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Autore: Kiarachu    13/04/2012    1 recensioni
Questa fiction parte da quando Megamind sconfigge Titan e dovrebbe finire all'apertura del suo Museo.
Roxanne è felice di aver trovato finalmente l'uomo della sua vita, però succederà qualcosa di molto preoccupante per Megamind, ma insieme al fidato Minion, lei risolverà la situazione, e scoprirà qualcosa che le farà credere ancora di più che l'eroe blu era veramente destinato a lei.
Questo nei primi tre capitoli, poi continuerà come una normale fiction, con varie scene tenere, scene divertenti e qualche colpo di scena
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Raggiunsero la vecchia scuola, ed entrarono.
Minion era un pochino sorpreso, ma non così tanto, e rimembrò tutte i ricordi belli e brutti legate a quel posto.
Bussò alla porta metallica, e quando sentirono “Avanti”, entrarono nella stanza.
 
Wayne era vestito con abiti normali: una polo bianca, ed un paio di jeans bianchi, con stelle dipinte sui fianchi.
Era seduto su una sedia di fronte al divano. “Stavo aspettando la vostra visita. Per favore, sedetevi”, disse loro, indicando il sofà con espressione seria.
Roxanne e Megamind si sedettero, mentre Minion stette in piedi alla loro destra.
 
Wayne prese un bel respiro, chiuse gli occhi, e si pizzicò la pelle in mezzo ad essi, per poi espirare rumorosamente ed aprire gli occhi.
 
“So perché siete qui, ed ho già pensato a che fare per aiutarvi. Vi chiedo di non interrompermi, grazie.”
 
“Ho visto il servizio, e devo dire che son rimasto davvero impressionato dal tuo coraggio, piccoletto, hai davvero fegato…voglio dire…quel Titan poteva uccidervi tutti e tre. E son rimasto pure colpito dalla tua sincerità, quando hai detto che era colpa tua. Con quell’azione, mi hai fatto comprendere che tu sei un vero eroe.” 
 
“Io…beh…è difficile per me dirlo, ma ho realizzato che non ero un vero eroe…ok…ho fatto parecchie gesta eroiche, ma sono invulnerabile, così non m’importava se una situazione era davvero pericolosa. M’importava solo di salvare la gente, ma solo perché sapevo che mi avrebbero acclamato, dopo i miei atti di eroismo.”
 
“Era parecchio patetico…e poi incolpo me stesso anche per essere stato un bulletto con te a scuola. Pensavo che, come eroe, dovevo avere un cattivo, e tu eri la vittima perfetta per me. Son stato davvero un cretino all’epoca…magari se non fossi stato così duro di testa e cieco, avrei potuto diventare tuo amico, e le cose sarebbero andate DAVVERO in maniera differente.”
 
“Tu sei un vero eroe, perché hai avuto il coraggio e lo spirito di affrontare quel tizio, anche se sapevi di non essere invulnerabile o avere i poteri come me. In questi giorni ho pensato TANTISSIMO a questo, e ho deciso di venire allo scoperto…beh…senza rovinare la mia nuova vita, ovviamente.”
 
“Penso che tu possa capire il mio punto di vista. Così…ho pensato che posso fare un discorso formale uno di questi giorni, di fronte a Metro City Hall. E questa è la mia idea: usando troppo i miei poteri, ho cominciato a notare che non funzionavano più così bene, così ho finto la mia morte per proteggere i cittadini di Metro City da me stesso. Che ne pensi?” lui finì sorridendo.
 
Megamind inalò profondamente, e si abbandonò sul divano, sospirando.
“Prima di tutto, per favore, PER FAVORE, NON CHIAMARMI “PICCOLETTO”! Non siamo amici, e non mi piace che qualcuno delle dimensioni di un armadio mi ricordi la mia altezza ridotta!”
 
“In ogni caso, ti ringrazio per la tua onestà riguardo a tutti questi anni. E sì, son sicuro che, se non mi avessi trattato in quella maniera nei giorni di sciuola, sarei diventato una persona differente. Non ho mai pensato alla possibilità di diventare tuo amico…dalla mia parte non ho MAI provato ad avvicinarmi a te, perché, come hai detto, mi hai trattato…beh…diciamo: non così piacevolmente.”
 
“In ogni modo, finalmente ho compreso che il destino è qualcosa che costruisci da te, e non qualcosa di già costruito e che non puoi cambiare. E mi piace essere buono, un eroe. Mi sento MOLTO soddisfatto quando faccio qualcosa che porta felicità ai cittadini di Metrocity, e mi piace vincere, invece che perdere. Chiedi che penso del tuo piano?”
 
“Beh…penso che sia una buon’idea. In quella maniera le persone non saranno contente, quello di sicuro, ma accetteranno la tua decisione di ritirarti, perché, in quello stato, potresti essere più un fardello che un aiuto. Sono parecchio impressionato che tu abbia tirato fuori una così buon’idea. Senza offesa…ma tu sei più il tipo muscolare che il pensatore”, lui finì con un mezzo sorriso. 
 
Wayne si mosse nervosamente sulla sedia. “Beh…a dirti la verità, ho chiamato mia madre, e dopo avermi sgridato, ha tirato fuori quella scusa…”, disse loro, con un’espressione ironica.
 
“…devo ammettere che ero – e sono – troppo legato a lei.Mi ha viziato troppo, e adesso non son capace di pensare una cosa del genere da solo. Veramente patetico, eh? Era veramente ARRABBIATA con me all’inizio, ma era per lo più preoccupata. E per quello ho deciso di diventare più indipendente. Spero che sia facile. In ogni caso, grazie, picc…oops…voglio dire Megamind!” finì, facendo uno dei suoi sorrisi da eroe, e portando avanti il braccio per una stretta di mano. 
 
Per un momento, sembrava che Megamind non volesse stringergli la mano, ma quando Wayne fece un’espressione triste, Megamind ghignò e gli strinse la mano.
 
“Ricordati solo che le autorità locali si riuniranno per discutere il mio indulto tra cinque giorni. Così, se vuoi tenere veramente quel discorso, è meglio se lo fai uno di questi giorni. Ci conto”, gli disse seriamente.
 
Wayne annuì, alzando il braccio sinistro e facendo la croce sul cuore con la desta, disse, “Promessa da ex eroe! Non ti deluderò.”
 
Quindi guardò Roxanne, che stava stringendo i denti, ed aveva un’espressione molto arrabbiata.
 
“E tu, Roxie? Devo…ammettere che ho reso la tua vita come un’Inferno…e solo per il nostro “gioco”. Son davvero dispiaciuto e devo ammettere che son contento di vedervi assieme…e son anche dispiaciuto che non ho mai detto che noi due non eravamo una coppia. Presumo che tu abbia avuto qualche difficoltà anche per quello. Io…spero che un giorno mi perdonerai anche per quello”, finì facendo un sorriso sbilenco. 
 
Roxanne aveva sempre quell’espressione arrabbiata.
“Beh…è il minimo che puoi fare…voglio dire scusarti! È difficile per me ammetterlo, ma “grazie” a quel “gioco” ho conosciuto Megamind, ed ora son felice con lui. MA sono anche MOLTO arrabbiata con TE! Specialmente per il tuo comportamento verso di lui e me. Sei davvero un CRETINO, non un eroe! E sì…in questo momento vorrei VERAMENTE tirati addosso della roba, anche se so che sei invulnerabile, e sarebbe inutile. Ma mi sentirei di sicuro meglio!” fini, accigliandosi verso di lui, e sembrava quasi che del vapore potesse uscirle dalle orecchie e dal naso.
 
Wayne sospirò ed annuì. “Beh…è capibile. E sentiti libera di venire qua, se veramente vuoi tirarmi addosso della roba. Mi merito la tua rabbia. Perciò chiamami quando vuoi sfogarti”, le disse facendo un sorrisetto compiaciuto e l’occhiolino.
 
Lei tirò su col naso in una maniera arrabbiata, roteò gli occhi e fece un sorriso storto.
“Ok…ci conto!” E si strinsero le mani.
 
Poi Wayne guardò Minion. “E tu, Minion? Che ne pensi? Voglio la tua onesta opinione su questo.”
 
Minion lo guardò con espressione onesta. “Beh…la mia opinione è la stessa del Signore. Se lui la perdona, lo farò anch’io. Beh…eccetto quando la mia opinione è diversa dalla sua, ovviamente”, disse ghignando.
Si strinsero di nuovo le mani, ed il trio lasciò il posto.
 
Quando furono fuori, Megamind chiese al suo amico pesce se veramente pensava quelle cose, e Minion annuì.
 
“Si, Signore. E non perché non ho un’opinione mia, ma perché ho veramente pensato le sue stesse cose. In ogni caso, come gli ho detto, se la mia opinione è differente dalla sua, gli dirò il mio consiglio onesto”, il pescioide disse, sorridendo.
 
Megamind annuì, e circondò le spalle di Roxanne con il suo braccio, vedendo che era ancora scossa.
 
“Roxanne, tesoro…so che sei ancora furibonda con lui…ma penso che sia sinceramente dispiaciuto per quello che ha fatto. Non voglio certo influenzare la tua opinione con la mia, e sei libera di pensare quello che vuoi. Voglio anche dirti che sarò sempre qui per supportarti e darti la mia onesta opinione, quando me la chiederai”, le disse, abbracciandola dolcemente, ed andando sul sedile posteriore dell’auto con lei.
 
Si coccolarono per un po’, e poi lei disse, “Grazie, dolcezza, lo apprezzo molto. Penso che passerà un lungo periodo, prima che lo perdoni. Ma, come ho detto, se non fosse stato un bastardo con te, io non ti avrei conosciuto, e son sicura che la mia vita sarebbe stata veramente miserabile, e mi sarei sentita vuota, e la mia anima si sarebbe sentita incompleta”, gli disse, sorridendo gentilmente, accarezzandogli la guancia.
 
Lui fece un sorriso sognante, arrossì, e sospirò. “Hai ragione…ed io mi sentirei alla stessa maniera. Quindi penso che sia una di quelle volte che una situazione brutta sia una buona cosa”, finì con un sorriso ampio.
 
Lei sorrise a sua volta. “Sei davvero una di quelle persone che vede sempre il bicchiere mezzo pieno…ho ragione?” lei finì ghignando.
 
L’alieno fece un sorriso deliziato. “Oh sì, mia cara! SEMPRE!”
 
La reporter rise di tutto cuore. “Penso che la mia vita sarà MOLTO interessante stando insieme a te”, finì di dire, e poi si baciarono, un dolce, prolungato bacio, che portò Megamind in un perfetto stato di beatitudine.
 
Minion si schiarì la gola. “Ehm…scusate il disturbo, ma volevo sapere dove volevate andare.”
 
Megamind s’imbronciò, e Roxanne ridacchiò, sussurrandogli all’orecchio, “Continuiamo dopo, ok, dolcezza?” facendogli fare un sorriso deliziato.
 
“Ok…quindi è un accordo?” e lei sogghignò e si strinsero la mani, e dissero “patto!”, in maniera cospirativa, e lei rise.
 
Megaminds’ impettì. “Al lavoro, allora! E prima le signore”, disse con un basso e sensuale tono di voce.
 
“Dove vuole andare, Miss Ritchi?” le disse galantemente, facendole fare un sorriso volpino.
 
“Oh perbacco…che gentiluomo abbiamo qui! Sono lusingata!” lei disse in maniera civettuola.
 
“Ad ogni modo, devo andare alla stazione di polizia, prima, e poi il mio ufficio assicurativo, grazie”, finì sorridendo.
 
Megamind inarcò le sopracciglia. “Non pensavo che un giorno avrei detto questo. Minion, codice: alla stazione di polizia! E fai in fretta! Ah…ma non troppo…non voglio fare incidenti”, lui disse, prima maestosamente, poi con un sorrisetto, e facendo la linguaccia. 
 
Minion rise. “Ok, Capo, codice: alla polizia!” Roxanne annuì, e andarono verso la stazione.
 
 
  
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