Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Mitsuki91    25/04/2012    2 recensioni
Questa è una storia dedicata a Giada, ovvero bonnie misa.
Vorrebbe tanto poter stare con il nostro caro Remus Lupin, il suo personaggio preferito, e qui... Beh, sarà possibile, ma forse in modo diverso da come se l'aspettava ;)
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ok, questo racconto è dedicato a Giada, ovvero bonnie misa, dato che ama incondizionatamente il nostro caro Lupin XD
Divertiti! XD


Il tramonto della luna

Era quasi l’alba e Giada avanzava cauta nella foresta, la bacchetta accesa in mano ad illuminare il sottobosco. Stava cercando un raro fungo che doveva essere colto solo nelle notti di luna piena, per poter preparare una pozione da dare ai suoi vicini di casa. Si strinse un po’ di più dentro la felpa combattendo contro il freddo della notte mentre avanzava, decisa a non dover spendere galeoni per una cosa che poteva trovare anche da sola.
All’improvviso sentì dei rumori molto sinistri: un ululato, un respiro affannoso, foglie spostate. Alzò la testa in tempo per vedere dinanzi a sé l’enorme lupo mannaro, che sembrava essersi accorto di lei e le si avvicinava con una furia ceca negli occhi.
E’ la fine, pensò, continuando ad osservare la sottile linea oro che divideva le pupille enormemente dilatate dell’essere dal bianco dell’occhio.
Morirò.
Il lupo mannaro le si avvicinò rallentando ad ogni passo, il rumore secco di ogni respiro sempre più intenso. Quando fu vicinissimo, e le gambe di Giada cercarono di reagire alla paralisi che le aveva colte, il lupo spinse un braccio dietro la sua schiena e l’attirò a sé.
Giada pensava di dover sentire un dolore lancinante alla schiena, gli artigli che affondavano nella sua carne, ma così non fu. Il lupo spinse anche l’altro braccio dietro di lei e l’attirò a sé.
In un abbraccio.
Le sue gambe cedettero così come quelle del lupo mannaro e si ritrovarono in ginocchio, sempre abbracciati. Il fiato della creatura sul collo la lasciava paralizzata, mentre l’essere si sforzava di calmare il suo respiro e far tacere il richiamo della carne fresca.
Non è così che deve andare, si trovò a pensare stupidamente Giada, non è così che ho letto nei libri sui lupi mannari.
In meno di un minuto, quando ancora le sembrava di vivere una scena surreale, il suo corpo reagì ma in maniera inaspettata: le sue mano andarono a congiungersi sulla schiena del lupo mannaro e le sue braccia lo strinsero a sé ricambiando l’abbraccio.
Com’è morbido. Dovrebbe essere ispido, invece è morbido.
Restarono così per minuti, ore, Giada non seppe mai dirlo. Restarono così finché la luna non tramontò e le tiepide luce dell’alba si fecero largo fra le foglie, trovandoli ancora abbracciati e svegli.
Lentamente qualcosa nel lupo mannaro mutò, il pelo si ritrasse, le forme cambiarono. Giada chiuse gli occhi e li riaprì solo quando seppe che era finita: si trovò abbracciata ad un giovane uomo mezzo nudo, con i capelli castani e gli occhi color del miele, esattamente lo stesso colore dei cerchi che bordavano le enormi pupille nere del lupo.
Giada si staccò dall’abbraccio per osservarlo, senza scioglierlo, poi spinta da un non so quale istinto si sollevò per lasciargli un delicato bacio sulle labbra.
L’uomo rimase un secondo stupito e poi ricambiò con foga, stringendo a sé la ragazza. Ben presto le sue mani cercarono la cerniera della felpa, pronte a togliergliela, mentre quelle di lei esploravano il suo petto.
Si spogliarono velocemente e rimasero nudi a baciarsi e toccarsi con passione, sdraiati sul morbido tappeto del sottobosco e coperti solo dagli alberi. Il ragazzo misterioso entrò con urgenza in lei e prese a spingere con vigore, mentre si abbandonavano alla passione. Sembrava più uno sfogo, un bisogno a lungo represso, che un vero e proprio atto sessuale.
Entrambi arrivarono al culmine nello stesso momento e due secondi dopo si staccarono, sdraiandosi l’uno vicino all’altro supini e tenendosi la mano.
“Come ti chiami?” chiese Giada.
“… Remus.” rispose l’uomo.
Improvvisamente le lasciò la mano e si alzò, cercando quello che restava dei sui pantaloni.
“Remus, che fai?”
Giada lo prese per un braccio, fermandolo.
“Io… Io non posso.”
Remus la strattonò per liberarsi, poi si afferrò la testa con le mani.
“Le creature come me, quelli che sono dannati… Non posso! Non posso essere felice, o fare cose come quella di stanotte, sono un pericolo e…” la voce gli morì in gola.
“Stanotte non mi hai attaccato.” fece presente lei mentre lui si rivestiva, o meglio cercava di coprirsi con quello che rimaneva dei pantaloni.
“Non so il perché. Non lo so ma potrei farlo.”
“Però non l’hai fatto.”
“Però potrei.”
L’uomo fece per andarsene.
“Remus.” lo richiamò dolcemente lei, ancora nuda. Lui si girò e la vide in piedi, in mezzo a dove avevano fatto quello che avevano fatto, completamente serena.
“Il mese prossimo, con la luna piena, verrò ancora qui a raccogliere funghi. Ci sarai vero?”
Remus si perse un po’ di tempo per guardarla: altezza media, capelli castani che ricadevano morbidi sulle spalle, occhi azzurri di quell’azzurro che varia col variare del tempo. Un corpo bello, non grasso ma nemmeno secco, le forme giuste e i piccoli seni sodi. Deglutì, poi ripensò ai mille motivi per cui non poteva starle accanto.
“Se per allora avrò fatto pace con i miei demoni, allora forse… Ci sarò.” rispose, prima di girarsi ed andarsene.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mitsuki91