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Autore: Bloodred Ridin Hood    12/11/2006    3 recensioni
Tutto quello che successe dall'arrivo di Xiaoyu in Giappone, sino al Terzo Torneo di Tekken.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heihachi Mishima, Hwoarang, Jin Kazama, Ling Xiaoyu
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Punto di vista di Jin

Punto di vista di Jin

 

 

Sapevo che prima o poi sarebbe successo… ancora una volta.

Aprii energicamente la porta della mia camera e rimasi sulla soglia. Guardai il letto, illuminato dalla poca luce che filtrava dalla finestra. Non avevo alcuna voglia di dormire dopo una giornata come quella. Dopo aver sentito una notizia così sconvolgente.

Ancora una volta, quei ricordi erano riemersi, e ancora una volta avevo dovuto far di tutto per nasconderlo.

Dovevo sforzarmi di tenere tutto dentro, non volevo far vedere a nessuno quello che sentivo realmente.

Ero abituato… non ne parlavo mai!

E non volevo parlarne nemmeno con… “lei”.

Xiaoyu… l’ammiravo a volte, anche lei aveva appena passato dei momenti molto difficili, ma li stava superando. Sempre di più… non era più come la prima volta che l’avevo vista. Una ragazzina gracile, pallida e incredibilmente triste.

Stava cambiando, giorno dopo giorno potevo scorgere qualcosa di diverso nel suo sorriso, nel suo modo di fare. Aveva sempre un’aria allegra e travolgente. Quando ero in sua compagnia, non riuscivo a stare serio, in un certo senso mi prestava sempre un po’ del suo spirito.

Non avevo mai avuto nessuno così, un’amicizia così naturale.

Mi fidavo di lei, molto. Però… non riuscivo a trovare la forza di confidarmi.

Lei con me l’aveva fatto.

Mi aveva raccontato molte cose della sua vita, anche i momenti peggiori. Con le lacrime agli occhi, ma almeno aveva avuto la forza e il coraggio di farlo.

Io mai, invece…

Non riuscivo mai a parlare del mio passato in modo spontaneo.

Per quale motivo? Avevo forse paura di non reggere? Avevo paura di mostrare le mie debolezze? Non lo sapevo nemmeno io.

Il caso di quella sera però era diverso, non si trattava di trovare coraggio per parlare.

Non volevo che Xiaoyu si preoccupasse. Non volevo rischiare di farle perdere quella sua vitalità che stava gradualmente recuperando. E certo, se le avessi raccontato davvero per filo e per segno quello che voleva sapere, non sarebbe rimasta così serena molto a lungo.

Non volevo renderla triste inutilmente. E comunque, non mi avrebbe di certo creduto. Era ancora presto...

In effetti aveva il diritto di saperlo, prima o poi gliene avrei parlato. Era una delle ragioni per cui era venuta a vivere da noi.

Per il momento però decisi che era meglio continuare a far finta che tutto fosse sotto controllo.

Avremo affrontato l’argomento al momento giusto, quando avrebbe avuto tutto il tempo per abituarsi.

“Il mondo non è così semplice come sembra, Xiao…”

 

 

Punto di vista di Xiaoyu

 

- Davvero ti sta facendo ripetizioni?- Miharu mi guardò stupefatta mentre riponevo i miei libri nell’armadietto.

- Sì, perché ti sembra tanto strano?

Le avevo raccontato della sera prima, delle ripetizioni e del fatto che Heiachi avesse un orso imbalsamato in casa. Non avevo aperto bocca però sulla sua partenza improvvisa.

Ero decisa a mantenere la parola data…

- Abbastanza…- fece una piccola smorfia- Ma… ti chiede soldi?

- Miharu! Non dire idiozie!- esclamai seccata

- Era solo una domanda innocente!- rispose subito

Scossi la testa esasperata.

- Senti, ho l’impressione che Jin non ti stia molto simpatico…- ammisi

- Ehm… in effetti…- rispose- Cioè, non mi sembra proprio l’immagine della simpatia! Non so se mi spiego…

Emisi un risolino

- Senti, so che forse non è la persona più socievole del mondo, è freddo e a volte fa venire il nervoso… ma non è poi così male…

Chiusi l’armadietto ed aspettai che anche Miharu finisse di sistemare le sue cose.

Infilò la chiave nella serratura e restò ferma così per un po'. Poi, si girò verso di me guardandomi con aria maliziosa.

- Dì la verità… ti piace vero?

- Miharu!!

- E dai! A me puoi dirlo!- rise

Ma che cosa si stava mettendo in testa? Decisi di chiarire subito la situazione.

Ma, davvero davo… quell’impressione??

- Assolutamente no!! Toglitelo dalla testa!! Chi ti sentirà…- mi guardai intorno

- Ma smettila!- rise più forte- Ne parli sempre, lo difendi sempre… non saresti la prima, comunque… tutte stravedono per lui!- storse un po’ le labbra dicendo l’ultima frase

Jin le stava proprio antipatico, facevano la strada insieme da un’eternità eppure non erano mai riusciti a stabilire un rapporto.

Comunque... come si era potuta mettere in testa una cosa del genere?

Ok, era carino… molto carino… incredibilmente carino

Ma questo non voleva dire che mi piacesse o che insomma… ci volessi provare!! Anche perché non mi sembrava affatto che in questo momento fosse come dire… interessato a questo genere di cose. Cioè, sicuramente ne era interessato, ma per il momento sembrava voler pensare a tutt’altro…

O almeno, questa era la mia impressione.

- Senti, te lo dico per l’ultima volta. Non è vero! È mio amico! E basta!

Miharu intanto, mentre mi ascoltava, cambiò espressione di colpo, divenne improvvisamente seria e mi guardò in modo strano. Non capii il suo sguardo e quindi continuai a spiegare.

- Ok, cerco di difenderlo quando ne parli male, ma viviamo sotto lo stesso tetto e comunque, cioè… mi sembra abbastanza naturale perché insomma gli vogl

- Cosa ti sembra abbastanza naturale?

Mi si gelò il sangue nelle vene sentendo quella voce, mi girai di scatto e mi ritrovai davanti a “lui” che mi guardava con uno strano riso ironico stampato sul viso. Improvvisamente sentii molto, molto caldo. Dovevo essere diventata rossissima. Che vergogna!! Da quanto aveva ascoltato?

Ecco il misterioso sguardo di Miharu! Poteva avvertirmi però, invece di mandarmi indecifrabili segnali visivi…

- Niente…- tentai di rispondere in modo calmo, abbuonando il sorriso più innocente che potessi fare

Lui mi guardò un po’ dubbioso, poi passò oltre, verso il suo armadietto.

- Senti, ti stavo cercando per chiederti una cosa…- disse mentre ci superava, tenendo le mani in tasca e lo sguardo serio

- Cioè?- chiesi

Nel mentre, dato che lui era avanti e non poteva vederci, lanciai un’occhiataccia di fuoco a Miharu per esprimere tutta la mia voglia di vendetta. Lei mi rispose con un piccolo sorrisino preoccupato. Non poteva tradire il fatto che era comunque divertita dalla scena.

- Hai molto da fare prima degli allenamenti?

Sentendo questa frase dalla bocca di Jin, Miharu strabuzzò gli occhi guardandomi con aria prima stupita, poi soddisfatta. Io rimasi a bocca aperta studiando la sua reazione. Cosa stava pensando?

Scossi vigorosamente la testa, come per dirle “NO, GUARDA CHE STAI SBAGLIANDO TUTTO!!

Qualsiasi cosa stesse pensando…

Jin si voltò verso di noi e tornammo subito normali, facendo finta di niente.

- No, non ho molto da fare.- risposi curiosa- Per…ché?

Jin mi guardò sghignazzante.

- Devo vincere una scommessa, l’hai dimenticato?

 

*

 

Sì, a dire il vero, l’avevo dimenticato.

O perlomeno, non ci stavo più pensando. Riguardava il fatto del presunto “orso” di Heiachi

Mi disse che mi avrebbe dimostrato di avere ragione. E dal momento che sembrava così deciso, mi convinse a seguirlo dopo l’uscita da scuola.

Avevo praticamente “costretto” anche Miharu a venire con noi. All’inizio aveva borbottato qualcosa, cercando una scusa, ma alla fine ero riuscita a convincerla a venire, anche se controvoglia. Almeno avrebbe constatato con i suoi stessi occhi che non era nessuno “strano appuntamento segreto” o chissà cosa potesse macchinare.

Jin ci aveva condotto in un giardino poco distante da scuola. Era un vecchio parco giochi abbandonato che era stato preso in proprietà da Heiachi e che, a quanto pare, usava anche come “zoo personale”.

Una cosa… abbastanza insolita, comunque. Perché prendersi un intero parco, per tenerci un animale?

Sempre che l’animale ci sia davvero!! Continuavo ad essere molto diffidente a riguardo, non sarebbe stato fuori luogo qualche scherzo o presa in giro…

Il giardino era interamente chiuso da un muro di pietra e, dato che, chiaramente, non avevamo le chiavi del cancello, l’unico modo per entrare era quello di scavalcare il muro.

- Stiamo scherzando?- Miharu mi guardò preoccupata mentre cercavo di arrampicarmi.

Feci un ultimo sforzo, appoggiai il palmo della mano in cima al muro e con un ultimo slancio mi issai sopra con tutte e due le ginocchia. Mi girai facendo attenzione e mi sistemai seduta con le gambe a penzoloni davanti allo sguardo ammutolito di Miharu.

- Io non salgo fino a lassù! Voi non siete normali…

Scoppiai a ridere. Jin intanto aveva iniziato ad arrampicarsi poco dopo di me. Miharu ci guardava come se fossimo stati due poveri pazzi. Inoltre continuava a guardarsi attorno come se avesse paura che qualcuno potesse vederci e… chissà cosa pensava, denunciarci??

- E’ un quartiere di periferia. Non ci viene mai quasi nessuno qui…- disse Jin quasi intercettando i pensieri della mia amica.

- Dai Miharu, ti muovi??- la incitai

Lei guardò ancora una volta verso il muro con espressione diffidente.

- Non è difficile! Ti diamo una mano, se vuoi!- cercai di convincerla

La mia amica rimase qualche secondo a riflettere, facendo scorrere lo sguardo dal marciapiede, fino alla fine del muro dove eravamo noi.

Chiuse gli occhi e con una faccia che faceva ben capire che avrebbe tanto voluto essere altrove in quel momento, iniziò ad arrampicarsi.

- Roba da pazzi…- continuava a ripetere mentre cercava di aggrapparsi

Fu abbastanza difficile aiutarla a salire, di certo non era il massimo dell’agilità, ma nonostante tutto, riuscimmo nell’intento.

Una volta salita però, c’era un’altra difficile tappa da superare, saltare giù dall’altra parte. All’inizio non ne voleva proprio sapere, ma alla fine, quando Jin le fece notare che se non voleva restare lassù a vita sarebbe dovuta, o da una parte o dall’altra, scendere, si convinse e si calò giù facendo attenzione fino a terra.

Appena ebbe messo i piedi su una superficie sicura, mi fulminò con lo sguardo.

Di certo quell’episodio non le avrebbe fatto cambiare idea su Jin.

- Spero che ne sia valsa la pena di arrivare sin qua…- sospirò Miharu con le mani alle ginocchia, riprendendo fiato per l’ansia…- Mi sono graffiata tutte le mani!! E mi sono anche spezzata un'unghia!!

Risi di nuovo. Mi divertiva vederla così “sconvolta”

- Sai Miharu, dovresti fare arti marziali!- le dissi avvicinandomi- Dopo di che niente ti sembrerà così atroce…

Lei per tutta risposta continuò a guardarmi male, poi spostò lo sguardo su Jin che stava aspettando con una spalla appoggiata al muro.

- Allora, posso sapere qual è la tanto famosa “scommessa”?- gli chiese con tono piuttosto acido

- Se ti sei ripresa, possiamo anche continuare ad andare…- rispose con lo stesso tono.

Solo in quel momento mi accorsi che forse il sentimento di Miharu era in qualche modo ricambiato. Iniziai a pensare di aver fatto un errore ad averli fatti venire entrambi.

Miharu lo guardò con un’occhiata gelida, lui distolse lo sguardo in modo superbo.

- Mi sono ripresa.- annunciò irritata- Dopo aver fatto la scimmia, grazie a voi!

Jin continuò ad evitare di guardarla e si strinse nelle spalle, sempre con la stessa espressione di superiorità.

- Ok, allora andiamo…

Prese a camminare e si diresse verso la parte interna del parco. Mi guardavo in giro… sembrava un posto abbastanza lugubre, forse era anche la luce che c’era a dare quell’impressione. Il cielo infatti, si stava rannuvolando e il sole era coperto. L’erba era cresciuta dappertutto, su alcuni giochi mezzo distrutti, un po’ sulle panchine, e si vedevano qua e là bottiglie rotte e cose del genere.

Osservai un dondolo a forma di coniglio mentre ci passavo affianco. Una volta doveva essere stato carino, pulito e pieno di bambini che facevano la fila per salirci. Adesso invece era solo brutto, rotto e con pasticci e scritte oscene dappertutto. Immaginai che la sera non doveva essere proprio un posto tranquillo quello. Probabilmente pullulava di teppisti e di drogati.

- Dove ci stai portando di preciso?- chiesi.

Notai una piccola nota di inquietudine nella mia voce, ma feci finta di niente. Jin continuò a camminare davanti a noi in modo spedito.

- Ci siamo quasi…

Guardai avanti per vedere dove ci stavamo dirigendo, stavamo arrivando all’altro lato della recinzione. C’era una specie di caseggiato comunicante con il muro. Mi accorsi che era proprio lì che Jin stava puntando.

Si fermò a pochi passi dalla piccola struttura.

- Non abbiamo le chiavi per entrare, comunque se ci arrampichiamo riusciamo a veder…- iniziò a proporre

- Cosa? Nooo! Non basta che mi sono dovuta arrampicare prima, ma anche…- Miharu cominciò a lamentarsi

Jin cambiò di nuovo espressione e, notai, fece di tutto per rimanere calmo.

- Guarda che nessuno ti vuole costringere a fare cose che non vuoi. Non c’è bisogno di fare tutto questo caos! Se sei così delicata comunque, potevi anche decidere di startene a casa!

- Guarda infatti che non avevo nessuna intenzione di venire!! Tanto meno se avessi saputo del tuo vizio di arrampicarti dappertutto e di entrare nelle recinzioni private di soppiatto!

- Sono problemi miei, se so arrampicarmi e di certo non costringo nessuno a farlo!

- Piantatela, avete rotto!- esclamai a voce alta

Quella situazione stava iniziando ad infastidirmi. Jin fece una smorfia in modo altezzoso, poi si guardò intorno.

- Comunque… forse non c’è bisogno di arrampicarci, se troviamo qualcosa tipo…- si avvicinò ad un bidone per i rifiuti rovesciato per terra.

Aggrottai le sopracciglia, mentre lo osservavo calciarlo per farlo spostare. Incrociò per un attimo il mio guardo e notò il mio stupore.

- Non mi va di toccarlo con le mani!! Non guardarmi come se fossi pazzo…

- Come se non me ne fossi ancora accorta…- scherzai

Jin ricambiò il sorriso, mentre Miharu continuava ad assistere alla scena imbronciata.

Continuò a spingere coi piedi il bidone fino a farlo arrivare attaccato alla parete del piccolo caseggiato e ci salì sopra. Lo seguii solo dopo aver constatato la stabilità del bidone.

C’era una piccola apertura in alto, era chiusa da delle inferriate. Jin ci arrivava perfettamente, io invece dovetti allungarmi su tutta la pianta dei piedi per poter arrivare a vedere cosa c’era oltre la finestra. Per aiutarmi, mi aggrappai alle sbarre con tutte e due le mani e portai il mento a livello dell’apertura.

- Lo vedi?

- Oh!!- sgranai gli occhi vedendomi davanti… un panda!

Un panda! Un vero panda!! Aveva ragione, allora!!

Lui fece una faccia orgogliosa e soddisfatta.

- E allora??- sapeva che… insomma, mi aveva fatto vedere qualcosa di… davvero curioso!!

Sentendoci, anche Miharu, che era rimasta giù in disparte fino ad allora, si decise ad andare a vedere.

- Cavolo! Cosa ci fa questo panda enorme qua dentro??- Miharu sgranò gli occhi e quasi non perse la presa

Mi voltai verso Jin e lo scrutai con sguardo interrogativo.

- Non mi stai prendendo in giro, vero? È davvero di Heiachi questo panda?

Lui annuì serio, poi scese dal bidone e si pulì le mani per liberarsi della polvere.

- Accidenti…- mormorò Miharu

Guardai ancora una volta verso il panda. Era una scena abbastanza straziante. Non era proprio una bella condizione per un animale come il panda. Di certo era ben nutrito, si vedeva, ma sembrava piuttosto trascurato. Il posto era sporco e puzzava. E poi, non doveva essere proprio l’ideale per un panda vivere in uno stanzino buio, piccolo e puzzolente. Notai che guardava verso di noi… non doveva essere abituato a vedere troppa gente.

- Perché Heiachi lo tiene qua dentro?- chiesi contrariata a Jin scendendo dal bidone

- Perché non è quello che si definirebbe un animale tranquillo da poter tenere in giardino…- parlò come se fosse stato così ovvio

- Ma…- contestai- Insomma, non è… una cosa bella per quel panda!

- Che ci possiamo fare? È in sua custodia e decide lui come tenerlo…

- Perché parli come se fossi d’accordo?- gli rimproverai

- Non ho detto di essere d’accordo, ma non vedo nemmeno perché dovrei preoccuparmi tanto per un panda…

- Ma vedi che sei proprio insensibile quando parli così??

- Non è vero, non sono insensibile. Ma ti posso assicurare che, anche se rinchiuso, questo panda mangia tutti i giorni e forse vive meglio di quelli che invece, in libertà, il cibo non lo trovano. Quindi, gli danno da mangiare... perchè dovrei preoccuparmi??

- Ma secondo te nella vita basta mangiare e respirare per stare bene??

- Ehm… per un panda penso di sì.

Miharu non diceva niente. Continuava ad osservare sconvolta il panda appesa a quella grata.

- Accidenti…- commentò di nuovo

Io intanto pensavo ancora a come si potesse permettere una cosa del genere! Insomma, che senso aveva tenere un panda incarcerato dentro uno sgabuzzino dimenticato, solo per il gusto di averlo? La trovavo una cosa inconcepibile.

- E non è il solo, affianco c’è l’altra cella dove tiene Kuma.- disse Jin

- Kuma?

- Sì, l’orso… io l’ho visto solo una volta da quando sono qui. Da fuori però non si può vedere.

- E il panda come si chiama?- volli sapere

- Boh, non mi pare abbia un nome…- rispose vago

- Cosa?- mi stupii

- Lo chiamano semplicemente “il panda”…- continuò

- Ma vedi, ti sembra giusto che un panda non abbia un nome??

- Xiao, non credo che il panda ci rimanga male se Heiachi non gli da un nome…

Lasciai perdere la conversazione, tanto era inutile insistere. E comunque anche se lo avessi convinto, non poteva fare niente lui. Dovevo parlare con suo nonno. Non potevo permettere che quella situazione andasse avanti senza far nulla.

- Panda.- sussurrai pensierosa

- Inizio a pensare che forse avrei fatto meglio a non fartelo vedere…- ammise Jin esasperato sentendomi

- No, invece hai fatto bene! Il panda un giorno ti ringrazierà…- scherzai, anche se in realtà ero davvero decisa a fare qualcosa

- Ora ci conviene tornare a casa però…- disse Jin- Si sta facendo tardi e sembra che stia per piovere.

- Accidenti…- Miharu era ancora appesa

- Ops, Miharu è rimasta traumatizzata a vita…- commentai

- È stato… sconvolgente…- rispose lei

- Me ne sono accorta, non dici altro da mezz’ora…

Guardai il cielo, in effetti era molto coperto e stava iniziando a fare anche abbastanza freddo. Miharu ci raggiunse, attraversammo il parco tornando indietro e scavalcammo di nuovo il muro. Non fu facile nemmeno questa volta, ma almeno impiegammo meno tempo. Una volta fuori ci incamminammo poi verso casa.

Ero decisa a trovare il modo di aiutare quegli orsi. A tutti i costi!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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