Temari entrò sbattendo violentemente la porta di casa. Gettò un’occhiata veloce all’orologio: mezzanotte passata. Quel dannato lavoro l’avrebbe uccisa…
Vagò con lo sguardo per la stanza, riconoscendo la sagoma di Kankuro, immerso davanti al piccolo teleschermo.
<< Kankuro… Che stai facendo a quest’ora? >>
<< Direi che non sono fatti tuoi. >>
Temari strinse i denti. La voglia di urlargli contro era forte, ma era stanca di lottare.
<< Dov’è Gaara? >>
<< Non lo so, e neanche mi interessa. >>
Con un ultimo sospiro, la ragazza si addentrò nel corridoio.
La porta della stanza di suo fratello minore era quella più in fondo,
così nascosta da sembrare invisibile. Si avvicinò lentamente,
con cautela, senza fare rumore.
Appoggiò un palmo sulla superficie liscia e coperta di graffi del legno.
A volte passavano giorni prima che riuscisse a incrociarlo e vederlo in viso:
le occhiaie sempre più marcate, e la pelle delle braccia segnata da tagli
sui quali non era sicura di voler sapere altro…
L’espressione sempre più vuota e apatica.
E come ogni volta era lì, dopo una giornata di silenzi, solitudine e
rabbia, appoggiata al muro che li separava, seppur di pochi passi.
Gaara sapeva che lei era là fuori, e Temari stessa, in qualche modo,
riusciva a percepirlo.
la luna piena filtrava dal vetro rotto della finestra, nella stanza buia.
Il primo taglio era alla base dell’avambraccio, il metallo freddo sulla
pelle.
Questo è per te, madre. Una vita per una vita, come padre diceva
sempre.
[The next one will taste better, I swear]
Il secondo taglio poco sopra l’arteria del polso. Il sangue cadeva sul
pavimento, formando macchie scure rappresse. Per te, sorella.
[Don’t call yourself my sister]
La lametta cadde senza rumore per terra.
[If you get in my way, I will kill you..]
Temari guardò un ultima volta la sottile parete. Se solo i suoi occhi
avessero potuto passarci attraverso…
…Ma lei, era sicura di voler vedere?
Scosse la testa, allontanandosi a passi leggeri, come ogni volta.
La luce della luna filtrava nella stanza.
Risuonava un singhiozzare irregolare.
Anche quella notte, non sarebbe venuto nessuno.
* * *
Mh... Un po' troppo forte? ;)
Papercut significa tagliacarte, ma se proprio volete trovare
un remoto collegamento con la storia, vi consiglio di dare un'occhio al testo
della canzone dei Linking Park.
Grazie per i commenti alla ItachiSakura. Non l'avrei mai detto che sarebbe piaciuta
a tutta quella gente, è stat una bella sorpresa! Potrei anche scriverne
un'altra chissà. Riguardo agli altri pairings, come sempre, pazientate:
arriverò il turno di ognuno (nei limiti del possibile).
Next => [ Sasuke e Hinata ] Don't look back in anger:
"E tutta la rabbia, il dolore, l'odio, si estinguevano, in quegli
occhi trasparenti e limpidi, senza fare rumore..."