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Autore: potterlover    16/04/2012    1 recensioni
Salve a chiunque stia leggendo :) Questa Fan Fiction è stata scritta per un concorso a tema a cui partecipai l'anno scorso senza troppe pretese, dato che era la mia prima Fan Fiction. E' un'analisi dei pensieri e dei sentimenti che Severus prova per Lily, fatta soprattutto tramite flashback. Non voglio anticiparvi altro perchè credo che non vi sia nulla da scoprire ma sia semplicemente una FF da gustare, per cui buona lettura, e se avete recensioni, commenti o critiche da farmi ne sarei felice :)
Grazie!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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Always.


Pensava che non avrebbe mai potuto farcela. Che non ci sarebbe mai riuscito.
La vista di quegli occhi… la vista di quegli occhi in quel viso tanto odiato lo aveva sempre fatto bruciare dentro. Sentiva qualcosa, dentro di sé, pulsare, lamentarsi, rifiutarsi, lottare disperatamente per sottrarsi a quella vista, per sottrarsi ai ricordi, ai sentimenti, ai rimorsi che erano celati dietro quei due smeraldi.
Non poteva dimenticarsi, per quanto ci avesse provato, l’ultima volta che aveva visto la luce riflessa nei suoi occhi. L’ultima volta che le aveva parlato. L’ultima volta che l’aveva vista, aprendo finalmente il suo cuore, accettando la realtà.

***

« Smettila, Severus. » « Lily, non capisci, non puoi capire » sbottò esasperato digrignando i denti, sperando che arrabbiandosi la donna gli avrebbe prestato attenzione « sei accecata dall’amore che provi per quel gradasso di Potter! » continuò assumendo un’aria disgustata al nome di quell’uomo tanto odiato « Devi ascoltarmi! »
« Non voglio farlo, Severus! E non parlare così di James! Eri una delle persone a cui tenevo di più, perché sei cambiato? Lo odi così tanto da dover odiare anche me? » Domandò con una rabbia che non le si addiceva per come la ricordava dai tempi della scuola; era lì, pronta a difendere a spada tratta suo marito…
Finalmente era riuscito a convincerla a incontrarsi in un anonimo locale di Londra, dopo una serie di interminabili lettere di suppliche e minacce. Lily Evans -ormai Lily Potter, per quanto si ostinasse a negarlo- era tale e quale alla ragazza di sedici anni che frequentava fino a quando aveva lasciato la scuola. Solo con qualche ruga in più e un’aria più seria dovuta ai tempi duri che correvano.
« Continui a non capire » ribatté scuotendo la testa passando sopra a quell’ “eri una delle persone a cui tenevo di più” nonostante quell’imperfetto gli fosse crollato addosso con la forza di un macigno « Non ti odio, non ti ho mai odiato perché odio lui. Al contrario » proseguì distogliendo gli occhi dal suo volto, non riuscendo a guardarla in viso « lo odio perché lo hai scelto ».
Lily sbuffò mettendosi a ridere, una risata che gli provocò un dolore mai provato prima: « Sei pazzo, Severus, ecco cosa sei. Hai scelto la tua strada quando hai scelto con chi stare ad Hogwarts; sai che non mi piacevano i ragazzi che frequentavi… e guarda cosa sono diventati adesso... e ora farnetichi perché non sai cosa dire! »
« No! » esordì l’uomo mettendosi dritto sulla dura sedia di legno, sentendosi punto da quell’affermazione che in qualche modo aveva fatto centro « Ho sempre odiato Potter perché… perché anche lui era innamorato di te! » gettò tutto fuori restando senza fiato: respirò osservando la reazione di Lily che era così scioccata da non poter interromperlo, e approfittò per aggiungere « Avevi occhi solo per lui, nonostante fosse solo un pallone gonfiato e io ti avessi messo in guardia da ciò che era, da chi stavi scegliendo! Non ti merita ».
Lily rimase qualche istante seduta, fissando il tavolo rigato del vecchio pub: poi si alzò di scatto, si mise la borsa in spalla e fece per uscire dal locale allontanandosi dal tavolo, ma lui fu più veloce e dopo averla raggiunta la costrinse a voltarsi.
« Non toccarmi, Severus ».
« Non sono qui per rovinarti il matrimonio. Sono qui perché ho fatto uno sbaglio e devo metterti in guardia. Prendi con te il bambino e scappa.
Fuggi, perché lui ti sta cercando. Vi sta cercando. Sa dove abitate e presto cercherà di uccidervi per arrivare a vostro figlio ».
« Ma cosa..come fai a sapere queste cose? Harry è in pericolo? Chi ti ha…»
« Zitta » la interruppe guardandosi ansiosamente attorno e avvicinandola a sé dietro la porta del pub « lo so e basta. Prendete il bambino e scappate. Cercate un luogo sicuro, contattate Silente,che troverà una soluzione per voi. Mantenete i rapporti solo con chi vi fidate. Secondo la…» si interruppe mordendosi la lingua, essendo sul punto di tradirsi nominando la profezia « Vai ».
« Severus…»
L’uomo trattenne qualche istante Lily Potter tra le sue braccia, le toccò il viso, fermandosi a contemplare per un attimo quegli occhi così penetranti, così vivaci, che avevano sempre trovato il modo per fargli dire la verità, che gli avevano sempre fatto balzare il cuore.
Osservò quegli occhi color smeraldo, poi la lasciò andare, e la osservò allontanarsi in fretta.
La aveva lasciata andare.
Era riuscito a fare solo questo dopo averle causato chissà quali dolori.

***

Cercava e respingeva quel ricordo con tutto se stesso: lo cercava perché era la cosa di Lily che più si ricordava, i suoi occhi, e mai come quella volta li aveva osservati attentamente. Lo respingeva perché era dominato dal rimorso, per aver venduto la donna che amava, suo marito e loro figlio, ad un destino terribile, senza neanche saperne il perché.
Forse sapeva perché si era unito all’Oscuro Signore, anzi, lo sapeva benissimo. Aveva perso tutto, andata Lily, appresa la notizia del suo matrimonio con James Potter tramite l’invito al loro matrimonio, non gli rimaneva alcuna ragione per vivere. Nessun filo lo legava più alla vita terrena.
Aveva agito per vendetta, e per debolezza. Per debolezza si era recato alla porta di Lord Voldemort per offrirgli i suoi servigi. E lui stesso poi si era offerto per controllare ogni movimento di quella famiglia di Auror, sia per cercare di vedere Lily qualche volta, che per cercare di proteggerla da Voldemort, cercare di travisare informazioni su di lei. E poi Voldemort lo aveva messo a spiare anche Silente.
Fu così che aveva assistito al colloquio tra Sibilla Cooman e Albus Silente, durante il quale venne proferita la profezia che avrebbe cambiato le sorti del mondo magico e babbano. Senza volerlo, aveva scoperto qualcosa di grande, di troppo grande: avrebbe dovuto ovviamente nasconderla al Signore Oscuro, che di certo sapeva che il figlio dei Potter era nato a Luglio…ma cosa si poteva nascondere a Colui Che Non Deve Essere Nominato?
Gli aveva estorto ogni informazione tramite la Legilimanzia, lasciandolo privo di qualunque energia per difendersi o per proteggere Lily, la donna che amava. Gli aveva fornito su un piatto d’argento il mezzo per rendersi invincibile, attraverso la sua memoria priva di difese…
Aveva tradito la bambina dell’altalena. La bambina alla quale aveva rivelato la sua natura di strega…

***

Le ombre dei due bambini si riflettevano sul terreno, assieme a quella dell’altalena sulla quale erano seduti, la stessa altalena dove due anni prima erano sedute Lily e sua sorella Petunia, quando Severus era uscito fuori dal nulla e le aveva rivelato che era una strega.
Ora parlavano, parlavano come sempre. Anzi, il bambino parlava e la sua amica lo ascoltava, estasiata.
Non gli era mai successo. Di solito non parlava mai, tanto era timido. Né mai qualcuno aveva interesse ad ascoltarlo. Invece quella bambina con gli occhi verdi sembrava pendere dalle sue labbra.
« Ed è per questo che finalmente i maghi riuscirono a sconfiggere i Troll. »
« Troll? »
« Lily, non sai nemmeno questo? » commentò il bambino con una risatina prendendola in giro « Come fai a non sapere cos’è un Troll? »
La bambina rallentò e scese dall’altalena, allontanandosi imbronciata.
Il piccolo dai capelli neri come la pece capì di averla offesa e smontò dalla costruzione di ferro per raggiungerla.
« Ce l’hai con me? »
« Non sono troppo stupida per parlare con te? » Domandò Lily con un atteggiamento stizzito « Va’ a parlare con qualcun altro, chiunque è più intelligente di me. »
« Scusa, non volevo offenderti. Mi dispiace per averti fatto arrabbiare. Lo sai che non lo farei mai ».
« Davvero? »
« Sì. Tu sei la mia unica amica. »
« E tu sei l’unico come me. »
« Di nuovo amici? »
« Per sempre » sorrise abbracciandolo.

***

Durante il periodo in cui era stato il professore di Harry Potter ad Hogwarts quegli occhi lo avevano sempre perseguitato, ed aveva sempre cercato di sfuggirne, come si sfugge ai ricordi del passato: e vedendo quel ragazzo così simile a suo padre si ricordava anche dell’uomo che gli aveva portato via la sua Lily. James Potter.
Dal primo momento che lo aveva visto ad Hogwarts, sin dal suo Smistamento, tutto quello che aveva cercato di dimenticare in undici anni gli era tornato alla memoria vivido come mai prima. Gli ricordava James. Gli ricordava i suoi servigi resi al Signore Oscuro. Ma soprattutto gli ricordava Lily Potter.
Ma ora poteva finalmente guardare quegli occhi, per l’ultima volta, sentendosi più leggero. Aveva fatto di tutto per aiutare Silente nella guerra contro Voldemort, per difendere il ragazzo, quanto di più simile a Lily fosse rimasto sulla terra, per proteggere anche solo il ricordo, la testimonianza, che Lily Potter era nata, vissuta ed era morta combattendo contro Voldemort per proteggere suo figlio. Niente sarebbe rimasto di lei se il Signore Oscuro fosse tornato al potere. Perché avrebbe distrutto ogni cosa.
Non aveva cancellato le sue colpe, e il suo rimorso non era svanito: era stato la causa della morte di Lily. Ma era stato l’ultima guida e l’ultimo difensore di suo figlio.
« Guar…da…mi…»
Il ragazzo si voltò, e il Principe Mezzosangue, a terra, osservò gli occhi di Harry, gli occhi di Lily, per l’ ultima volta. Con il triplo delle forze che aveva impiegato durante quegli anni per sfuggire a quegli occhi verdi, disperatamente ora cercava di aggrapparvisi, senza volerli mai lasciarli andare, l’ultimo filo che lo legava ancora alla sua anima, a l’unica che lo faceva sentire libero di essere se stesso.
Adesso andava da lei, le andava incontro perdendosi nei suoi occhi.
  
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