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Autore: Evaney Alelyade Eve    30/04/2012    4 recensioni
Jensen Ackles è un detective di Chicago, Misha Collins è un giornalista del Chicago News. Due vite lontane che s'incroceranno alla morte della giornalista Julie Mcniven amica di Misha. Nel corso delle indagini i due scopriranno segreti sconvolgenti che riguardano persone importanti, ma soprattutto scopriranno l'amore.
Genere: Azione, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jensen Ackles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IV

Migliori amici rompiscatole e un caffè in debito.


Misha era davanti allo specchio da circa un'ora, il letto alle sue spalle  era ricoperto di vestiti, gettati alla rinfusa perchè che si era cambiato circa un milione di volte, non riuscendo a trovare nulla che lo convincesse.
- Lo so..- disse rivolto a Choco e Coco (momentaneamente trasportati nella camera da letto, per fare da spettatori e giudici) - mi sto comportando come una ragazzina al primo appuntamento. E non è nemmeno un'appuntamento!! ....Sono rovinato - sospirò, passandosi una mano sugli occhi blu. I due pappagalli gracchiarono all'unisono in risposta, quasi fosse una risata.
- Non c'è nulla da ridere! E' una cosa seria! Non ho un'appuntamento da...da un anno. Non so- Misha non è un appuntamento, cavolo! - si ricordò stizzito, gettando sul letto l'ennesima camicia. Sul serio non usciva con qualcu- non andava a prendere un caffè con qualcuno da circa un anno. L'ultimo ragazzo che aveva avuto l'aveva mollato per un tipo palestrato e super-abbronzato. Spesso da ragazzo si era chiesto se fosse gay, e quando se n'era convinto era arrivata Julie, l'ultima a cui aveva chiesto di andare a prendere un caffè, e lei gli aveva spiegato che esisteva l'essere bisex. Misha non ci aveva mai pensato, non l'aveva mai neanche sentita una definizione del genere e non l'aveva mai compresa sul serio : perchè le persone sentivano il bisogno perverso di catalogare tutto e tutti? Per lui non esistevano maschi o femmine, ma solo persone che ti trasmettevano qualcosa...l'amore era oltre la pura concezione sessuale : era qualcosa di spirtuale, che nasceva nell'anima, nel cuore e se trovava un'assonanza meglio ancora. L'amore non aveva limiti così stupidi, erano le persone ad essere stupide e limitate. Jensen non gli piaceva perchè era un uomo...gli piaceva perchè era Jensen, e questo lo portava ad essere nervoso addirittura per un caffè. Alla fine quando oramai erano le 11:15, ed era ancora in mutande, dovette arrendersi e ricorrere alla sua ultima risorsa. Avrebbe voluto tanto non farlo.
- A mali estremi....- borbottò, afferrando il cellulare, e digitando il tasto di chiamata rapida "S" che stava giust'appunto per "Sebastian".
- Mish? - la voce forte e alta dell'amico interruppe il continuo e snervante "tu" del telefono.
- E-ehi, Sebs! - biascicò l'altro, deglutendo : forse doveva lasciar perdere.
- Che succede, amico? Sembri nervoso! -
- Ecco..io... - e mentre cercava di pensare a qualcosa da dire, l'altro scoppiò a ridere. Misha aggrottò le sopracciglia perplesso.
- Ho capito, Mish! Puoi essere nervoso solo in due occasioni : Zach è fuori dalla tua porta, o hai un appuntamento. Ho indovinato? -  certe volte Misha si chiedeva come diavolo l'amico riuscisse a leggerlo così facilmente: aveva delle telecamere nascoste, per caso?
- Si..- si limitò a dire.
- Immagino che tu non mi abbia chiamato per  invitarmi, vero? -
- No, assolutamente! - rispose velocemente senza pensarci; l'altro sbuffò divertito dall'altro capo del telefono.
- Non ti preoccupare...non far nemmeno finta di pensarci su! - rispose però, fintamente offeso. Misha alzò gli occhi al cielo : quando faceva così era peggio di una donna con il ciclo.
- Mi farò perdonare, ok? Adesso ti ho chiamato...-
- Ti serve un consiglio. - lo anticipò.
-Si, vedi..- ma fu interrotto di nuovo.
- Hai il letto pieno di vestiti, sicuramente. Dovresti comprarti qualcosa di nuovo, il tuo abbigliamento fa schifo! Sto proprio per lanciare una nuova moda e potresti provare....-l'immancabile critica al suo modo di vestire.
- Sebs...- sibilò, cominciando ad irritarsi.
-....sono dei jeans fantastici, e fidati, con il culo che hai....- continuò imperterrito l'altro, ignorandolo :
era ripartito in quarta con le sue stupide proposte sull'abbigliamento.
-Sebs! - esclamò, cercando di attirare la sua attenzione, e forzandosi di non attaccargli il telefono in faccia.
- .... e le maglie...- ma Misha si spazientì, anche perchè il tempo scorreva, e lui non voleva proprio fare tardi.
- SEBS! - urlò, irritato, interrompendo la tiritera dell'amico.
- Si, Mish? - chiese con aria sognante questo.
- Potremmo concentrarci sul mio problema, adesso? -
-  Jeans e camicia a quadroni blu. - sospirò  l'altro, e Misha potè quasi vederlo scuotere la testa rassegnato.
- Grazie. - gli rispose soddisfatto. Era il primo completo che aveva provato, ma gli era sembrato troppo casual.
- Si,si, prego- rispose frettoloso - ....e, Mish? - e quì la sua voce aveva un tono malizioso che non faceva presagire nulla di buono.
- Si? - rispose titubante.
- Quando torni a casa chiamami, che dobbiamo parlare. - e attaccò. Misha represse un brivido : Sebastian aveva intenzione di fargli il terzo grado, e ci scommetteva i pappagalli, che non sarebbe stato da solo.


§§§

Qualcun altro era altrettanto in crisi per l'abbigliamento :  essendo in servizio avrebbe messo il suo solito completo, che in dieci e passa anni non gli aveva mai dato nessun problema. Sul serio, mai. Invece in quel momento si sentiva stupido con quel completo grigio scuro e la sua altrettanto stupida cravatta scura. Ma che diavolo?
- E menomale, non dovevamo pensarci più, Jens. - disse al suo riflesso nello specchio, ironico - Guardati : ti stai facendo complessi degni di una donna isterica per un completo che tu indossi sempre. Quanto puoi essere idiota? - e davvero non sapeva se ridere o schiaffarsi una mano in faccia. Irritato da quel suo comportamento senza senso, si infilò la giacca del completo, e diede le spalle allo specchio, dirigendosi fuori la sua camera da letto di gran carriera, giusto per essere sicuro che non avrebbe cambiato di nuovo idea. Erano le 11.35 e doveva seriamente sbrigarsi.

Lo sportello della sua Impala si era appena richiuso quando dalla sua tasca partì  la colonna sonora di Star Wars che sannunciava una chiamata di Jared,
- Ehi...Tarzan - esordì ridendo, mentre l'altro sbuffava - che è successo? -
- Davvero molto spiritoso, GrandePuffo. Nulla...in verità volevo sapere se stasera eri libero. -  "Ma che cosa? Tutti a chiedermi appuntamento oggi! " pensò, sorridendo, "Non dire sciocchezze, ragazzo!!" lo sgridò la voce di Rufus  - oddio, ancora! - " Quello di oggi per te è lavoro!", "Ma certo..lavoro...e magari chissà, potrei chiedergli di vederci ancora con la scusa della denuncia contro i suoi rapinatori..."  fantasticò, mentre Rufus urlava "RAGAZZO!"  in contemporanea con la voce di Jared, che lo richiamava alla realtà.
- Jensen? Ehi, Jens, ci sei?! - lo richiamò l'amico, preoccupato dal suo improvviso mutismo.
- S-si! E' solo lavoro! - borbottò più alla voce di Rufus che a Jay.
- Eh? Jensen ti senti bene? Sembri un po confuso....-
- Chi io?! No, ma che dici. E' solo il lavoro ecco perchè sono stanco. Tu non mi ascolti mai! - tentò di rigirare la frittata e distrarre Jared.
- Si certo, e io sono la Fata Turchina. A che stavi pensando, Pinocchio?! Aaaah, aspetta, fammi indovinare...- e quì Jensen tremò.
- Jay..non...- avvertì, nel panico.
- ..stai pensando al...- continuò imperterrito l'altro.
- Tarzan...-
-...Signor Collins, vero?! - e quando Jensen trattenne un'imprecazione, l'altro rise trionfo.
- Che diamine....- cercò di ribattere, ma l'altro lo interruppe.
- Per favore, non provare nemmeno a dirmi una bugia Jens! Ti conosco fin troppo bene da sapere  che non offriresti mai un passaggio nella tua preziosa macchinina a uno qualsiasi! E' evidente che il Signor Collins...-
-Misha...- borbottò imbronciato, portandosi due dita a massaggiarsi le tempie.
- Eh? -
- Si chiama Misha. - specificò lui.
- Oh, si, giusto. E' evidente che Misha....ti piace! - si corresse. "Dannato grizzly con la parrucca!" pensò Jensen, scocciato.
- Non mi piace, okay? Era messo male, e così...- negare l'evidenza e cercare una giustificazione era la tattica preferita di Jens, anche se sapeva perfettamente che con Jared non avrebbe funzionato.
- Amico, hai rifiutato una serata con Daneel. E obiettivamente, non dirlo a Gen! , è una gran bella ragazza! - lo apostrofò, e il detective non potè più negare. Jay era il suo migliore enorme amico, e lo conosceva meglio di chiunque altro.
- Eh va bene, stupido avvocato gigante con puppy eyes e troppa brillantina nei capelli! Hai ragione, forse un po...e dico solo un po, mi piace. Contento, adesso? -
- Mmh...si, adesso si. Sai, potrei anche diventare geloso di Misha..- e scoppiò a ridere, beccandosi diversi insulti da un Jens particolarmente irritato.
- 'Fanculo Jared. - sibilò. Quando l'altro ebbe calmato le risate, gli chiese:
- Allora, dove stai andando? Sapevo che avevi la mattinata libera oggi. -
- Ecco io...- "merda, adesso mi prenderà in giro fino alla morte!!!" pensò sconfortato, prima di rispondere - aprendereuncaffèconMisha! - magari così non avrebbe capito molto....no?
- Accidenti , siete già passati agli appuntamenti?! - "da quando ha sviluppato un super-udito?!"  pensò sbigottito.
- Non è un appuntameno, Jay. Sono-in-servizio....più o meno. E' solo lavoro! - protestò l'altro, indignato.
- Certo lavoro..si. Allora a che ora devi andare? -
- Alle....porca miseria! Sono in ritardo, ti devo lasciare Jay, ci sentiamo dopo! -
- Va bene, ma poi mi devo raccontare tutto!!! -
- Non siamo mica mocciose che si raccontanto i loro segreti! -
- Ma non lo faccio per curiosità, e che non vedo l'ora di prenderti in giro! - ed attaccò, togliendogli il diritto di replica.


§§§


Misha era arrivato alla RoadHouse alle 12.00 in punto, e dopo aver salutato Alona - la barista bionda che l'aveva cacciato quando era ubriaco - aveva preso un tavolo per due, in un posto appartato, lontano da occhi indiscreti. Jensen era in ritardo di 10 minuti, ma a Misha andava più che bene così poteva continuare a ripetersi di stare calmo e di respirare. Tentò di appiattirsi un paio di volte i capelli ma constatò che era del tutto inutile, visto che diventavano ogni volta più arruffati.
- Stai calmo, tigre - lo apostrofò divertita Alone, passando accanto al tavolo - sei uno schianto! Chi sarà la fortunata? - e proprio in quel momento Jensen entrò nel locale, togliendo un battito a Misha, e facendo spalancare la bocca di Alona - se non l'avesse richiusa subito, le sarebbe caduta la mandibola! - quando, dopo averlo cercato con lo sguardo, lo avvistò e gli rivolse un sorriso furtivo.
- Acci..denti. - biascicò la bionda senza fiato, mentre questo li raggiungeva - Non dirmi che....? - e tornò a fissare il moro, che la stava totalmente ignorando, preso a squadrare Jensen da capo a piedi.
- Ehi Alona! - salutò la ragazza - Ci porteresti... - e quì si interruppe, per rivolgersi a Misha - hai già ordinato? -
- No. - rispose semplicemente. Misha si rendeva conto di fissarlo un po troppo intensamente, ma non poteva farci nulla : Jensen era una calamita e i suoi occhi erano il ferro che veniva atttratto! Il completo scuro che indossava lo rendeva ancora più bello esaltando i colori chiari della sua carnagione, dei suoi capelli e soprattutto dei suoi meravigliosi occhi verdi. Questo gli rivolse un mezzo sorrisetto, prima di distogliere lo sguardo e rivolgersi ad Alona.
- Allora per me il solito....-
-...quello che prende lui. - completò, visto che Jensen gli aveva lanciato un'occhiata titubante. Tutta la scenetta si svolse sotto lo sguardo sconvolto della barista che appena prese le ordinazioni filò in cucina, impaziente di raccontare ad Ash, il suo ragazzo e cuoco, la novità del giorno.  Jensen intanto si accomodò al suo posto, di fronte a Misha.
- Uh, ecco...mi dispiace per il ritardo - si scusò, arrossendo leggermente.
- Non va bene così, sai? Se fai ritardo al primo appuntamento, lo farai sempre! - scherzò Misha, tanto per rompere il ghiaccio; il detective strabuzzò gli occhi, forse un po sorpreso, prima di ridacchiare. Misha emise un sospiro impercettibile, e per glissare su quella battuta infelice, chiese :
- Come mai in ritardo? Arrestato qualcuno? Salvato qualche bella donzella in difficoltà? -
- No, nessun arresto, e l'ultima donzella in difficoltà che ho salvato era abbastanza ubriaca - rispose ironico, lanciandogli un sorrisetto ammiccante; Misha arrossì, al ricordo del loro ultimo incontro - ...in verità ho subito la chiamata di un rompiscatole - brontolò.
- Un rompiscatole? -  come giornalista fare domande gli veniva spontaneo, e poi era curioso su tutto quello che riguardava Jensen.
- Si, il mio migliore amico, l'hai già visto!....Il tipo alto, coi capelli lunghi come Raperonzolo e i puppy eyes..?- Misha continuò a fissarlo con sguardo vacuo, cercando nei suoi ricordi qualcuno che corrispondesse alla descrizione - ...quello che hai chiamato Tarzan! - esclamò allora il detective, ridendo. Misha sgranò gli occhi, mettendo a fuoco il viso di un ragazzo alto e con capelli lunghi che Jensen aveva chiamato Jay. Arrossì nuovamente: aveva chiamato Tarzan il migliore amico di Jensen!
- Oh..spero non se la sia presa...io, ecco.....- incespicava con le parole, cercando di giustificarsi, ma Jensen lo interruppe
- Sta tranquillo, non se l'è presa! Anche io gli do un sacco di nomignoli strani, e il tuo è stato semplicemente troppo divertente! Ed è anche azzeccatissimo! - e scoppiò a ridere. Misha aprì le sue bella labbra in un sorriso, contento che Jay non se la fosse presa e che Jensen l'avesse trovato divertente, mentre si beava del suono cristallino della sua risata....
- Eccovi serviti ragazzi - li interruppe Alona, posando davanti a loro un paio di birre e due cheesburger. Misha si fiondò subito ad aprire la sua birra perchè aveva la gola secca, mentre Jensen azzannava il suo panino. rimasero pe run po in silenzio, chiacchierando di tanto in tanto, e quando ebbero finito, Misha ritenne che tutto sommato l'ansia provata la mattina era stata totalmente infondata.
- Okay, adesso...- iniziò il detective -  devo tornare "in servizio". -
- Immagino che dobbiamo iniziare l'interrogatorio, giusto? - domandò sospirando Misha.
- Si, però non quì, non mi sento a mio agio. - e si alzò, facendogli segno di seguirlo. Divisero il conto a metà, e cinque minuti dopo erano rinchiusi nell'Impala di Jensen, che si era offerto di riaccompagnarlo a casa  facendogli domande durante il viaggio. Misha accettò immediatamente.



§§§

"Tutto sommato non è andata poi così male." pensò Jensen, mentre metteva in moto l'Impala e rivolgeva una piccola occhiata a Misha, che seduto accanto a lui, guardava la strada davanti a sè. Il pranzo era stato piacevole e avevano chiacchierato di tante cose, inoltre per sua gioia, Jensen aveva scoperto di avere più di una cosa in comune con l'altro.
"Okay Jensen, adesso concentrati e fai il tuo dannatissimo lavoro! Se torni a mani vuote in ufficio, Rufus ti spella vivo!" .
-
Allora sei pronto? - gli chiese, e il moro annuì.
- Sputa il rospo, capo. - e sorrise, Jensen ricambiò senza nemmeno rendersene conto.
- Bene, dunque, il mio collega, Luke Holmwood è andato a parlare con Matt Ward, e ha riferito che Julie aveva sempre l'accortenza di nascondere il proprio materiale. E' vero?  -
- E' vero! Julie era una vera fissata in queste cose, vedeva troppi film di spionaggio, secondo me. - e scrollò le spalle.
- D'accordo, tu sai dove nascondeva le cose, vero? -
-...Si. -
- Come immaginavo. Dovresti portarmi dove teneva nascosta la pen-drive o il resto del materiale sulla banda di Harlem. -
- D'accordo...però sapevo che la pen-drive era in suo possesso....se vuoi della polizia la state cercando, vuol dire che...oh, mio Dio! L'hanno uccisa per la penna?! -
- Woah, perspicace Sherlock! - esclamò sorpreso - Hai ragione è così : molto probabilmente ha avuto una colluttazione con i suoi assassini per la penna, e che questa sia finita in tragedia. La pen-drive è sparita e ci sarebbe stata davvero molto utile...- sospirò osservandolo : le mani gli tremavano leggermente e le labbra erano strette in una linea sottile, ma a parte quei piccoli particolari, nulla sembrava tradire la rabbia che provava in quel momento. Quando ricambiò il suo sguardo, Jensen trattenne il respiro, ammaliato : i suoi occhi blu erano uguali ad un mare in tempesta, e ti trascinavano giù, sul fondo. Misha Collins era una di quelle persone che non si arrabbiavano quasi mai, ma quando lo erano, diventavano pericolose.
- Mi dispiace - si sentì in dovere di dire, almeno in parte per far scemare l'aria pesante che si era creata nell'abitacolo, e dovette farsi violenza per distogliere gli occhi dalla tempesta, per evitare di fare un incidente - te l'ho già detto, ma te lo ripeto : prenderemo quei bastardi! Dovesse essere l'ultima cosa che faccio. La pen-drive era una chiave fondamentale, ma potrebbero esserci altre informazioni nel resto del materiale nascosto. -
- Potrebbe essere, Julie aveva il terrore di perdere le informazioni e ne conservava sempre una copia su cd o cose simili, nascoste in luoghi che lei riteneva sicuri; dopo le prime minacce ricevute dai membri della banda, era diventata ancora più paranoica. -
- Minacce? - questo non lo sapeva, poteva diventare fondamentale per le indagini.
- Si, minacce di morte e cose varie. Sono arrivate persino al suo ragazzo, ma Julie era una giornalista coraggiosa e andò avanti comunque. Mi ha persino detto, qualche giorno prima di......- la sua voce tremò per un istante - ...di morire, che era vicina ad incastrare il capo della Banda, Fergus Crowley. -
- Crowley...quel tipo losco è ovunque! Viscido verme doppiogiochista! - sbraitò, stringendo i pugni sul volante. Se fossero riusciti a prendere la Banda, Jensen avrebbe potuto vendicarsi di quel bastardo di Crowley, per quello che era avvenuto sei anni fa...
- Jensen? - lo richiamò Misha, con voce un po più soffice di prima; rilassò le mani sul volante e si costrinse a fare un mezzo sorrisetto di scuse.
- Scusa ma i tipi come quella sanguisuga grassa non li sopporto! - Misha rise.
- Oddio non sono l'unico ad odiare le sanguisughe obese, allora! -
- Perchè, chi altro conosci che è un verme succhiasangue? - domando, divertito e al coltempo curioso di sapere un po di più.
- Il mio capo, Zaccharia Smith. -
- Oh, Luke mi ha parlato di lui. Isterico tonno in scatola! -
- Isterico tonno in scatola! - dissero all'unisono, e dopo essersi scambiati una lunga occhiata, scoppiarono a ridere. Le ruote dell'Impala stridettero, mentre Jensen rallentava ed infine parcheggiava davanti casa di Misha.
- Siamo arrivati - constatò. "Ma dai" si disse ironico " hai preso la laurea come Capitan Ovvio?!". Stupide, dannate vocine interiori.
- Già. Allora andiamo! - esclamò più allegro l'altro, aprendo lo sportello dal suo lato; il detective lo guardò perplesso : voleva che salisse a casa sua?
- A-andiamo, dove, scusa? - chiese infatti.
- A casa mia, ti offro un caffè! Avevamo detto di andare a prendere un caffè, no mangiare birra e cheesburger, no? Mi devi un caffè comunque. - e la sua logica non faceva una piega, no?
- M-ma....devo tornare in ufficio alle 17...-cercò di protestare, ma era poco convinto.
- Abbiamo tutto il tempo, sai? Sono appena le 15, e giuro che non ti tratterrò più del dovuto, inoltre sarò a tua completa disposizione. - e il suo sorrisetto era così innocente, che Jensen non fu in grado di dirgli di no.
- D'accordo, ma se mi fai fare tardi a lavoro, ti arresto. - dovette comunque avvertirlo.
- Non si preoccupi agente. - e si mise sull'attenti, strappandogli una risata. Jay aveva ragione: quel tipo era tutto matto, ma davvero!











Autrice:
Spero che, Charty non mi uccidi, anche perchè tecnicamente è stato pubblicato il 30-04-2010 alle ore 00:56, ovvero Lunedì u.u










































 













 













 
   
 
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