_CAPITOLO
1_
Uff.... Sono tre ore che questa qui va avanti a parlare
dei suoi problemi familiari, mi chiedo se abbia capito che ci siamo incontrate
solo per motivi lavorativi e non per discutere del modo acido con cui sua madre
le ha chiesto di partecipare alla cena di famiglia due giorni fa.
<< Luce! Sei proprio tu? Oh mio Dio da quanto
tempo non ci vediamo! >> Chi mi chiama? Beh chiunque sia deve
essere santificato!
<< Scusa un momento Beth >> Chiedo alla
mia collega di aspettare un momento, mi giro e riconosco una donna alta, con il
seno prosperoso, capelli tinti biondo platino, lisci.... Mi sembra quasi una barbie, solo
versione intellettuale, con occhialetti da maestra.
<< Sissi! Da quanto tempo che non ci vediamo! Come
stai? >> Era una delle mie compagne di liceo.
<< Io sto bene, ultimamente me la sto spassando
parecchio! Scusa ma sbaglio o sei ingrassata un pochino, non é che sei incinta
per caso? Ahahahah > > Sissi é sempre stata così per me, una amica, ma
anche un po' nemica.
<< Ma che dici! Non ho più un fidanzato da secoli.
>> La mia ultima relazione è stata a distanza, con un uomo conosciuto in
Egitto, la meta del mio ultimo viaggio.
Diciamo che non fu una grande idea quella di mantenere un
rapporto a chilometri di distanza.... La relazione finì tre settimane dopo che
tornai in Italia.
<< Allora immagino che tu per questa sera non abbia
impegni, abiti sempre in periferia giusto?! Allora ti passo a prendere, alle 20
fatti trovare pronta, ho una grande sorpresa per te! E comunque ti trovo in
gran forma. > >
<< Scusa ma veramente questa sera io non potrei....
>> Cerco di rispondere ma niente ormai é andata. Mi toccherà
annullare la mia riunione. Tutti quelli che conoscono Sissi sanno che quando ha
in mente qualcosa nessuno può rimuovergliela.
Così telefono alla mia migliore dipendente, nonché
migliore amica, Sarah. Le dissi di rinviare la mia riunione bisettimanale
riguardo alla collezione di abiti che sto confezionando con un aiuto da parte
delle mie dipendenti, che mi suggeriscono idee e mi aiutano nella realizzazione
dei seguenti.
Alle 19 rientro a casa.
Sono distrutta.
Beth non smetteva più di raccontare fatti esterni al
lavoro, quindi cambiando argomento bruscamente più volte sono riuscita a farle
capire che non mi interessava sapere nulla sulle sue indecisioni riguardo al
mettere nel suo salotto tende blu o bianche.
Merda.
Mi sono completamente scordata del mio appuntamento con
Sissi. E ora cosa mi metto, sono mesi che non esco la sera per queste
occasioni!
<< Okay, calma Luce. Possibile che gestendo uno dei
più importanti negozi di moda della città, io non abbia neanche un abito da
sera?! No. >> Velocemente mi precipito nella mia cabina armadio e
dopo aver scartato almeno una ventina di abiti da sera opto per un tubino nero,
classico, con una collana di perle nera e bianca e tacchi alti neri.
Guardo l'ora, le 19 e 45, tempo per trucco e piastra.
Alle 20 ho miracolosamente finito di prepararmi e mi
avanza anche il tempo per dare del cibo al mio gatto, Zia, che non ha smesso
mai di miagolare da quando sono arrivata.
Poco dopo suonò il campanello, era Sissi. La guardai con
occhio curioso, indossava scarpe altissime rosa shocking dello stesso colore
della minigonna, sopra un top nero con molte paillettes. I suoi capelli erano
diventati ricci e i suoi occhiali erano svaniti!
Beh per la verità a me sembra un po' un fenomeno da
baraccone.
<< Allora cara sei pronta a partire? >> Mi
chiede lei.
<< Si, voglio proprio vedere la sorpresa! >>
Rispondo con tono sicura, soffocando una risata vedendo che aveva un pezzo di
insalata tra i denti.
Io non mi reputo perfida quindi con il modo più discreto
che ho la avverto dell'insalata. Lei tira fuori un piccolo specchio dalla
borsa, si gira di scatto e quando si rigira vedo di nuovo il suo sorriso bianco
e perfetto.
Ci fermiamo davanti un affollato ristorante molto bello.
All'interno ci sono poltroncine bianche, cocktail colorati serviti da eleganti
camerieri e tanti tavoli apparecchiati, tra questi ne noto uno molto grande con
almeno una ventina di persone lì sedute. Strano tutte facce a me note....
Oh mio Dio ci stiamo dirigendo proprio verso di loro!
No,no,no,no quello di cui oggi proprio non ho bisogno ne di rivedere persone
che nella mia adolescenza, ne sono sicura le ho viste quando avevo almeno sotto
i diciotto anni, mi presero in giro a causa della mia acne, del fatto che non
curassi il mio aspetto e del fatto che praticamente mi vestivo sempre come una
mendicante.
Oh merda ora inizio a capire come si sentivano quelli che
nei film andavano verso morte sicura.
Aspetta ma quella... quella é.... Laura, una mia compagna
di classe del liceo, ma che ci fa lei qui?
<< Ciao Luce! Cavolo come sei cambiata... Non sei
più piena di brufoli! Ahahah... Beh meglio per te! Ti ricordi di me? Sono
Pamela, Pamela Violi! >> Oh-mio-Dio.... Quella ragazza non faceva altro
che deridermi e ora perché si comporta così?
Beh sarà solo per una sera quindi devo stare al gioco!
Intanto mi giro intorno e vedo cono orrore che ci sono
tutti i miei vecchi compagni di classe della scuola superiore, che mi fissano
con gli occhi luccicanti a causa della luce nel ristorante, tutti sembrano come
fossero sotto lo strano effetto di una droga, e vedessero in me qualche cosa di
strano.
Mi scappa una risatina immaginandoli tutti un po' confusi
e storditi a causa dell'effetto degli stupefacenti!
<< Pamela! Che piacere rivederti, come vanno gli
studi? Mi sono arrivate voci che hai preso altre lauree... >>
Andai avanti a discutere in modo fintamente interessato,
parlai un po' con tutti e stranamente tutte le persone che al liceo mi
disprezzavano e mi guardavano dall'alto al basso, sembrava che fossero cari
amici, soprattutto quando dissi a tutti i presenti a tavola che " Monroe ",
in negozio più elegante, casual ma anche fashion della città era mio.
Finita la cena, passati al caffè, vedo che un uomo della
mia età piuttosto di fretta, si sta avvicinando al nostro tavolo.... Cavolo! E'
Mirco.... Lui era il ragazzo di cui fui completamente innamorata per tutti i
cinque anni di liceo.
Un brivido mi percorse lungo tutta la schiena, okay non
potrò farcela a sopravvivere con lui nella stessa stanza, allo stesso tavolo...
non dopo quello che successe sette anni fa, quando frequentavo la quinta
superiore.
Mirco infatti mi rovinò l'esistenza per un lungo periodo;
prima si fidanzò con me, mi usò solo per qualche settimana e poi iniziò a
tradirmi con Pamela, capisco che magari il mio aspetto non era dei migliori, ma
questa non giustifica tale comportamento.
Quando lo scoprii tutto ciò che era attorno a me era come
se non esistesse più, mi veniva in mente solo la frase: " ma tu, Luce
Relli, come hai fatto ad essere così stupida? ".
Comunque dopo ciò che succedette non gli rivolsi più la
parola.
Io e lui ci scambiammo un'occhiata furtiva, si
sedette a due posti di distanza da me. Mi sembrava diverso, cambiato, mi chiedo
cosa sia successo tra lui e Pamela. Non feci in tempo a farmi la domanda che...
<< Caro! Come è andata la riunione? Sapete io e
Mirco in questi anni abbiamo vissuto molti alti e bassi ma ancora ci amiamo
molto! >> Disse Pamela con aria soddisfatta.
All'improvviso mi venne il volta stomaco, ma in che
situazione mi sono messa? Devo andarmene, mi alzerò con una scusa, si!
<< Ragazzi, questa rimpatriata è stata bellissima,
ma... ma il lavoro mi aspetta! Spero di rivedervi presto! >> Okay, forse
l'hanno bevuta.
Beh è stato più facile di quanto pensassi.
<< Luce! Ma dove vai, sono solamente le 22 e 30,
credo che tu possa dedicarci ancora un po' del tuo tempo! In fondo, anche io ho
una brillante carriera come arredatrice, ma non scappo subito come te! >
> Disse Pamela con aria di sfida.
Okay, io la odio, la odiavo e continuerò a odiarla per il
resto dei miei giorni.
Però ora cosa rispondo?
<< E va bene se proprio insistete rimarrò, ma
avendo un impegno con una mia collega, dovrò chiamarla per riferirle che non mi
presenterò. >> Compongo il numero di Sarah, poi cosa le
dirò... intanto speriamo che risponda.
<< Pronto, sono Sarah chi parla? >>
<< Sarah! Sono Luce devi venire qui, non sai in che
guaio mi sono cacciata! Il ristorante si chiama " Notte accesa ",
per favore vieni, vieni, vieni! >>
<< Okay, okay verrò! Sarò lì tra una ventina di
minuti. >> Sarah è proprio una brava persona, l'ho conosciuta quando
avevo diciassette anni, ci conoscemmo nel bar in cui lavoravo part-time, lei
era una cliente fissa e quando veniva parlavamo dei nostri problemi familiari,
scolastici e amorosi.
Purtroppo fui licenziata un anno dopo, ma mantenemmo i
contatti e continuammo a frequentarci, diventando migliori amiche.
Quando arrivò, dissi che sarei andata in bagno, mi
allontanai da tavola e le andai incontro. Spiegai a Sarah la situazione e
decise che mi avrebbe aiutato ad uscirne.
Escogitammo un ''piano''.
Io tornai a tavola e lei dopo poco si presentò dicendo:
<< Luce! In negozio abbiamo urgente bisogno di te.
Per favore vieni via! >> Tutti i presenti la guardarono allibiti.
Aveva funzionato.
<< Mi dispiace veramente, ma io ho molto da fare in
questi ultimi anni e per avanzare nella mia carriera devo fare delle rinunce,
almeno non rimarrò a vita come un'arredatrice senza successo ma diventerò
un'importante stilista di fama mondiale. >> Pamela mi fulminò con lo
sguardo e tutti rimasero zittiti, presi le mie cose, feci cenno di saluto con
la mano e me ne andai in direzione della porta d'uscita.
Fuori dal ristorante io e Sarah ci guardammo e iniziammo
a ridere come due sceme.
Dopo una veloce chiacchierata, ci salutammo e lei andò in
direzione di casa sua.
Io rimasi un altro po' fuori dal ristorante, il tempo di
rispondere ai messaggi inviati dalle mie colleghe.
Istintivamente guardai verso il ristorante, poi mi voltai
di nuovo verso la strada e iniziai a camminare in direzione di casa mia.
In fondo non è tanto lontana, sto camminando con passo
veloce, quando avverto la presenza di un'altra persona, una che cammina alla
mia stessa velocità mi volto e vedo... no non può essere lui, che cazzo ci fa
qui?
Oh mio Dio!
Ora scappo correndo!
Perché Mirco mi sta seguendo?
Presa dal batticuore, svolto in viuzze, non so dove mi
porteranno, con la coda dell'occhio do una sbirciata dietro e lui è ancora lì,
che cammina frettolosamente.
Mi chiama un po' di volte, ma io lo ignoro e affretto
ancor di più il passo.
Sembra che non voglia lasciarmi in pace.
Okay, ora basta! Mi giro, resto immobile per una manciata
di secondi poi le parole mi escono come un fiume senza che riesca ad
analizzarle prima.
<< Perché mi stai seguendo? Cosa vuoi da me non ti
è bastato rovinarmi l'intera esistenza, usandomi e poi scaricandomi come fossi
uno stupido giocattolo ancora funzionante ma solo con qualche
ammaccatura? >>
<< Wow! Credevo che avessi dimenticato quella
storiella! Comunque ti ho seguito perché avevi lasciato al ristorante le chiavi.
>> Oh cavolo, che figura!
Aspetta ha detto storiella!?
<< Hai detto "storiella" ?! Tu forse non
ricordi bene quello che mi hai fatto? >> Mio Dio! Gli darei una pugno
dritto sul naso!
<< Mi ricordo, è che ormai ne è passato di tempo!
>>
<< Ci rinuncio, a parlare con te non concludo
niente, dammi le chiavi così vado. >> Lui me le porge, mi avvicinò per
prenderle...ma, ma cosa fa?
<< Dammi le mie chiavi! >> Sembriamo due
bambini.
Io cerco di prenderle dalle sue mani ma lui le allontana
subito dopo.
Ahahahah.
No, Luce non ridere, lui è il cattivo!
Faccio un balzo e come una pera gli cado addosso.
Ci ritroviamo tutti e due per terra in mezzo alla via.
Sto ridendo come una scema, ignorando la mia testa che mi
dice di non ridere. Mi passa le chiavi e questa volta le prendo, poi mi alzo di
scatto e lui fa la stessa cosa, tira fuori un pennarello dalla sua valigetta,
mi scrive qualche cosa nel braccio e alza la testa, mi guarda negli occhi, si
volta e se ne va.
Guardo allibita la scritta nel braccio, è il suo numero
di cellulare!