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Autore: MireaAzul    13/04/2012    4 recensioni
Il piccolo Gohan, stanco di vedere sua madre soffrire per la mancanza del padre, esprime il desiderio di farlo tornare sulla terra per un giorno, chiedendogli di risollevarla da tutta quella infelicità. Così Goku non perde un attimo, e corre da lei, deciso a spendere in meglio questo unico giorno che gli è stato concesso.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chichi, Goku | Coppie: Chichi/Goku
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Guardandola ancora per una volta dritta negli occhi, le feci la domanda più stupida di questo universo. – Posso?... –
Lei sorrise dolcemente e quasi divertita; probabilmente avrà pensato qualcosa come un “Non cambierà mai!” Silenziosamente, ma col respiro già affannoso, annuii alla mia domanda.
Era giunto il mio momento, non volevo farmi cogliere impreparato alla mia più grande e importante battaglia.
Cercai di mantenere la calma con tutte le energie che avevo in corpo, e col cuore che mi andava a mille (e mille è dire poco) allungai una mano verso il suo seno, sempre guardandola dritta negli occhi. Glie lo accarezzai dolcemente, affascinato da esso: era così morbido, di una pelle candida e liscia come una pesca, ma allo stesso tempo era sodo nonostante la sua prima gravidanza; era il seno perfetto!
Scostai il reggiseno con l’indice, e con il pollice iniziai a sfiorarle il capezzolo, che poco a poco si faceva sempre più duro, turgido, sensibile al tocco delle mie dita ruvidissime. Intanto la vedevo arrossire, con la mano sul suo petto le sentivo il cuore che andava veloce quasi quanto il mio, e le sue pupille si facevano sempre più dilatate. Che significava? Si stava sentendo male? Mmh.. In compenso, però, sentivo le mie guance farsi sempre più ardenti, il mio imbarazzo farsi sempre più grande, quel senso di disagio continuava a starmi addosso e io sapevo che non era una cosa buona..
Dovevo abbandonare i miei timori, dovevo essere sicuro di me per riuscire in quell’impresa (…) ed ero sicuro che ce l’avrei fatta!
Ormai la mia mano prendeva tutto il seno sinistro, massaggiandolo e schiacciandolo leggermente, mentre con due dita le strizzavo leggermente la punta del capezzolo, e vedendola arrossire ancor di più, la baciai. Ma era un bacio diverso da tutti gli altri, era un bacio profondo, molto profondo, le nostre lingue giocavano tra di loro mentre lei sentiva ancora il peso della mia mano sul seno, facendosi sfuggire un’ansimata ogni tanto.
Non so che le prese in quel momento, ma si tolse del tutto pure il reggiseno, e rimase senza nulla addosso, tranne che per le mutandine di pizzo. Oddio.. in quel momento la visione del suo corpo ancor più nudo mi fece venire un po’ di coraggio e ancora il battito veloce; il mio respiro iniziò a farsi pesante, schiacciato da quella “tensione” che si era creata, e per il fatto che mi accorsi di una cosa.. Il mio.. “aggeggio”, quello con cui gli uomini fanno pipì, ecco.. Iniziò a indurirsi, come quando mi sveglio alla mattina!
Sperai con tutto il cuore che Chichi non se ne accorgesse, ma invano. Il suo sguardo cadde proprio su di lui, che si faceva notare anche da sotto le mutande. Lei non disse nulla, si limitò ad aprire leggermente le gambe (forse per istinto..) e a ritornare a guardarmi dritta negli occhi. La mia mano non aveva smesso un attimo di tastarle il seno, ma ero convinto che avrei dovuto fare di più..
“Improvvisa, Goku! Vedi cosa riesci a fare improvvisando!” cercai di convincermi, e così feci; improvvisai.
Invece che baciarla di nuovo sulle labbra, la mia bocca si posò di nuovo sul suo collo, baciandolo, mordendolo, leccandolo, e la sentivo gemere, sentivo che si agitava piano e che la pelle d’oca le stava invadendo tutti i tessuti del corpo, facendole rizzare anche i capezzoli, e ancora sentii la sensazione di sentirmi duro..
Facendo passare la lingua sulla sua pelle, scesi dal collo fino al petto, toccando il seno anche con la lingua. Mi sentivo come un bambino che viene allattato dalla propria mamma, perché inizia a succhiarle la mammella proprio come fa un bambino.
Da dove stavo tirando fuori tutta sta spavalderia? Che finalmente ebbi trovato il coraggio e la grande volontà? Non so perché, ma qualcosa mi disse che in parte era anche grazie al mio “aggeggio”.. che poi, perché si faceva sempre più duro?
– G-Goku.. – con voce soffocata e affannosa mi chiamò, e i brividi invasero il mio corpo. – Io.. s-sono pronta, se vuoi... –
“Se voglio.. cosa?”
Ma non era momento di porle domande, sapevo come avrebbe reagito Chichi col bel caratterino tutto pepe che si ritrova, e mi limitai a guardarla intensamente negli occhi, come se volessi leggerle le vere intenzioni attraverso di quelli, come se oltre quelle sue iridi neri ci fossero nascosti i suoi desideri e i suoi sogni, e io volevo trovarli per poi realizzarli. Volevo solo renderla felice. Se lei è felice, lo sono anch’io.
Cercai ancora di seguire il mio “istinto”, e tolsi le mutande ad entrambi. Eccoci lì, sulla riva di un lago limpido, entrambi nudi e imbarazzati come se fosse la nostra prima volta. Beh, tanto diversa non era, visto che era semplicemente la nostra SECONDA volta.
Abbassai leggermente il bacino verso il suo, avvicinando le nostre intimità sempre di più.
Adesso non avevo più il coraggio di guardarla negli occhi, sapevo di essere rosso come un pomodoro e avevo paura che il mio cuore mi uscisse dal petto da quanto andava forte e veloce. Sentivo il sangue nel mio corpo andare veloce e spingere contro le pareti delle vene, farsi sempre più caldo, più rovente, sentivo di stare sudando tanto e mi maledii, visto che manco avevamo iniziato. Il mio sguardo stava basso, fissando l’intimità di mia moglie. Che stupido, né? Cercavo qualcosa per tranquillizzarmi, ma stare lì a fissare proprio QUELLA cosa non aiutava di certo!
Ero in palla, nel panico più completo, respiravo a fatica da quanto avevo caldo e mi sentivo il cuore battere persino sulle vene del collo.
– Goku. – mi chiamò ancora, quella volta con tono rassicurante e tranquillo, e mi poggiò una mano sulla spalla. Alzai di scatto lo sguardo verso il suo, nervoso.
– Ti prego, se ti mette così a disagio questa cosa, smettila. Non voglio costringerti a fare una cosa che non ti viene naturale, ok? Tranquillo amore mio.. – mi sorrise serena e mi accarezzò una guancia ardente e sudata, non facendoci nemmeno caso.
“No Chichi.. Sono qui apposta per rimediare ai miei errori.. Sono qui per renderti la donna più felice di questo mondo, la donna felice che avrei voluto renderti anni fa, ma che non ho mai reso. Stupidi allenamenti, stupida mia voglia di combattere, stupidi malvagi sempre pronti a far esplodere qualche stupido pianeta, stupido io che non ti ho mai degnato dell’amore di cui hai sempre necessitato! No, non puoi chiedermi di fermarmi adesso! Anche se dici che non fa niente, so benissimo che dentro di te non è così, so benissimo che se mi fermassi ci piangeresti la notte, quando tornerò nell’aldilà! Chichi.. ti farò mia, costi tutto l’imbarazzo del mondo, è proprio ciò che voglio da te, voglio farti mia e sentire che pure tu vuoi esserlo!”
Pensai a tutto questo nel giro di 3 secondi. Come può andare veloce la mente di un sayan, eh? A volte ne vado proprio fiero, eheh. Forse furono propri tutti quei pensieri a darmi la grinta per andare avanti, per togliere un po’ di mezzo quel disagio e di trasformarlo in qualcosa di unico.. unico, come cosa?
Ebbi un lampo di genio, una specie di illuminazione: finalmente trovai il nome di quell’emozione, quel nome che da tutto il giorno non mi veniva in mente, quell’emozione a cui non riuscivo a dare un nome.
– Chichi, non te l’ho mai detto, in verità in questi anni non ti ho mai detto tante cose, ma ora mi sembra il momento adatto per dirti questa.. – Mi chinai sul suo orecchio, le mie labbra a pochi millimetri di distanza da esso.
– Amore mio, non sai quanto ecciti il mio corpo.. – le sussurrai tutto d’un fiato, col tono più dolce ed erotico che riuscivo a tirar fuori.
No, al contrario di quello che darei a pensare, quando dissi quella frase non ero per niente imbarazzato o a disagio. Certo, il batticuore spacca petto c’era ancora, ma era confortato da una stupenda sensazione di sicurezza, felicità e.. ECCITAZIONE.
A quella mia affermazione, Chichi spalancò gli occhi e mi guardò con la coda dell’occhio, emozionata come non mai e lusingata per il “complimento” che le avevo appena fatto. Sentii il suo cuore accelerare ancor di più e le sue guance farsi ardenti quanto le mie.
Restai in quella posizione, strusciando la mia intimità sulla sua, sentendola stranamente umida. Il corpo femminile resterà sempre un mistero per me, per quanto io possa conoscere il corpo di mia moglie..
– Ricordati.. che me l’hai detto tu prima che posso.. – deglutii. Con quella frase espulsi definitivamente la mia ultima briciola di imbarazzo che mi era rimasta in corpo. (o almeno, così credevo..) Lei ridacchiò divertita ed intenerita, amando questo mio lato impacciato. Eheh!
Non aspettai oltre, nessuno dei due POTEVA aspettare oltre! Con la massimo gentilezza possibile, iniziai ad inserire lentamente il mio.. COSO (non riesco a chiamarlo in nessun modo, ne in quello volgare ne in quello “scientifico”, sigh.) dentro di lei: sentivo umidità attorno a lui, calore, strettezza, ma stranamente la cosa mi piaceva da impazzire.
Guardai Chichi con la coda dell’occhio, volevo vedere la sua reazione a ciò che le stavo facendo mentre, piano piano, appoggiai il mio petto nudo al suo seno scoperto: le sue gote si arrossarono violentemente, socchiuse gli occhi e si fecero brillanti come diamanti. Iniziò a respirare piano e ad alta voce, come se volesse farmi sentire quanto le stava piacendo tutto questo.
Era inutile, era più forte di me, anche controvoglia mi tornò quell’imbarazzo di prima! Forse era naturale, mi dissi, dopotutto in vita mia ho avuto pochissime volte l'onore di vedere e AVERE il corpo di mia moglie tutto per me, e ogni volta la trovavo bellissima.
Piccola mia, mi stavi per regalare l’esperienza più bella di tutta la mia vita, e tu manco te ne stavi accorgendo..
  
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