Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: Liberty89    12/04/2012    4 recensioni
Fan Fiction vincitrice del 3° Gold Fiction Contest, indetto dal Fan Fiction World Forum.
Questa storia è stata catalogata come un "must", ed è pertanto consigliata a tutti i lettori.

Il Regno massimo
Chiamerà l’ultimo cuore prescelto.
Un cuore in costante pericolo
Perché il confine che lo separa dal buio
È fragile,
Come il cristallo.
La Via del Tramonto
Sarà accompagnata da una chiave oscura,
Creata dal Regno supremo stesso,
Poiché il tramonto conduce alle tenebre.

-Dal capitolo 24-
Un nuovo nemico minaccia la pace dei mondi e i prescelti del keyblade partiranno per una nuova avventura, in compagnia di un nuovo custode, un personaggio inventato (o quasi) dalla mia pazza mente!In questa fic s'incroceranno le trame di alcuni noti anime e film d'animazione, per cui saranno presenti spoiler su di essi, in ogni caso avviserò quando verrà l'occasione. Come generi ho messo i principali, ma qui dentro ci sarà di tutto: dalla drammaticità alla demenza pura xD nonché alcuni cenni di vita reale ^^ Spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Sclero di una notte di mezza estate'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buona sera a tutti lettori e lettrici! =3 Sono stata brava no? 'Stavolta sono passati solo poco più di tre mesi :D E spero di ridurre notevolmente i tempi visto che ancora non sono riuscita a trovare un lavoro e finché sono a casa ho intenzione di dedicarmi alla scrittura per migliorare e finire una cosa originale che avevo iniziato e magari provare a farla pubblicare. Anyway, non siamo qui per parlare dei fatti miei u.u Avevamo lasciato il povero Xaldin in una brutta situazione, cos'avrà causato? Leggete e scoprite! Buona lettura!!!

ps: in questo capitolo avremo rating arancione e scene non per stomaci delicati


Capitolo 76: Notizie x shock x malessere


“La «Morte Rossa» aveva a lungo infierito sul paese. Mai pestilenza era stata più fatale e più orribile. Il sangue era il suo avatar e il suo sigillo: il rossore e l'orrore del sangue. Erano acuti dolori e improvvisi capogiri, e poi un abbondante sudore sanguigno fino alla dissoluzione. Le macchie scarlatte sul corpo e specialmente sul volto della persona colpita erano il bando di peste che escludeva la vittima da ogni aiuto e da ogni pietà da parte dei suoi simili. E l'attacco, il progredire e la fine del male erano gli episodi di mezz'ora in tutto.”
[“La maschera della Morte Rossa” - Edgar Allan Poe]


-Ma che diavolo…-
La Ninfa Selvaggia si guardò intorno, rimanendo sconcertata nel vedere le condizioni in cui verteva l’antico e silente maniero, che per grazia e volere di chissà quale Dio era ancora in piedi. Il soffitto, le pareti, il pavimento e persino le scale che conducevano al piano superiore, erano ricoperti di crepe e buchi, come se qualcosa si fosse scavato la strada a forza tra le fondamenta del castello. Xemnas si fece avanti senza proferire verbo, ma con l’apprensione dipinta in viso, al suo fianco Xigbar, con l’angoscia e la paura per il peggio che percorrevano ogni fibra del suo essere, era alla ricerca di un qualsiasi segno dell’amico che era stato costretto a lasciare indietro.
-Xaldin dove cazzo ti sei cacciato?- pensò, spaziando l’intero androne con l’iride dorata, prima di correre in direzione delle scale e risalirle, facendo attenzione a non mettere il piede in fallo.
Tuttavia, non raggiunse mai l’ultimo gradino, né il pianerottolo soprastante, poiché ciò che vide lo fece fermare e gli gelò il sangue nelle vene.
-Xigbar che succede?- domandò Axel, muovendosi per raggiungerlo insieme ai compagni.
-Non è possibile…- mormorò, fissando incredulo e inorridito ciò che restava del Feroce Lanciere. -Xaldin…-
Il Ritornante giaceva scomposto sul gelido lastricato di pietre rotte, con un braccio cadente in avanti e l’altro riverso all’indietro, piegato in una posizione innaturale, le gambe erano raccolte al petto, come se si fossero poste a difesa dei centri vitali, i lunghi capelli neri gli coprivano a tratti il viso, rivelando solo parte della smorfia di dolore che l’aveva deformato e che sarebbe rimasta impressa in eterno nel cuore di chi la stava osservando. Sotto il corpo freddo e immobile s’era allargata una pozza di vischioso sangue scuro, originata da una ferita che non potevano vedere, infine, l’ultimo dettaglio che colpì il gruppo fu il colorito della pelle del numero III, perché anziché essere pallido come avrebbe dovuto, era scuro, quasi nero, come se fosse ricoperto dai bubboni della peste.
-Cosa può essergli successo?- domandò a bassa voce Demyx, distogliendo lo sguardo da quella macabra visione e posandolo sul Burattinaio Mascherato che stava alla sua destra.
-Difficile dirlo così su due piedi…- rispose il Ritornante dagli occhi grigio-blu, avvicinandosi al corpo. -Vexen?-
Il numero IV invece, lo aggirò e s’inginocchiò per osservarne la schiena. -Credo d’aver trovato qualcosa…-
Zexion lo raggiunse, affiancato immediatamente dal Superiore, che sgranò gli occhi nel vedere la probabile causa della morte del Feroce Lanciere: una profonda ferita all’altezza del cuore, dal profilo circolare e i bordi neri, come se fossero stati bruciati, da cui proveniva la colata di sangue.
-Suppongo che la cosa che gli ha provocato questa…- riprese il Freddo Accademico. -…sia la stessa che ha provocato i danni che possiamo ammirare su ogni superficie di questa topaia, ma cosa sia esattamente non saprei…-
-Marluxia da solo non avrebbe mai potuto procurare simili danni, dev’essere stata una sua diavoleria… sua o dell’ultimo emissario.- proseguì Zexion. -Lui non è mai stato in grado di fare cose del genere.-
-Capisco.- sentenziò il numero I. -Axel, vieni qui e dimmi se questi ti sembrano i segni di una bruciatura…-
Il rosso si mosse subito, serio e determinato a dare il suo contributo, tuttavia quando rialzò lo sguardo smeraldino, mostrò solamente una grande confusione.
-Quella è sicuramente una bruciatura, ma non è stata provocata da una fiamma, di nessun genere.- spiegò. -I bordi sono neri e arricciati, ma non hanno il tipico segno di corrosione del fuoco, dev’essere stato qualcos’altro…-
-È stata l’Oscurità.- proferì nuovamente il biondo ricercatore, prima di rialzarsi. -L’ho studiata abbastanza per riconoscerne i segni… all’inizio pensavo fosse opera di una fiamma generata da una fonte di potere oscuro, ma le parole di Axel e il colore della pelle mi hanno fatto giungere a questa conclusione.-
-Perché ha quel colore?- domandò il Soffio di Fiamme Danzanti.
-Semplice: la sua luce è stata prosciugata fino all’ultima goccia. La cosa che l’ha attaccato, ha mirato direttamente al cuore e l’ha usato come accesso a tutta la luce che scorreva nell’organismo.- spiegò, lasciando i compagni senza parole.
-Xigbar?- intervenne la voce del Notturno Melodico, che guardava preoccupato il numero II. -Xigbar, cos’hai?-
Il Tiratore Libero tremava, completamente in balia di sentimenti che non avvertiva da molto tempo. Rabbia verso il suo compagno che nonostante la sua sicurezza era stato sconfitto. Tristezza per la sua perdita. Odio verso colui che aveva osato tanto. Con i pugni serrati, le nocche sbiancate e i denti stretti, stava facendo di tutto per impedirsi di esplodere e correre alla ricerca del Leggiadro Sicario per vendicare l’amico, che in quel momento avrebbe tanto voluto prendere a pugni.
-Maledetto bastardo…- sputò a denti stretti. -Come diavolo hai potuto mollare in questo modo, eh?!- urlò, tendendo ancora di più le braccia tremanti e aumentando la stretta sulle mani, che si ferirono a causa delle unghie. -Sapevo che eri un coglione, ma non credevo fino a questo punto! Come ti sei permesso di morire?!- urlò ancora, senza badare alle lacrime che scendevano anche dall’occhio coperto. -Sappi che cercherò chi ti ha ridotto così e glielo farò rimpiangere amaramente, ma sappi anche… che se dovessi crepare nel tentativo e finire per pura sfiga dove sei tu ora… ti prenderò a calci in culo finché mi sarà possibile, hai capito razza di idiota?!-
Rimasero tutti in silenzio ad osservare l’ansante Xigbar. Chi sconcertato, chi spaventato, da quella catena di reazioni e parole. Dal canto suo, il Tiratore Libero li ignorò totalmente, impegnandosi per riprendere il controllo di quel tumulto di pensieri e sentimenti, che lo scuoteva dall’interno con una potenza che non avrebbe mai creduto possibile. Fu solo dopo qualche minuto che decise di reagire e muoversi. Si passò un braccio sul viso, per asciugarlo con la manica della candida maglia, dopodiché si voltò per scendere le scale.
-Capo, io raggiungo i marmocchi.- annunciò. -Muoviti ossigenato, senza di te non posso andare da nessuna parte.-


***


Il sole stava tramontando di nuovo, amplificando l’oro di quegli immensi campi coltivati grazie ai suoi splendenti raggi, che andavano via via svanendo oltre l’orizzonte occidentale.
Seduta sul ramo di un albero dal fitto fogliame, con la schiena appoggiata al solido tronco, Jessie non osservava la meravigliosa opera d’arte realizzata da Madre Natura, ma i suoi occhi seri e colmi di preoccupazione erano fissi sulla sua mano sinistra e la sua mente era concentrata sul combattimento che era seguito al salvataggio dei due bambini, alla continua ricerca del perché e del quando fosse avvenuto quel terrificante cambiamento. Purtroppo, la sua ricerca non stava dando buoni frutti, poiché era certa di non aver utilizzato consapevolmente l’oscurità celata nel suo cuore, che in quegli ultimi giorni sembrava essere cresciuta ulteriormente, tuttavia, restava il fatto che l’aveva usata e quando se n’era resa conto tutto era ormai finito.
-Com’è potuto succedere? Io non volevo usare il fuoco nero e nemmeno ricordo da che momento ho cominciato… eppure è successo…- pensò sbuffando, rivolgendo prima un’occhiata al disco rosso e oro, poi alla luna piena in ascesa dal fronte opposto.
-Il pulito sporco è già e lo sporco si pulirà.- recitò, ricordando la canzone che i bambini le avevano ripetuto al termine dello scontro su sua richiesta. -Tanto spesso troppo bene uguale al male è, ed il male tante volte il bene porta in sé…- proseguì prima di sospirare e portarsi le braccia dietro la testa.
-Hai finito?- le domandò una voce seccata, proveniente dal ramo sottostante.
-Di fare cosa?- replicò, senza nemmeno dare attenzione al nuovo arrivato.
-Di sbuffare e sospirare. Sei irritante.- rispose Inuyasha, mantenendo il tono.
-Nessuno ti obbliga a star qui a guardarmi, puoi anche scendere, sai?-
-Tsk! I tuoi amici volevano chiamarti, ma non volevano disturbarti, figurati che hanno impedito al tuo amico con gli occhi verdi di raggiungerti. Alla fine mi sono stufato di sentire le loro discussioni e sono venuto ad avvisarti che hanno accompagnato Miroku a fare un giro nei dintorni.- spiegò, ottenendo un cenno del capo in risposta.
La castana sospirò ancora, dopodiché si preparò per saltare giù dall’albero.
-Non ho idea di cosa ti sia successo oggi, però credo di capirlo.- riprese il ragazzo, attirando l’attenzione della custode. -Non scenderò nei dettagli, ma più di una volta mi è capitato di perdere il controllo a causa della mia parte demoniaca, senza che me ne rendessi conto.- spiegò, comprensivo, domandandosi al contempo da dove uscisse quell’inconsueta generosità.
-La tua parte demoniaca?- domandò lei.
-Esatto, io sono un mezzodemone, quindi ho una parte umana e una demoniaca. Per un certo periodo di tempo non sono stato in grado di controllare la seconda.-
-Capisco… allora non siamo poi tanto diversi io e te…- rispose Jessie amaramente, prima di tornare con i piedi per terra, seguita da Inuyasha.
S’incamminarono e si mossero in direzione di una piccola radura in cui i due gruppi avevano deciso di fermarsi per la notte. Un fuoco scoppiettava al centro della cerchia di alberi e cespugli, e poco distante erano stati ammucchiati i vari sacchi a pelo insieme al voluminoso zaino di Kagome, che stava preparando la cena per tutti, insieme alla sua compagna Sango e Kairi, la quale per prima si accorse del loro arrivo.
-Jessie! Eccoti finalmente!- esclamò, alzandosi per andarle incontro. -Parlando con Kagome abbiamo scoperto che stiamo andando nello stesso posto, quindi faremo la strada insieme.-
La keyblader si stupì per l’incredibile coincidenza, ma fu distratta dalla reazione esagerata del mezzodemone al suo fianco, che scattò in direzione della mora in evidente stato di rabbia.
-Kagome! Perché cavolo ti sei messa a raccontare i fatti nostri a questi tizi?!- esclamò furente.
-Non mi sembra di aver fatto nulla di male.- replicò tranquilla la ragazza, continuando a tenere d’occhio il fuoco.
-Poi, non per dire…- intervenne Jessie con un sopracciglio inarcato. -…ma tu poco fa cosa pensi di avermi detto?-
-Quello non c’entra!- sbraitò lui, arrossendo lievemente per l’imbarazzo. -Kagome sei sempre la solita…-
-A cuccia!- comandò lei, causando lo schianto immediato del compagno sul terreno, che prese a borbottare maledizioni verso tutto e tutti. -Non fare caso a Inuyasha. Kairi e Sora ci hanno detto che siete diretti al monte Hakurei, esattamente come noi.-
-E ci state andando per via di quel tale che Inuyasha ha nominato stamattina?- chiese la castana, sedendosi accanto a lei.
-Naraku, già. Abbiamo raccolto qualche informazione e sembra che si sia rifugiato da quelle parti. Il fatto strano è che quella è una montagna sacra, in teoria un demone come lui non potrebbe nemmeno avvicinarsi.- disse la studentessa.
-Sacra? Spero tu stia scherzando, quella montagna mi è sembrata più inquietante che altro.- ribatté. -Comunque, voglio togliermi una curiosità: ho capito che siamo nel passato, ma in che anno di preciso?-
-Ci troviamo nel periodo Sengoku, per gli Occidentali dovrebbe corrispondere ad una ventina d’anni prima della fine del Medioevo, e in quest’epoca di guerre esistono ancora i demoni e la Sfera dei Quattro Spiriti.- spiegò Kagome.
-Che sarebbe?- chiese la rossa.
-È un gioiello che può donare grandi poteri a chi lo possiede ed è stato sempre causa di scontri tra umani e demoni, finché non è andata in pezzi.- sospirò la mora, come se fosse abbattuta. -Noi siamo in viaggio per recuperare tutti i frammenti, ma è una lotta contro il tempo perché anche Naraku li sta raccogliendo.-
-Ho capito.- disse Jessie. -E tu come ci sei finita qui?- domandò poi, curiosa. -Non è così facile fare un viaggio temporale.-
Kagome si lasciò andare ad una risatina. -In effetti non hai tutti i torti… in poche parole, da generazioni la mia famiglia custodisce un tempio shintoista, e a causa della Sfera dei Quattro Spiriti che era nascosta nel mio corpo, un demone mi ha trascinata qui attraverso un pozzo che si trova in un magazzino del tempio…-
Le due custodi la fissarono per un istante con tanto d’occhi, dubbiose ma non del tutto incredule di fronte a quel racconto tanto surreale.
-Bè, credo che non farò altre domande a riguardo, la faccenda sembra fin troppo complessa…- disse la castana, guardando la mora, che abbassò lo sguardo sul fuoco.
-Già…- sospirò. -E voi invece? Come siete capitati qui?-
-Domanda lecita.- replicò. -Cercherò di risponderti senza scendere nei dettagli… Le creature che avete visto oggi stanno invadendo ogni angolo dell’universo per impossessarsi dei cuori delle persone e il nostro compito è quello di fermarli… o almeno provarci, perché non sempre riusciamo ad arrivare in tempo.- spiegò, ripensando allo sguardo terrorizzato e perso di quel bambino che si tramutava rapidamente in uno Shadow.
-Ma cosa siete voi?- chiese Inuyasha, interrompendo le sue elucubrazioni.
-Siamo custodi del keyblade.- rispose re Topolino, avvicinandosi affiancato dai due ragazzi e dal monaco Miroku, a sua volta seguito da Shippo e Kirara, il demone gatto con tre code.
-Che cos’è il key… blade?- chiese con fatica il bambino, sedendosi accanto a Kagome.
-Questo.- disse Sora, richiamando la Catena Regale. -I keyblade sono le nostre armi.- aggiunse, prima di farlo svanire in una scia di luci.
-Capisco…- intervenne Sango, osservando incuriosita il castano. -…però non hai risposto alla domanda di Kagome, ci hai detto perché siete qui, ma non come ci siete arrivati…- asserì, guardando Jessie, che annuì.
-Come ho detto, la minaccia che combattiamo si sta spargendo per tutto l’universo, noi viaggiamo da un posto all’altro per risolvere la situazione e siamo finiti qui perché abbiamo rilevato una forte Oscurità, ma abbiamo dovuto attraversare una barriera spazio-temporale… forse Kagome riesce a capire meglio quello che dico perché viene dal futuro.- spiegò la custode del Tramonto.
-Più o meno…- confessò la mora.
-Io ho capito solo che dovrò sopportare il vostro odore per altro tempo!- esplode il mezzo demone.
-Inuyasha!- lo riprese Kagome. -Sono stata io a proporre di viaggiare insieme!-
-Sei la solita stu- iniziò il ragazzo, prima di finire schiantato a terra come in precedenza. -Maledetta Kagome…-
-Così impari, razza di maleducato!- replicò la ragazza, per poi voltarsi verso il monaco. -Dimmi Miroku, com’è la situazione?-
-Per fortuna siamo riusciti a limitare i danni e i sopravvissuti non hanno subito ferite gravi… però sono morte molte persone.- disse l’uomo, sedendosi accanto a Sango.
-Paperino e Pippo dove sono?- domandò Kairi, non vedendo i compagni.
-Paperino stava tentando di curare alcune persone, cercando di non farsi vedere, e Pippo è rimasto con lui, non si sa mai.- rispose il re con una piccola risata.
-Allora sarà meglio aspettare il loro ritorno per cenare.- sentenziò la studentessa.
-Non ce ne sarà bisogno.- intervenne il mago di corte, facendosi largo tra una coppia di alberi, seguito dal cavaliere. -Anzi, ti conviene preparare due porzioni in più.- aggiunse, indicando alle proprie spalle, mentre il Tiratore Libero e lo Sfidante del Destino facevano il loro ingresso in scena, silenziosi e cupi come mai erano stati visti dal gruppo dei guerrieri della Luce.
-Ragazzi… cos’è successo?- chiese Riku, guardandoli con preoccupazione crescente.
-Una terribile disgrazia…- iniziò il biondo con gli occhi bassi, ricevendo immediatamente uno schiaffo alla nuca da parte dell’altro Ritornante. -Ma che fai?!-
-Smettila di fare il melodrammatico, Xaldin t’infilzerebbe con una lancia se lo sapesse.- rispose il numero II, fulminandolo con l’unica iride visibile. -Purtroppo, quell’idiota di Xaldin è stato sconfitto da Marluxia.- annunciò, incrociando le braccia e rimanendo immobile di fronte allo sconcerto dei custodi e dei loro compagni di viaggio.


***
Inuyasha OST 3 29 - Hakudoushi

Il demone si mosse appena dalla sua posizione, volgendo i propri occhi sullo specchio che Kanna teneva tra le mani.
-E così è lei.- disse con un ghigno, osservando la custode del Tramonto con i suoi compagni. -Lei aveva ragione, l’ho riconosciuta immediatamente. Direi che la sua sorpresa è riuscita in modo perfetto.-
Marluxia non rispose in alcun modo alle parole di Naraku e mantenne lo sguardo sull’immagine riflessa dallo specchio, digrignando appena i denti come una bestia costretta a trattenersi dall’azzannare la sua preda. L’odio per la ragazza cresceva ogni giorno di più, ottenendo la supremazia nel suo cuore già corrotto dall’Oscurità, come un roveto che lentamente ma inesorabilmente prende il sopravvento sulle piante del sottobosco, soffocandole. Tuttavia, questo suo sentimento doveva essere frenato, perché non gli era permesso di ucciderla, come aveva fatto con Xaldin, e questa proibizione, oltre ad alimentare la scintilla del suo risentimento, conferiva un ottimo terreno per la sua rabbia, che rischiava di liberarsi.
Naraku lo degnò di una mezza occhiata e si fece scappare una piccola risata, che però non sfuggì alle orecchie del Leggiadro Sicario, che irritato, inarcò un sopracciglio.
-Qualcosa ti diverte?- domandò, ricacciando il sentimento di vendetta da dov’era uscito e nascondendolo alle iridi scure del suo nuovo e poco gradito alleato.
-Oh, nulla di particolare…- rispose vago il demone, riportando lo sguardo sullo specchio. -Tuttavia, mi domandavo se riuscirai a portare a termine il compito che ti è stato affidato, visto ciò che ti muove…-
Il rosato sghignazzò. -Non ti credevo tanto curioso… diffidi forse delle sue parole?- chiese, mantenendo le braccia incrociate e muovendo qualche passo in quella buia e umida caverna.
-Non oserei mai.- rispose mellifluo Naraku. -Ciò che ha detto si è sempre rivelato veritiero.-

.: [-----] :.

Giaceva immobile su quella stuoia, osservando con occhi offuscati da un morboso desiderio carnale, la bella sacerdotessa che lentamente e con agilità abbandonava la grotta anche per quel giorno, per fare ritorno alle sue mansioni.
Maledisse il proprio corpo da misero umano, chi aveva osato ridurlo in quel putrefacente stato, ma soprattutto maledisse il fato, per non avergli concesso il lusso della morte, al posto di quell’estenuante agonia che si ripeteva sempre uguale a ogni sorgere del sole e della luna. Le sue membra bruciate fin nel profondo non gli avrebbero mai più permesso di muoversi e uscire per godere delle meraviglie del mondo, invece lo condannavano a starsene lì sdraiato e inerme, a guardare l’oggetto dei suoi sogni più segreti e malsani senza poterlo nemmeno sfiorare.
Posò lo sguardo sulla candela e implorò che cadesse sulla paglia del suo giaciglio e che lo bruciasse fin nelle viscere una volta per tutte, almeno si sarebbe evitato quel dannato supplizio.
-Vorresti un corpo nuovo?- domandò una voce sensuale e accomodante alle sue orecchie, senza però mostrarsi ai suoi occhi stralunati, che corsero fin dove potevano per cercare la fonte di quel quesito tanto invitante.
-Vorresti quella sacerdotessa tutta per te, è così?- chiese ancora, ottenendo una folle risata come risposta.
-E faresti qualsiasi cosa per averla? Sei disposto a rinunciare a quella poca umanità che è rimasta nel tuo cuore colmo d’odio?- proseguì la voce misteriosa, decifrando la giusta combinazione per giungere nel profondo dell’anima di quell’essere corrotto dalla perdizione.
L’uomo rise. -Sì! Sì!-
-Allora…- rispose la voce, facendo una pausa in cui la grotta si riempì di creature demoniache d’ogni forma e dimensione, ma con un unico fattore comune: la malvagità. -…non ti resta che fonderti con questi demoni e dire addio al misero corpo che possiedi!-
Una nuova risata riecheggiò tra le pareti della grotta illuminata solamente da una debole candela. -Fate di me quel che volete bestie dannate!- urlò l’uomo, attirando l’attenzione delle creature, che si avvicinarono con gli occhi puntati su di lui. -Divoratemi! Avanti! Banchettate con la mia anima nera e corrotta! Che aspettate?! Lo sento che non desiderate nient’altro che divorarmi!-
Un solo istante frenò i demoni, ma fu breve e subito dimenticato, perché quell’orda di malvagità si gettò sul corpo del moribondo, cercando di cibarsi di quanti più pezzi possibili, spingendosi fin nelle sue viscere. Nella foga, urtarono quell’innocente candela, che cadde e rotolò fino alla stuoia intaccandone gli intrichi e trasformando tutto in un quadro degno dell’Inferno.
Non passarono che pochi minuti, e da quel macabro e disgustoso banchetto dagli invitati maledetti si generò una luce nera e cupa, che brillò nel cuore dell’incendio per poi schizzare fuori dalla grotta e dirigersi lontano tra gli alti alberi della foresta. Ogni animale si nascose quando la figura umana d’aspetto si mosse tra le due grandi sequoie, compiendo i primi passi di quel corpo nuovo e perfetto. L’uomo sollevò il braccio, coperto dalla pelliccia bianca di un babbuino, e fissò orgoglioso la pelle rosea e sana.
-Sei soddisfatto di ciò che hai ottenuto sacrificando la tua umanità?- domandò ancora la voce, comparendogli di fronte in una vorticante nube di polvere nera.
-Molto.- ghignò. -Della mia umanità non me ne importa nulla, ora sono un demone, ben più forte di qualsiasi umano!-
-Allora non dimenticare mai chi ti ha fatto questo dono, brigante Onigumo.- sentenziò, mostrando un braccio sinistro dalla pelle scura, con la mano tesa per poter essere stretta come simbolo d’alleanza. -Ricordati dell’Emissario, perché un giorno tornerà per farti saldare questo debito.-
Il demone allungò a sua volta la mancina, per suggellare quel patto dannato. -Non lo dimenticherò.-

.: [-----] :.

-Bene, allora non devi dubitare nemmeno delle mie capacità.- replicò Marluxia, con tono duro. -Domani agiremo e vedrai che non resterai deluso.- aggiunse, avvicinandosi a Kanna per puntare gli occhi blu sullo specchio, che cambiò l’inquadratura dell’immagine, mostrando l’intero gruppo presente nella radura. -Neanche la presenza di quei due mi impedirà di arrivare alla custode… preparati piccola Jessie, sta per alzarsi il sipario sull’Inferno.- pensò, allargando le sue labbra in un ghigno sadico e folle.


***


Kingdom Hearts splendeva silenzioso e immobile sul cielo di ciò che restava della preziosa Sacra Reggia, ormai ridotta ad una gelida costruzione di cristallo nero, che emanava un’aura oscura quasi da ogni poro.
La fanciulla dai lunghi e fini capelli blu uscì dalla seconda torre a destra del corpo principale e camminò sotto quella fulgida e fredda luce, che non nuoceva in alcun modo sul suo corpo snello e avvolto in un paio di corti jeans e una canottiera nera monospalla, che lasciava libero il braccio sinistro. La ragazza dai bui occhi da felino si fermò nel mezzo del cortile, mutando le sue membra in una tetra meridiana, che avrebbe segnato sempre lo zenit notturno, e osservò le proprie mani, puntando l’attenzione sulla mancina, tanto diversa dalla sorella di destra, e la sua pelle color cioccolato, unico frammento di memorie lontane che le appartenevano e che al tempo stesso le erano estranee.
-Il tempo è quasi giunto. Finalmente riavrò ciò che mi spetta di diritto.- pensò con un sorriso soddisfatto. -Ormai manca veramente poco… spero che tu sia pronta Jessie, il buio è sempre alle tue spalle, che smania dalla voglia di saltarti addosso.-
Rise appena la ragazza dal viso color latte, incrociando le dita bianche con quelle nere, gemelle e sconosciute insieme, prima di svanire in una nuvola di polvere nera e raggiungere le pedine che aveva raccolto con pazienza e accuratezza, pronta a sfruttarle nella sua strategia per poi eliminarle dal gioco e sostituirle al momento opportuno.


***


Il racconto di Xigbar, molto particolareggiato nonostante i reclami del numero X, aveva lasciato tutti i presenti scossi fin nel profondo: i guerrieri della Luce si erano chiusi nel silenzio, increduli e storditi, alla scoperta di ciò che era diventato il Leggiadro Sicario e ciò che era riuscito a mettere in pratica; invece, i componenti del gruppo di Inuyasha erano rimasti in ascolto, cercando di cogliere qualche dettaglio che li aiutasse a comprendere in cosa erano coinvolti i nuovi arrivati, ma all’udire di un tale scempio, inaudita opera di una mano mossa unicamente dalla follia, preferirono farsi da parte. L’unico suono che ravvivava la radura, era il crepitio delle fiamme, che lentamente consumavano i ceppi da cui erano nate, come un lauto pranzo tanto atteso.
La custode del Tramonto sembrava persa in un mondo tutto suo, fatto di mille ragionamenti, di “se” e di “ma”, tuttavia era tardi per lasciarsi schiacciare da simili pensieri e sensi di colpa, perché anche se avesse trovato cento e più vie d’uscita, Xaldin non sarebbe tornato indietro, mai più. Nonostante fosse già seduta sul terreno, accanto al fuoco scoppiettante, sentì il bisogno di appoggiarsi a qualcosa per non sprofondare in quel vortice che era diventata la sua mente e per non essere soffocata dalla nausea che le stava chiudendo lo stomaco in una morsa sempre più stretta.
Non si accorse dello scorrere del tempo, né della ciotola di riso che le era stata data e che aveva accettato con un cenno del capo, per poi mangiarla nella solitudine del suo stato di trance apparente. Fu il custode dell’Alba a farla riemergere da quel pozzo di pensieri inesauribili che si rincorrevano tra loro, come bambini che giocano a guardie e ladri, senza mai raggiungere un punto finale.
-Tutto ok?- le domandò, fissando i suoi occhi color nocciola, ora vivi e vigili.
-…credo di sì, la notizia mi ha lasciata un po’… sconvolta, ma mi riprenderò.-
-Però non hai una bella cera, sei sicura di star bene?- chiese ancora, studiando il suo viso dal pallido colorito, tipico della stanchezza o della presenza di una malattia.
-Non preoccuparti, mi basterà riposare qualche ora e starò meglio.- assicurò lei, donandogli un piccolo sorriso.
-Allora vieni con me, ho preparato i sacchi a pelo.- la informò alzandosi in piedi e dandole una mano per aiutarla a fare lo stesso.
La castana accettò l’aiuto e si guardò in giro per costatare che la notte era già scesa su di loro e che doveva essere inoltrata, perché il buio s’era fatto fitto tra gli alberi che li circondavano come fiere guardie scelte, ma che a tratti era trafitto dagli argentei raggi della candida sfera che brillava nel blu del firmamento.
-Ma chi farà la guardia stanotte?- domandò, mentre l’argenteo la guidava verso i sacchi a pelo.
-Se ne occuperà Inuyasha, ha detto che lo fa sempre, quindi non devi darti pensiero. Potrai riposare tranquillamente.- disse Riku, fermandosi accanto ad un albero dove Sora e Kairi si stavano già sdraiando per dormire, anche loro silenziosi e con una luce di dolore negli occhi, che però lentamente andava svanendo, mutando in accettazione e in un motivo in più per lottare.
Il keyblader accompagnò la compagna nei movimenti e la convinse a stendersi, mentre cercava di capire cosa potesse averla spenta in quel modo. La notizia portata dai due Ritornanti era stata come una doccia gelata in pieno inverno, però avvertiva che nella mente e nel cuore della castana si stava muovendo qualcos’altro. Fu in quel momento che il Tiratore Libero si chinò su di loro, fissando la ragazza con l’iride dorata prima di metterle una mano sulla spalla.
-Ragazzina, butta nel cesso quei fottuti sensi di colpa, Xaldin non lo vorrebbe e poi, bastano i miei per inimicarmi un suo possibile fantasma, credimi.- sentenziò, come un fulmine a ciel sereno, ottenendo in risposta un lungo sospiro rassegnato.
-Se Marluxia fosse morto quella sera…- mormorò Jessie, socchiudendo gli occhi.
-Avremmo perso te.- replicò grave Xigbar. -Probabilmente, se avessi ucciso quel bastardo, saresti caduta nell’Oscurità e non avresti più potuto aiutare nessuno…- aggiunse, dopodiché le diede una pacca su quella stessa spalla e mostrò un sorriso beffardo. -In ogni caso, non abbatterti, ho già giurato che prenderò Xaldin a calci in culo se lo raggiungerò all’altro mondo, vorrà dire che lo farò anche da parte tua!-
Per un momento, Jessie rise e ringraziò il Ritornante, che si gettò nel sacco a pelo accanto al suo, con le braccia incrociate dietro la testa.
-Non ti ci abituare, normalmente non sono così schifosamente sentimentale. Oggi è un’eccezione, domani tutto torna come sempre.- rispose, prima dare la schiena ai due custodi, augurando una rapida buona notte e zittendosi subito dopo.

Era sicuramente passata la mezzanotte quando una serie di fruscii attirò le sue acute orecchie, che si mossero con un paio di scatti alla recezione del rumore. Sollevò appena le palpebre e vide la figura che da seduta passava alla posizione eretta, per poi muovere dei passi malfermi. La osservò spingersi verso il limitare della radura, appoggiarsi ad un albero con entrambe le mani e poi correre via, per quanto le concedesse la poca stabilità delle gambe. Aprì del tutto gli occhi e seguì i movimenti della fuggitiva con l’udito, finché non ne sentì i gemiti di dolore, i colpi di tosse e infine, il crollo accompagnato da un’inspirazione prolungata che precedette dei conati di vomito, violenti e sfibranti.
Rimase in ascolto, indeciso se portare aiuto o meno, ma si decise quando sentì chiaramente una caduta e la tipica quiete notturna tornare a regnare nella foresta. Inuyasha si alzò, senza emettere il minimo rumore, e andò a frugare nello zaino della compagna, finché non trovò una bottiglia d’acqua.
-Miroku.- sussurrò, posando una mano sulla spalla del monaco, che reagì immediatamente, sedendosi nel sacco a pelo. -Mi allontano un momento.- aggiunse, indicando con lo sguardo il posto vuoto tra i dormienti.
-Va bene.- asserì l’uomo, guardandolo correre in una ben precisa direzione.
La raggiunse in una manciata di secondi grazie a dei rapidi balzi, trovandola stesa su un fianco a pochi passi dal risultato del suo rigetto. Si inginocchiò al suo fianco e la sollevò con estrema delicatezza, dopodiché la scosse per destarla da quello stato di dormiveglia dato dalla stanchezza improvvisa e prima di quanto si aspettasse, si ritrovò a specchiare i suoi occhi d’ambra in un paio di iridi color nocciola, opache e offuscate.
-…che ci fai…qui?- domandò Jessie, prendendo ampi respiri.
-Lascia perdere, sciacquati la bocca piuttosto.- ordinò, porgendole la bottiglia e attendendo con pazienza che la ragazza eseguisse quanto aveva detto.
Troppo stanca, fisicamente e mentalmente, per fare domande, la keyblader si sciacquò la bocca e le labbra, dopodiché bevve un po’ d’acqua a piccoli sorsi e si rilassò involontariamente nella presa del mezzodemone, che non aveva distolto lo sguardo nemmeno per un attimo.
-Va un po’ meglio?-
-Sì… grazie.- rispose in un sussurro lei.
L’altro annuì. -Vuoi restare qui ancora un po’ o preferisci tornare?-
-È meglio se torniamo indietro…- disse la castana, appoggiandosi al ragazzo per potersi alzare, ma fallendo nel tentativo di muovere anche un misero passo, fu così che si sentì sollevare e prendere in braccio. -Grazie anche per questo…-
-Se aspettiamo che tu ti riprenda facciamo mattina.- replicò semplicemente Inuyasha, voltandosi e prendendo la via del ritorno con passi morbidi e veloci. -Sono sorpreso che tu sia riuscita ad arrivare tanto lontano al buio e nelle condizioni in cui eri…-
-Vedo bene al buio e mi sarei allontanata anche di più se avessi potuto…- ammise, chiudendo gli occhi e posando la fronte sul petto dell’altro.
-Che succede?- chiese lui preoccupato. -Stai di nuovo male?-
-Mi… gira la testa…- disse a fatica, mentre l’ennesima ondata di nausea le serrava la gola. -Perché sto così male? Che diavolo succede?- pensò, stringendosi alla veste del mezzodemone.
-Andiamo.- concluse Inuyasha, riprendendo a camminare più velocemente che poteva, senza sballottare troppo la ragazza per evitarle un peggioramento del suo malessere.
Al suo ritorno, il monaco, ora davanti al piccolo falò, lo guardò con preoccupazione evidente e fece per andargli incontro, ma il mezzodemone scosse il capo perché fu lui a sedergli immediatamente accanto per spiegargli velocemente cos’era accaduto. Fecero diverse ipotesi, da un avvelenamento allo shock per la morte del compagno di cui aveva ricevuto notizia quella sera stessa, ma lei stessa negò entrambe le cose e li avvisò che cominciava a sentirsi meglio. Tuttavia, rifiutò di tornare a dormire o anche solo a sdraiarsi nel sacco a pelo, anzi, quando fu libera dal sostegno delle braccia di Inuyasha, si sedette vicino a lui per unirsi alla veglia notturna.
-Fa un po’ come ti pare.- sentenziò il mezzodemone, incrociando le gambe e unendo le mani nelle maniche della veste.






Et voilà ù.ù Che dire? Bè, anzitutto, povero Xaldin ç___ç M'è dispiaciuto farlo secco, ma oh! sono esigenze di copione e poi sono soddisfatissima della scena iniziale del capitolo col suo cadavere ù.ù Poi, credo che la scena di flashback di Naraku e la scena con la ragazza dalla chioma blu abbiano sollevato tanti dubbi e tante domande a cui sarà data risposta a tempo debito. Infine, cosa starà succedendo a Jessie? Vi lascio con la domanda, ma sicuramente ne troverete la risposta ù.ù
Ma ora la smetto di rompere e fuggisco! Alla prossima!
See ya!


L'angolino dedicato a voi ù.ù

lettore 01: Eh sì, la situazione si complica sempre di più! Per Sophia mi sono ispirata alle succubi, demoni femminili che si cibavano degli uomini dopo averli sedotti, invece l'Albero della Vita me l'hanno suggerito :3 Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e spero di non impiegarci troppo a scrivere il prossimo x3 Bye!!!

Firely: Cara :3 *abbraccia* Purtroppo Xaldin ha fatto caput, ma come ho detto è stata un'esigenza di copione ù.ù Ti è venuta voglia di disegnare Sophia? *.* Se lo facessi ne sarei estremamente onorata u.u Quando ho scritto il pezzo del giornale ho pensato la stessa cosa che hai detto tu xD "Ma non li beccano mai?" xD Quindi sgamata ù.ù Sono contenta che i miei combattimenti ti piacciano :3 però ti confido un segreto, ormai sono a corto di idee per quelli, quindi dovrò inventarmi cose nuove per non ripetermi xD Spero che anche questo capitolo ti soddisfi e ti colpisca ^^ Ciauuuu <3

Lizzie Sora: Gemellina mia bella <3 Sophia verrà ridotta a bonsai, sta tranquilla, quando e come lo vedrai ù.ù e per il povero Xaldin ci hai visto giusto... spero che la sua scena all'inizio non ti abbia sconvolto troppo <.< Marluxia diventa sempre più odioso e potente sì... Axel, eh? *si gira dall'altra parte per un momento e nasconde il copione* Axel, sarebbe una bella idea, ma in questo mondo il tuo rosso non si vedrà ù.ù Jessie adora i pargoli e poi... *si autocensura lo spoiler* e Riku non le stacca gli occhi di dosso, come giusto che sia ù.ù Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto :3 Chuuuu <3



Come sempre ringrazio anche chi legge soltanto, chi ha messo la fic tra le preferite, chi tra le seguite e chi tra quelle da ricordare, e anche chi l'ha messa in un più di una di queste tre cose ù.ù io vi adoVo tutti quanti e vi voglio tanto tanto tanto tanto tano bene x3 Ci vediamo al prossimo capitolo!!!! See ya!
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: Liberty89