Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: MartaKim    29/04/2012    2 recensioni
"Chi avrebbe mai immaginato che mi sarei innamorata? Chi avrebbe mai immaginato che avrei desiderato aver un uomo accanto a me? E chi mai avrebbe pensato che quest'uomo fosse una creatura del cielo? Io non lo avrei mai immaginato,ma non avrei nemmeno immaginato di avere un padre padrone dei Cieli."
Ciao a tutti! Sono qui per pubblicare questa mia nuova storia. Il genere è diverso da quella precedente. Questa è una storia D'amore Sovrannaturale. I protagonisti principali sono Roxanne,un'umana come tanti,Andrè un bellissimo ma scontroso Angelo Caduto e Daniel,suo fratello,un Angelo Maledetto pericolosissimo. Sarà un triangolo d'amore pieno di sorprese,dolori,gioie,pianti e tante altre emozioni sia positive che negative. In breve: Roxanne è la figlia dell'Arcangelo più potente,Raphael. Andrè viene mandato per proteggerla dal male. Daniel deve rapirla e consegnarla all'Omega,il signore del male. cosa succederà? Se vi ho incuriosito leggete questa mia storia!! :D
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il nuovo piano.

Si,c’è la farò,pensò Daniel. Quel giorno,Daniel,era pronto per mettere in atto la sua missione. Era ormai sera,ed era stato tutto il pomeriggio a pensare ad un piano. Un piano nuovo,terrificante,geniale. Era in giro dalle sei di pomeriggio ed era pronto ad invitare Roxanne a cena,quando un scena lo aveva lasciato a bocca aperta. Mentre passava da Hampstead,un quartiere di villette non di lusso,ma abbastanza grandi,si era imbattuto in una villetta bianca a due piani con terrazza. Una villetta molto carina,non c’è che dire. Ma quello che lo aveva lasciato a bocca aperta era questo: le persone uscite da quella casa,Andrè e Roxanne. Ora,mettendo che Roxanne si è trasferita da poco a Londra e abita in una camera di un Hotel del centro,quella casa doveva essere di Andrè. Lui era rimasto lì,nascosto,fin quando non erano tornati,diciamo un oretta e più dopo. Erano rientrati,entrambi in casa. Lui non sapeva se ora lei abitasse lì o se era lì solo per una giornata ,così aveva deciso di andare a vedere all’Hotel. Ed ora si trovava lì,a camminare verso l’Hotel. Mentre camminava sentì il suo cellulare vibrare,ma lo lasciò perdere. Era troppo impegnato in altro per rispondere. Dopo pochi minuti,arrivò all’Hotel e vi entrò. Si diresse alla reception,dove c’era una donna bionda con occhi verdi. Quando lo vide andò in iperventilazione,probabilmente per la bellezza,ma gli unici pensieri che Daniel sentì erano che era attraente con un fisico bestiale. Nient’altro. Bene almeno non era come la donna dietro la reception della redazione. Quando si trovò di fronte la donna sorrise.
"Buona sera." disse lui. Lei sorrise,come doveva fare nel suo lavoro,e si sporse verso di lui. In fin dei conti,non era poi così male.
"Salve,signore. Mi dica." disse lei. Aveva una bella voce,doveva ammetterlo.
"Sto cercando un amica. Ci conosciamo da poco e mi ha detto che abita qui,in una delle camere di quest’Hotel. Solo che quando me lo ha detto andava di fretta e non mi ha detto il numero della camera." sorrise lui,di nuovo,con fare innocente.
"Certo,capisco. Mi può dire il nome?" disse lei,mettendosi al computer.
"Il mio?" disse lui allargando il sorriso. Lei sogghignò e infine lui aggiunse "Roxanne De Andrè." La donna parve stupita e lo guardò.
"Oh,conosce la signorina De Andrè?" disse lei,titubante. Chissà perché quella domanda.
"Certo,lavoriamo nella stessa redazione. Qualcosa non va?" chiese lui.
"Oh,no. Solo che la Signorina De Andrè non è più in questo Hotel." rispose lei,guardando il monitor. Sollevò lo sguardo su di lui,che era rimasto pietrificato.
"Ne è sicura?" disse lui. La donna annuì. Bene quindi abitava con Andrè! Che notizia.
"Va bene,grazie lo stesso. Domani a lavoro le chiederò come mai non mi ha avvertito di essersi trasferita." disse lui,sorridendo ancora una volta.
"Bene. Arrivederci e buona serata." disse lei,ricambiando il sorriso,per poi sparire dietro una porticina. Daniel ammirava quella donna: nonostante l’attrazione che provava verso di lui non aveva fatto pensieri sconci come Marisa.
Daniel appena uscito dall’Hotel,si incamminò verso casa sua. Aveva pensato a come invitarla a cena,ma adesso,sapendo che abita con Andrè,non avrebbe accettato. Quindi questo piano era da scartare. Mentre camminava sentì delle voci e si girò. Sull’altro marciapiede due fidanzati litigavano. Senza volerlo,si concentrò per sentire la discussione.
"Come hai potuto! Ci eravamo dichiarati da qualche giorno e tu,subito dopo,ti vedi con un'altra!" stava urlando la donna.
"Ma,amore,che cosa dici? Io non mi vedo con nessun’altra!" stava rispondendo l’uomo.
"Ah,no? E quella bionda uscita da casa tua chi era? Tua nonna?!" urlò lei. Daniel non poté che ridere. Scocciato da quella discussione patetica,si incamminò di nuovo. Mentre si dirigeva a casa pensò se anche Andrè e Roxanne si erano già dichiarati. All’improvviso un’idea lo colpì. Prese il cellulare dalla tasca e chiamò Paul.
"Si?" disse Paul. Era incredibile,ma quell’idea era ancora più geniale del piano di prima.
"Paul sono Daniel. Oggi farò più tardi. Devo andare dall’Omega. Cenate senza di me,non mi aspettate chiaro?" disse lui,tutto di un fiato.
"D’accordo." rispose Paul,e riattaccarono. Le chiamate con Paul erano sempre così:veloci e chiari. Per questo preferiva  chiamare lui al posto di Mary.
Concentrandosi,inviò all’Omega di essere chiamato alla base. Dopo poco,il solito formicolio del richiamo,gli invase il corpo. Aveva accettato. Lui chiuse gli occhi:durante il viaggio agl’inferi,lo faceva sempre per non vedere gli orrori che gli sarebbero apparsi. Quando sentì l’asfalto sotto i suoi piedi,aprì gli occhi.
"Ben tornato,Daniel." disse una voce cavernosa. L’Omega,pensò Daniel,rabbrividendo. Davanti lui vedeva solo buio.
"Sono qui,perché ho un piano." rispose lui. “E spero che lei lo accetti.” Aggiunse lui,mentalmente.
"Sono davvero curioso di sentirlo." disse L’Omega. Adesso era più vicina a lui. Un ombra nera si formò davanti ai suoi occhi:un ombra che sorrideva. Rabbrividendo ancora una volta si preparò a dire il suo piano. Sperava solo che andasse bene. Altrimenti a lui sarebbe andata molto,ma molto male.

***

"A tavola,ragazzi!" urlò Steph,dalla cucina. Io e Andrè eravamo stesi sul suo letto a fissare le stelle disegnate sul soffitto e a parlare di costellazioni. Roxanne girava e rigirava il fiore che lui le aveva regalato qualche minuto prima. Erano usciti per una passeggiata ed erano passati davanti un fioraio. Un fiorellino azzurro,identico a quello della sua infanzia,l’aveva colpita. Andrè voleva portarla via per non farle ricordare di nuovo quei brutti periodi,ma lei aveva insistito. 'Devo superare la mia paura.' aveva detto. E lui l’aveva guardata con ammirazione,fiero di lei. Le aveva comprato quel fiorellino. Lei si era soffermata tanto tempo prima di prenderlo tra le mani. Le immagini della sua infanzia l’avevano colpita come un pugno nello stomaco. Ma quel pugno,questa volta, lo aveva bloccato. Aveva fermato i ricordi e aveva stretto il fiorellino vicino al suo cuore. Andrè aveva sorriso e le aveva accarezzato i capelli. Poi erano passati da un pasticciere per prendere una bella torta con le fragole,da regalare a Steph per chiederle scusa per il suo comportamento. Infine si erano incamminati verso la casa.
"Tutto bene? Sei silenziosa." disse lui,continuando ad accarezzarle i capelli e le spalle.
"Si. Sento di aver superato la mia paura. E questo soprattutto grazie a te." rispose lei,girandosi quel tanto che bastava per guardarlo negl’occhi. Anche se era buio,dai suoi occhi,capì che stava sorridendo e ricambiò il sorriso. Si sporse verso di lui e lo baciò,con lentezza e dolcezza,sulle labbra. Quando si staccò da lui,notò che era stupito da quel gesto. Lei lo rifece e mormorò un "Grazie." tra le sue labbra. Lui la strinse forte a se. Fu Roxanne a staccarsi per prima,interrompendo quel  momento magico.
"Su,andiamo. Tutto il piangere di oggi mi ha messo su una fame pazzesca." esclamò lei,ridendo. Andrè partecipò alla sua risata. Si alzò e la prese per mano guidandola,nel buio,verso la porta.
Mentre uscivano sentì che anche Mark stava aprendo la porta.
"Ciao." disse lei,sorridendogli apertamente. Lui all’inizio parve stupito poi si riprese sorridendole.
"Salve." le disse,con calore. "Ed io che pensavo di scendere più tardi così non avrei dovuto aspettare,impaziente, la vostra comparsa in cucina!" aggiunse poi,ridendo.
Roxanne rise accompagnata anche da Andrè. Scesero tutti e tre insieme e quando entrarono in cucina Steph li guardava con occhi sorpresi. Giusto Andrè e Mark non andavano d’accordo,eppure ultimamente si. Che fosse per me? Si chiese,mentalmente, Roxanne. Steph,come se avesse intercettato i suoi pensieri,annuì. Lei gli sorrise.
La serata passò lenta,ma divertente. Perfino Andrè e Mark si divertirono,insieme. Al momento della torta lei la uscì e a Steph per poco non prese un colpo. Si abbracciarono e,Roxanne,le chiese scusa. Lei rispose che non c’è ne era bisogno,ma fu ben felice che la faccenda si fosse conclusa bene. Dopo cena,l’aiutò a lavare i piatti:lei lavava e Steph asciugava. Il solito,però questa volta anche Andrè e Mark diedero il loro aiuto. Mark,infine,uscì dicendo che andava a farsi un goccetto ad un pub. Andrè disse che doveva uscire,così prese Roxanne e l’accompagnò nella sua camera. Steph le augurò la buona notte,prima di andarsene e lei ricambiò. Sembravano una vera e propria famiglia. E a lei le si scaldò il cuore. La sua famiglia. Andrè le diede il bacio della buona notte e se ne andò,sorridendole. Lei richiuse la porta e andò in bagno. Aprì l’acqua calda e la fece scorrere. Nel frattempo uscì l’intimo e il pigiama e decise di aprire la finestra. L’aprì e si affacciò:il cielo era pieno di stelle e c’era la luna piena.
Mentre stava per richiudere la finestra,vide un ombra sul terrazzo. Affilò lo sguardo,ma non vide più niente. Eppure c’era qualcosa. Si intrattenne alla finestra e scorse la figura di un uomo sul terrazzo. Quell’uomo si sporse e si lanciò. Lei stava per urlare quando vide una luce bianca. L’uomo si era fermato in aria,circondato dalla luce bianca:la fonte di quella luce erano le sue ali. Un angelo. L’uomo si girò a guardare la luna,sempre fermo in aria, e lei ne vide il profilo. Spalancò la bocca e cadde all’indietro. Non riusciva a respirare. Il cuore le batteva all’impazzata:era Andrè. Non riuscì a muoversi e rimase per terra. Dopo molto,l’uomo volò via e lei si impose di alzarsi e andare a lavarsi. Doveva tranquillizzarsi,quello era solo frutto della sua stanchezza. Dopo essere rimasta tantissimo tempo sotto la doccia,si rivesti e si stese sul letto. Provò a dormire,ma non ci riuscì. Così si impose l’ordine di chiudere gli occhi e infine riuscì ad addormentarsi.

***

Daniel si smaterializzò davanti a casa sua. L’Omega aveva accettato il suo piano. E gli aveva dato un regalino. Lui ora non era più solo: con lui c’era Anne. Anne era una creatura dalla bellezza incantevole,ma era un demonio vero e proprio. Quindi era vero: ciò che più ti attrae spesso è qualcosa di infernale. Lei era proprio così. Daniel aveva perfino paura di lei,per così dire. Ma le serviva per il suo piano e Roxanne era più importante di tutti.
"Questa,da adesso in poi,sarà la casa in cui vivrai con me,Mary e Paul. Fino a missione finita." le disse lui. Non voleva trattarla come un oggetto,ma doveva essere severo.
"Perfetto." disse lei,con un sorriso che non prometteva niente di buono. Daniel non voleva farla entrare in casa,ma vi era costretto. Mary e Anne erano rivali fin dalla caduta dal paradiso,prima ancora della caduta di Andrè e Daniel. Erano entrambe malefiche,ma lei la batteva sempre. Per questo si odiavano. Daniel sospirò.
"Stai tranquillo. Durante il mio soggiornare in questa casa,per via della missione,la rivalità fra me e quella stupida di Mary sarà messa da parte." disse lei.
Daniel si girò ed incontrò il suo sguardo: per quanto poteva essere diabolica,sapeva che avrebbe mantenuto la parola.
Lui annuì e si diresse alla porta. L’aprì e urlò che era a casa. Sentì un rumore di passi provenire da sopra. Mary. Questa non ci voleva..
"Daniel,per fortuna sei…" appena apparve Mary,il silenzio calò nella casa. Aveva visto Anne. Il suo sguardo diventò gelido.
"La cena è nel microonde." continuò,lei,fredda. "Purtroppo non so se c’è qualcosa per la tua amichetta."  aggiunse,pronunciando l’ultima parola come un insulto.
" ‘Notte." disse lei e se ne andò. Daniel sospirò. Certo era un duro,ma vederla così lo faceva star male…
"Difficile la tua amica,eh?" disse Anne. Lui la incenerì con lo sguardo e lei scoppiò a ridere. Se avesse detto qualcos’altro su Mary l’avrebbe uccisa,lì su due piedi.
"Va al microonde e mangiati qualcosa,io non ho fame." disse lui. Lo stomaco era,ormai, serrato.
"Come vuoi." disse lei facendo un cenno della testa,a mo di saluto. Lui la vide sparire in cucina. Camminò,pensando a tutta questa storia, e si ritrovò davanti alla camera di Mary. All’improvviso la porta si aprì e apparve,sulla soglia,Mary. Il suo sguardo era ancora più gelido di prima. Eppure sapeva che ci soffriva tantissimo.
"Non voglio dirti niente. Solo una cosa però. Ricorda che noi ti abbiamo accettato in questa casa e tu mi stai ripagando così. Tienilo bene a mente."disse lei,gelida.
Lui stava per spiegarle tutto,ma lei eclissò i suoi sforzi.
"Non dire niente. Anzi non voglio sentire niente. Neanche una parola da quella tua bocca." disse lei. Gli sorrise gelida e gli chiuse la porta in faccia. L’aveva fatta grossa. Si stava incamminando verso la sua camera ,quando sentì dei passi dietro di se.
"La tua camera è infondo a sinistra."disse lui rivolto alla persona che aveva alle spalle,senza voltarsi. Sentì i passi allontanarsi e lui riprese a camminare. Appena entrato in camera si fece una doccia veloce e si mise a dormire,per dimenticare tutto. Anche se era impossibile dimenticare.

Eccomi qui! è la vostra Kimmie che vi parla :3 naoihfauifhaioo Bene,essendo seri,ecco a voi il mio 12esimo capitolo :D Probabilmente fa schifo,ma pazienza...ù.ù Scusate il ritardo,ma ho avuto dei "problemini". Okey,so cosa sta pensando: "Ma questa qua sempre problemi e brutti periodi passa?!" Ebbene,si è proprio così. Forse sono io che con il mio carattere di merda attiro momenti orribili su di me. Ma non importa,si tira la cinghia (Boh) e si va avanti a testa alta (a testa bassa finiresti per andare a sbattere contro un palo o chissà cosa)
Bhè,spero vi piaccia..recensite..e non odiatemi #muore
Con affetto,
Kimmie :3 

  
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