Serie TV > Una mamma per amica
Segui la storia  |       
Autore: ReaderNotViewer    22/04/2012    6 recensioni
Dieci scene tratte da un'ipotetica ottava stagione. Dieci gocce, tutte rigorosamente commestibili
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

MAIONESE



“Potrei avere un po’ di maionese, per favore?”
“Mi spiace, signora, l’abbiamo finita” si scusò la hostess con un sorriso tirato. L’aereo aveva già accumulato un ritardo di quasi due ore, più della metà della durata prevista del volo da Dallas.
“Pazienza, non importa” sospirò educatamente Anna, guardando tristemente la floscia insalata mista che era tutto ciò che poteva sperare di mettere nello stomaco ancora per molto tempo. Poco ma sicuro, se Luke avesse insistito perché lei e April si fermassero a mangiare al suo locale, questa volta avrebbe accettato.
“Posso offrirle la mia maionese? Non l’ho nemmeno aperta.”
L’uomo, seduto al lato opposto del corridoio, era esattamente il tipo affascinante e simpatico al quale le hostess portano sempre l’ultima bustina di maionese rimasta. Aveva dei magnifici occhi azzurri, che però erano rimasti chiusi per quasi tutto il viaggio. Doveva essersi svegliato in tempo per mangiare e per scoprire che stavano per arrivare all’aeroporto di Bradley: uomo fortunato, oltre che attraente.
“Beh, grazie” accettò tendendo la mano per prendere la microscopica bustina di salsa. Lui le sfiorò le dita senza averne l’intenzione e le sorrise. Non portava la fede.
“Siamo un po’ in ritardo, direi.”
“Di un’ora e mezza abbondante.”
“Un po’ più che un po’” convenne l’attraente sconosciuto, gettando un’occhiata al costoso orologio che portava al polso.
Anna sorrise ma non accennò a voler continuare la conversazione e si dedicò invece alla sua insalata, mentre l’uomo chiedeva in prestito un quotidiano finanziario al suo vicino di posto. Anna aveva smesso da tempo di attaccare discorso con affascinanti sconosciuti incontrati in viaggio. Anche se, ora che si avvicinava il momento in cui April sarebbe andata al college, non poteva fare a meno di chiedersi che cosa avrebbe fatto lei per il resto della sua vita, oltre a lavorare, occuparsi di sua madre e aspettare le visite della figlia.
Una serie di sobbalzi poco rassicuranti la distolse da questo deprimente corso di pensieri. Notò che la donna seduta alla sua sinistra si era subito irrigidita e commentò a voce alta, per rassicurarla:“C’è un temporale.”
La passeggera annuì impallidendo e guardò attraverso il finestrino il cielo divenuto improvvisamente scuro. L’uomo che le aveva offerto la sua maionese si era girato verso il finestrino dalla parte opposta, perciò Anna non riuscì a capire se anche i muscoli del suo collo fossero contratti.
Lei stessa, che pur non avendo mai temuto di volare aveva ugualmente sentito una punta d’inquietudine, provò un notevole sollievo quando finalmente l’aereo cominciò a planare dolcemente sull’aeroporto di Bradley. Il velivolo toccò terra un po’ bruscamente tra il fragore dei tuoni e il silenzio quasi assoluto dei passeggeri, come se tutti in fondo al loro cuore nutrissero qualche timore che un viaggio cominciato male potesse concludersi ancora peggio.
All’arrivo si alzarono tutti in massa con innaturale allegria, evidentemente ansiosi di mettersi in coda per raggiungere l’uscita e dimenticare quella parentesi poco piacevole. Anna perse di vista il passeggero della maionese nel trambusto delle operazioni di sbarco.
Davanti all’agenzia che noleggiava auto all’interno dell’aeroporto si era formata una fila di clienti, in gran parte seduti sulle valigie, come se si fossero accampati in qualche modo mentre si prolungava la loro attesa. Un impiegato scarmigliato ed esausto le spiegò, con voce arrochita a furia di ripetere le stesse cose, che per colpa delle strade allagate molte automobili non erano state riconsegnate in tempo e che perciò non ce n’erano al momento di disponibili. Le altre agenzie di autonoleggio non sembravano messe meglio e alla stazione degli autobus davanti all’aeroporto si era già creato un tale assembramento che non tutti i presenti erano riusciti a ripararsi sotto le ampie tettoie e parecchie persone erano rimaste all’aperto sotto la pioggia battente. Di taxi, in compenso, neppure l’ombra.
‘Che diavolo’ pensò Anna. In quel momento si sentiva profondamente irritata con Luke Danes, che l’aveva addirittura trascinata in tribunale perché gli fosse riconosciuto il diritto di vedere regolarmente una figlia della cui esistenza era stato completamente e felicemente ignaro per dodici lunghi anni. Era colpa sua se adesso si trovava bloccata all’aeroporto di Bradley con lo stomaco quasi vuoto e la prospettiva di dover affrontare uno scomodo viaggio in pullman fino ad Hartford e da qui a Stars Hollow.
Il telefonino di April non era raggiungibile. Telefonare a Luke era diventata ultimamente un’operazione dagli esiti imprevedibili: a quanto pareva, tutti rispondevano ormai a quell’apparecchio, tranne lo stesso Luke. In precedenti occasioni, Anna aveva parlato con un certo Cesar e con una ragazza che diceva di chiamarsi Lane. Con Liz Danes e con un tizio che doveva essere suo marito. Perfino, e questo era stato veramente inquietante, con uno strano uomo di nome Kirk che aveva approfittato dell’occasione per tentare di venderle una tenda canadese per quattro persone. Chiedendosi se non fosse il caso di chiamare direttamente la moglie del suo ex, Anna si trascinò stancamente verso uno dei bar. Sembrava che mettere qualcosa di caldo nello stomaco fosse al momento l’opzione migliore.
L’uomo della maionese era là, appollaiato su uno degli sgabelli, le lunghe gambe attorcigliate intorno al sostegno metallico. Le sorrise vedendola arrivare e le indicò uno sgabello libero a fianco del suo.
Quando è destino è destino: Anna lo raggiunse e ordinò una tazza di caffè. Lui aveva quasi vuotato la sua.
“Viaggio disgraziato” spiegò lui. “Sto aspettando che mi ritrovino i bagagli.”
“Può ben dirlo. Non ci sono più auto a noleggio” sospirò Anna. “Com’è il caffè?”
“Mediocre. La mia ex ne avrebbe già fatto una tragedia.”
“Il mio ex ne prepara uno eccellente. Ha un locale qui in provincia.”
L’uomo la guardò con interesse: “Lei è di Hartford?”
“Ci ho abitato per molto tempo ma ora vivo nel Nuovo Messico.”
“E io ci sono ritornato solo da un paio d’anni. Cattivo tempismo da parte mia.”
Anna incassò il complimento con un sorriso. Il caffè era peggio che mediocre: era pessimo.
“Spero che nel suo bagaglio non ci fosse niente a cui teneva particolarmente.”
“Non direi. Lo smoking era nuovo, ma l’ho macchiato al rinfresco a Dallas. Ero il testimone dello sposo.”
“Con che cosa l’ha macchiato?”
“Con la salsa del cocktail di scampi. E con la crema pasticcera della zuppa inglese.”
Anna lo fissò, interdetta. Lui si mise a ridere: “Non deve pensare che io mi sbrodoli come farebbe la mia bambina, che ha cinque anni. Diciamo che le damigelle della sposa erano molto… esuberanti.”
“Ha una figlia?”
“Due, veramente. Ma la prima ha già finito l’università. Yale, sa” aggiunse con orgoglio. “È sempre stata una studentessa brillante: evidentemente non ha preso da me. Lei ha figli?”
Doveva essere diventato padre molto presto, calcolò Anna.
“Ho una ragazza di quattordici anni” rispose “E anch’io credo che mia figlia non abbia preso da me, perché non fa che vincere premi nelle materie scientifiche.”
Restarono a guardarsi, studiandosi. Sembrava impossibile, pensò Anna. Eppure…
“Non mi dica che lei è chi penso io” si decise lui per primo “Mi chiamo Christopher Hayes. Sono l’ex marito di Lorelai Gilmore, che ha una locanda a Stars Hollow.”
“Anna Nardini. Sono la madre di April, cioè della figlia di Luke Danes, il marito di Lorelai.”
Si strinsero la mano.
“Va a Stars Hollow a prendere April?”
“Vorrei.”
“Visto che siamo praticamente di famiglia, spero che accetterà un passaggio. Ho la macchina nel parcheggio coperto.”
“E i suoi bagagli?”
“Me li manderanno a casa. Se e quando li ritroveranno.”
“Grazie mille” accettò Anna sollevata. Essere la madre della figlia di un uomo e il padre della figlia di sua moglie significa essere di famiglia? A Stars Hollows probabilmente sì.
Mentre si dirigevano verso il parcheggio coperto, Christopher disse in tono noncurante: “Sai una cosa? Potrei accompagnarti direttamente fino a Stars Hollows. Il traffico per entrare ad Hartford è terribile a quest’ora.”
“Ma è proprio lì che tu devi andare” protestò Anna. “Che ci verresti a fare a Stars Hollow?”
Lui ci pensò un po’ su.
“Devo ancora dare un’occhiata al noleggio di macchine d’epoca che Gipsy ha messo su con la vincita alla lotteria. E poi l’espressione di Luke quando ci sono io nei paraggi merita da sola una gita” rispose alla fine.”E sarà ancora meglio se mi vedrà arrivare con te” aggiunse.
Anna rise, sentendosi più allegra di quanto le capitasse da molto, molto tempo.
Quando è destino, è destino.

Per l’ultima volta, alcune note sparse:

(1) Il bel Christopher, affascinante e simpatico quanto inutile, dovrebbe continuare a vivere a Hartford, mentre la piccola Gigi vive ora a Parigi con la mamma.

(2) Ho fatto un po’ di ricerche sui collegamenti aerei, e Anna, proveniendo dal New Mexico, dovrebbe effettivamente fare scalo a Dallas per raggiungere Hartford. April è abbastanza grande per viaggiare da sola, ma Anna potrebbe avere ancora delle faccende da sbrigare in Connecticut, dove ha avuto un negozio di vintage per molti anni e dove dobbiamo supporre abbia lasciato molto amici.

***


Finisce qui il mio mini sequel, spero solo che aver concluso proprio con due dei personaggi meno graditi ai fan non vi abbia troppo dispiaciuto.
Ringrazio le due persone che hanno inserito la storia tra le seguite, le due che mi hanno recensito (detto così sembrerebbero quattro persone ma ad essere onesti sono solo tre, perché una dei recensori aveva già inserito la storia tra le seguite) e gli altri che hanno solo letto: sarete anche pochi ma certamente siete buoni, OK?

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Una mamma per amica / Vai alla pagina dell'autore: ReaderNotViewer