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Autore: jas_    16/04/2012    38 recensioni
«Visto che le piace così tanto fare l’insegnante, credo che non le dispiaccia se dovrà dare ripetizioni di matematica a Malik che non ha ancora preso una sufficienza dall’inizio dell’anno» osservò Miss Barely, con uno strano sorriso dipinto sul volto, come se fosse fiera dell'idea che aveva appena avuto.
«Sta scherzando spero!» sbottai alzandomi di scatto dalla sedia.
Avrei dovuto spendere il mio prezioso tempo a spiegare a quello lì, che si atteggiava come se fosse Dio sceso in terra, perchè qualcunque numero moltiplicato per zero facesse, appunto, zero?
Pensai tra me e me indignata.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mi sistemai leggermente la frangia prima di attraversare a grandi passi il parcheggio della scuola, diretta verso l’entrata. 
Il cortile era ancora semivuoto, sapevo di essere in largo anticipo rispetto all'inizio delle lezioni siccome quella mattina avevo deciso di prendere la bicicletta; nonostante ciò, scorsi in lontananza Zayn appoggiato a un albero con Mercy. Mi arrestai di colpo osservando la scena con un misto tra lo schifato e il furioso, incapace di pensare qualunque cosa. Lui le rivolgeva degli ampi sorrisi calorosi, si vedeva lontano un miglio che ci stava provando e lei si comportava da vera e propria gatta morta. Il fato aveva voluto che quel giorno fosse vestita meglio del solito: indossava un vestito a fantasia fioreale e un cardigan color panna abbinato alle ballerine, e i capelli solitamente senza una precisa piega, quella mattina erano lisci. Probabilmente era troppo presa da Zayn per preoccuparsi del fatto che si stesse rovinando l’'acconciatura arricciandosi una ciocca tra le dita affusolate e sorridendo come un'’ebete. Scossi la testa smettendo di guardarli prima di dirigermi verso Liam, che notai starsi dirigendo su per le scale in compagnia degli altri tre. Lo presi per un braccio senza preavviso rischiando quasi di farmelo cadere addosso prima di trascinarlo alcuni metri più in là dagli altri. 
«Che ci fa Zayn con Mercy?» sibilai a denti stretti, indicando senza troppa discrezione quei due. 
Liam mi abbassò di scatto il braccio appoggiandomi le mani sulle spalle e stringendomele con forza.  
«Stai calma. Respira.» 
«Io sono calma» affermai, «e infuriata.» 
Liam alzò gli occhi al cielo prima di tornare a guardarmi, «per che cosa? Sei gelosa di Zayn?» 
«Non sono gelosa!» sbottai, allargando le braccia con veemenza e di conseguenza liberandomi dalla presa di Liam che mi guardava sorpreso.  
«Insomma..» mi schiarii la voce cercando di recuperare a ciò che avevo fatto,  «non voglio che Zayn parli con lei, non con le ragazze in generale» spiegai, mettendomi a braccia conserte. 
«E chi sei tu per decidere con chi Zayn può parlare?» 
Cominciavo seriamente ad odiare Liam, io non ero nessuno, certo, ma lui sapeva molto bene tutte le vicende in corso tra me e Mercy e dopo che Zayn si era messo nettamente dalla mia parte non poteva andare a parlare con il nemico, quello era alto tradimento. 
«Lui sa cosa mi ha fatto, ed è da ipocriti comportarsi così!» esclamai furiosa, battendo un piede per terra. 
Harry, Louis e Niall si voltarono di scatto verso di me, guardandomi preoccupati, alzai le spalle indifferente tornando a volgere lo sguardo verso Liam. 
«Come puoi non capire?» gli chiesi, rassegnata.  
Liam sorrise leggermente accarezzandomi una guancia,  «certo che ti capisco, Amy» il suo tono di voce era dannatamente dolce,  «e hai completamente ragione, ma oltre a questo sei anche gelosa e piuttosto che mentire a te stessa dovresti andare a parlare con Zayn.» 
Sospirai rassegnata rilassando le spalle,  «tu cosa sai, piuttosto?» domandai. 
Andare di mia spontanea volontà a parlare con Zayn era l'ultima delle mie intenzioni in quel momento, uno, perché dopo il suo comportamento del giorno precedente doveva essere lui a venire a scusarsi dalla sottoscritta per avermi prima invitata a guardare la partita per poi abbandonarmi in balia di quei quattro squinternati; e due, dopo averlo visto con Mercy i motivi per cui doveva inginocchiarsi al mio cospetto e implorare il mio perdono erano raddoppiati. Di consegeunza col cavolo che avrei fatto il primo passo, avrei continuato ad indagare a distanza, facendo il terzo grado a Liam e magari anche agli altri, ovviamente con discrezione. 
«Allora?» lo spronai, mettendomi a braccia conserte. 
«Io ne so quanto te Amanda, te lo giuro. Dopo che ieri se n'è andato in malo modo non l'ho più visto né sentito fino a quando non me l'hai indicato tu» spiegò. 
Rimasi ad osservarlo titubante per alcuni secondi, prima di alzare di scatto il viso e volgere il mio sguardo altrove, leggevo la sincerità negli occhi di Liam. 
In quel momento la campanella suonò, e salutando frettolosamente gli altri mi diressi all'interno della scuola. 
 
Buttai con poca grazia i libri di francese nell'armadietto, prendendo invece la borsa e il cellulare che avevo appoggiato momentaneamente prima di dirigermi verso la mensa. Sentivo il mio stomaco brontolare insistentemente e uno strano senso di acidità in bocca, segno che avevo decisamente bisogno di cibo. Presi un vassoio vuoto mettendomi in fila e cominciando a guardarmi in giro annoiata. Elise sembrava essersi ripresa con successo dalla rottura con Zayn dato che si era appena seduta sul tavolo, di fronte a un energumeno con le spalle larghe tre volte lei, accavallando le gambe così da mettere in mostra le sue cosce toniche e, oserei dire, perfette. Feci una smorfia di assenso voltandomi verso Mrs. Black che mi porgeva annoiata una fetta di pizza riscaldata. La presi insieme ad una bottiglietta d'acqua tornando a guardarmi in giro alla disperata ricerca di un posto libero, possibilmente il più lontano da Elise, Zayn e Mercy. 
«Amanda!» sentii qualcuno chiamarmi. 
Mi voltai di scatto nella direzione opposta a quella in cui stavo guardando, vedendo Liam sbracciarsi ad alcuni metri da me e Harry che mi faceva segno di avvicinarmi. Mossi alcuni passi verso di loro ma quando notai che dietro al riccio - messo in ginocchio sulla sedia - c'era Zayn chino sul tavolo intento a mangiare, esitai un attimo. 
«Dai, vieni qua!» mi chiamò Harry. 
Sospirai rassegnata accettando il suo invito, infondo stare al tavolo con Zayn non implicava obbligatoriamente parlargli, e forse avermi vicina gli avrebbe reso meno difficile mettere da parte il suo orgoglio per chiedermi scusa. 
Quando mi sedetti di fronte a lui, il moro alzò per una frazione di secondo gli occhi dal piatto e capendo subito chi fossi tornò nella posizione di prima, senza nemmeno accennare un mezzo saluto.  
«Ciao ragazzi» dissi io, rivolgendomi a tutti fatta eccezione per lui. 
Diedi un morso alla mia pizza molto più simile a un pezzo di plastica prima di appoggiarla schifata dov'era prima e allontanando il piatto da me. La fame che avevo fino ad alcuni secondi prima era magicamente scomparsa dopo aver assaggiato quello schifo. 
«Non mangi più?» mi domandò Niall, alludendo alla pizza che avevo lasciato. 
Scossi la testa bevendo un sorso d'acqua, «non è commestibile» commentai poi, acida. 
Non feci in tempo a finire la frase che il biondino si era già impossessato della pizza mangiandola avidamente come se fosse la cosa più buona del mondo. 
Harry scoppiò a ridere lasciandosi andare contro lo schienale della sedia, «sei un tritarifiuti Horan» lo prese in giro poi. 
Niall alzò le spalle sorridendo nonostante avesse la bocca piena e rendendoci partecipi di un'immagine non proprio tra le più belle. 
Louis gli lanciò un tovagliolo schifato mentre gli altri emettevano un verso inorridito. 
Zayn alzò solo allora gli occhi dal piatto ormai vuoto, guardando con aria interrogativa i suoi amici e cercando di capire cosa stesse succedendo. 
Rimasi ad osservarlo seria, i suoi occhi scuri incontrarono di nuovo i miei, rimanendo inespressivi, prima di abbassarsi di nuovo.
Zayn prese dalla tasca dei jeans il suo iPhone e si mise a giochicchiare con quell'aggeggio, io scossi la testa rassegnata prestando attenzione al battibecco che stavano avendo Louis e Niall sulla cuoca della mensa che si mormorava usasse gli scarti delle macellerie per preparare il ragù. 
«Che c'è?» mi sussurrò Liam, facendomi sobbalzare. 
Feci un lieve cenno con la testa in direzione di Zayn, troppo intento a giocare a Fruit Ninja per accorgersi di ciò che stava accadendo. 
Liam sospirò passandosi una mano tra i capelli, «non ci hai ancora parlato?» mi chiese. 
Scossi la testa, «è lui nel torto, e lui deve fare il primo passo. Che poi io sia disposta a perdonarlo o meno, questo è un altro paio di maniche.» 
«Siete due immaturi, se qualcuno di voi non trova il coraggio e la maturità di mettere da parte le sue fissazioni non si risolverà niente.» 
«Io sono matura!» esclamai indignata, alzando leggermente il tono della voce. 
Tutti i presenti al tavolo si voltarono a guardarmi, persino Zayn lasciò perdere la sua frutta e rimase col dito a mezz'aria ad osservarmi, prima di tornare velocemente al suo gioco per evitare di fare cadere qualche banana o anguria. 
«Scusate» mormorai imbarazzata, tornando a concentrarmi su Liam che invece rideva sommessamente divertito da non so cosa. 
«Non più di lui sicuramente, o se davvero è così dimostramelo» mi sfidò. 
Socchiusi gli occhi inquadrandolo bene prima di alzare leggermente la testa e voltarmi sicura verso il moro. 
«Zayn» lo chiamai sicura. 
Lui alzò gli occhi di scatto, palesemente sorpreso dal fatto che gli stessi rivolgendo la parola. 
«Possiamo parlare?» 
Lo vidi chiudere l'applicazione, «dimmi.» 
«In privato» specificai. 
«Ooooh!» 
Harry si intromise facendo strani versi simili a quelli di una scimmia, «queste proposte piccanti mi lasciano spiazzato!» commentò divertito. 
Sia io che Zayn lo guardammo in cagnesco prima di alzarci dal tavolo e uscire dalla mensa, verso il cortile praticamente vuoto. 
Lui prese dalla tasca un pacchetto di sigarette, accendendosene una e aspirando avidamente il fumo. 
Lo guardai in silenzio, maledicendomi per la mia impulsività, motivo per cui mi trovavo con lui senza avere la minima idea di che cosa dire.
«Che c'è di così urgente?» mi domandò lui, quando espirò. 
Tossii leggermente sventolandomi una mano davanti al viso cercando di allontanare il fumo che mi aveva educatamente sputato in faccia.
«Scusa» mormorò lui mortificato e spostando la sigaretta nell'altra mano. 
«Niente, volevo solo sapere cos'avevi» buttai lì, senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi ma bensì osservando una coppia di piccioncini che tubava senza discrezione sotto un albero pochi metri più in là. 
«A cosa ti riferisci esattamente?» chiese lui, alzando un sopracciglio. 
Mi misi a braccia conserte guardandolo scocciata, «Mercy» affermai poi decisa. 
Zayn sorrise leggermente alzando gli occhi al cielo, «lo sapevo. E comunque non ti riguarda.» 
«Come no?» sbottai incredula allargando le braccia. 
«Non deve interessarti della gente con cui parlo, fino a prova contraria sono libero di fare ciò che voglio. Chi sei tu, mia madre?» 
Lo guardai immobile, incapace di pronunciare sillaba, non riuscivo a credere alle mie orecchie. 
La persona che avevo davanti a me non era Zayn, gli somigliava parecchio ma non poteva essere lui. Per quanto potesse essere arrogante, vanitoso, testardo e orgoglioso non mi avrebbe mai detto una cosa del genere, credo. Oppure Mercy gli aveva fatto il lavaggio del cervello, possibilità non del tutto da escludere. 
«Ma ti senti?» strillai poi, quando ripresi la facoltà di parlare. 
«Senti Amanda, mi dispiace per quello che ti ha fatto e di certo non è una cosa bella ma io personalmente non ho niente contro di lei e se sei gelosa non..» 
«Non sono gelosa!» lo interruppi alzando la voce, così da sovrastare la sua. «Dovete smetterla tutti di dire che sono gelosa di te perché non è vero - pronunciai lentamente le ultime parole cercando di enfatizzare il più possibile il concetto - soltanto che non capisco il tuo comportamento. Con me la critichi, gliene dici dietro di ogni e poi ti comporti in tutt'altra maniera. Prendi una posizione Zayn, e che rimanga quella perché io ne ho abbastanza dei tuoi stupidi giochetti» spiegai poi con più calma. 
«Ma non ti deve interessare!» sbottò lui, «come a me non interessa che tu venga alla mia partita e poi scappi con Liam a te non deve interessare se io parlo con Mercy, okay?» 
Guardai Zayn incredula, mentre quelle parole si ripetevano lentamente nella mia mente. 
Tutto sembrava coincidere alla perfezione, il suo strano comportamento il giorno precedente, e quello di quella mattina fino ad allora, tutto era scaturito da Liam. 
«Ecco allora» affermai, mettendomi a braccia conserte, «è Liam il tuo problema.» 
Zayn diede un ultimo tiro alla sigaretta prima di buttarla per terra e calpestarla con un piede. 
«Non è vero» ribattè poi secco. 
Alzai un sopracciglio scettica, nonostante fossi una frana in tutto ciò che riguardava il sesso opposto ero abbastanza sveglia da capire che Zayn era geloso di me e Liam. 
«E' una questione di principio» spiegò lui con più calma,  «io ti avevo invitata e vederti andare via mentre avevo segnato e mi ero voltato nella tua direzione non è stata la cosa più bella del mondo.» 
Vidi Zayn deglutire, in quel momento ero troppo scombussolata per pensare davvero a quello che stava dicendo, l'unica cosa di cui ero certa era che per lui pronunciare quelle parole doveva essere stato più difficile di quanto potessi pensare. Zayn Malik che ammetteva apertamente certe cose era un evento più unico che raro. 
Sentivo un nodo all'altezza della gola impedirmi di parlare e il silenzio sembrava essere interrotto soltanto dal battito del mio cuore che andava all'impazzata ogni qual volta mi ritrovavo davanti a quel sorriso magnetico, quegli occhi ipnotizzanti, quei lineamenti perfetti e quel fisico simile a quello di un deo greco. Nel bene e nel male. 
«Senti lasciamo perdere, okay?» continuò lui frustrato, probabilmente dal fatto che io non osassi pronunciare parola,  «ora devo andare che ho la verifica di fisica» mi avvertì prima di superarmi e rientrare a scuola, proprio quando la campanella suonava. 
Rimasi lì immobile a osservare quei due innamorati alzarsi e dirigersi anche loro dentro, mano nella mano e con un enorme sorriso stampato sul viso. 
Strinsi le mani a pugni mentre morivo di invidia e rientrai anch'io. 
Perché bisognava passare sempre dal non avere nessuno a dover fare una scelta? 
Da una parte c'era Zayn, il ragazzo affascinante, misterioso, che attira tutte le ragazze come una calamita attira il ferro; e poi c'era Liam, il principe azzurro, che con il suo sorriso confortante e i comportamenti dolci ed educati riusciva a farti sentire la ragazza più i mportante del mondo. 
Ci avevo riflettuto attentamente e la descrizione della sua misteriosa amata coincideva alla perfezione con la mia, non volevo sembrare vanitosa o altro ma erano i fatti a parlare. Ero davanti a una scelta, stavo vivendo una situazione che non avrei mai pensato di dover affrontare eppure mi ci ero ritrovata così inaspettatamente.
«Amy!» mi sentii chiamare, e sapevo con certezza chi fosse dato che conoscevo soltanto una persona che usava quel nome.
«Liam!» lo salutai sorridendogli.
«Ho visto Zayn fuggire in classe non proprio felice. Questo mi suggerisce che non avete chiarito.»
Annuii titubante, dondolandomi da un piede all'altro improvvisamente in imbarazzo, le parole di Zayn sembrava mi avessero aperto la mente. Avevo sempre visto Liam soltanto come un amico, e solo allora mi rendevo conto che forse per lui poteva non essere lo stesso.
Quando mi posò una mano sulla spalla sussultai, come se con quel gesto potesse leggere nella mia mente.
«Stai tranquilla che si risolverà tutto» cercò di rassicurarmi, sorridendo calorosamente. «Sabato sera cosa fai?» continuò poi.
«Niente, come al solito» borbottai.
«Ho sentito che c'è una festa da Ed, un vero e proprio delirio. Non si esce mai interi da casa sua» spiegò ridendo, «io però devo rimanere a casa a curare mia sorella» cotinuò cupo.
Cominciammo ad incamminarci insieme verso le classi, nonostante non avessimo proprio una meta precisa.
«Se ti va potremmo farci compagnia a vicenda» azzardò dopo alcuni secondi di religioso silenzio.
Mi arrestai di colpo voltandomi a guardarlo, Liam fece lo stesso con me palesemente confuso fino a quando non inarcò le sopracciglia sorpreso.
«No no hai frainteso tutto!» esclamò poi cominciando ad agitarsi, «non è un appuntamento! Era solo per non farti passare il sabato sera da sola a casa e io per non diventare matto con mia sorella» spiegò.
«Quindi lo fai per pietà?» cercai di chiarire.
«No!» mi interruppe di nuovo, «io.. Ecco..» 
Liam cominciò a balbettare imbarazzato, alla disperata ricerca di qualcosa da dire.
Sorrisi divertita, «Liam respira, stavo scherzando» cercai di tranquillizzarlo, «e comunque mi farebbe piacere passare un sabato sera deprimente con te.»
Finalmente il ragazzo si lasciò andare ad un sorriso rilassato che non potei fare a meno di ricambiare. Non avevo idea di come comportarmi ma in quel momento, Liam mi sembrava la scelta migliore.


***

 
È pieno di errori, lo so, sono in ritardo a postare, so anche questo, la prima parte è scritta in un italiano correggiuto, i know it too uù
Vi chiedo scusa per tutto ciò ma tipo che non ho MAI usato il computer eccetto che per fare i compiti di informatica e poi la voglia di scrivere era SOTTO ZERO.
Sono di frettissima che devo uscire, volevo solo ringraziarvi perché questa storia ha raggiunto le 200 preferite, un record per me **
Grazie mille, davvero, e mi sento un po' una merda perché io come compenso aggiorno ogni morte di Papa!
Mercoledì prossimo (non dopodomani, l'altro) parto per la Danimarca, ma vi prometto che prima di andarmene aggiornerò ancora almeno una volta!
Voi intanto fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo!
Siete stupende.
Jas.

   
 
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