Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: LaCla    29/04/2012    15 recensioni
Cosa accadrebbe se una manciata di schizzi e disegni di Oda, venisse investita da una serie di particolari radiazioni? Come reagirebbe il mondo reale, venendo a conoscienza del fatto, che i personaggi di uno dei manga più famosi del mondo, sono diventati reali, ed ora camminano tranquillamente tra di noi? Ma so prattutto, se Ace fosse stato catapultato nel nostro mondo, prima di Marineford? Se una ragazza potesse cambiarne il destino? e se invece non potesse realmente farlo?
Questa è la storia di una ragazza qualsiasi, che vivrà il suo sogno più bello, ma anche più doloroso!
FF che contine possibili spoiler, tanta fantasia (la richiede anche al lettore xD) e Ace! :) Buona lettura!!
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Of Love'
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Finalmente le prime luci iniziavano a rischiarare il cielo, mancavano tre minuti al suono della sveglia, soltanto tre minuti. Ci aspettava un viaggio di due ore come minimo, una rissa per il parcheggio ed un’altra per il posto vicino al lago, e dovevamo affrontare il tutto con un’ora, forse due, di sonno leggero. Ottimo direi!
Il cellulare iniziò allegro a suonare, come sveglia e suoneria avevo impostato il suono del lumacofono, seguito poi dalla musica usata nell’anime prima di un combattimento, avete presente quella che fa da sottofondo alla camminata stupenda di Sanji, Zoro, Rufy e Chopper davanti alla Franky House? Ecco, quella! Mi carica tantissimo la mattina, di solito la lascio suonare perché mi piace, ma non oggi!
Scattammo in piedi entrambe, anche Elena probabilmente stava aspettando in grazia quel permesso sonoro di alzarsi. Erano le sei meno un quarto, e casa mia entrò in un clima di puro delirio. Elena andò nel bagno al piano di sopra per farsi la doccia, io la feci al piano di sotto. Trenta minuti dopo eravamo pronte, asciugate, vestite e più sveglie che mai. Avevamo ancora quarantacinque minuti per sistemare gli ultimi dettagli, anzi, quaranta! Mi ero dimenticata di fare benzina, quindi bisognava partire un attimo prima per stare nei tempi. Ci sedemmo a tavola a fare colazione; uno yogurt, cereali, una tazza di caffè ed eravamo a posto. L’allegria e l’agitazione si potevano quasi toccare, ed avevano contagiato il cane, che non capendo cosa stesse succedendo, era agitatissimo! Il gatto invece ci guardava schifato, come al solito, dal divano.
Dopo aver sparecchiato andammo a lavarci i denti, e poi in camera a stendere un velo di trucco per coprire le occhiaie. Sarebbe stata una giornata lunga e afosa, quindi niente matita nera, poco correttore, giusto per coprire i segnacci viola che avevamo sotto gli occhi, ed un leggero ombretto chiaro. L’unico tocco nero era il mascara resistente all’acqua. Intanto che Elena finiva di mettersi le scarpe, mi guardai allo specchio. Ero carina vestita così. Avevo un paio di sandali di cuoio, senza tacco, un paio di shorts di jeans dall’armadio della mia compare, ed una splendida maglietta di seta, unica nel suo genere, visto che era stata creata da un mio disegno dalla mia cara mammina. Infatti era una sarta, e quando riusciva mi faceva sempre qualche capo d’abbigliamento personalizzato.
Quella maglia era splendida, con un leggero scollo sul davanti, che però continuava sulla schiena, scoprendola quasi totalmente. Sulle maniche e sul bordo inferiore c’era una fascia elastica nera, che andava a creare il mio amato effetto palloncino. La seta poi era fresca, con una stampa fantastica sui toni del marrone. Era leggermente trasparente, ma il problema si risolveva mettendo un reggiseno marrone decorato. Soddisfatta mi girai e guardai Elena, che con una mia maglietta rossa con il disegno di una ranocchia, un paio di calzoncini bianchi e le mie amate converse di One Piece, stava benissimo, ma se mi avesse sporcato quelle scarpe, l’avrei uccisa. Erano un paio di logore All Star rosa chiaro, che però erano state candeggiate e ridipinte dalla sottoscritta. Ci ero affezionatissima, ed Elena aveva dovuto implorarmi in turco prima di ottenere il permesso di metterle.
Avevamo rispettato i nostri obbiettivi: eravamo comode, carine, non volgari e non avremmo sofferto il caldo.
Portammo in macchina lo zaino con il pranzo e la merenda, per poi tornare a salutare mia madre, che probabilmente ci stava odiando per averla svegliata così presto.
«Ciao mamma, ci vediamo stasera!» le dico dandole un bacio sulla guancia, seguita da Elena.
«Si, Selene, stai attenta in strada mi raccomando! Ricordati che ti ho messo il Telepass, quindi non dovresti avere problemi di code al casello. Rallenta molto quando ci arrivi vicino, altrimenti non si apre! Andate piano, non date troppa confidenza a nessuno, e state attente! Mi raccomando!» rispose mia madre, perennemente preoccupata. Le sorridemmo, rassicurandola, ed uscimmo di casa.
Salite in macchina iniziammo l’inventario.
«Allora Sely, patente?»
«Presa!»
«Zaino con pranzo?»
«Preso!»
«Macchina fotografica?»
«Presa!»
«Navigatore?»
«È nel cruscotto! Abbiamo tutto?»
«Pare di si!» rispose Elena trafficando con il navigatore. Lo inserì nella macchina, e mentre io fissavo la ventosa al vetro iniziò ad impostarlo.
«Ok fatto! Lecco giusto? Al porto!» mi chiese prima di confermare!
Il “Guidi con prudenza!” del navigatore sancì l’inizio del nostro viaggio! Eravamo in perfetto orario, anzi, quasi in anticipo! Mi immisi sulla strada dopo aver sistemato una ciocca ribelle, ed intanto che il navigatore tentava di localizzare il segnale, mi fermai a fare benzina. Per sicurezza era meglio fare il pieno, anche se vedendo l’importo avrei voluto piangere.
Mentre la radio riempiva l’abitacolo di note, la tensione iniziava a sciogliersi. Eravamo partite, finalmente, verso il nostro sogno!
Dopo un’ora di viaggio, quindi a metà strada circa, Elena tirò fuori dalla borsa un CD, e tutta sorridente lo inserì nell’auto. Già la prima canzone mi fece sorridere!
«Non ci credo, hai fatto un CD su ONE PIECE?» le dissi ridendo, intanto che la sigla della saga di Marineford veniva riprodotta!
Elena sorridendo annuì «Non solo le sigle, ma anche quella del liquore di Binks! Così possiamo cantarla! E poi ci ho messo altre sigle dei cartoni da cantare durante il viaggio! Hai voglia?» sembrava una bambina, tutta orgogliosa del suo lavoro, e faceva bene ad esserlo! Era stata un’idea fantastica!
«Eccome se mi va!!! Su il volume!!!» dissi, girando la manovella. La macchina iniziò così a pulsare di musica e felicità!
Quando arrivammo a Lecco, destino volle che iniziasse proprio la famigerata canzone di Binks! Io ed Elena la cantammo a squarcia gola, ondeggiando e gesticolando come matte. Eravamo stonate oltre ogni dire, ma ci divertivamo proprio per questo!
Finita la canzone abbassai totalmente il volume e mi fermai a chiedere indicazioni, è sempre meglio chiedere ai locali dove parcheggiare e le scorciatoie, Google ed il navigatore non sanno tutto!
Una gentile signora, con una figlia nel nostro stesso stato mentale a suo dire, ci fece arrivare ad un parcheggio enorme, quasi del tutto pieno, non troppo distante dal lago. Parcheggiai, e scendemmo dall’auto. Prendemmo lo zaino e ci avviammo verso il porto. Inutile dire che c’erano persone ovunque, sembrava di essere allo stadio, non avremmo mai trovato un buco da dove vedere lo spettacolo in quel trambusto! E per fortuna che eravamo partite presto, se avessimo ascoltato le idee malsane delle nostre madri di partire dopo pranzo, non avremmo mai trovato nemmeno parcheggio.
Camminammo per una buona mezzora, c’era gente arrivata con treni, pullman, persino alcuni che avevano preso l’aereo per assistere a questo spettacolo. Immaginavo che ci fosse stato il pienone, ma non così! Dovevamo sbrigarci a trovare un posto di osservazione, altrimenti sarebbe arrivata sempre più gente.
Sul molo 1 erano posizionate delle seggioline, ed era tutto circondato da corde rosse. Probabilmente erano i posti riservati a qualche autorità, maledizione.
Quando intravidi un posto a qualche metro di distanza, afferrai la mano di Elena ed inizia a zigzagare tra la folla chiedendo scusa in continuazione per gli spintoni.
Quando arrivai ad un molo totalmente libero ci rimasi malissimo, era stato chiuso perché il legno non era sicuro. In effetti non avrebbe mai retto il peso di tutta quella gente, era un vecchio pontile di legno marcio, ma di due persone... mi guardai intorno, nessuno sembrava far caso a noi. Il lago era molto basso in quel periodo, perché pioveva molto poco, se fossimo riuscite ad arrivare alle scalette senza farci notare, avremmo avuto una visuale discreta, e soprattutto non affollata.
Ripresi il braccio della mia amica, che mi guardava perplessa, e la trascinai sotto la catena di divieto, dicendole di correre.
Il molo sembrava infinito, ed i nostri passi somigliavano a quelli di un tirannosauro per le nostre orecchie. Mi pareva di essere a casa mia, a notte fonda, e dover andare in bagno senza svegliare nessuno. In quei momenti persino il tuo cuore fa troppo rumore! Quando finalmente raggiungemmo le scalette, ci nascondemmo sul gradino più basso, e con il fiatone ci guardammo attorno circospette. Nessuno ci aveva notate per fortuna! Sistemammo le nostre cose ed iniziammo ad aspettare, mancavano parecchie ore all’inizio, ma non ci saremmo mosse di li per niente al mondo! Inoltre c’era una barca a vela ormeggiata li di fianco, che ci teneva nascoste dalla folla. Era il posto perfetto!
Iniziammo a giocare a carte per far passare il tempo, ho perso il conto delle partite fatte. A mezzogiorno e mezzo iniziammo a mangiare, ringraziando l’inventore delle borse-frigo. Il caldo era soffocante, fortunatamente eravamo davvero ben organizzate, quindi non ci diede troppi problemi. Però la folla di gente nel porto continuava ad aumentare, e non volevo nemmeno immaginare quanto caldo potesse fare in quel groviglio di corpi, tutti accalcati! Sicuramente qualcuno sarebbe finito in acqua durante lo spettacolo, con gli spintoni che si davano!
Possibile che non avessero predisposto dei parapetto? O comunque delle transenne, c’era veramente il pericolo di cadere nel lago!

Alle due e mezza la zona era stata transennata, probabilmente dopo che qualcuno aveva fatto notare il pericolo, la polizia era ovunque, e le sedie del molo uno erano tutte occupate! Il caldo sembrava aumentare sempre di più, alimentato dal sole che brillava nel cielo, riflettendosi sul piatto specchio d’acqua. Era una giornata fantastica per andare al lago in effetti, forse avremmo dovuto indossare un costume. Lo spettacolo sarebbe iniziato a momenti… Ormai non mancava molto, me lo sentivo, persino l’aria era carica di eccitazione ed entusiasmo. Io ed Elena ormai avevamo una paresi alla faccia a forza di sorridere per tutto, ogni accenno a quello che stava per accadere provocava uno scoppio di ilarità. Oppure era isterismo? In ogni caso, se il fenomeno fosse andato avanti, mi sarei auto ricoverata in psichiatria.
Proprio mentre facevo questi pensieri, capii che lo spettacolo era appena iniziato; come feci? Semplice, la folla del porto iniziò ad urlare a squarcia gola.


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Eccoci qui ^_^ il tanto agognato incontro è alle porte ormai! Ho deciso di aggiornare ogni 3 giorni, salvo imprevisti dovrei riuscire a tenere il ritmo fino alla fine della storia! poi volevo ringraziarvi, veramente non ho parole, sono felicissima, e so che non faccio che ripeterlo, ma sono veramente entusiasta che questa storia, nata  per caso, sia piaciuta così tanto! 12 recensioni? non ne ho mai avute così tante!! grazie infinite a tutti/e!  
ora, vi lascio il link delle scarpe di One piece a cui mi riferisco, che sono veramente le mie, le ho finite qualche giorno fa, che ne pensate? le trovate QUI
  e   QUI!
bene, il mio frutto preferito è sicuramente quello di Marco, poter volare ed essere sempre in slaute è fantastico! ma il frutto che vorrei veramente? è quello di Wapol! mangia quello che vuole, e poi dimagrisce in maniera istantanea, il sogno di ongi donna! xD
bene, ora vi lascio, ringraziandovi ancora di seguire questa FF, fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo, e... preferite l'anime o il manga?
baci baci!


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