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Autore: AmazingFreedom    30/04/2012    6 recensioni
Un sogno che si avverava, finalmente, dopo tanto tempo.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Coppie: Hermione/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 15- 1 settembre 2004

“Mamma! Dov’è il mio bouquet? L’avevo in mano fino un attimo fa e ora non riesco più a trovarlo!” si agitò la sposa davanti all’enorme specchio che occupava gran parte dello studio della preside.
“Hermione! Smettila di muoverti o ti bucherò con uno spillo!” la rimproverò la signora Granger.
A quelle parole, Molly sbuffò. “Alicia cara, se usassimo la magia per sistemare il vestito, Hermione avrebbe più tempo per rilassarsi!”
La donna si voltò lentamente e lanciò un’occhiata glaciale alla strega. “Assolutamente no! Apprezzo il consiglio ma questo è un momento particolare: gli ultimi istanti in cui posso coccolare la mia bambina!”
“Mamma…” Hermione si lasciò sfuggire una piccola lacrima.
“Non piangere!” la rimbrottò Molly.
All’improvviso, qualcuno bussò alla porta.
“E’ lui! È lui! Ma Harry e Ron non sono capaci di trattenerlo per dieci miseri minuti?! Presto! Non deve vedermi!” si agitò la sposa, voltandosi così velocemente da inciampare nell’orlo bianco dell’abito e quasi rovinare a terra se Molly e Alicia non fossero riuscite a prenderla al volo.
“Hermione calmati! Sono Ginny! Posso entrare?” domandò la damigella d’onore, ridendo.
La signora Weasley aprì la porta e Ginny la prese per il polso, tirandola con forza.
“Ginevra!”
“Abbiamo un problemino…” sussurrò la ragazza per non farsi sentire dalle altre due. “Non riusciamo a tranquillizzare il pipistrellone!”
“Ehi!” s’infuriò Hermione, avvicinandosi all’amica.
“Non agitarti cara. Ci penso io. Finisci di prepararti.” Disse Molly, dandole una carezza , poi seguì la figlia lungo il corridoio.
La sposa sbuffò.
“Hermione. Dai vieni.” Alicia le strinse delicatamente le spalle e la portò davanti allo specchio: prese una spazzola ed iniziò a sistemarle quel cespuglio che le era sempre piaciuto.
“Sei bellissima bambina mia!” mormorò la donna.
Hermione guardò il suo riflesso ed incrociò gli occhi umidi della madre. “Mamma…”
“Lo so! Lo so! Ormai non sei più la mia bambina! Solo, mi sento tremendamente in colpa! Insomma, non abbiamo mai parlato di questioni di cuore: ti sei sempre tenuta tutto dentro e io non sono stata capace di capire! Senza pensare a quello che hai dovuto passare l’anno scorso: immagino quanto sia stato doloroso stare vicino a me e a tuo padre senza che noi ti riconoscessimo! Scusami tanto!”
Hermione si voltò lentamente e abbracciò Alicia. “Ti voglio bene, mamma!”
“Anch’io figlia mia. Non sai quanto!”
Rimasero in quella posizione per qualche minuto: non volevano separarsi perché sapevano che avrebbe significato andare ognuno per la propria strada, lasciarsi nuovamente in un certo senso.
“Sei felice? Lui ti rende felice?” domandò all’improvviso la signora Granger.
“Sì! Ne sono successe di tutti i colori, ma Severus non mi rendesse felice non sarei qui!”
Alicia tirò su col naso e si asciugò gli occhi con un fazzolettino di pizzo. “Forza! Devo ancora finire di sistemarti i capelli! Non possiamo farlo aspettare per sempre, non credi? Anche perché non mi sembra una persona molto paziente…”
“Infatti!” esclamò una voce dietro di loro.”Tua madre ha ragione, signorina Granger. Sono appena stato nel mio quadro nei sotterranei e ti posso garantire che Severus è alquanto agitato! Molly lo sta strigliando per benino! Ah quella donna! Senza di lei saremmo perduti! Comunque, lasciatelo dire signorina Granger, l’abito bianco ti dona molto.”
Hermione arrossì lievemente. “Grazie mille professor Silente.”
“Di nulla. Dico semplicemente la verità.”
L’ex preside sospirò e le sorrise. “Torno nei sotterranei. Devo accertarmi che Severus non abbia fatto del male a nessuno!” Poi scomparve.
"Che uomo simpatico! Fa delle vere battute di spirito! Severus… far del male a qualcuno! Sembra una persona così pacata!” esclamò Alicia, iniziando a truccare il viso della figlia.
“Già! Un uomo così pacato…” bisbigliò la ragazza, cercando di non scoppiare a ridere.
“Ecco! Adesso sei perfetta!” esultò la signora Granger dopo qualche minuto.
All’improvviso qualcuno bussò alla porta.
“Hermione? Sei pronta? Tuo padre è con Harry, Ron e Severus!”
La sposa sorrise: Luna era l’unica che aveva il coraggio di chiamare il loro ex professore con il suo nome.
“Arrivo!” rispose Hermione, poi fece un respiro profondo.
“Sei sicura?” le domandò la madre.
La giovane le diede un bacio sulla guancia e aprì la porta, trovandosi davanti un Luna alquanto euforica.
“L’aria è piena di Nargilli! Sono ovunque! Penso anche di averne ingoiato qualcuno!” La sposa rise di gusto.
“Hermione!” Le due streghe si voltarono alla loro sinistra: Ginny correva verso di loro agitando il suo bouquet da damigella.
“Hermione! Eccoti finalmente! Muoviti!” e la prese per il polso.
“Ginny! Fai piano o le rovinerai il vestito! I Ripini* non possono riparare sempre tutto da soli!” intervenne Luna, trattenendo Hermione per un braccio.
“Scusa Luna ma… i cosa?”
La bionda aprì la bocca per parlare ma un’occhiata truce da parte della rossa le fece morire le parole in gola.
“Dai Hermione! Non c’è più tempo!”
“Ginny! Finché non arriva la sposa non può cominciare nemmeno la Marcia Nuziale!”
A quelle parole, la damigella d’onore arrossì e abbassò lo sguardo.
“Ginevra…” sussurrò iniziando ad innervosirsi. “Cos’è successo?”
“Ecco… quando Silente è tornato nel quadro nei sotterranei ha detto che eri pronta, allora Luna è venuta qui e tuo padre, io, Harry, Ron e Severus siamo andati in Sala Grande e…”
“E?” incalzò Luna che passava una mano sulla schiena della mora per tranquillizzarla.
“E… stavo parlando con la McGranitt e Vitious ha capito che eri praticamente davanti all’ingresso! Ha fatto partire la Marcia!”
Hermione sbiancò di colpo: guardò un’amica e poi l’altra. “Ginevra… con te farò i conti dopo! Ma adesso… CORRIAMO!”
Le tre raggiunsero la Sala Grande in un batter d’occhio.
“Hermione! Sei in ritardo!” esclamò il signor Granger.
Tra un respiro e l’altro, Luna e Ginny si misero davanti a Frank  e Hermione e, quando le note della Marcia cominciarono per la terza volta, le due damigelle entrarono.
La sposa strinse con forza il braccio del padre. “Andrà tutto bene, bambina mia.”
“Ti voglio bene, papà.” Sussurrò lei, facendo il suo ingresso.
“Anche io!” le rispose, quando appoggiò la sua mano su quella di un elegante Severus che non riusciva a levarle gli occhi di dosso.
Dei lievi colpi di tosse attirarono la loro attenzione: Minerva McGranitt, un po’ emozionata, iniziò la cerimonia.
Dopo una mezz’ora circa, Severus e Hermione uscirono nel cortile della scuola, dove furono accolti da un boato e una serie di scintille colorate esplosero dalle bacchette. I novelli sposi furono travolti da un’infinità di auguri.
Quando Ron si trovò di fronte a loro abbracciò forte la sua amica e poi strinse la mano del suo ex professore. “Le ho fatto da testimone ma qualsiasi cosa accada io starò dalla parte di Hermione!”
L’uomo fece un brusco cenno del capo, seguito da un sospiro di sollievo di Hermione, Harry e Ginny che si erano avvicinati per congratularsi. Poi fu il turno di Minerva e Molly che li strinsero, piangendo.
“Molly, Minerva, controllatevi!” mormorò lo sposo, cercando di nascondere un sorriso divertito, che scomparve quando qualcuno gli diede una pacca sulla schiena.
“Ecco qui il nostro Piton!”
Severus assottigliò lo sguardo. “George Weasley…”
“Via! Hai sposato Hermione, no? Ormai sei uno di famiglia!” Poi gli si avvicinò e gli sussurrò all’orecchio: “Fred ti ha sempre trovato un ottimo insegnante, anche se di parte. Ha sempre avuto stima di te… ovviamente non da quando hai ucciso Silente!”
Poi, si spostarono davanti al Lago Nero dove erano state allestite delle lunghe tavolate e dopo che tutti furono sazi, si aprirono le danze. Severus e Hermione furono i primi ad alzarsi e a ballare sul prato: si guardavano negli occhi, senza riuscire ad esprimere a parole la loro felicità. A loro si unirono i signori Potter, Ron e Patil ed altri.
“Posso rubarle la dama?” balbettò Neville dopo qualche minuto, facendo un piccolo inchino davanti alla sposa e svuotando il suo bicchiere di Vino Elfico sul vestito bianco.
“Paciock!” sbottò lo sposo, mentre il ragazzo sbiancava e si scusava con l’amica.

“Neville! Il mio vestito!” urlò Hermione, aprendo gli occhi. Cercò di mettersi a sedere ma la pancia che le era cresciuta negli ultimi nove mesi glielo impedì.
“Non vedo l’ora che tu nasca! Sei davvero ingombrante!” mormorò la strega, sorridendo teneramente. Severus mugugnò qualcosa, cos’ decise di alzarsi.
Dopo vari tentativi, la donna riuscì a mettersi in piedi. Fece un passo verso il bagno ma sgranò gli occhi: all’altezza dell’inguine la sua camicia da notte era bagnata. Hermione fece un paio di calcoli a mente e si tamburellò le dita sulla pancia.
“Ci siamo…”
Con grande fatica, si piegò a prendere la propria bacchetta sul comodino e con un movimento veloce della mano accese le luci.
Severus mugugnò ancora, ma non accennava minimamente a svegliarsi.
La strega sbuffò, si mise davanti al letto e puntò l’arma contro il marito.
“Nix!” ordinò e dei fiocchi di neve caddero all’interno della bocca spalancata dell’uomo.
Dopo qualche secondo, Severus balzò in piedi tossendo e guardando malissimo la moglie, che rideva nervosamente.
“Finalmente sei sveglio!”
“Sono del quattro del mattino! Dovrei dormire a anche tu! Questa sera arriveranno quelle teste di legno…”
“Non solo stasera.” Lo interruppe lei, facendolo sbiancare.
“Vuoi… vuoi dire… una testa di legno…”
“Ehi!” sbottò la strega. “E’ mio figlio! Non può essere una testa di legno! Tu sei una testa di legno e…” Una fitta forte all’addome le fece morire le parole in gola.
“Hermione!” L’uomo le fu subito accanto. “Sdraiati! Vado a chiamare Minerva!”
“No! Non te ne andare! Poi, chiama Poppi piuttosto!” Severus la guardò e le diede un bacio sulla fronte, poi evocò il proprio patronus e lo spedì in infermeria.
Dopo qualche minuto, una trafelata medimaga fece irruzione nella stanza, spingendo il futuro papà.
“Via Severus! Fammi passare!”
Poppi tastò la pancia della collega  e aggrottò la fronte, poi agitò la bacchetta e un corvo d’argento volò via.
“Dove l’hai mandato?” domandò il mago.
“Da Minerva e Molly. Ho bisogno d’aiuto qui!”
“Perché?!”
“Il bambino non si è girato! Non è pronto!” urlò la donna di rimando.
Severus divenne come di marmo. “Cosa devo fare?” domandò con voce gelida.
“Nulla! Esci!” ordinò la medimaga stringendo la mano di Hermione che gridava per le doglie e la cui faccia era una maschera di dolore madida di sudore.
“Severus…” supplicò e allungò un braccio verso di lui. “Non… non andare…”
L’uomo fece un passo verso di lei ma Chips gli si parò davanti.
“Fuori! Fuori di qui! Saresti solo d’intralcio! Vai dove vuoi ma esci da questa stanza!”
Severus le rivolse uno sguardo che aveva fatto impallidire studenti e Mangiamorte ma l’unico risultato che ottenne fu quello di essere sbattuto fuori dalla sua stessa camera.
Nervoso e preoccupato, cominciò a fare avanti e indietro di fronte alla porta, alzando gli occhi dal pavimento di pietra quando sentiva Hermione.
Dopo vari minuti, udì dei passi frettolosi avvicinarsi, cos’ sfoderò la bacchetta, che aveva fatto in tempo a recuperare prima di bandito dalla stanza. Il mago puntò l’arma nella direzione dei rumori e un fiotto di luce rossa si sprigionò  davanti a lui, subito seguito da un incantesimo scudo.
“Severus! Sei impazzito?! Potevi ferirci!” urlò la preside quando gli fu vicino, ma vedendo il viso tirato del collega non usò infierire oltre.
“Cosa succede?” chiese Molly, con il fiatone.
“Hermione è entrata in travagli, ma…” Il sorriso delle due donne scomparve. “Poppi dice che ci sono delle complicazioni…”
Un grido proveniente dalla camera li fece trasalire.
Minerva passò un mano sulla spalla di lui ed entrò.
“Harry e Ronald stanno arrivando. Ti serve compagnia in questo momento!” gli disse la signora Weasley prima di chiudersi la porta alle spalle e lasciandolo con la bocca aperte ed uno sguardo esasperato.
Severus si appoggiò contro la parete, chiuse gli occhi e sospirò: odiava starsene lì, senza poter far niente.
“Crei già un sacco di problemi…” mormorò.
“Ma sono appena arrivato!” obiettò una voce familiare alla sua sinistra, facendolo sobbalzare e puntare la bacchetta.
“Weasley! Tu e il tuo amico combinate sempre qualcosa! Anche con la vostra sola presenza!” Ron assunse un’aria imbronciata, mentre Harry sorrise mesto.
“Come sta Hermione?”
Un urlo squarciò il silenzio del castello.
“Se l’addestramento auror sta dando i suoi frutti, credo che tu ci possa arrivare da solo, Potter!”
I due amici si guardarono, poi si sedettero di fronte a lui e fecero comparire un mazzo di carte magiche.
L’uomo inarcò un sopracciglio. “Che cosa avete intenzione di fare?”
“Mamma ha detto che dobbiamo tenerti occupato…”
“Non darmi del tu, Weasley!” lo interruppe, lasciandolo un po’ stordito.
“Visto che è sposato con Hermione da cinque anni e che tutti le danno del tu, ho pensato…”
“Hai pensato male, Weasley! Come tuo solito! Fino a quando tu e Potter non mi dimostrerete un minimo di maturità continuerete a darmi del lei!”
“Severus…” tentò il moro.
“E neanche per nome! Per voi sono il signor Piton, visto che per mia fortuna non sono più il vostro professore!” si scaldò l’uomo.
Harry fece un mezzo sorriso: ricordava benissimo quella sensazione d’impotenza e di nervosismo che stava attanagliando il mago di fronte a lui, dato che Ginny aveva partorito il mese prima.
“Signor Piton, le andrebbe di giocare con noi alle carte magiche? In qualche modo bisogna pur occupare il tempo!”
Severus sgranò gli occhi. “Ecco! Un’altra prova mancata della vostra maturità! Giocare! Adesso!” Ron sbuffò, prese il mazzo dalle mani dell’amico e iniziò a distribuire le carte.
Un urlo di Hermione li scosse e Severus si diresse verso la porta.
“Fermo!” intimò Harry balzando in piedi.
“Madama Chips ha ordinato di non entrare!”
Piton lo ignorò.
“Incarceramus!” gridò il moro, ma l’uomo deviò il sortilegio senza sforzo e si voltò verso di lui.
“Non hai ancora imparato gli incantesimi non verbali, Potter? Senza quelli, cosa credi di fare?”
Ron si mise affianco all’amico e agitò la bacchetta verso l’ex professore che evocò uno scudo.
“Weasley, anche l’Occlumanzia è fondamentale! Mi domando come gli auror abbiano potuto dare del filo da torce ai Mangiamorte, se hanno seguito il vostro stesso addestramento!”
Detto ciò, Severus si voltò nuovamente verso la porta: afferrò la maniglia ma ritirò subito la mano.
“Ma cosa…”
“Mi domando come una spia come lei non si sia accorta di una semplice fattura pungente!” gli rispose a tono il rosso.
“Come osi!” L’uomo puntò la bacchetta verso di loro, così iniziarono un duello senza esclusione di colpi: stavano sfogando la loro preoccupazione e anni e anni di antipatia che, anche se Severus non lo avrebbe mai ammesso, si era piano piano affievolita.
“Cosa state facendo voi tre?!” tuonò Molly all’improvviso, cacciando fuori la testa dalla camera. “Vi sembra il caso di fare tutto questo baccano?!” 
I tre abbassarono le bacchette. “Hermione?” chiesero all’unisono.
La signora Weasley si limitò a rivolgere loro un’occhiataccia e chiuse la porta alle sue spalle.
Il professore serrò le mani a pugno e si lasciò scivolare lungo la parete opposta alla stanza, subito seguito da Harry e Ron.
Era appena sorta l’alba quando Poppi, Minerva e Molly uscirono dalla camera da letto.
La scena che si presentò loro davanti aveva dell’incredibile: Ron e Harry avevano la testa appoggiata sulle spalle di Severus che cingeva con le braccia i suoi ex studenti.
“Sarai un ottimo padre, Severus!” ridacchiò abbastanza fortemente la preside.
Piton aprì gli occhi e, notando i sorrisi delle donne, corse dalla moglie, che era intenta ad allattare una creaturina avvolta in un tessuto bianco. L’uomo le si avvicinò piano e le diede un bacio sulla fronte.
“E’ una bambina!” sussurrò Hermione, senza smettere di sorridere. “E’ bellissima! Ti somiglia molto: ha i tuoi occhi e le labbra fini!”
“I capelli e il naso sono tutti tuoi, però.” Mormorò lui, senza riuscire a distogliere lo sguardo dalla figlia.
“Severus…” lo chiamò dopo qualche minuto.
“Mh…”
“Credo sia ora di dirglielo.”
Severus fece una piccola carezza alla piccola, poi andò in corridoio: Harry e Ron stavano ancora dormendo ma Minerva e Molly erano lì a parlottare tra di loro.
“Entrate.” Disse Piton.
Le due lo seguirono e andarono subito dalla neo mamma per abbracciarla e per ammirare meglio la bimba.
“Avete già scelto il nome?” domandò Molly.
Hermione guardò il marito che rispose con un cenno del capo.
“Vedete, io e Severus eravamo indecisi tra due nomi molto importanti per noi…” La giovane strega fece una piccola pausa. “Minerva e Molly!” spiegò infine, attirando completamente l’attenzione delle due. “Sapete, siete state per entrambi come delle madri: sempre pronte a prendersi cura di noi quando ne avevamo più bisogno.”
Il mago fece comparire due fazzoletti ch porse alla preside e alla signora Weasley, per asciugare le lacrime.
“Grazie!” singhiozzarono insieme.
“Non sapevamo in che ordine mettere i due nomi…” riprese Hermione “… così li abbiamo uniti!”
Severus si avvicinò al letto e per la prima volta prese in braccio la figlia, che strabuzzò gli occhietti neri ed allungò una manina paffuta verso di lui.
“Ciao. Milly Piton.”
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE:
Salve a tutti gente! Come sempre, spero che questo capitolo vi sia piaciuto…
Devo ammettere che è uno dei miei preferiti!
Questo era l’ultimo capitolo, manca solo il epilogo… mi dispiace un po’, ma anche le cose piacevoli hanno una fine.
 
  
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