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Autore: sterne    18/04/2012    12 recensioni
La sua mano adesso sfiora il mio braccio e la pelle sembra ustionarsi sotto il suo tocco. Mi allontano cercando di andare via.
- “Veronica ti prego rimani. Voglio parlare un po’.” Mi fermo senza volerlo realmente.
- “Per quale ragione? Non abbiamo nulla da dirci io e te, non più.” trattengo le lacrime quando immagini di noi si susseguono nella mia mente come flashback.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"Lucciole e lacrime"

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I'm so tired of being here
Suppressed by all my childish fears
And if you have to leave
I wish that you would just leave
'Cause your presence still lingers here
And it won't leave me alone

These wounds won't seem to heal
This pain is just too real
There's just too much that
time cannot erase

 
But you still have
All of me

 
- “Si chiamano Belle di notte”
Il brusio della folla viene coperto da quella voce così familiare. Gli anni di lontananza non hanno sopito il dolore e non hanno cancellato i ricordi. Ogni volta che ne sento il suono è inevitabile tremare. Lo sento avvicinarsi e prego il cielo che non mi sfiori, il mio cuore potrebbe non riuscire a trattenere tutte le emozioni che provo. Allunga il braccio per toccare i fiori che fanno da bordura di fronte a noi. Tanti fiori gialli e fucsia guardano fieri il cielo stellato. Una lucciola vi si posa sopra pochi istanti dopo.
- “La luna li ha creati per esaudire il desiderio di Lumil, principe delle lucciole.” Continua e non ho la forza di parlare. Ogni volta la sua voce mi destabilizza, il suo profumo mi stordisce, taccio e reprimo l’urlo di dolore che vorrebbe uscir fuori dal mio petto. “Le lucciole erano condannate a vagare senza meta per tutta l’estate in cerca di un fiore su cui posarsi. Ma di notte non c’erano fiori dischiusi. Il desiderio di Lumil, era trovare un fiore dove riposare, la luna un giorno esaudì il suo desiderio e creò le Belle di notte. Tutti i sogni prima o poi si realizzano.”
-“Tutti tranne il mio…” Sospiro senza nemmeno rendermene conto. Di tutto ciò che potevo dire ho detto ciò che non dovevo.
La sua mano adesso sfiora il mio braccio e la pelle sembra ustionarsi sotto il suo tocco. Mi allontano cercando di andare via.
- “Veronica ti prego rimani. Voglio parlare un po’.” Mi fermo senza volerlo realmente.
- “Per quale ragione? Non abbiamo nulla da dirci io e te, non più.” trattengo le lacrime quando immagini di noi si susseguono nella mia mente come flashback.
- “Veronica per favore, sono venuto per te. Lo sapevo che la mostra era la tua, volevo vederti.”
- “Appunto, la mostra è la mia. I mie ospiti mi attendono devo tornare dentro.” Rimango immobile senza girarmi nemmeno, cerco di mantenere il tono più freddo possibile ma la mia voce traditrice trema ugualmente. Sento i suoi passi alle mie spalle e prego con tutta me stessa che si fermi.
- “Veronica…” stringe la mia mano costringendomi a girarmi e guardarlo negli occhi. Quegli occhi  blu come il mare. Quel colore così particolare che cambia quando è felice o quando è triste. Quel colore così diverso dal mio, ma, che ricordo giorno dopo giorno. I suoi capelli neri e ribelli contornano il viso perfetto. “per favore, vieni via come me. Sono tornato per te in città, mi sono reso conto di amarti ancora. Lo so, ho sbagliato non dovevo lasciarti così, però sono successe tante cose in quel periodo, noi eravamo solo due ragazzini…”
- “Andrea mi hai lasciata da sola, quando avevo più bisogno di te. Ti prego va' via.”
- “No! Non me ne vado.Veronica, lo vedo nei tuoi occhi, lo vedo da come tremi, lo vedo che anche tu mi ami ancora come ti amo io.” Guardo i suoi occhi e tremo, pentendomi delle mie scelte passate e maledicendomi per avergli nascosto la verità e avere dato tutta la colpa a lui. Eravamo giovani è vero, ma ci amavamo e l’amore supera ogni cosa. Noi invece ci siamo detti addio senza nemmeno pensarci due volte, il suo lavoro l’ha allontanato da me e i cambiamenti che stavano succedendo a me, mi allontanarono da lui.
- “Andrea io sono sposata. Mi sono sposata un anno dopo che te ne sei andato tu. Ed ho una bambina di tre anni, Andrea mi dispiace. Come vedi non tutti i sogni si realizzano nella vita. Il mio eri tu...”
Lo lascio lì senza aggiungere altro con la morte nel cuore e piango perché è vero che lo amo ancora come quattro anni fa.
Entro nella sala dove sono esposti i miei quadri. La gente parla come se niente fosse, non si è nemmeno accorta della mia assenza.
-“Mammina, mammina.” La mia principessa corre verso di me. La prendo tra le braccia cullandola e guardo i suoi occhi blu come il mare, sorride e con le manine sposta dalla sua fronte un ricciolo nero ribelle.
-“Perché piangi mammina?” mi chiede con la voce tremante.
-“Non piango bambina mia, è colpa dei fiori che ci sono là fuori.”
 
 
 
SPAZIO PER ME
 
Buon pomeriggio fanciulle mie. Questa os nasce da una notte insonne, so che potrebbe non avere né capo né coda ma spero che vi abbia emozionato almeno un pochino. Io praticamente sono una valle di lacrime ahhaha.
La storia che ho citato è la leggenda delle lucciole e la canzone citata è “My immortal”.
Grazie mille in anticipo a chi la leggerà e lascerà un segno.
Un grazie enorme va a Chiara e Giulia che mi ascoltano e mi consolano quando sono in crisi esistenziale.
Grazie di cuore alla meravigliosa Delena85 per il banner. Non è stupendo? Questo è il mio gruppo storie Tra incanto e disincanto
Clara
 
 

   
 
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