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Autore: B Rabbit    14/04/2012    0 recensioni
«Tu sei come la neve, che cade per sciogliersi e diventare primavera. E proprio come essa rinascerai, liberandoti dalle catene che ti lacerano. E sai una cosa? Quel giorno non è lontano. Oggi rinascerai: da ora ti chiamerai…»
Allen.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Rabi/Lavi | Coppie: Rabi/Allen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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¬ Falling Falling Snow ~
†Second Chapter ~




Notte.
Le mie mani tremano.
La mia mente vacilla.
Gocce di sudore imperlano la mia fronte per poi scivolare inesorabilmente, seguendo i lineamenti di quel volto che tanto adoravi…
Ho paura, la stessa di quella notte, e silenziosamente mi dirigo verso la finestra per sedermi lì vicino, appoggiando la testa al vetro bagnato.
Piove, e come quella notte, Morfeo mi ha teso una trappola mascherando un sogno in un terribile incubo.
Porto le ginocchia al petto e le abbraccio con forza.
Ho paura, piango. Perché non sei qui? Perché non mi abbracci?
Dov’è finita la promessa che mi feci in quella dannata notte?
Si è forse infranta come le gocce di questa pioggia contro il vetro trasparente?
E come sulla finestra, nel mio cuore non è rimasto altro che un alone di ricordo.
Mi sono perso, la solitudine ha ripreso a bussare alla porta del mio cuore, ma io non apro, resisto, aspettando solo te.
Lavi…


***


La notte era calata silente sulla città avvolgendo ogni casa, bottega, vicolo con la sua tetra oscurità, regina indiscussa.
Tutte le luci fecero i conti con essa, anche quella più coraggiosa e calda morì per mano sua.
Per volere di Morfeo chiunque dormiva, abbracciato dal calore delle coperte, tranne uno.
Il bambino dai capelli color tramonto morente non riusciva a dormire, guardava un punto infinito inesistente sul soffitto, cullato dai ticchettii della pioggia contro il vetro, la ninna nanna della natura.
Un singhiozzo trattenuto riportò Lavi alla realtà, facendolo sedere sul letto.
Altri singulti seguirono il primo, preoccupando il bimbo; sapeva di chi erano, la sua voce era inconfondibile e, nonostante fosse sotto di lui, i rantoli di Allen sembravano vicini, poteva percepire il suo respiro irregolare.
Lavi si sporse dal letto osservando il bambino dai capelli bianchi come la neve che piangeva nel sonno.
Era già da un paio di notti che succedeva, Allen rivedeva tutti i soprusi ricevuti durante le adozioni nei sogni, le ustioni e i lividi al braccino sinistro, le botte e le percosse, ma soprattutto la cicatrice all’occhio infertigli con una lama solo perché aveva rotto dei piatti.
Lavi strinse tra le mani le lenzuola mordendosi il labbro per non lasciare libera l’ira: come si poteva fare questo? Provavano euforia? Quindi era solo per una immensa felicità malsana? Quale ripugnante colpa aveva commesso Allen per sorbire tutto questo? La sua nascita non era uno sbaglio…
Il bambino scese silenzioso dal letto sedendosi al margine di quello del piccolo, scostandogli una ciocca di capelli dal viso sofferente.
«Allen…»
Delle gocce si formarono dagli occhi del piccolo albino che brillavano nel buio.
Quando le lacrime caddero giù Allen aprì lentamente gli occhi regalando al mondo quelle piccole gemme preziose, come se svegliato dal suono sordo delle gocce di dolore del suo cuore.
«Lavi…»
«Sono qui, Allen»
Un sorriso.
Una carezza.
Un abbraccio.
Lavi strinse dolcemente a sé Allen infondendogli calore tra le membra tremanti.
Il piccolo non riuscì a trattenere le lacrime, e pianse, tanto, nascondendo il viso sulla spalla del rosso, nascondendosi dietro a lui, inspirando il suo rassicurante profumo. Rimasero a lungo in silenzio, stretti l’uno all’altro, nascosti dalle nere ali del buio.
«Ne, Lavi… perché si deve soffrire? Perché si deve far del male? Non voglio più soffrire…»
«Non soffrirai più Allen, ti proteggerò sempre… se ti sentirai ferito curerò le tue ferire, se ti sentirai solo sarò lì con te.»
«E… se io dovessi sparire? Se all’improvviso scomparissi, tu verresti a cercarmi?»
«Certo, ti cercherei ogni giorno, senza mai rinunciare. Per me sei tutto Allen, sei la mia piccola luna che illumina la mia nera vita.»
«Resteremo per sempre insieme?»
«Si. Resteremo insieme tanti giorni quante sono le stelle che ornano il firmamento»
Lavi posò le labbra sulla fronte del piccolo albino sussurrandogli silenziosamente buonanotte in modo che fosse solo lui a sentirlo, era suo e di nessun altro.
Si addormentarono abbracciati, Allen con la testa nascosta nel petto del rosso, ascoltando il suo cuore, lasciandosi cullare dai ticchettii della pioggia e dai battiti di Lavi.


***



Corro per le strade senza mai fermarmi.
Il mio cuore batte forte e veloce, quasi percettibile nell’aria, ma lo ignoro, continuo a correre senza meta.
Le mie gambe tremano ormai vicine al cedere, ma non mi importa, continuo a correre senza stanchezza.
Il mio corpo urla di fermarmi ma non gli do’ ascolto e corro. Ripudio la fatica. Esilio l’affanno.
La mia mente è assalita da un solo grande pensiero, da un solo terribile tormento. Te.
Nonostante il fisico non regga, i miei occhi continuano a cercarti, a scrutare l’orizzonte.
Perché, fato, eri così geloso da spezzare la mia felicità?
Perché, destino, hai tagliato il filo scarlatto che mi legava a lui?
Perché sei così disonesto?
Gli dei non potevano nulla contro di te, ti temevano. Ma io ti ritroverò Allen, frantumando così quest’orribile tabù da troppo tempo padrone dei nostri destini.


***



Era finalmente giunta la primavera e tutte le piante rinascevano forti, alzandosi dalla terra e rivolgendo il loro sguardo al cielo, irraggiungibile compagno: e proprio come le piante, forti per volere di madre natura, era rinato un sorriso, quello del piccolo fiocco di neve caduto prima di Natale per rimanere sempre con il tramonto morente.
I due bambini erano riusciti ad eludere la sorveglianza di quella piccola prigione chiamata orfanotrofio per dirigersi verso il parco, il loro colorato mondo delle fiabe dove essere felici senza sentirsi in colpa.
«L-lavi, rallenta… per favore»
Il guercino teneva saldamente la mano di Allen e insieme correvano per le strade della città; udita la richiesta, Lavi rallentò il passo, voltandosi verso il compagno con un sorriso dipinto sul volto.
«Forza Allen, siamo arrivati ormai»
Dopo alcune svolte verso tutte le direzioni possibili, ecco apparire una piccola radura verdeggiante colorata con maestria da un pittore provetto che le aveva fatto dono di fiori variopinti e dalle specie più svariate. Alberi possenti si levavano al cielo con fronde verde smeraldo che avrebbero protetto i piccoli viaggiatori con le loro ombre.
«E’ bellissimo… non avevo mai visto un posto così bello…»
Un posto così colorato, avrebbe voluto dire. Il piccolo albino era sempre passato da una casa all’altra, senza mai vedere i colori, prigioniero del grigio. Lavi si tolse subito le scarpe e, dopo averle prese, si avventurò per il parco, avvicinandosi ai fiori e osservando gli insetti con occhi fanciulleschi.
Allen rimase a guardarlo sorridendo, ma dopo le varie incitazioni dell’amico, decise di entrare anche lui in quel “Paese delle Meraviglie” privo di pericoli e di inganni.
Si chinò verso le calzature, slacciò i lacci e sfilò le scarpe lentamente. Rimase a fissare il verde tappeto per qualche secondo, saggiandolo con lo sguardo, ma alla fine entrò. Le sensazioni che provò erano uniche per lui, il suo viso si illuminò come le stelle pure nel cielo nero come la pece: la sofficità dell’erba che gli carezzava delicatamente i piedi e la freschezza dell’ultima rugiada mattutina che gli solleticavano la pelle erano sensazioni nuove che divertirono il piccolo. Dopo aver tastato il terreno, quasi incredulo di quelle vere impressioni, raggiunse l’amico stranamente silenzioso.
«Ne, Lavi…»
«Shh»
Lavi indicò una cosmea dalla delicata corolla violetta, cullata dal flebile vento. Su uno dei suoi petali si trovava un sassolino rosso punteggiato di nero.
«E’ una coccinella»
«… Coccinella»
Allen rimase a fissare il piccolo insettino con occhi lucenti, felici di ammirare quella piccola bellezza della natura.
«Ti assomiglia, Lavi»
Il rosso sgranò gli occhi, come poteva somigliarli? Lui era un bambino, mentre quello… era un insetto! Quindi… voleva dire che lui assomigliava ad un insetto?
«Ha il tuo stesso colore di capelli, rosso scarlatto»
Lavi sorrise.
«Ed ha anche i sette puntini neri come la tua benda»
«Eh!?»
A quella reazione, Allen non riuscì a trattenere le risate, divertendosi e sdraiandosi sull’erba soffice. Lavi, sbuffando, tese l’indice verso la piccola coccinella che accolse il suo invito felice e salì sulla sua mano.
Dopo essersi ripreso dall’attacco convulso, l’albino si unì al rosso, guardando il piccolo insetto camminare sulla pelle rosea dell’amico. Si scambiarono la piccola creatura un paio di volte finché, desiderosa dell’ azzurro, si librò nel cielo infinito.
«Ciao Shana»
Allen alzò le mani e incominciò ad agitarle saltellando sul posto, quasi vorrebbe raggiungere la coccinella.
«Shana?»
«Si, non ti piace?»
Lavi fece di no con la testa e, portandosi le braccia dietro la testa, fece un sorriso ad Allen.
«Non è male, però ora andiamo, se no quelli dell’orfanotrofio si accorgono della nostra fuga»
Dopo essersi presi per mano, i due bambini si incamminarono verso l’orfanotrofio, ignari della tristezza che avrebbe contaminato il loro sorriso.










Yeeeeeeeeeeeeeeeeee, secondo capitolo concluso!!! *corre da una parte all'altra*
Ovviamente non avrei postato in ritardo se non fosse stato per la pigrizia di quell'altra
Questo grazie anche all'aiuto della mia piccola e dolce collega ^_____________^
Domani a scuola ti uccido
Ora, cari lettori (ma ne ho qualcuno?) vi chiederete, "Ma che cavolo centra la coccinella con la storia?"
Centra ragazzi, centra U.U
Col cavolo
Ringrazio Michael, il mio servo correttore che funge meglio di quello di word XD Sei peggio di word, non hai notato degli errori, cattivo!
Al prossimo capitolo ^____^ .
..
...
Se ci sarà XD
  
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