Ciao
ragazze,
scusate
il ritardo!
Vi
lascio subito alla lettura.
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Bad Girl
[Rosalie Hale]
Cap. 55 – Meet
Matt*
« La zuppa è di tuo gradimento, cara? », mi
domandò la signora King alzando solo per un attimo lo sguardo verso di me.
« Sì, davvero ottima », risposi con gentilezza.
Magda King sorrise frivola, sventolando una mano
nell’aria. « Ho chiesto a Fred di utilizzare il nostro migliore tartufo, vero
Joseph? ».
Sorrisi falsa mentre il signor King, uomo di
poche parole, si limitò ad annuire.
Era poco meno di un mese che i signori King, zii
di Royce, mi avevano presa sotto la loro ala
protettiva a Londra e già i miei nervi ne erano messi a dura prova. Non che
fossero cattive persone o che mi facessero mancare qualcosa, ma non riuscivano
proprio a non ostentare la loro ricchezza in tutto ciò che facevano e dicevano.
Nonostante non provenissi affatto da una famiglia di umili origini, non potevo
fare a meno di sentirmi provocata dai loro miseri tentativi di sminuirmi.
La prima settimana lì era stata terribile. Le
continue nausee, i repentini sbalzi d’umore, combinati con il fuso orario erano
stati un incubo. Inutile dire come la signora King non fosse stata minimamente
d’aiuto in tutto ciò, troppo preoccupata che non le rovinassi le pareti rivestite
di stoffa pregiata o i tappeti persiani col vomito.
Per fortuna avevo avuto accanto Agnese la
governante e, a modo suo, Britney, l’unica figlia dei signori King.
Britney King aveva, almeno anagraficamente,
diciassette anni ma ne dimostrava molti meno e non solo per il suo aspetto
fisico. In comune avevamo unicamente il colore dei capelli e degli occhi solo
che lei, piccola e diafana com’era, sembrava possedere le esatte inquietanti
sembianze di una bambola di porcellana parlante. Il suo carattere così ingenuo
e irruento, oltre a farle guadagnare i rimproveri di sua madre, mi avevano fatto considerare che mai io e
lei saremmo potute andare d’accordo. Ma forse, il mio nuovo istinto materno a
protezione dei più deboli mi aveva tradita e così, nel giro di poco tempo,
eravamo diventate amiche.
« Ci pensi che il grande giorno è alle porte? »,
chiese Magda a nessuno dei commensali in particolare. L’esuberanza che
trasudava da ogni poro si sarebbe potuta raccogliere a cucchiaiate. Era ormai
arcinoto: il “ballo delle debuttanti” era
finalmente previsto per quel sabato stesso.
Storsi la bocca inconsciamente sperando poi di
non essere stata notata da nessuno. Alzai lo sguardo e incontrai in un angolo
quello di Ana, la cameriera, che mi sorrise complice.
Era dalla prima sera che l’avevo conosciuta che
la signora King parlava di questo maledetto evento e, a quanto pareva, l’aveva
fatto anche prima, quanto mancava più di un mese.
« Coming-out** », affermò Britney sprezzante,
beccandosi un’occhiataccia dalla madre che, temetti si sarebbe apprestata a
raccontarci, per l’ennesima volta, come era stato splendido e indimenticabile
il suo, nel quale aveva conosciuto Joseph, suo marito.
Anche Britney riponeva molte speranze in quello
che per me non era altro che un semplice ballo in cui ragazzine, più o meno
stupide, si mettevano in mostra al miglior offerente.
« Rosy », la biondina mi ridestò dai miei
pensieri, « perché non vieni anche tu? Ti prego, ti prego », mi domandò per la
centesima volta, nonostante ritenessi l’argomento chiuso e sepolto, ma Magda mi
precedette prima che potessi declinare l’invito, « Britney, tesoro, lo sai che
non può », la riprese, « Vedrai, Agnese, si prenderà cura di te », aggiunse
poi, rivolgendosi a me.
Non avrei potuto chiedere di meglio di una
giornata totalmente libera dal vedere
le loro facce. Sebbene io fossi libera quanto poteva esserlo una farfalla con
le ali recise.
I King, Royce
compreso, non avevano fatto altro che imprigionarmi in una gabbia, una gabbia
fatta d’oro ed ipocrisia, tenendosi ben lontani dal mostrarmi e nascondendomi
come se io e il mio bambino fossimo un disonore.
Mi ero illusa
che a Londra avrei potuto frequentare un college, stare a contatto con altre
persone, continuare a vivere la mia vita normalmente, ma tutto quello che mi
era stato concesso, con la scusa di non farmi affaticare troppo e per il bene
del bebè, era stato un istitutore privato e delle noiosissime lezioni di
pianoforte.
Non mi ero illusa solo di quello, però. C’era un
altro pensiero che, come una tarma, scavava nel mio cuore: non sapevo quanto mi fossi sbagliata a considerare
che dall’altra parte dell’Oceano, così lontana e impegnata a ridisegnare la mia
esistenza, non avrei più pensato ad Emmett…
Certo, potevo continuare a fingere che lui non
esistesse, come se non fosse mai entrato nella mia vita, ma dentro sentivo
farsi sempre più grande quella voragine che prima o poi, lo sapevo, mi avrebbe
annientata.
Intanto, non mi restava che contare segretamente
i giorni che mancavano per tornare, insieme al mio bambino, alla mia vita.
« Roooosy! », urlò
Britney entrando di corsa nella mia stanza, svegliandomi di soprassalto.
« Che
c’è? », le risposi guardandola in malo modo.
Una piccola “o” le si disegnò sulla bocca e il
suo sguardo si fece scontento.
Non era mia intenzione trattarla male ma avevo
passato l’intero pomeriggio abbracciata alla tavoletta del water ed a piangere, tutto ciò che mi
ci voleva era un po’ di riposo e tranquillità ma a quanto pareva Britney non
era dello stesso avviso.
« Ma io volevo solo…
», provò a scusarsi, « Non hai una bella cera, sai? », mi disse guardandomi
meglio, piegando la testa di lato il che, anziché irritarmi, mi fece sorridere.
Non ero abituata a tutta quella
schiettezza a Forks. Certo, a volte era del tutto
inappropriata ma per lo meno era vera. Era appurato che a Forks,
anche se avessi avuto le sembianze di un alieno, le mie compagne di squadra mi
avrebbero comunque assicurato di essere bellissima.
« Volevo raccontarti del ballo…
», il suo viso s’illuminò pensando a ciò che fremeva dal dirmi. Si inginocchiò
al bordo del letto, accanto a me, infischiandosene dell’abito bianco che si
sarebbe potuto sciupare. Sembrava una piccola sposa.
« Non puoi raccontarmi un’altra volta? Domani,
per esempio ? », proposi con una voce più calma.
Britney parve pensarci un po’ ma poi scosse i
suoi capelli boccolosi. « No, Rosy! È importante. Troppo. Troppissimo.
Davvero ».
« D’accordo », asserii. Dopotutto era difficile che riprendessi sonno subito.
Con l’aiuto dei gomiti mi misi a sedere e Brit mi aiutò a posizionare meglio il cuscino dietro la
schiena, dopodiché le feci spazio perché anche lei potesse sdraiarsi accanto a
me sul letto.
« Pronti? », mi domandò appoggiando la mano
sulla mia pancia tonda.
Sorrisi e l’anticipai: « Scommetto che hai
conosciuto un ragazzo… ».
Sbarrò gli occhi sorpresa arrossendo, il che mi fece
capire che ci avevo proprio preso.
« No », lisciò la fascia rossa del vestito sotto
il seno imbarazzata, « non è un ragazzo… è un uomo »,
mi corresse.
« Matt McCarty », scandì il suo nome con orgoglio come fosse il
suo eroe, il suo eroe personale.
« Uhhh », la presi in
giro, solleticandole un fianco.
Le guance le si imporporarono di un rosso
acceso, in contrapposizione col suo solito colorito latteo.
« Sei rossa come la tua fascia », la schernii.
« Smettila o non ti dirò più nulla », minacciò
alzando l’indice. A volte sembrava tale e quale a sua madre.
« Già non dovrei essere qui a raccontarti nulla
», precisò, « E’ tutto un segreto. Un segreto d’amore ».
« Questo l’ha detto lui? », alzai un
sopracciglio.
Iniziavo a preoccuparmi. Infondo Brit era una ragazza ingenua, facilmente condizionabile.
« Bèh », giocherellò con i suoi capelli, « in
realtà ha detto solo che era un “segreto”, “d’amore” l’ho aggiunto io », dichiarò
arrossendo nuovamente.
« Cosa si prova, Rosy? Cosa si prova ad essere
innamorati? », mi domandò agitata, cogliendomi alla sprovvista.
« Non credo esista una legge universale, uguale
per tutti », replicai osservando il suo viso un po’ deluso dalla risposta.
« Cosa si prova? », domandai più a me
stessa, « È qualcosa di magico e bello.
Unico, ecco. Il tuo stomaco è un completo tumulto di farfalle colorate e ti
senti come se potessi volare. Senti che potresti urlare il suo amore al mondo
intero e avverti un’incredibile solitudine quando lui non c’è. Pensi che non
possa mai esserci nessuno come lui, nessuno che ti farà sentire come ti fa sentire
lui tra le sue braccia.
Completa. E quando lo baci per la prima volta, ecco, quello è il preciso
istante in cui vi donate parte della vostra anima… ».
Raccolsi una lacrima nell’angolo dell’occhio prima che Brit
si accorgesse che stavo piangendo.
« E’ stupendo, Rosy, davvero stupendo »,
confermò lei, completamente rapita dalle mie parole e con gli occhi carichi di
speranza, « Beh, tu sei fortunata ad avere il mio bellissimo cugino Roy »,
annunciò improvvisamente euforica, « anche se, senza offesa, Matt lo batte. Oh,
sì, lo batte », ribadì con convinzione.
« Sentiamo… », la
sfidai.
Britney si schiarì la gola come stesse per
iniziare il discorso per la
notte degli oscar. « Quanto è entrato in sala è stato impossibile non
notarlo. Ho sentito domandare a qualcuna chi fosse ma, sinceramente, ero troppo
impegnata a contemplarlo per prestarci attenzione ».
Sorrisi immaginandola con la bocca semi-aperta e
gli occhi sgranati in direzione di quello sconosciuto che l’aveva rapita al
primo sguardo ma Brit non mi prestò attenzione,
continuando il suo racconto.
« Ha ballato con Mel e Nicole ma poi… », gli occhi le si illuminarono e sbatté più volte le
ciglia prima di continuare, « ma poi ha voluto ballare solo con me. Per tutta
la sera », disse con sguardo trasognato, « Non puoi immaginare, Rosy, temevo
che il cuore mi uscisse dal petto, lì, proprio davanti a tutti ».
Provai una piccola gioia a vederla così e anche
un po’ di commozione, ad essere sincera, verso quella che, nel giro di un mese,
era diventata una sorellina per me. Nemmeno un briciolo di gelosia o invidia.
La gravidanza mi stava cambiando. Emmett mi
aveva cambiata, facendomi sentire cose che non pensavo nemmeno di riuscire a
provare prima. Della Rosalie stronza non era rimasta che la facciata, la
testardaggine e l’orgoglio. Il mio aspetto fisico, anche quello, stava mutando.
« Ti ha proprio stecchita », ironizzai per non farmi troppo prendere dai sentimentalismi.
« Già », confermò sorridendo.
« Mi ha fatto tantissime domande », rivelò, « dove
abitavo e se avessi sorelle o se, oltre alla mia famiglia, abitassi con qualcun’altro…»
« Ma io so così poco di lui…
», il suo sguardo s’intristì.
« Quando vi rivedrete? ». Avrebbe avuto altro tempo a disposizione
per sapere tutto di lui. Era bello scoprirsi piano piano.
La vidi agitarsi, toccandosi la gonna di tulle.
« Non lo so ». Si morse le labbra nervosa, « Ha detto che sarebbe dovuto
partire ma che tornava… ha la mia mail. Oddio, Rosy,
sento che non potrò resistere un giorno senza vederlo », piagnucolò.
Le sorrisi, un sorriso di quelli che lasciano un
sapore amaro sulle labbra per la veridicità di quanto affermava.
« Potevi, dovevi dirmelo che l’amore
rincoglionisce! », piagnucolò battendo i piedi sul materasso.
Affido a questa lettera i miei sentimenti
affinché arrivino alla persona giusta.
Non sono ancora convinto, una volta finita,
se la invierò o se rimarrà l’ennesimo mio fallimento.
Non dovrei scriverti e neanche pensarti, se è
per questo, ma non mi riesce possibile. Anche solo calpestare il tuo stesso
suolo è un’ infamia. Parto proprio adesso che ti ho trovata…
Non riesco a smettere di pensare a quanto
sono stato vigliacco e a quanto lo sono anche ora a nascondermi tra le parole
di questa lettera. Ma non posso farne a meno. M’illudo che così sentirò meno la
tua mancanza. Mi sembrerai più vicina.
Non
so come abbia fatto ma sono convinto che tu sia
la persona che più sia riuscita
a capirmi, anche se in così poco tempo… ma ci sono
cose che dovresti sapere di me, che ancora non sai, e che non ho avuto il
coraggio di dirti… è successo tutto così in fretta…
e non mi era mai capitato di innamorarmi a prima vista di qualcuno, come è
avvenuto con te. Non mi era mai capitato di innamorarmi punto. Mi odieresti e
disprezzeresti per il resto della tua vita ma, almeno, non saremmo più due
cuori che si cercano disperatamente.
Non
avrei dovuto lasciarti quella sera. Avrei dovuto stringerti e non lasciarti
andare via, per nessun motivo al mondo.
Hai
idea di cosa significhi toccare il paradiso e poi ritrovarsi in quest’inferno?
Non
so se vuoi sentirtelo dire, ora come ora, ma ti amo.
Tuo
per sempre…
…matt
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Il titolo è un gioco di parole e fonico, allo stesso tempo. In italiano sarebbe
“ti presento Matt”. Come sapete in inglese la “a” si legge “e” quindi si
legge “Mit Mett”…
**L'espressione
abbreviata comunemente usata, coming out, ha un
contenuto ironico, in quanto era – e in parte è ancora – l'espressione usata per
indicare il "debutto in società" di una giovane adolescente, di
solito al ballo
delle debuttanti.
In
Italia, l'espressione coming
out, che indica una scelta deliberata, è molto spesso confusa con outing, che indica invece l'esposizione dell'omosessualità di qualcuno da parte di terze
persone senza il consenso della persona interessata. [Fonte: Wikipedia ]
Eccomi.
Se siete riuscite a reggere fino alla fine, vi ringrazio molto.
È
un momento in cui l’ispirazione mi sta abbracciando un po’ in tutti gli ambiti.
Non posso che esserne stracontenta.
Abbiate
pazienza ma sono reduce da un addio al nubilato che ho organizzato interamente,
pur non essendo la testimone e direi che è stato un successone! Mi faccio i
complimenti da sola.
Tornando
al capitolo.
per
prima cosa mi scuso: so che per chi legge fan fiction avere nuovi personaggi
spesso è una rottura, ma cambiando ambientazione (in questo caso addirittura
città) non potevo non descrivere un minimo dell’ambiente, delle persone che
circondano Rose... Degli zii non vi chiedo neanche, ma di Brit
che ne pensate?
Non
so ancora se il prossimo capitolo sarà un AlicexJasper
o se sarà un Pov Isa. Preferenze?
Questa
volta non concludo con le preghiere a recensire. Onestamente a volte penso di
sprecare fiato (in questo caso i tasti del pc)…
quindi fate un po’ come vi sentite di fare (davvero, ve lo dico col sorriso).
Ultimissima
cosa, poi, giuro, vi lascio andare: insieme alla mia Beta (che non finirò mai
di ringraziare) abbiamo iniziato una nuova originale: S(he). Nel caso ve la foste persa e avete
voglia di leggerla ecco il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1024243&i=1
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Come sempre un GRAZIE a chi ha inserito la ff tra le preferite/seguite e chi legge in silenzio.
Invito chi non l’avesse ancora fatto ad iscriversi.
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128 persone mi hanno aggiunta tra gli autori preferiti.
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