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Autore: truelena    17/11/2006    6 recensioni
"Hermione socchiuse gli occhi alla vista di quella scena, sostenendo con lo sguardo i suoi due migliori amici che erano così totalmente immersi nel mondo della cultura per accorgersi di lei. Non che normalmente avesse bisogno di un paio di frasi stampate, per finire in secondo piano; questo succedeva con il Quidditch, argomento insindacabile per trattare, per le ragazze del momento, argomento che doveva essere necessariamente trattato e infine, forse riusciva a non passare inosservata davanti agli occhi dei due ragazzi."
Forse per qualcun altro non era così.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Sala Comune non era nei suoi momenti migliori, quel giorno

Storia interamente dedicata a Serena,

mia sostenitrice e amica insostituibile.

Ti voglio bene

 

Solo qualcos’altro

 

-Tu sei una ragazza?!-

 

La Sala Comune non era nei suoi momenti migliori, quel giorno. Era stata presa d’assalto la mattina stessa dai vari studenti che erano stati impossibilitati nel rientrare a casa per le vacanze natalizie, ed era stata decorata per rendere meno deprimente il soggiorno al castello. Ma non fu questo a far alzare minacciosamente il sopracciglio di Hermione e neanche il fatto che Harry e Ron fossero in Sala Comune a quell’ora di notte. Erano famosi per evadere le ore del coprifuoco e anche se era prefetto, chiuse un occhio. Più di uno a dir la verità, ma non era ne il luogo e ne il momento giusto per discutere di questo. La stranezza era che stavano entrambi immersi in un libro ciascuno, in religioso silenzio. Hermione socchiuse gli occhi alla vista di quella scena, sostenendo con lo sguardo i suoi due migliori amici che erano così totalmente immersi nel mondo della cultura per accorgersi di lei. Non che normalmente avesse bisogno di un paio di frasi stampate, per finire in secondo piano; questo succedeva con il Quidditch, argomento insindacabile per trattare, per le ragazze del momento, argomento che doveva essere necessariamente trattato e infine, forse riusciva a non passare inosservata davanti agli occhi dei due ragazzi. Si accigliò per un po’ appoggiata allo stipite della porta che dava sulla Sala Comune, e le tornò in mente una frase che le disse Ron due anni prima:

“Hermione, Neville ha ragione... tu sei una ragazza...”

“Però, sei un fulmine.”

(Preso da “Harry Potter e il Calice di Fuoco” a pagina 342)

Quel giorno Ron aveva superato se stesso dando voce a quel pensiero.

Che idea assurda, io una ragazza?!

E anche se la sua voce risuonava ironica nella sua mente, si ritrovò a pensare che non aveva tutti i torti Ron, o meglio, non era solo sua la colpa se non aveva notato una protuberanza in zona petto.

“Cosa fai Hermione?”

La voce del ragazzo dai capelli rossi risuonò nella stanza, e al quel suono scattò su anche la testa del ragazzo moro.

“Aiuto a mantenere in equilibrio la parete, non lo vedi Ron?” inquisì Hermione e dopo essersi avvicinata al tavolo, aggiunse. “A che punto siete?”

“Critico direi”, suggerì Harry, quando vide la bocca di Ron aprirsi, e poi chiudersi senza aver emesso suono.

“Così tragica?”

L’espressione dei due fu palesemente scontata e i fogli accartocciati un po’ sul tavolo e un po’ davanti al camino – simbolo che Harry e Ron erano riusciti a trovare un dispersivo babbano – urlavano pietà da tutte le righe.

“Harry tende sempre ad esagerare, non è vero?”

“Cos… oh si certo”, una gomitata dritta allo stomaco fece intuire al moro che Ron, stranamente, non aveva bisogno dell’aiuto della ragazza. Questo fece dubitare fortemente della salute mentale dell’amico e quando Hermione sussurrò una “buonanotte” e fu scomparsa nel dormitorio femminile, si girò con sguardo indagatore verso l’amico.

“Dammi almeno una buona ragione per spiegarmi il motivo per cui mi hai fatto rifiutare il suo aiuto!”

Ron fece spallucce e tornò ad occuparsi del libro, diventato inspiegabilmente interessante.

TONF!

“Ahia! Ma dico sei totalmente impazzito Harry? Rischiavi di privarmi dell’arto superiore destro!” urlò il rosso, quando Harry gli chiuse violentemente il libro sfiorando la tragedia.

“Arto superiore destro?” la frase fu seguita da una risata ironica.

“Cosa c’è di tanto buffo?”

“C’è che parli come quegli storici che si leggono nei libri… però! Staresti bene con tanto di occhiali e di barba!”

“Smettila!” esclamò Ron indignato, immaginandosi con i capelli bianchi e con occhiali calati sul naso, rabbrividì. “Solo perché ho un lessico più fine del tuo, non vuol dire che finirò stampato su uno di questi libri noiosi a parlare di Mandragole e delle proprietà della pietra di urano… perché ora mi guardi così?”

“Ron su che cosa hai fatto il tema?”

“Oh beh… sulle proprietà della pietra di urano, perché?”

“A quanti centimetri sei?”

“Trentatre… mi dici perché?”

Harry si voltò rammaricato verso di lui.

“Ron, il tema per domani di quaranta centimetri è sulle proprietà della pietra di mercurio, e non di urano.”

***

“Che brutta cera, Ron!”

Il ragazzo in questione si limitò ad alzare lo sguardo dal piatto e rivolgere ad Hermione un’occhiata, per poi tornare ad osservare il vuoto.

“Cos’ha?”

“Ron si è sbagliat…” il resto della frase, come la sera prima, fu bloccata da una nuova gomitata da parte dell’amico, che Harry mascherò tossendo.

“Harry non abbiamo gli allenamenti a quest’ora?”

“Veramente Ron sono di pom… MERLINO!” ululò Harry quando gli arrivò un calcio negli stinchi sotto il tavolo. Quando si accorse che più della solita metà di curiosi lo fissavano, si scusò. “Merlino, che testa! Eh hai ragione, che sbadato…”

Hermione li osservò curiosa, non aveva mai sentito di allenamenti alle nove di mattina, ma non replicò. Non era stupida, aveva capito che c’era qualcosa che non andava, ma fu distolta dai suoi pensieri da Ron, che trascinava Harry contrariato verso l’uscita.

“Si può sapere che cosa ti prende?” disse il moro, quando il mormorio della Sala Grande era diventato solo un sussurro di voci indistinte.

“Di che cosa parli?”

“Sai di che cosa parlo.”

“Ah si ti riferisci all’allenamento t…”

“No, non mi riferisco al finto allenamento che ti sei inventato per scappare dalla Sala Grande, o meglio da Hermione!

“Come, scusa?”

“Ron che ti ha fatto Hermione? Ce l’hai ancora per quella storia di Krum?”

“Io non ce l’ho mai avuta con Krum, e poi no, mi è passata.”

Harry sorrise pensando a quanto fosse contraddittorio il suo amico, ma non diede voce ai suoi pensieri.

“Allora c’è qualcosa che non va con Lavanda?”

“No, va tutto benissimo, grazie per l’interessamento! Ora se puoi scusarmi ho un allenamento da fare”, Ron cominciò ad attraversare il corridoio, ma sentì lo stesso la voce di Harry.

“Ma io credevo che stessi scherzando sul fatto dell’allenamento!”

“Certo che no! Hai dimenticato che fra una settimana abbiamo l’incontro con Tassorosso?”

Veramente è Corvonero, ma fa lo stesso.

Harry evitò anche di suggerirgli il fatto che un allenamento di Quidditch, prevede il possesso di una scopa - visto che ora ne era sprovvisto - ma si limitò a guardarlo.

Di sicuro c’era qualcosa che gli sfuggiva nei comportamenti dell’amico e le sue rassicurazioni non lo convincevano per niente.

Ma quello che ignorava, era che nelle vicinanze, anche qualcun altro ne era convinto.

 

Note di fine capitolo:

Lo so cosa state pensando.

Sono già abbastanza lenta a scrivere Mille e una notte più una, e non c’è bisogno di aumentare il carico. Ma questa storia è uno sfizio personale che mi voglio togliere, perché non ho mai scritto di Harry e co. o meglio, ho scritto di papà James e mamma Lily, ma di loro figlio mai. E quindi eccomi qui.

Anticipo che Mille e una notte più una ha la precedenza assoluta, quindi questa di storia sarà un pochino più lenta, ma non per questo ci dedicherò meno me stessa.

 

  
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