Era un sabato pomeriggio e stava piovendo. Una pioggia che mi fece riflettere. La pioggia di solito mette malinconia, invece per me è un evento stupendo che ci fa pensare su cosa è davvero importante per noi, o almeno a me fa pensare!
Fu proprio quella pioggia che mi diede un’idea. L’idea di viaggiare un po’ prima di scegliere cosa fare dopo il diploma. Chiamai Roby e Iole, le mie due migliori amiche e chiesi loro se avrebbero voluto venire con me in questo viaggio senza meta. Loro prontamente accettarono e decidemmo di partire il giorno dopo, usando la mia macchina che era la più grande.
Ci incontrammo fuori scuola, fuori il nostro liceo, che ci ha sopportato 5 anni. Senza questa scuola non avremmo mai potuto incontrare tutti gli amici che abbiamo ora… non saremmo mai partite per questo viaggio alla ricerca di un posto solo per noi. Un posto dove essere noi stesse, senza dare spiegazioni a nessuno, dove poter essere padrone di noi stesse! Un posto ‘Nostro’ che nessuno mai ci avrebbe portato via.
Saremmo state via solo per qualche giorno al massimo una settimana, ma Iole non aveva capito il concetto dello ‘stretto indispensabile’ e si era portata dietro mezza casa. Cercammo di far entrare tutto nel bagagliaio, fortunatamente la macchina era spaziosa.
Alle 10:00 finalmente partimmo, non stavamo più nella pelle!
Decidemmo di darci il cambio ogni tre ore e per non annoiarci, a turno chi guidava sceglieva un gioco da fare. Iole scelse ‘Verità o Sfida’, ma visto che eravamo in macchina dovette accontentarsi e quindi poté farci solo delle domande a cui noi, ovviamente, avremmo risposto la verità. Chiese a me e Robby di raccontare qualcosa del nostro passato, qualcosa successo prima che c’incontrassimo. Iniziò Robby raccontando delle brutte amicizie che aveva fatto, stava anche per piangere, ma fortunatamente non lo fece… altrimenti avrebbe allagato la macchina!
Poi toccò a me ed iniziai a parlare della mia famiglia e dell’affetto non ricevuto. A volte le ragazze si chiedevano perchè io fossi così diversa dagli altri, perché non mostravo mai i miei veri sentimenti alla gente, finendo col perdere tutti quelli che amavo. Io non mostravo ciò che provavo perché non avendo mai ricevuto un grande affetto dai miei genitori, non sentivo il bisogno di mostrare agli altri i miei sentimenti. Io non ho mai mostrato agli altri la vera me stessa, quella che odia gli schemi, quella che se potesse andrebbe ovunque la porti il vento…io non ho mai mostrato al mondo chi sono davvero ed è questa la mia sfida da superare!
In quelle 3 ore vennero fuori più segreti di quanti ne avessimo detti in 5 anni. In quelle tre ore  iniziammo a conoscerci meglio anche perché era quello lo scopo del viaggio ( ed anche il mio scopo); conoscere meglio noi stesse, per riuscire a conoscere il mondo per com’è davvero.
Per la notte decisi di guidare io, fino a che non avremmo incontrato un motel dove fermarci per la notte. Le altre dormivano e io ascoltavo la radio, quando iniziarono a trasmettere ‘There’s a place for us’ dei Sonohra. Già il titolo diceva tutto: ‘C’è un posto per noi!’ era la frase perfetta! Si, perché io e le ragazze cercavamo proprio un posto per noi, un posto dove rifugiarci quando tutto il mondo ci era contro, un posto senza regole né tempo…un posto NOSTRO!
 
 
 
 
Nota: Salve a tutti! L’altro giorno la prof. D’italiano ci ha assegnato di scrivere un tema-racconto su un viaggio che abbiamo fatto con dei nostri amici e io scrivendo ho avuto l’ispirazione per questa One-shot! Spero vi piaccia! Commentatela in tanti!