è sbagliato tutto: davvero, non ci sto più con la testa!), le varie traduzioni dovrebbero essere queste…
1 “Così mi odi, fanciulla?”
2 “Sbagli! Odio la mia insegnante e le tue opere, che devo studiare!”
3 “Le mie opere sono tanto famose?”
4 “Sì”
5 “Ma adesso devo tornare a casa mia. Stai bene!”
 
Hem, credo che sia tutto. Il delirio è finito. Vado a letto, ho la sveglia tra quattro ore.
Hum, vale! (?)
 
-Anna.
  
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