21/04/2012
4 recensioniSe il buon giorno si vede dal mattino…
Caldo. Dentro quella stanza c'era un caldo tremendo. Rosie non ci era mai stata e non sapeva dove fosse. Aveva un mal di testa allucinante e la vista un po’ appannata. Notò di essere sdraiata sulle mattonelle nere e verdi del pavimento, su una montagna di cuscini di raso del medesimo colore. Si mise a sedere e portò una mano alla tempia cercando di alleviare il dolore. Le serviva una pozione antidolorifica. Doveva uscire di lì e tornare nella sua stanza a recuperare la borsa. Si alzò e ci mise un po’ a capire di essere nuda.
-Oh no- pensò. Ma dov'era finita?? Cercò di ricordare cosa avesse fatto prima del suo risveglio in quel posto assurdo ma non le venne in mente niente. Vuoto totale.
-Buongiorno-
Si voltò di scatto per capire chi avesse parlato e si maledisse per averlo fatto così in fretta.
Rimase letteralmente a bocca aperta.
Dietro di lei c’era un ragazzo di una bellezza mozzafiato. Si prese un po’ di tempo per guardarlo bene. Fisico da atleta (sicuramente era nella squadra di Quidditch), capelli biondi e occhi di un grigio magnetico.
Cercò di darsi un po’ di contegno. Non ci riuscì ma almeno adesso aveva la bocca chiusa.
-E tu chi sei?- chiese con un tono un po’ incerto.
Un sorriso da sbruffone fece capolino sul viso di lui.
-Davvero non ricordi?- chiese.
-Direi di no se te lo sto chiedendo… -
-Allora devo chiedere ad Albus di portarti più spesso alle nostre feste, così magari ci conosciamo anche da sobri… - le rispose ridendo apertamente.
Rosie si stava decisamente innervosendo. Ricordava di aver già visto quel tipo al tavolo dei Serpeverde quando faceva colazione con suo cugino, ma non ne ricordava il nome.
Non gli rispose nemmeno e si girò per raccattare il suoi vestiti sparsi per tutta la stanza.
Oddio, che casino che avevano fatto la sera prima!
-Ehi, abbiamo fretta?- chiese il biondo continuando a guardarla malizioso e divertito.
Lei lo ignorò e continuò a saltellare per la stanza alla ricerca della sua gonna.
-Non ti hanno detto che è maleducazione ignorare la persona con cui stai parlando? – continuò il biondo, stavolta un po’ stizzito. Evidentemente odiava che qualcuno non pendesse dalle sue labbra.
-Ma io non sto più parlando con te- gli rispose sempre più infastidita. Stupido mal di testa e stupido biondino.
-Ma io sto ancora parlando con te-
-E allora smettila che ho già un mal di testa assurdo, ci mancavi solo tu-
Se il buon giorno si vede dal mattino, decisamente quello era iniziato con il piede sbagliato.
Rosie non ne poteva più, così chiuse la camicetta alla menopeggio e aprì la porta della stanza per andarsene.
-Ciao- gli disse.
-Ehi, aspetta! Dove vai?- le urlò dietro il ragazzo mentre la fermava per un polso.
-Lasciami! Devo tornare nella mia Sala Comune-
-Aspetta. Rimani ancora un po’. Davvero non ti ricordi niente di quello che è successo tra di noi?- le chiese, questa volta con un tono di voce un po’ incerto
-Si, davvero. E ora fammi andare. Ho fretta-
Diede uno strattone al suo braccio e si liberò dalla sua presa, incamminandosi velocemente lungo il corridoio.
Era in un ritardo mostruoso e ancora non era riuscita ad arrivare alla sua stanza.
Non si girò verso il ragazzo che si era sporto dalla porta con legato in vita solo un lenzuolo così come non vide la sua smorfia triste, ma sentì ugualmente le sue parole.
-E comunque sono l’amico di tuo cugino, Scorpius-
Rosie sorrise. Ecco dove lo aveva già visto!