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Autore: _FairyGirl_    22/04/2012    2 recensioni
Il seguito di 'Io Renesmee Cullen'. La vita di Renesmee nella piccola cittadina di Forks con nuovi incontri, nuove emozioni, dolori e gioie da affrontare. La ricerca del suo io ormai è terminata ora dovrà affrontare qualcosa di molto più importante che potrebbe cambiarle la vita per sempre...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Renesmee Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Sorpresina! 
Sono riuscita a scrivere un altro capitolo così non vi faccio aspettare troppo!!
B lettura e mi racc aspetto le vostre recensioni (: Syl**


Quando aprii gli occhi non capivo dove mi trovassi. Sentivo qualcosa di molto morbido sotto di me. Mi guardai attorno e capii di essere in una stanza. Una stanza enorme e bellissima. Ero in un letto, un letto a baldacchino con coperte color oro, lenzuola color argento e la mia testa appoggiava su un morbidissimo cuscino.
Dove diavolo ero? Com’ero finita lì? Prima che potessi rispondere qualcuno entrò entrò nella stanza. Era una donna alta, bella, anzi bellissima con occhi rossi: un vampiro. La guardai attentamente mentre si avvicinò a me. Mi sorrise.
“Ti ho portato qualcosa da mangiare” mi disse mettendomi sul comodino un vassoio con dolci vari e anche qualcosa di salato.
“Sappiamo che mangi cibo umano”
“Sappiamo?” ripetei sentendo la mia voce strana. C’era una nota di paura e non mi piaceva.
“Sì, noi tutti”
“Tutti chi? Dove mi trovo?”
“Mi dispiace ma non posso dirtelo”
“Che significa? Chi mi ha portato qui?” dissi alzandomi a sedere.
“Aro” rispose semplicemente. “E ora mangia, ti lascio sola” disse uscendo dalla stanza. Immediatamente mi alzai dal letto. Avevo ancora addosso i miei vestiti. Andai alla porta e cercai di aprila, era chiusa a chiave. Allora andai verso la finestra, era chiusa anche quella. Che cosa stava succedendo? Perché ero intrappolata lì? E la mia famiglia? Come avrei fatto ad avvertirla? Sapevano che ero in pericolo?
Qualcun altro stava per aprire la porta. Mi misi seduta sul letto. Non volevo dare nessun segno di cedimento o paura.
Era Aro.
Entrò nella stanza sorridendo.
“Non hai fame?” mi chiese guardando il vassoio che non avevo toccato.
“Dove mi trovo?” chiesi senza rispondergli.
“Oh, come siamo irritati” disse con un finto tono dolce.
“Allora?” chiesi ancora.
“Sei a Forks se è questo che vuoi sapere”
“Più precisamente?”
Rise.
“Parliamo di cose più serie…so che hai un dono molto speciale, è vero?”
“No” risposi automaticamente.
“Come no? Non mentirmi…lo so che ce l’hai…perché non mi mostri qualcosa?” disse avvicinandosi.
Lo guardai senza dire nulla. Lui appoggiò una mano sulla mia guancia. Rabbrividii talmente era fredda.
“Avanti non avere paura” disse facendo scivolare la mano sul mio collo. Mi allontanai velocemente guardandolo con sguardo tutt’altro che amichevole.
“Sei una piccola selvaggia” mormorò ridendo. “D’accordo, forse ora sei un po’ scossa, sicuramente stasera collaborerai” disse facendo per andarsene.
“Che cosa vuoi da me?” gli urlai prima che aprisse la porta.
Si girò a guardarmi.
“Voglio quello che né tuo padre e né tua zia mi hanno mai saputo dare”
“E sarebbe?”
“Le loro capacità, i loro doni! Siamo delle creature così rare e così belle che potremmo cambiare il mondo, averlo ai nostri piedi se solo qualcuno di voi collaborasse e si unisse a noi”
“Voi siete malvagi” sputai.
“Siamo solo delle anime che cercano di sopravvivere, cercano di rendere il mondo migliore. Noi siamo migliori di quegli stupidi umani che ci sono là fuori..ma voi, voi volete mischiarvi con loro, volete essere come loro…ma state sbagliando ogni cosa. Il nostro posto è un altro. Prima lo capirete e meglio sarà per tutti”
“Quanto mi terrai qui?”
“Dipende tutto da te bellissima creatura…collaborerai con noi? Mi mostrerai il tuo dono?”
Non risposi. Lui rise e poi uscii dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. Mi lascia cadere sul letto e chiusi gli occhi.
Jayson, dove sei?
 
Forse mi ero addormentata perché quando aprii gli occhi, fuori era già buio. Non avevo ancora toccato nulla dal vassoio che mi avevano portato. Non volevo mangiare il loro cibo, non volevo avere niente a che fare con loro. Notai un’altra porta nella stanza. Mi alzai e lentamente la raggiunsi. Era un bagno. Non aveva finestre. Mi sciacqua il viso e mi guardai allo specchio. Avevo i capelli spettinati e i miei occhi quasi sbarrati dalla paura.
“Renesmee, calmati” dissi prima di cercare una spazzola. La trovai e mi sistemai i capelli lunghi. Anche se era un dettaglio insignificante mi faceva stare meglio. 
Feci un respiro profondo e uscii dal bagno. Fissai per qualche istante il vassoio. Avevo fame, non c’era dubbio, ma non volevo toccare quel cibo.
Sentii la porta aprirsi, di nuovo. Restai immobile e qualche secondo dopo entrò Aro.
“Buonasera” disse guardandomi.
Non gli risposi.
Guardò verso la porta del bagno.
“L’hai trovato finalmente. Puoi anche farti un bagno se vuoi, magari ti aiuta a rilassarti”
Lo fissai senza emettere alcun suono.
“D’accordo, allora, hai preso la tua decisone? Mi mostrerai il tuo dono?” chiese tranquillo.
“Io non ho nessun dono”
“Avanti, non fare la difficile”
“Tutto quello che so fare è rovinare la vita degli altri, questo lo chiamate dono voi?”
Aro scosse la testa sorridendo.
“E perché mai dovresti rovinare la vita agli altri?”
“Perché è quello che faccio”
“E a chi l’avresti rovinata la vita?”
“A tutti quelli che mi stanno attorno…e se continuerete a tenermi qui, rovinerò anche la vostra”
“Oh, no, no, no, non credo proprio. Tu non puoi rovinare la vita agli altri sei troppo bella e preziosa per poterlo fare…ora, basta chiacchierare però. Mostrami il tuo dono Renesmee”
“Forse non hai capito…ma io non ho nessun dono” esclamai.
Mi guardò serio e si avvicinò velocemente prendendomi il viso tra le mani, tutt’altro che dolcemente.
“Sai, mi piacerebbe avere una pazienza infinita ma per tua sfortuna non ce l’ho quindi o mi mostri il tuo dono…”
“O se no cosa? Mi ucciderai?” lo sfidai.
Mi strinse di più il viso fra le sue mani. Sentii i denti morsicarmi la lingua.
“Potrei anche farlo, sì” rispose duro. “Ora, non farmelo ripetere più. Mostrami il tuo dono” disse scandendo ogni parola.
“Non ho nessun dono” sussurrai con gli occhi lucidi per il dolore. Le sue mani continuavano a stringermi il viso, sempre più forte.
“Ah no? Sei sicura di non averlo?” disse guardandomi intensamente negli occhi e facendomi male, male sul serio.
Urlai ma lui non lasciò la presa. Cercai di divincolarmi ma niente. Alla fine caddi in ginocchio per il troppo dolore e la mia mano si aggrappò al suo braccio. In quell’istante, entrambi sentimmo come una forte energia e un forte calore. Strinsi gli occhi e credetti di morire.
Lentamente lasciò il mio viso, facendomi cadere a terra definitivamente.
“Meraviglioso” sussurrò impressionato. “È questo allora il tuo dono…mostri quello che pensi con un solo tocco…è qualcosa di molto sofisticato e...delizioso”
Mi guardò mentre ero ancora a terra.
“Grazie per avermelo mostrato e ora ti conviene riposare” disse lasciandomi di nuovo sola.
Ecco, avevo ceduto. Come una stupida gli avevo mostrato quello che non avrei dovuto, ma era stato più forte di me, il dolore era stato troppo, troppo intenso.
Lentamente mi alzai da terra e andai in bagno. Mi guardai allo specchio. Avevo il viso rosso e ai lati delle guancie era quasi bluastro. Uscii dal bagno e mi rimisi sul letto. Chiusi gli occhi e mi riaddormentai in lacrime.

***

Qualcuno mi stava accarezzando il viso nel buio della stanza. Mi svegliai di soprassalto, spaventata e già in panico.
“Shhh, tranquilla” sussurrò qualcuno vicino al mio orecchio. “Sono io, Jayson” continuò.
Mi sveglia del tutto e gli buttai le braccia al collo, stringendolo a me e piangendo.
“Tranquilla Resm, sono qui” mi disse stringendomi di rimando.
Non potevo credere di vederlo, di toccarlo, di sentirlo vicino.
Sciolsi l’abbraccio e gli accarezzai il viso, vedendo alla poca luce della luna che proveniva dalla finestra i suoi meravigliosi occhi.
“Come hai fatto ed entrare..è tutto chiuso e dove ci troviamo? Come hai fatto a trovarmi? E la mia famiglia?”
“Una cosa alla volta Resm” sussurrò. Annuii mentre lui mi asciugava le lacrime.
“Ci troviamo a Forks, è una grossa casa in mezzo al bosco. Non so come abbiano fatto a costruirla e da quanto tempo ci sia, nessuno della tua famiglia la conosceva”
“Come avete fatto a trovarmi?” gli chiesi di nuovo.
“Sai che Nahuel era ancora in contatto con Aro”
Annuii.
“Ha saputo che volevano prenderti e così quando sei scomparsa abbiamo fatto due più due. Nahuel è riuscito a farsi dire da Felix dove ti trovavi”
“C’è anche mio padre?”
“No, sono solo io. Mi hanno mandato per controllare come stavi e se ti avevano fatto del male…” disse con difficoltà.
Ripensai a quella sera e mi bruciò il viso.
“Sto..sto bene” sussurrai. “Non mi hai ancora detto come hai fatto ad entrare”
“C’è un passaggio segreto nella biblioteca di questa casa, l’ha scoperto Nahuel. Ho rubato la chiave della tua stanza, ho fatto fuori qualche vampiro e sono venuto qui”
Lo guardai sbarrando gli occhi. Aveva davvero fatto tutto quello?
“No, non è vero” disse poi abbattuto. “Ho spaccato la finestra” aggiunse indicandola. 
Nonostante tutto quello che avevo passato, riuscii a strapparmi un sorriso.
“E ora sei qui” sussurrai.
“Sì, sono qui ma non posso trattenermi, se mi scoprono è la fine. Tuo padre vuole sapere che cosa vuole Aro da te”
“Mi ha parlato di doni, di capacità...che noi vampiri abbiamo. Dice che sono speciale, vuole che mi unisca a loro”
“Gli hai mostrato il tuo potere?”
Non risposi subito.
“Resm?” mi chiamò Jayson.
“Ho dovuto…me l’ha richiesto con la forza” sussurrai.
“Ti ha fatto del male?”
Altro silenzio.
“Resm, ti ha fatto del male?” ripetè più intensamente.
“Un po’” risposi velocemente. Lo sentii irrigidirsi.
“Ma sto bene…davvero…”
Mi accarezzò il viso, proprio lì, dove Aro mi aveva fatto male e sentii delle scosse, non riuscii a trattenere un gemito.
“Ti fa male qui?” chiese ripassando delicatamente sul mio viso. Annuii.
“Che cosa ti ha fatto?”
“Mi ha solo preso con la forza, non ti devi preoccupare”
“Solo preso...” Jayson non finì la frase. Era arrabbiato, lo sentivo. Anzi, no, era furioso.
Si rilassò un pochino e mi guardò negli occhi.
“Riesci a resistere ancora un giorno? Domani sera saremmo qui, tutti noi ma prima dobbiamo capire come agire”
Un giorno, ancora un giorno…non ce l’avrei mai fatta.
Mi alzai a sedere e Jayson fece lo stesso non allontanandosi da me.
“Mi dispiace Resm, vorrei essere al tuo posto”
“No, no…nessuno dovrebbe esserci”
Sospirò e velocemente si avvicinò al mio viso, baciandomi.
Quel bacio mi infuse una forza e una potenza senza eguali. Lo strinsi a me e lo baciai con intensità mentre nelle vene mi scorreva il fuoco.
“Ti amo, ti amo, ti amo” mi sussurrò all’orecchio prima di baciarmi di nuovo.
“Anche io” riuscii a dire mentre mi lasciava respirare.
“Un giorno Renesmee, solo un giorno e poi uscirai di qui, te lo prometto e nessuno, e ripeto nessuno ti farà più del male”
Una lacrima mi rigò di nuovo il viso.
“Lo so, mi fido di te. Di tutti voi”
Mi sorrise e mi baciò la fronte.
“Devo andare ora. Racconterò tutto a tuo padre e tuo nonno e decideremo come agire. Tu cerca di restare tranquilla e asseconda quello che ti dice Aro, non deve capire quello che abbiamo in mente”
“D’accordo”
Si staccò da me e si avvicinò alla finestra. Mi alzai e lo raggiunsi facendolo girare. Mi alzai in punta di piedi e lo baciai di nuovo. Lui ricambio dolcemente.
“Dì a miei genitori che gli voglio bene e che se dovesse succedere qualcosa…”
“Resm, non ti capiterà nulla” m’interruppe.
“Digli che mi dispiace, mi dispiace per tutto” ripetei senza dargli retta.
Mi guardò per qualche secondo e poi annuì. Aprì la finestra e senza fare rumore con un balzo si trovò già sul davanzale.
“Resisti” mi sussurrò accarezzandomi il viso e poi lo vidi allontanarsi nella notte. 
  
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