Capi 15: Ritrovamento
Pov Sasuke
Guardai quella
bambina per diversi secondi, incapace di decidere cosa fare. Avrei potuto
seguirla di nascosto e intervenire in caso di bisogno. Potevo cercare di
scoprire le sue intenzioni e dove cercasse di andare. Oppure come ultima
opzione, potevo mostrarmi a lei, sperando di non essere scambiato per un nemico
e quindi di non spaventarla.
Ci provai comunque,
anche nel caso di una sua possibile fuga, quella bambina non sarebbe riuscita a
scapparmi, ma volevo evitare di costringerla con la forza a seguirmi e farmi
subito identificare come il cattivo. Per quanto ne sapevo, poteva benissimo
essere nelle terre del fuoco, non perché in cerca della sua vera famiglia.
Non avevo idea se
sapesse la verità o meno e questo poteva risultare un problema, in quanto una
mia confessione avrebbe potuto traumatizzarla, ma se non era a conoscenza delle
sue origini, significava che scappava da qualcosa che le faceva paura e questa
ipotesi poteva essere ben più plausibile della prima.
Saltai dall’albero
cogliendo di sorpresa la bambina, la quale alzando di scatto la testa sgranò
gli occhi. La vidi fare un passo indietro e portandosi le mani al petto, mi
guardò con aria spaventata.
Rimasi fermo senza
fare passi falsi e nel mentre cercavo di pensare come iniziare una possibile
conversazione, ma la bambina mi precedette.
“Chi sei tu?”
“Tranquilla, non
devi avere paura di me. Voglio solo aiutarti” le dissi nel modo più dolce che
poteva uscirmi.
“Perché vorresti
aiutarmi. Non sai nemmeno chi sono!”
“è vero, non lo so,
quindi che ne diresti di dirmi il tuo nome?” le chiesi abbassandomi alla sua
altezza.
“è buona educazione
presentarsi per primi!” disse la bimba incrociando le braccia.
Accennai un
sorriso, riconoscendo la determinazione di Naruto in
lei “Mi chiamo Sasuke!”
“Naho!” disse riluttante.
“è un bel nome. E
posso sapere cosa ci fa una bimba della tua età in questo posto tutta da sola?”
“Non sono affari
che ti riguardano! Io non ti conosco e non voglio avere niente a che fare con
te. Potresti essere benissimo uno di quelli là che mi da la caccia, travestito
da non so cosa, che cerca con qualche stratagemma di riportarmi indietro. Ma lo
già detto e lo ripeto, non tornerò più a casa!” disse questa volta girandosi
per andarsene, ma la trattenni per un braccio.
Il mio più che un
tentativo di fermarla, era stata una reazione istintiva dovuto a un rumore che
mi aveva messo in allerta. Attivai lo sharingan e mi
accorsi che i samurai erano in procinto di raggiungerci.
Afferrai la piccola
tappandole la bocca e risalii su di un albero nascondendomi ben bene fra le
foglie dell’arbusto, in attesa che quegli energumeni se ne andassero e
procedessero oltre per le loro ricerche.
Per fortuna non si
accorsero di noi e una volta che la via fu libera, ponendo nuovamente i piedi a
terra, lasciai la bambina, la quale confusa mi fissò.
“Come mai quei tipi
ti stanno inseguendo?” le chiesi, ma essa continuando a guardarmi stranita, mi
domandò “Se non sei uno di loro, perché provi tanto interesse per me?”
Sospirai.
“Te lo dirò se
prima rispondi alla mia domanda di prima. Cosa ci fai qui?”
Vidi la bambina
rattristarsi e abbassando il capo disse “Sto cercando qualcuno, ma non so chi
sia. Può sembrare stupido cercare qualcuno che non ha un volto o un nome o non
si ha la minima idea di come è fatto. Cercare un ago in un pagliaio sarebbe più
facile, ma ho un modo mio per trovarlo e ci sono andata anche vicina una volta.
Se quei tipacci lì non si fossero messi in mezzo, probabilmente l’avrei già conosciuto!”
mi disse mettendo poi il broncio.
“Lo puoi
rintracciare attraverso il chakra, vero?”
La bimba annuì
“Solo che…è strano, ma a volte mi sembra di avvertire questa persona in due
posti diversi. Non so, forse mi sto solo illudendo!” disse la bambina sedendosi
a terra e abbracciandosi le ginocchia rattristata.
“Hai detto che
volevi aiutarmi. In che modo?” mi chiese Naho
guardandomi negli occhi.
“So chi stai
cercando!”dissi semplicemente e questo bastò per farle illuminare gli occhi, ma
quella momentanea gioia, si trasformò in terrore quando vide qualcosa alle mie
spalle muoversi.
Infatti giù da un
albero si era calato un serpente bianco, pronto ad attaccarmi, ma questo non
riuscì a cogliermi impreparato e lo eliminai senza problemi.
Vidi la ragazzina
indietreggiare. Cercai di fermarla, ma essa mi disse spaventata “N-non posso. Devo scappare. L-lui
sa che sono qui. Mi troverà!”
“Kabuto non ti farà del male. Te lo prometto!”
La bambina sgranò
gli occhi “Tu come fai a conoscere Kabuto?”
“è una lunga
storia, ma ora ci conviene allontanarci da qui!”
Detestavo fuggire,
ma se il destino avesse messo sulla mia strada Kabuto,
dubito fortemente che sarei riuscito a proteggere la bambina e avrei preferito
morire, piuttosto che dire a Naruto che sua figlia
era stata nuovamente portata via.
Il destino non mi
giocò quel brutto scherzo, ma molti serpenti ci circondarono. Naho si era aggrappata alla mia gamba in cerca di
protezione da quegli animali che, aumentando sempre più e ammucchiandosi,
presero fattezze umane e tutto ad un tratto, mi ritrovai circondato da una
ventina di samurai, gli stessi che prima avevo incontrato.
“Ti abbiamo trovato
mocciosa!” disse il più grosso di loro.
Era più alto di me
e almeno il doppio di stazza. Probabilmente avrebbe fatto addirittura
concorrenza a Chouji, ma a differenza del mio
compagno, quell’energumeno non sembrava tanto gentile e amichevole.
“Non voglio venire
con voi!” urlò la bambina.
Allungai un braccio
davanti a lei, come a volerle dire che ci avrei pensato io a loro.
“Ehi tu, non ti
intromettere, quella ragazzina ci appartiene!”
Quella frase mi
diede al quanto fastidio e attivando il mio sharingan,
lo guardai come se fosse il mio peggior nemico. Quel “ci appartiene” mi aveva
fatto saltare i nervi e se non avessi temuto che attaccando alcuni dei samurai,
gli altri avrebbero pensato a portarla via, li avrei conciati per le feste.
I samurai era li, tutti
pronti a darmi battaglia. Ero già pronto per combatterli, ma rimasi sorpreso
quando, attivando nuovamente lo sharingan, non
riuscii a intrappolare nessuno di loro all’interno dei miei genjutsu.
Non mi demorsi, era
da tempo ormai che avevo imparato a non contare più solamente su quel potere.
Pov Naho.
I samurai mi
avevano trovato. Avrei tanto voluto scappare approfittando della presenza di Sasuke che li distraeva, ma aveva detto che conosceva chi
stavo cercando e non potevo andarmene.
Non sapevo se era
vero o solo una bugia, ma decisi di tentare. Nella mia vita avevo solo sentito
menzogne e una in più non mi avrebbe fatto male.
Mi riparai dietro
le sue gambe e non capii quali erano le sue intenzioni. Era lì, immobile,
sembrava quasi non respirare e fissava costantemente quei tipacci. Notai anche
che i suoi occhi erano cambiati, ma non sembrava che servissero a qualcosa,
dato che le cose non sembravano smuoversi. Cominciai a temere di aver trovato
uno bravo a parole, ma che a usare le mani era un imbranato, però dovetti
ricredermi quasi subito.
Sentii alcuni
samurai dietro le mie spalle cominciare ad urlare e a combattere e solo quando
un paio di loro finirono a terra mi accorsi di un secondo Sasuke.
Non conoscevo le
capacità dei ninja e quindi vedermi un’atra persona identica a lui, mi fece
subito pensare a un gemello, ma da quanto ne so, i gemelli non evaporano e
soprattutto non ne compaiono altri in un batter d’occhio. C’era di sicuro un
trucco magico o per meglio dire qualcosa legato al chakra.
Sapevo cosa era il chakra, ne avevo sentito parlare spesso e sapevo che era un’abilità
tipica dei ninja, ma non sapevo come esso venisse utilizzato. Io lo usavo
sempre e solo come metodo per rintracciare qualcuno.
“Puoi creare tutte
le copie che vuoi, non riuscirai a metterci ko!” cominciò un samurai brutto e
cattivo “Puoi usare tutte le tecniche che vuoi, la nostra armatura assorbe il chakra e ci rafforza!” disse per poi scoppiare a ridere.
“Interessante!”
disse Sasuke con un ghigno.
Lo guardai
perplessa. Gli avevano praticamente detto di essere invincibili e quello mi
sparava un interessante come reazione?
“Non vi conviene
sottovalutare un ninja, nemmeno se questo è messo alle strette” lo sentii dire,
sempre con un ghigno.
“Non ci fanno paura
nemmeno le arti marziali e le armi. Noi siamo abituati a combattere corpo a
corpo!” disse il samurai divertito.
Sasuke sogghignò di nuovo
“C’è qualcosa di ben più pericoloso dei taijutsu, genjutsu e dei ninjutsu di un solo
ninja!”
Il samurai
perplesso chiese “e che cosa?”
“I suoi compagni!”
disse prima che un vortice azzurrognolo scaraventasse buona parte dei samurai a
terra, che varie armi cadendo dal cielo colpissero di sorpresa altri di loro,
che uno scoppiettio si avventasse su di un paio di samurai che si erano
scagliati all’attacco e che una strana trottola colpisse gli ultimi rimasti,
tra cui il più forte di loro.
Non ci capii
niente, sentii solo Sasuke dire “Era da un po’ che
non vedevo il vecchio team Naruto riunito! Certo però
che potevate lasciarmene qualcuno!” disse incrociando le braccia.
“Mi perdoni Sasuke-san, mi sono
lasciato prendere la mano!” disse un ragazzo dagli occhi pallidissimi con i
capelli castani tagliati a caschetto.
Osservai anche gli
altri. Vi era una ragazza molto bella, dai capelli castani molto lunghi tenuti
indietro da un copri fronte fucsia, che vedendo un samurai tirarsi lentamente
su, lo aveva steso nuovamente tirandogli un calcio in faccia. Accanto a lei, un ragazzo, che vedendo la violenza
della compagna, aveva fatto qualche passo indietro. Esso aveva i capelli
argentati alla rinfusa, alcuni dei quali cercava di tenerli in ordine legandoli
in un codino.
Infine vi era un
uomo, bello, alto e biondo. Esso aveva attirato subito la mia attenzione da
quando era arrivato. Ero rimasta aggrappata ai pantaloni di Sasuke
a osservarlo. Percepivo in lui quel chakra che più
volte avevo sentitp, ma avevo paura che non fosse
veramente lui quello che cercavo e se fosse stato lui, c’era un’altra cosa che
davvero temetti, anche se ero sicura che quanto sentito nel paese del ferro
corrispondesse a verità.
Inizialmente sembrò
non notarmi, forse anche per il mio continuo nascondermi, ma quando decisi di
farmi vedere, lo vidi sgranare gli occhi e fissarmi incredulo.
Non sapevo a cosa
fosse dovuto quello sguardo, ma lentamente lo vidi avvicinarsi a me.
Feci qualche passo
avanti anche io. Sembrava che il mondo intorno a noi non esistesse più. C’eravamo
solo più io e lui. Sentivo il mio cuore battere forte per accelerare tutto di
un colpo quando improvvisamente mi sentii stringere forte. La mia prima
reazione fu quella di rimanere immobile, ferma senza nemmeno respirare. Dopo
tutto era uno sconosciuto, anche se ormai avevo la certezza.
Era il mio papà.
Sembrò commuoversi
al suono di quella parola e mi strinse ancora più forte. Anch’io provai una
strana sensazione a pronunciare quel termine. Non lo avevo mai fatto, nemmeno
con l’’uomo che mi aveva cresciuto, quando non sapevo la verità.
Ma mi piacque il
suono di quella parola, tanto che la pronunciai altre volte.
L’abbraccio si
sciolse sfortunatamente. Mai mi ero sentita così amata come quella volta, mai
mi ero sentiva veramente a casa e per quella ragione avrei tanto voluto
rimanere appollaiata ancora fra quelle forti braccia, come se avessi paura che
queste potessero lasciarmi…di nuovo.
L’uomo continuò a osservarmi per altri istanti, per
poi rivolgere la parola a Sasuke.
“Grazie Sasuke, per averla trovata!” disse sorridendo e in quel
momento mi accorsi del suo splendido sorriso. Era raggiante, luminoso e
rassicurante. Mi sentii scaldare il cuore.
“Non ringraziarmi. Tu
al mio posto avresti fatto lo stesso!” disse con un sorriso appena accennato “E
poi anche io sono contento di riavere Kumiko tra noi!”
Alzai lo sguardo
verso mio padre e lo vi assumere uno sguardo dispiaciuto e poggiandomi una mano
sulla testa disse “Sasuke, lei non è Kumiko!”